Pavimentazioni Stradali Sostenibili con Masselli in PVC Riciclatodi Marco ArezioLe pavimentazioni stradali sono un sistema costruttivo flessibile formato da diversi elementi, portanti, drenanti e di finitura, che costituiscono il sistema veicolare e di stazionamento dei mezzi circolanti.A seconda della posizione geografica delle strade, della meteorologia prevalente e dell’abitudine costruttiva, vengono utilizzati principalmente tre sistemi costruttivi che possono assolvere al compito di ospitare il traffico di mezzi pesanti e leggeri: • Pavimentazioni in asfalto • Pavimentazioni in cemento • Pavimentazioni in masselli Dei tre elementi costitutivi quello con l’asfalto, dal punto di vista dei chilometri di strade realizzate, è sicuramente quello più utilizzato a livello mondiale, probabilmente per la facilità di posa, anche se la manutenzione di un manto con il bitume presenta molte criticità a causa delle temperature, del sale per sciogliere il ghiaccio e dell’abrasione del tappetino finale. La pavimentazione in cemento, anch’essa semplice nella posa, comporta la creazione di giunti di dilatazione regolari, la manutenzione degli stessi, una maggiore rumorosità nel rotolamento della ruota rispetto all’asfalto, le problematiche di durabilità nei cicli di gelo e disgelo imposti dal clima e dalla posa del sale per evitare la formazione del ghiaccio. Inoltre la rigidità del manto di copertura stradale è in antitesi con l’elasticità della struttura portante sottostante. Il massello autobloccante in cemento è un sistema costruttivo che può avere numerosi vantaggi rispetto ai due precedenti, in particolare si può realizzare una pavimentazione elastica, durevole all’abrasione diretta del traffico veicolare, drenante in quanto tra le fughe è possibile la percolazione dell’acqua, di facile manutenzione. Nonostante abbia un certo numero di vantaggi, ci sono poi da considerare alcune caratteristiche negative, quali la maggior rumorosità rispetto alla copertura in asfalto, un costo di posa maggiore e una scarsa resistenza al sale nei periodi invernali. Dal punto di vista della sostenibilità, i due sistemi costruttivi in cui si usa il cemento sono sicuramente non tra le migliori soluzioni di pavimentazione, nell’ottica di un’economia circolare, mentre quella caratterizzata con l’asfalto potrebbe rientrare in quelle strutture sostenibili, se venissero utilizzati compound in cui includano lo scarto dei pneumatici riciclato e lo scarto di manti stradali precedentemente fresati. Esiste anche un’altra soluzione sostenibile di pavimentazione, composta da masselli autobloccanti in PVC riciclato, costituito dallo scarto delle guaine dei cavi elettrici, che permette di rispondere a molte problematiche espresse dalle tre pavimentazioni precedentemente citate. Vediamo i vantaggi: • Mantenimento di una sede stradale o di parcheggio elastico • Permette il drenaggio delle acque • Facile posa in quanto ha una forma ad incastro • Non presenta problemi di durabilità dell’elemento dati dal sale stradale • Durante la manutenzione si interviene solo sui singoli pezzi • Maggiore portata dinamica rispetto ad un autobloccante in cemento e maggiore durata • Ecologico in quanto è fatto al 100% con scarti proveniente dal riciclo dei cavi • Crea una superficie isolata elettricamente in quanto il PVC è un materiale isolante • Resistente a oli e acidi • Si lava e si sgrassa facilmente con getti di acqua e detersivo • Antiscivolo e colorabile con vernici acriliche per materie plastiche• Adatto al traffico pesanteCome abbiamo visto, il massello autobloccante in PVC riciclato è adatto sia ad aree di parcheggio, anche in presenza di mezzi pesanti, che sulle strade dove si può notare come l’elemento costituito in PVC risolve, specialmente in aree con climi freddi, l’annoso problema della durabilità dei manti stradali quanto si deve spargere il sale.Inoltre essendo fatto con materiale riciclato e, potendo essere riciclabile quando si dovesse decidere la sostituzione della struttura, si può considerare l’intervento di edilizia stradale come sostenibile nell’ambito dell’economia circolare. Il massello in PVC riciclato gode di una serie di certificazioni sul prodotto qui elencate:• Resistenza all'abrasione • Resistenza alla flessione • Resistenza alla compressione con riduzione degli spessori • Valore di penetrazione del manufatto in tempi differenti • Scivolosità con metodo BCRA • Stabilità dimensionale • Impronta residua • Conduttività termica apparente • Resistenza elettrica: isolamento superficiale • Resistenza elettrica: isolamento attraverso lo spessore del materiale • Resistenza alla bruciatura di sigaretta • Reazione al fuoco • Analisi eluato Posa dei masselli autobloccanti in PVC riciclatoIl funzionamento delle pavimentazioni ad elementi si basa sul concetto di “ingranamento” che possiamo definirlo come l' impossibilità di movimento di un elemento rispetto a quelli adiacenti, l'obbiettivo da raggiungere con la progettazione del blocco stesso e della posa in opera é quindi l'impedimento del massello posato di effettuare tre movimenti: verticale, orizzontale e rotazionale. L'ingranamento verticale viene raggiunto mediante il trasferimento del carico di taglio ai masselli circostanti attraverso la sabbia nei giunti di collegamento. Il bloccaggio rotazionale é demandato allo spessore mentre il bloccaggio rispetto le forze orizzontali avviene attraverso l'uso corretto dei schemi di montaggio, che disperdono le forze dovute alla frenatura e all’ accelerazione dei veicoli e dagli sforzi tangenziali degli pneumatici in curva. Pe quanto riguarda la posa si comincia con la compattazione del terreno di sottofondo attraverso mezzi adeguati, particolare attenzione dovrà essere posta nelle zone limitrofe ai bordi, pozzetti, caditoie nelle zone di riempimento degli scavi di tubature e impianti. Nel caso non si rispettino i minimi garantiti in fase progettuale si dovrà procedere alla sostituzione del terreno con materiali più idonei. La pendenza del piano di posa va verificata, poiché é da considerare che non é possibile ricavare le pendenze dagli strati di base o da quello di allettamento. Per favorire il deflusso delle acque ed evitare il precoce cedimento della pavimentazione non devono mai essere realizzate con pendenza minore dell' 1,5%. E' opportuno utilizzare opportuni geosintetici durante la posa della pavimentazione, questi svolgono la funzione di separazione fra gli strati e di distribuzione dei carichi. Lo strato di allettamento dovrà mantenere uno spessore costante considerando in fase di assestamento per effetto anche della compattazione una riduzione di spessore tra il 20% e il 30% in funzione della granulometria utilizzata. La staggiatura può essere realizzata in due modi: • Pre-compattazione • Metodo classico La prima si effettua in diversi passaggi: dopo aver steso la sabbia con un idoneo spessore si vibro-compatta con piastra vibrante, si sparge un nuovo spessore di circa 1,5cm e si staggia. Con questo metodo é possibile garantire minori cedimenti in pavimentazioni che devono sopportare carichi elevati, inoltre é possibile in questo modo controllare maggiormente il cedimento finale della pavimentazione. Nel metodo classico La sabbia viene stesa e staggiata, la compattazione avviene nella fase successiva dopo aver installato i massetti attraverso idonee attrezzature. E’ importante non disturbare il piano di posa dopo la staggiatura, nel caso questa venga rovinata anche in piccole porzioni é necessario provvedere alla sua sistemazione prima della finitura con i masselli, é inoltre importante non eseguire mai queste operazioni in caso di temperature minori di 1°C onde evitare la formazione di giaccio. A questo punto si possono posare i masselli in PVC riciclati, facendo collimare il bordo di un elemento con un altro, senza lasciare spazio per le fughe di sabbia. Al termine di questa operazione si effettuerà una rullatura vibrata di putto il pavimento posato e si può predisporre una verniciatura del colore preferito attraverso l'uso di vernici acriliche specifiche per la plastica.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - PVC - edilizia - masselli autobloccanti
SCOPRI DI PIU'Verso un Utilizzo Efficiente e Sostenibile delle Risorse Energetiche Rinnovabili attraverso la Tecnologia Gascromatografica di Marco ArezioNel contesto dell'energia rinnovabile, il biogas rappresenta una fonte alternativa preziosa, derivante dalla digestione anaerobica di materiali organici come rifiuti agricoli, comunali, fanghi e scarti alimentari. Questo processo produce una miscela principalmente composta da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2), utilizzata soprattutto per alimentare motori a combustione. Tuttavia, la presenza di composti come i silossani e i terpeni nel biogas può compromettere seriamente l'efficienza e la durata delle attrezzature utilizzate per la sua valorizzazione energetica. Contesto Tecnico dell'Analisi dei Silossani e dei TerpeniI silossani, derivanti da materiali contenenti silicio presenti nei rifiuti, possono causare la formazione di depositi dannosi sui componenti interni dei motori durante la combustione, riducendo significativamente la loro efficienza e vita utile. Allo stesso modo, i terpeni, rilasciati dalla fermentazione di frutti citrici e conifere, possono mascherare l'odore degli additivi odoranti nel gas naturale, complicando il monitoraggio della qualità del biogas. Per mantenere l'efficienza delle attrezzature e garantire la sicurezza, è fondamentale monitorare e controllare la concentrazione di questi composti nel biogas. Le normative, come la EN 16723-1 & 2, stabiliscono limiti massimi per la presenza di silicio, richiedendo soluzioni analitiche precise e affidabili. Analisi in Sito con la Gascromatografia per il BiogasIl sistema gascromatografico specifico per il biogas rappresenta un'avanzata soluzione per il monitoraggio in tempo reale di silossani, 'Total Si' e terpeni direttamente in sito. Grazie alla sua capacità di effettuare misurazioni continue 24/7, questo strumento permette di identificare tempestivamente un aumento delle concentrazioni di queste sostanze, evitando così guasti e minimizzando i costi di manutenzione. A differenza dei tradizionali metodi di analisi in laboratorio, che comportano notevoli ritardi informativi e costi elevati, questa macchina offre un'analisi rapida e affidabile direttamente sul campo. Questo non solo consente di ottimizzare l'utilizzo dei filtri, ma garantisce anche la protezione dei motori e il funzionamento degli impianti entro i limiti di qualità del gas specificati. Set-up Sperimentale e Risultati Il sistema gascromatografico specifico per il biogas opera tramite un set-up di by-pass collegato direttamente alla tubazione del gas. L'analisi si svolge in due fasi: una separazione cromatografica iniziale seguita da una seconda separazione ionico-mobilità, assicurando una determinazione precisa anche a bassi livelli di concentrazione. Con tempi di esecuzione dipendenti dal composto analizzato, ma non superiori a 60 minuti, il sistema garantisce un'alta accuratezza e facilità d'uso per il ricalibro in sito. Prospettive Operative per il Controllo del Biogas Il monitoraggio fornito dalla macchina gascromatografica per il biogas, con la sua eccellente selettività e sensibilità, estende significativamente la vita utile dei generatori di energia, riducendo i costi di reinvestimento e le interruzioni di servizio. Inoltre, l'operatività automatica e la robustezza dell'apparecchiatura la rendono ideale per l'installazione diretta in campo, facilitando una gestione ottimale delle risorse energetiche rinnovabili. L'adozione di tecnologie innovative come questa macchina gascromatografica per l'analisi in situ di silossani e terpeni nel biogas rappresenta un passo fondamentale verso un'efficace gestione delle risorse rinnovabili. Questi strumenti non solo migliorano l'efficienza operativa e la sicurezza degli impianti di biogas, ma contribuiscono anche alla sostenibilità ambientale, riducendo l'impatto degli agenti inquinanti sui sistemi energetici rinnovabili. In quest'ottica, è chiaro che le implicazioni di questa tecnologia si estendono ben oltre la semplice manutenzione e protezione delle attrezzature. La capacità di monitorare in modo accurato e tempestivo la presenza di silossani e terpeni nel biogas incarna un elemento chiave nella transizione verso un modello energetico più sostenibile e circolare. Verso l'Ottimizzazione delle Risorse Energetiche Rinnovabili L'integrazione di sistemi di analisi avanzati, come la macchina gascromatografica per il biogas, apre la strada a un utilizzo più efficiente delle risorse energetiche rinnovabili. Monitorando continuamente la qualità del biogas, gli operatori degli impianti possono ottimizzare i processi di filtrazione e purificazione, riducendo al minimo gli sprechi di materiale filtrante e massimizzando la produzione energetica. Questa efficienza operativa non solo abbassa i costi di gestione, ma contribuisce anche a una riduzione delle emissioni di gas serra, allineandosi agli obiettivi globali di sostenibilità ambientale. Collaborazioni Strategiche per la Promozione dell'Innovazione Il successo nell'implementazione di soluzioni tecnologiche avanzate nel settore del biogas dipende dalla collaborazione tra diversi attori. Università e centri di ricerca possono svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di nuove metodologie di analisi e nella formazione di personale qualificato. Allo stesso tempo, gli operatori di impianti possono condividere feedback pratici per affinare ulteriormente le tecnologie esistenti, mentre le autorità regolatorie possono aggiornare le normative per incoraggiare l'adozione di soluzioni innovative. Conclusioni Finali L'analisi in situ di silossani e terpeni nel biogas mediante il sistema gascromatografico specifico per il biogas, rappresenta un esempio significativo di come la tecnologia possa sostenere la transizione verso un'economia più verde e circolare. Riducendo l'impatto ambientale dell'utilizzo del biogas e migliorandone l'efficienza energetica, questa tecnologia non solo beneficia gli operatori di impianti, ma contribuisce anche agli sforzi globali di lotta ai cambiamenti climatici. Man mano che il mondo continua a spostarsi verso fonti energetiche più pulite e rinnovabili, l'innovazione tecnologica rimarrà al centro di questo cambiamento, guidando il progresso verso un futuro sostenibile per tutti.
SCOPRI DI PIU'LDPE Riciclato da Post Consumo: 60 Tipologie di Odori Ostacolano la Venditadi Marco ArezioLa raccolta differenziata degli imballi della plastica, specialmente per quelli in LDPE, è una conquista moderna che permette, attraverso il riciclo, il riutilizzo degli imballi esausti con il duplice vantaggio di ridurre l’impronta carbonica e il prelievo di risorse naturali dalla terra per creare nuovi prodotti. Molto si deve ancora fare però nel settore del riciclo in quanto la quota di plastica che viene raccolta e riutilizzata è ancora largamente inferiore a quella che viene prodotta ogni giorno. Questo scompenso quantitativo tra quanto si ricicla e quanto si produce di nuovo ha molte cause: • Limitata diffusione della raccolta differenziata nel mondo • Difficoltà nel riciclo di molti imballi plastici multistrato • Bassa qualità della materia prima riciclata • Mancanza di una cultura del riciclo Nei paesi dove la raccolta differenziata è avviata e funziona stabilmente, la produzione di materia prima riciclata soffre di un giudizio abbastanza negativo sulla qualità della stessa, causata da fattori che dipendono anche, ma non solo, dalla filiera del riciclo meccanico. Questa valutazione negativa incide in maniera rilevante sulle vendite della materia prima riciclata, relegando il suo uso solo ad alcuni settori di impiego, riducendone quindi i quantitativi vendibili e abbassando il prezzo medio per tonnellata, che comporta, a sua volta, un basso margine economico per le aziende che riciclano. Inoltre, meno granulo riciclato si vende, meno rifiuto plastico si può riciclare e più grande diventa il problema del suo smaltimento, rischiando di far finire in discarica la preziosa materia prima che potrebbe essere riutilizzata. Tra i problemi di cui soffre la materia prima riciclata, nonostante l’enorme sviluppo impiantistico del settore, quello dell’odore è tra i più sentiti dai clienti che potrebbero utilizzarla per produrre film, imballi rigidi, materiali per il settore edile, per l’automotive, giardinaggio, mobili e molti altri prodotti. Ad oggi la percezione dell’odore di una materia prima plastica proveniente dal post consumo è affidata, in modo del tutto empirico, ad una sensazione nasale di chi la produce e di chi la utilizza, che valutano in modo estremamente soggettivo sia la tipologia che l’intensità degli odori presenti nella plastica riciclata. Valutazione che poi si può scontrare con il cliente finale che comprerà il prodotto realizzato e darà un’ulteriore valutazione, personale, dell’odore. Il naso umano è sicuramente uno strumento eccellente ma ogni persona percepisce le sollecitazioni odorose in modo del tutto personale, ed è per questo che, in casi particolari, si assoldano gruppi di persone che insieme fanno valutazioni sugli odori da intercettare. Se prendiamo ad esempio la filiera del riciclo delle materie plastiche, partendo dalla raccolta differenziata, si è visto che i sacchi in LDPE e gli imballi flessibili che vanno al riciclo, portano con sé un numero elevatissimo di sostanze chimiche che generano odori nella filiera del riciclo. La rilevazione delle fonti degli odori non è stata studiata attraverso metodi sensoriali empirici, quindi attraverso il naso umano, ma attraverso un’indagine chimica svolta da uno strumento di laboratorio che consiste in un gascromatografo con uno spettrometro a mobilità ionica. Questo strumento ha analizzato i componenti chimici, all’interno di una larga campionatura di LDPE riciclato proveniente dalla raccolta differenziata, andando ad individuare 60 tipologie di sostanze chimiche che generano odori. La campionatura analizzata proveniva dal ciclo meccanico tradizionale di riciclo in cui il materiale viene selezionato, triturato e lavato con una permanenza in acqua di circa 15 minuti. Gli odori più comuni percepiti dal naso umano, di questa campionatura sono stati:• Muffe • Urina • Formaggio • Terra • Fecale • Sapone • Caffè • Sudato • Peperone Queste famiglie di odori percepite sono create da circa 60 composti chimici che si associano durante la fase di raccolta e lavorazione della plastica riciclata. Si sono individuati alcuni punti critici: Il sacco della raccolta differenziata che contengono gli imballi plastici domestici da selezionare in cui troviamo diverse tipologie di polimeri, possono contenere residui di sostanze come detersivi, cibo, oli, disinfettanti, prodotti chimici, creme e molti altri. Questo miscuglio di elementi chimici diversi si può legare alla superficie della plastica ma, in funzione del tempo di sodalizio, potrebbe anche penetrare al suo interno. La selezione tra le varie plastiche, attraverso macchine a lettori ottici, crea una certa percentuale di errore che si traduce nella possibilità di avere quantità di plastiche miste all’interno della frazione selezionata. La fase di lavaggio del macinato plastico ha la funzione di dividere ulteriormente, per densità, le plastiche immesse e ha lo scopo di pulirle dai residui di prodotti che gli imballi hanno contenuto o sono venuti in contatto. Ad eccezione del PET, gli altri polimeri provenienti dalla raccolta differenziata, vengono generalmente lavati in acqua fredda, processo che non incide in maniera rilevante nel processo di pulizia al fine di abbattere gli odori. La fase di estrusione del materiale lavato, per la formazione del granulo, potrebbe comportare un degradamento della materia prima in cui sono presenti frazioni di polimeri diversi da quella principale che quindi fonderanno a temperature diverse. Questo può causare la formazione di elementi chimici che daranno origine ad odori. Intervenire su queste fasi porterebbe a miglioramento significativo della qualità dei polimeri da post consumo prodotti, non solo attraverso un abbattimento delle tipologie e dell’intensità degli odori, ma ne migliorerebbe anche le performace tecniche. Il controllo analitico degli odori, attraverso strumenti che ne rilevino le genesi chimiche, può aiutare non solo in fase di certificazione del livello odoroso della materia prima finale in modo inequivocabile e non più empirico, ma darebbe un importante supporto anche in fase di creazione di ricette sulle tipologie di materia prima da usare durante le fasi di riciclo del rifiuto plastico, sull’individuazioni delle fonti migliori e sui risultati dei processi produttivi nello stabilimento (selezione, lavaggio ed estrusione). Ridurre gli odori e migliorare la qualità del granulo da post consumo porterebbe all’apertura di nuovi mercati nei quali si potrebbe impiegare la materia prima riciclata al posto di quella vergine con un vantaggio ambientale, economico e industriale.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - LDPE - post consumo - odoriVedi maggiori informazioni sul riciclo dell'LDPE
SCOPRI DI PIU'Come raccogliere i rifiuti e convertirli in sussidi per i poveri secondo il principio della sostenibilità ambientaledi Marco ArezioLa chiesa di tutto il mondo, spinta dalle indicazioni di Papa Francesco, si sta ponendo il problema di dare un sostanziale contributo attraverso corrette politiche comportamentali e di informazioni sul tema dell’ecologia, dello spreco e dei rifiuti. Ci sono tanti campi in cui la chiesa sta lavorando, dai più visibili a quelli meno appariscenti o sotto gli occhi di tutti. Tra quelli più visibili possiamo citare una scelta fatta dalla Chiesa d’Inghilterra che, in collaborazione con la ditta specializzata nell’abbigliamento ecclesiastico, Butler & Butler, ha lanciato la prima tonaca fatta in fibra di poliestere, creata al 100% con bottiglie di plastica riciclata. Non si tratta di tessuti di ripiego ma di veri e propri prodotti di qualità elevata, soffici e morbidi che non hanno niente da invidiare a quelli tradizionali. Ma l’indicazione da parte del vaticano circa un’educazione familiare alla responsabilità ambientale, tocca vari aspetti della vita dei fedeli: – Evitare gli imballi in plastica non strettamente necessari – Preoccuparsi di separare in modo corretto i rifiuti in casa – Evitare gli sprechi alimentari – Ridurre lo sfruttamento energetico – Minimizzare la produzione di CO2 attraverso la mobilità necessaria – Ridurre il consumo di acqua Nei dibattiti e nelle funzioni religiose il rapporto tra l’uomo e la natura è tornato alla sua centralità, perduta nel tempo e cerca di recuperare un equilibrio, anche spirituale, tra l’ecosistema e la vita umana. Ma le iniziative non finiscono qui. Tra quelle meno visibili, possiamo citare un’iniziativa del Pontefice, che, attraverso la collaborazione con i fondatori di Plastik Bank, società che ha messo a punto un sistema di raccolta della plastica riversata negli oceani, trasformandola poi in moneta, ha avviato iniziative di supporto economico agli indigenti. Considerando che attualmente si conta che circa 9 milione di tonnellate annue di plastica finiscono negli oceani, per un po’ di tempo questa iniziativa sosterrà economicamente un gran numero di persone povere, in attesa che vengano adottate, finalmente, soluzioni ambientali più drastiche in modo che finisca questo scempio ecologico.Approfondisci l'argomento
SCOPRI DI PIU'Un motore di ricerca nel campo del riciclo e dell’economia circolare che ti aiuta a lavorareIl portale del riciclo rMIX è uno strumento di lavoro pensato come un motore di ricerca, che opera nella nicchia di mercato del riciclo e dell’economia circolare, aiutando gli operatori del settore a trovare risposte veloci alle loro necessità, senza perdere tempo sui portali generalisti. Il portale del riciclo rMIX tratta la maggior parte delle tipologie di prodotti e servizi presenti nel campo dell’economia circolare che possiamo qui elencare: • polimeri riciclati, nelle varie forme (granuli, macinati, densificati o balle) • carta riciclata • vetro riciclato • legno riciclato • metalli riciclati (ferrosi e non ferrosi) • tessuti riciclati • RAEE • materiali edili riciclati • macchine industriali e stampi • prodotti plastici riciclati • consulenza e la distribuzione dei prodotti • ricerca e l'offerta di lavoro • lavoro conto terzi Cosa trovi nel portale del riciclo rMIX Il portale è costituito dalle macro famiglie di attività, sopra elencate, che contengono le offerte/richieste liberamente caricate dagli abbonati, o da informazioni su prodotti e servizi relativi ad aziende primarie del settore o da noi conosciute direttamente, che vengono inserite dalla redazione. Attraverso le macro famiglie, con una scelta guidata, si possono ulteriormente selezionare le sottofamiglie per creare la più idonea scrematura del prodotto, servizio, tipologia, caratteristica e paese che si desidera. Con pochi clic si riesce a trovare, tra le migliaia di posts presenti, quello che si sta cercando, avendo alla fine una scheda del prodotto o servizio e i contatti con l’azienda che li fornisce, tutto questo in quattro lingue. Se non hai trovato quello che stavi cercando puoi, a tua volta, inserire una richiesta di un prodotto o servizio, in modo che il mercato ti possa contattare e proporre ciò di cui avevi bisogno. Come funziona il portale del riciclo rMIX La consultazione alle schede presenti sul portale è libera a chiunque, ma se vuoi postare offerte o richieste o contattare un’azienda o un professionista devi abbonarti. Ci sono varie tipologie di abbonamenti: • rMIX Zero è l’abbonamento gratuito che ti permette di inserire la tua offerta/richiesta gratuitamente e in modo anonimo. Pubblicando l’offerta/richiesta, dal modulo che troverai nella Home Page del portale o attraverso il pulsante rosso “Pubblica la tua offerta” presente in ogni post, sarai automaticamente iscritto, senza nessun vincolo o spesa, a rMIX Zero. • rMIX Base è l’abbonamento che ti permettere, per un anno, di postare le tue offerte/richieste con i tuoi dati aziendali visibili a chiunque acceda al portale, anche ai non abbonati, aumentando la visibilità e la possibilità di essere contattato da mercato. • rMIX Base on Top è l’abbonamento che, abbinato a rMIX Base, ti mantiene in alto, nella prima pagina delle offerte/richieste del portale e della famiglia che hai scelto per il tuo post. • rMIX Power è l’abbonamento che ti permette, per un anno, di accedere alle migliaia di schede cliente-prodotto, presenti sul portale, e ai relativi contatti aziendali. 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