QUALITÀ CHIMICO-FISICHE DEL VETRO. CONFRONTO CON CARTA, PLASTICA E ALLUMINIO

Informazioni Tecniche
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Qualità Chimico-Fisiche del Vetro. Confronto con Carta, Plastica e Alluminio
Sommario

- Packaging alimentare: carta - vetro - plastica

- Utilizzo del vetro nel packaging alimentare

- Utilizzo del metallo nel packaging alimentare

- Utilizzo della plastica (PET) nel packaging alimentare

- Cessioni possibili di sostanze costituenti l’imballo

- Impermeabilità ai liquidi, gas ed agenti microbiologici

- Corrosione dell’imballo

- Sterilizzabilità

- Trasparenza

- Protezione alla luce Attinica

- Sanificazione

- Riciclabilità

I materiali per gli imballi alimentari in commercio hanno caratteristiche, qualità, costi di smaltimento e riciclabilità differenti


di Marco Arezio

Nel mondo del packaging alimentare troviamo materie prime estremamente differenti tra loro, alcune di esse, come la carta e il vetro, hanno una storia millenaria, mentre la plastica e l’alluminio hanno una storia più recente.

Non vogliamo entrare volutamente in un duello di marketing sulla preferenza tra un materiale o l’altro, ma vorremmo analizzare alcuni aspetti che riguardano la conservazione dei beni contenuti, la durabilità dell’imballo, la riciclabilità.

In verità a queste analisi dovremmo aggiungere quella relativa ai costi di produzione comparati e all’impatto ambientale sulla logistica, che verranno affrontati in altra sede.

Se diamo uno sguardo al passato possiamo dire che il vetro è stato il materiale principe del packaging con cui si contenevano gli alimenti liquidi, latte, vino, liquori, olio e altri generi alimentari, mentre a partire dal boom economico degli anni 60 del secolo scorso, anche l’acqua minerale e le bibite avevano trovato una loro quota di mercato attraverso la confezione nelle bottiglie.

Per quanto riguarda le scatole alimentari in metallo possiamo riferirci al XIX° secolo come inizio in America e in Inghilterra delle prime produzioni industriali, nonostante i costi per realizzarle risultassero molto elevati e il cibo in scatola era quindi un lusso per pochi.

A spingere la loro diffusione arrivarono però le guerre mondiali, in quanto gli eserciti trovarono comodo e logisticamente utile affidare il rancio dei soldati a questa tipologia di imballo.

Con l’avvento delle lattine di alluminio iniziò una larga diffusione a partire dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso, del cibo e delle bevande confezionate nel metallo morbido.

Per quanto concerne l’uso degli imballi in carta, dobbiamo arrivare alla metà degli anni ’50 del secolo scorso per vedere l’avvio, in Svezia, dei primi imballi per liquidi alimentari in confezioni di cartone e film plastici.

A partire dal 1973, quando l’azienda Du Pont brevetta il PET possiamo dire che sono nati gli imballi alimentari su larga scala, con l’intento di erodere quote di mercato a quelli di vetro.

Se vogliamo fare un paragone delle qualità fisico chimiche dei principali imballi alimentari possiamo elencare alcune comparazioni generali:


Cessioni possibili di sostanze costituenti l’imballo

• Vetro: sodio e calcio già presenti negli alimenti

• Plastica: componenti degli additivi specialmente se presenti grasso o alcool

• Carta o Cartone: additivi e coloranti

• Metallo: Stagno e piombo entro i limiti di legge. Sostanze tossiche dalle vernici (ad alta temperatura)


Impermeabilità ai liquidi, gas ed agenti microbiologici

• Vetro: 100%

• Plastica: variabile a seconda del polimero

• Carta o Cartone: solo se assenti abrasioni superficiali

• Matallo: solo se assenti abrasioni superficiali


Corrosione dell’imballo

• Vetro: Solo acido fluoridrico e soluzioni alcaline a Ph superiore a 8

• Plastica: può rilasciare microplastiche in corrispondenza delle piegature

• Carta o Cartone: attaccabile da insetti e topi

• Metallo: generata da eventuali imperfezioni della struttura


Sterilizzabilità

• Vetro: 100% a secco ed a umido

• Plastica: con particolari additivi batteriostatici

• Carta o Cartone: in fase di confezionamento con acqua ossigenata o UV o agenti chimici

• Metallo: 100% anche ad alte temperature


Trasparenza

• Vetro: perfetta con vetro chiaro

• Plastica: dipende dal polimero, difficile con polimeri riciclati in HDPE

• Carta e Cartone: no

• Metallo: no


Protezione alla luce Attinica

• Vetro: buona nei verti colorati

• Plastica: buona con additivi specifici

• Carta o Cartone: opaco

• Metallo: opaco


Sanificazione

• Vetro: ottima

• Plastica: monouso da riciclare

• Carta o Cartone: monouso da riciclare

• Metallo: monouso da riciclare


Riciclabilità

• Vetro: continua e senza degrado. Economica solo con il vuoto a rendere

• Plastica: possibile un certo numero di volte con qualche degrado qualitativo. Difficile il riciclo dei poliaccoppiati

• Carta e Cartone: riciclabile con degrado. Difficile il riciclo dei poliaccoppiati carta-plastica

• Metallo: buono


In conclusione, a questa analisi andrà aggiunta una comparazione economica dell’imballo alimentare in funzione della durabilità del prodotto sugli scaffali e il costo del riciclo o dello smaltimento dell’imballo a fine vita, nonché dell’impatto ambientale sia della produzione, che della logistica che della circolarità o meno del rifiuto.

Categoria: notizie - tecnica - vetro - riciclo - qualità - rottame


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