LA MESSA AL BANDO DELLA CARNE SINTETICA È UN BENE PER I CONSUMATORI?

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - La Messa al Bando della Carne Sintetica è un Bene per i Consumatori?
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Molti interessi non scientifici girano attorno a questa decisione con un fine forse poco nobile


In alcuni paesi, tra cui l’Italia, la cosiddetta carne coltivata, cioè creata in laboratorio attraverso la lavorazione di cellule staminali prese da animali, è stata vietata.

Il motivo ufficiale sembrerebbe quello della protezione della salute dei consumatori, ma più verosimilmente sembrerebbe sia la tutela della filiera della carne, una tra le più inquinanti che ci sia.

I puristi della tavola e della gastronomia non vogliono sentire la parola “sintetico” quando si parla di un cibo, che fa pensare a pericolose manipolazioni, danni alla salute e lobbies pericolose nate in laboratorio.

La questione sarebbe da affrontare con cognizione di causa, informandosi e conoscendo cosa c’è già di sintetico sulle nostre tavole, che viene spacciato come naturale.

Bene, partiamo proprio da qui e facciamo alcuni esempi: le maggiori specie di piante da frutto o le piante come la soia, il frumento, il granoturco, il riso e molte altre specie, sono la conseguenza di ibridazioni nate in laboratorio, con lo scopo di fortificare la pianta, di renderla più resistente alla siccità, ai parassiti, agli insetti e cercare di ottenere una maggiore produzione.

Tutto quello che si ricava da queste coltivazioni ha ormai poco di naturale e molto di ingegneristico, una collana di deviazioni, mix, separazioni di elementi per portare un miglioramento nell’agricoltura.

Tutti questi studi portano alla produzione di semi modificati, che in natura non si trovano, gestita da alcune multinazionali che hanno creato un mercato ristretto e protetto, tant’è vero che molti semi sono venduti sterili così il contadino non li può più usare, ed è costretto a ricomprarli per la semina successiva.

E allora, di cosa ci scandalizziamo quando cambiamo prodotto, passando dal vegetale all’animale?

Non vorrei illustrare nuovamente gli impatti negativi che la filiera della carne esprime in tutto il mondo, perché credo siano sotto gli occhi di tutti quando si parla di deforestazione, occupazione dei suoli, consumo di acqua, emissioni di metano, impatto della CO2 sui trasporti e la conservazione del prodotto, danni sulla salute umana per consumi elevati di carne, e per finire, ma non di ultima importanza, la gestione della vita degli animali.

La carne coltivata, o sintetica come viene più banalmente chiamata, è stata approvata, dal punto di vista della sicurezza alimentare, in molti paesi avanzati, quindi sfatiamo questa errata informazione e consideriamola sicura come un qualsiasi vegetale modificato che ci arriva sulla tavola.

Attraverso l’uso di questa carne coltivata il consumatore riduce notevolmente l’impatto ambientale che la filiera degli animali da macello produce, restituendo alla natura un po' di fiato, perché al mondo siamo circa otto miliardi di mangiatori incalliti che divoriamo qualsiasi risorsa naturale commestibile.

Ma le restrizioni che sono intervenute sulla carne coltivata hanno più il sapore di un appoggio politico a filiere economiche che producono voti, nulla centra con la difesa del marchio gastronomico di un paese piuttosto che di un altro, o sui dubbi che errate manipolazioni possano arrecare danni al consumatore.

In fondo, però, non sono troppo preoccupato per questo stop, perché il progresso si può, forse, un po' rallentare, ma non si può fermare e, siccome le risorse naturali sono sempre di meno, si dovrà seguire le soluzioni scientifiche.

Mangeremo pesci senza lische, carni con o senza l’osso, o grasso, dallo stesso gusto e piacere in bocca di quella naturale, come stiamo facendo per l’uva o i mandarini senza noccioli.

Traduzione automatica. Ci scusiamo per eventuali inesattezze. Articolo originale in Italiano.



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