Trattative in corso per il controllo della società Novamont attiva nella produzione di bioplasticheIl nome di Novamont e del suo polimero di punta il Mater-Bi, sono conosciuti da tutti gli attori del settore delle plastiche vergini, riciclate e delle bioplastiche, come l’azienda di punta della filiera, in continua evoluzione, nella produzione delle bioplastiche, biodegradabili e compostabili. Il polimero di Novamont è appunto il Mater-Bi, una plastica completamente biodegradabile e compostabile, che permette il suo recupero, a fine vita, attraverso la raccolta e il riciclo dei rifiuti organici urbani, utilizzando i processi di compostaggio e digestione anaerobica. Ma quale è la differenza tra biodegradabilità e compostabilità? Il processo di biodegradazione è la capacità delle sostanze e dei materiali organici di essere degradati in sostanze più semplici, mediante l’attività (enzimatica) di microorganismi. Quando il processo biologico è completo, si ha una totale trasformazione delle sostanze organiche di partenza in molecole inorganiche semplici: acqua, anidride carbonica e metano. Ma la biodegradazione è influenzata da molti fattori, come le temperature, il tasso di umidità, la natura chimica dei materiali da lavorare. Per questo motivo gli ambienti industriali del compostaggio e della digestione anaerobica favoriscono ed accelerano questi processi. Per quanto riguarda la compostabilità di un materiale, si può dire che è la capacità di un elemento di trasformarsi in compost (concime) attraverso il processo di compostaggio. Questa attività, in presenza di ossigeno, comporta la realizzazione di una trasformazione biologica e aerobica del materiale fino a trasformalo in compost. Novamont, utilizzando risorse naturali come il mais e gli oli vegetali non modificati geneticamente, ha realizzato una famiglia di polimeri biodegradabili e compostabili che si possono usare per la realizzazione di film per il commercio e l’agricoltura, oggetti di varie tipologie attraverso lo stampaggio per iniezione e molte altre cose. Alla luce di queste conoscenze tecnico-commerciali, si sta concludendo un’operazione di acquisizione della società Novamont da parte di Versalis, che la porterà a detenere l’intero pacchetto azionario di Novamont. A sua volta Versalis è una società del gruppo ENI fortemente impegnata nella chimica verde, anche attraverso la conversione di raffinerie petrolifere in bioraffinerie per la produzione di combustibili sostenibili.Foto: Novamont
SCOPRI DI PIU'Come cambiare la mentalità per creare un mondo senza sprechidi Marco ArezioStiamo andando oltre l’ostacolo parlando non di riciclo, tema non ancora assimilato da molti, ma di riuso dei prodotti plastici. Utopia? Forse, ma prima di fare il futuro bisogna progettarlo e allora vediamo come potremmo arrivare a non avere più rifiuti da riciclare. La situazione oggi, è ben lontana da quanto sopra esposto infatti, il consumo di materie prime vergini continua ad aumentare e si stima che nel 2030 ne utilizzeremo il 30% in più rispetto a dieci anni fa. Nonostante si continui a parlare di economia circolare e di riciclo, non siamo ancora riusciti a trovare soluzioni per invertire questa situazione e, passando il tempo, continuiamo a complicarci la vita. Sono solo pochi esempi che ci permettono di non generare nuovi rifiuti, di risparmiare energia per il riciclo e il trasporto, di evitare inquinamento se i materiali non venissero riciclati, di risparmiare materie prime vergini che causano l’estrazione e la lavorazione del petrolio. Ma il problema si può vedere anche per gli oggetti più complessi, come una lavatrice, un ferro da stiro, una macchina, il taglia erba, il tavolo dove mangiamo o il letto dove dormiamo. Come facciamo a rendere veramente circolare la gestione di un prodotto che da nuovo dovrebbe diventare rifiuto? Semplicemente non possederlo, ma usarlo per il tempo di cui abbiamo bisogno e poi restituendolo al fornitore che sarà tenuto a revisionarlo, ripararlo, aggiornarlo, integrarlo, garantirlo e, poi, rimettere sul mercato un prodotto adatto ai nostri bisogni. Ci sono delle aziende che hanno sposato questo linea, come la Apple, la Levi’s e altre che riprendendo l’oggetto usato, non creano ulteriori rifiuti, ma gestiscono elementi di cui possono disporre nuovamente nella produzione.La strada è ancora lontana? Francamente direi di si, in quanto se guardiamo il tasso di circolarità in Europa che è dell’11,7% contro un dato mondiale del 9%, riscontriamo valori bassi, ma comunque in lenta crescita, dovendo anche considerare che l’incremento del mercato della circolarità corrisponderebbe all’aumento dell’occupazione che, in base ai dati della Commissione Europea, potrebbero arrivare a 700.000 unità. L’Europa importa il 90% di petrolio, due terzi dei metalli che servono per le produzioni, il 70% del gas naturale impiegate per far funzionare le fabbriche. Se realmente incrementassimo la circolarità, troveremmo la via per dissociare la crescita e la produzione con l’estrazione dei metalli dei combustibili e di tutte le materie prime naturali che utilizziamo quotidianamente. Questo significa anche ridurre i rifiuti, le emissioni in atmosfera, l’utilizzo delle discariche, l’utilizzo di acqua e gli inquinanti legati a queste attività.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riuso - ricicloVedi maggiori informazioni sul riciclo
SCOPRI DI PIU'Uno scienziato Intelligente, Furbo e Opportunista. “Favorì” la scoperta dell’Idrogeno di Marco ArezioAntoine-Laurent de Lavoisier, scienziato Francese, è riconosciuto come il padre della storia della chimica avendo emanato la prima versione della conservazione della massa nel 1789, inoltre riconobbe e catalogò scoperte fondamentali come l’ossigeno e l’idrogeno. Studiò in modo approfondito e, con un approccio scientifico, la relazione tra combustione e la respirazione polmonare, attraverso l’osservazione del comportamento dell’aria in questi due fenomeni. Essendo un nobile, sedeva nei maggiori salotti della politica e della finanza e, proprio attraverso le sue relazioni di alto livello, riusciva a farsi finanziare le sue ricerche. Chimico, botanico, astronomo e matematico entrò a soli 25 nell’accademia delle scienze e nel 1775 si occupò, per l’amministrazione reale, dello studio e del miglioramento della polvere da sparo, compiendo studi sul salnitro. Attraverso questi studi notò la stretta relazione tra il comportamento della combustione e dell’ossigeno, tra l’ossigeno e la vita delle piante e il processo dell’arrugginimento del metallo, ribaltando la teoria del flogisto in essere all’epoca. Inoltre fece propri alcuni studi condotti da Henry Cavendish, riuscendo a capire il rapporto tra l’aria infiammabile, scoperta da quest’ultimo e l’ossigeno con la formazione di acqua, in base anche agli studi di Joseph Priestley, definendo in modo esplicito l’idrogeno. Questa caratteristica di Lavoisier di utilizzare gli studi di colleghi, inglobandoli nelle sue ricerche per poi attribuirsi tutti i meriti, sembrava essere una costante nella sua vita di ricercatore. Dimostrò la legge della conservazione della massa bruciando lo zolfo con il fosforo in aria e affermando che il peso del risultato di questa combustione era maggiore del peso delle singole masse, essendo questo processo stato influenzato dall’aria. Catalogò inoltre, in modo scientifico attraverso la nomenclatura precisa, le sostanze chimiche che erano allora conosciute creando una base letteraria scientifica di massimo rilievo. Nel 1769 fu chiamato dall’amministrazione monarchica, quale matematico, a riformare il sistema fiscale e delle riscossioni delle tasse, aiutando gli uffici preposti a riformare il sistema di misurazione metrico decimale per tutta la Francia. Nel 1793, a seguito degli eventi politici susseguiti alla rivoluzione francese, fu arrestato insieme alle persone che si erano occupati della riscossione delle tasse per conto della monarchia per alto tradimento. Invano cercò di dimostrare che il suo ruolo era solo quello di un consulente tecnico e che niente aveva a che fare con il lavoro diretto legato all’azione di riscossione, ma non fu creduto e l’8 Maggio del 1794 il tribunale rivoluzionario lo condannò a morte tramite ghigliottina.
SCOPRI DI PIU'Estroso, loquace, competente, caparbio, ostinato, trascinatore, disponibile, eclettico, coinvolgente. Ma soprattutto asocialedi Marco ArezioL’attività commerciale, in aziende di qualsiasi livello, ha necessariamente bisogno di managers che facciano della platea del mercato, un campo naturale di lotta senza esclusione di colpi. La capacità di intessere rapporti personali e commerciali, di incontrare potenziali clienti per convincerli a diventare parte della propria azienda, l’esposizione in prima persona durante meetings e fiere, facendosi portavoce del proprio gruppo di lavoro o della propria società, portano ad identificare un manager dotato di un’attitudine alla comunicazione, all’empatia verso il mondo e a suo agio con la gente. E’ uno stereotipo professionale questa figura? Forse no, infatti, il carattere ti porta, spesso, a scegliere il tuo ambito lavorativo per una sorta di minore frizione verso le attività in cui ci si inserisce. Ma non sempre è così, ci sono figure manageriali, anche di successo, che sono vincenti nelle attività commerciali, dove il contatto con i clienti è costante e dove la collaborazione con la propria squadra di lavoro si fa sul campo, in gruppo e ben motivati, ma che hanno un carattere schivo, asociale a volte misantropo. Sembra un assurdo eppure è possibile, un manager che ha ben presente non solo le strategie di vendita, di relazione, di persuasione, di creazione del feeling giusto con i clienti o potenziali tali, ma fa anche di sé stesso una strategia di marketing. Ha ben presente quali sono i suoi passi per raggiungere gli obbiettivi che si è prefissato o che ha ricevuto dall’azienda, passi che lo porta a cene, visite in aziende, colloqui, momenti di incontro collettivi, meetings, esposizione a platee di persone e molte altre manifestazioni di contatto con il pubblico. Questa è la sua strada, il suo programma, i suoi passi da compiere per raggiungere i budgets, un percorso del tutto innaturale per lui, dove vive con ostinata riluttanza cenare con i clienti, parlare della propria e della loro vita, condividere inviti e momenti conviviali extra lavorativi, stringere mani alle fiere e ascoltare chiunque, parlare in pubblico, tenere corsi e seminari. Ogni momento di condivisione sociale è sofferto, ogni viaggio è un peso, ogni riunione con collaboratori e clienti è un dovere oneroso. Ma tutto questo non lo porta a incrinare il suo successo professionale, un’avanzata programmata nei modi, nei tempi, nell’intensità che si è imposto, cliente dopo cliente, incontro dopo incontro, fiera dopo fiera. Lui stesso fa parte della propria strategia professionale, lui stesso è un cliente da incontrare, convincere e inglobare nel suo risultato strategico. L’autodisciplina e la severità verso sé stesso non ne hanno modificato il carattere, ma hanno creato uno sdoppiamento della personalità, creando una figura che opera come un manager rilassato, disponibile in consessi di persone e pienamente a suo agio, che convive con una persona che si sente un pesce fuor d’acqua, che ama la solitudine, il basso profilo e i fari spenti della ribalta. Un’attività di successo che può essere molto logorante per chi la esercita e che, dopo un periodo più o meno lunga di resistenza ostinata, di solito si esaurisce per consunzione.
SCOPRI DI PIU'Il Triste Inventore del Nylon PA 6.6di Marco ArezioWallace Hume Carothers nacque negli Stati Uniti il 27 Aprile 1896 da una famiglia modesta il cui padre faceva il maestro di scuola.Riuscì tuttavia ad andare all’università dell’Illinois ed a laurearsi nel 1924 in filosofia e nel 1928 in chimica, laurea che gli aprì le porte ad una brillante carriera nel mondo della nuova chimica. Appena terminati gli studi fu subito assunto dalla ditta Du Pont, in qualità di direttore del reparto ricerche di chimica organica che si trovava a Wilmington nel Delaware. Attraverso lo studio sulla sintesi dell’acido adipico e della esametilendiammina ottenne la poliesametilenadipamide, o più brevemente Naylon 6,6, che fu brevettato nel 1937 e commercializzato nel 1938. Il prodotto chimico ebbe subito un enorme successo, soprattutto nel settore tessile dove si rivoluzionarono le produzioni di molti indumenti, soprattutto nelle calze da donna. Nella produzione dei collant, la fibra viene utilizzata attraverso la realizzazione di un filo continuo, ma sempre più spesso questa tecnica, oggi, è applicata anche per i costumi da bagno, nell’abbigliamento sportivo, nel settore degli indumenti intimi, nelle fodere, negli ombrelli, nell’arredamento e in molti altri settori. Nella produzione del filo, per aumentarne la resistenza e l’elasticità, si può impiegare il processo di torsione o quello di testurizzazione. Rispetto alle fibre naturali utilizzate in precedenza il Nylon presenta molti vantaggi: • Maggiore resistenza all’usura • Non viene attaccata dalle tarme • E’ più leggero • Non modifica la sua dimensione durante i lavaggi (non restringe) • Si asciuga velocemente • Non si stropiccia Wallace Hume Carothers, nonostante il successo e la fama che le sue scoperte gli diedero, ebbe una vita segnata dalla depressione, tanto che si portava sempre con sé una capsula di cianuro di potassio. Un tragico evento segnò la sua vita, infatti nel 1937 morì di polmonite sua sorella, alla quale era particolarmente legato, episodio che lo spinse ad usare la sua capsula di cianuro. Morì quindi il 29 Aprile del 1937, a pochi mesi dalla sorella, senza lasciare nessun messaggio sul motivo del gesto. Categoria: notizie - tecnica - plastica - nylon - PA
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