A seguito dell'acquisizione di Gazechim Plastics da parte del Gruppo Snetor lo scorso luglio, siamo lieti di annunciare il cambio della ragione sociale di GAZECHIM PLASTICS UK che diventa SNETOR UK. Questo nuovo nome aziendale illustra il nostro desiderio di rafforzare la nostra visibilità sul mercato europeo e fa parte del nostro sviluppo strategico. Chiude il cambio di nome avviato con GAZECHIM PLASTICS ROMANIA che è diventato SNETOR EASTERN EUROPE alla fine del 2020. Da gennaio 2021, GAZECHIM PLASTICS BENELUX e GAZECHIM PLASTICS NORDEN si chiamano SNETOR BENELUX e SNETOR NORDEN Emmanuel Aubourg, CEO Snetor Group
SCOPRI DI PIU'Il commercio online sta avanzando in modo prepotente nelle abitudini dei consumatori, forte di alcune peculiarità che aiutano il fenomenodi Marco ArezioVelocità di consegne, semplicità nell’acquisto, cataloghi molto ampi, economicità dei prezzi e comodità rispetto all’acquisto in un negozio fisico, specialmente in periodi come questi dove vi sono restrizioni nella mobilità. Una corsa alle vendite on line è fatta anche da produttori di articoli che fino a poco tempo fa non utilizzavano questo canale e, quindi, il bacino dell’offerta è diventato veramente enorme. Tra migliaia di offerte per articoli simili, il marketing ha affinato tecniche persuasive verso i clienti sapendo cosa i consumatori si aspettano di trovare in un prodotto. La Commissione Europea e le autorità nazionali di tutela dei consumatori hanno indagato sulle offerte di alcuni prodotti nel mercato on line e hanno notato una massiccia presenta di messaggi fuorvianti, esagerati e, a volte, falsi, in merito al greenwashing. Poiché i consumatori che utilizzano il servizio degli acquisti on line sono anche clienti che richiedono generalmente prodotti più sostenibili, le informazioni sui prodotti in vendita da parte dei produttori o la pubblicità sull’articolo, sono spesso intrise di affermazioni che richiamano la sostenibilità e la riciclabilità dello stesso. Termini come riciclato, verde, green economy, ecologico, biologico, impatto zero, e molti altri spesso si trovano sulle confezioni ma, in realtà, non rispecchiano sempre la filiera produttiva dell’articolo, dando al cliente informazioni non corrette e senza supportare le affermazioni con prove. Uno studio della Comunità Europea ha valutato 344 dichiarazioni di sostenibilità "apparentemente dubbie" fatte online dalle aziende, la maggior parte delle quali nei settori dell'abbigliamento e dei tessuti, dei cosmetici, della cura della persona e delle apparecchiature domestiche. Nel 42% dei casi le autorità di controllo nazionali hanno appurato che le affermazioni stampate sugli imballi fossero false, ingannevoli o potenzialmente ingannevoli per i consumatori, quindi da considerare come una pratica sleale secondo il diritto dell’Unione Europea. Queste informazioni che il consumatore trova sugli imballi non sono sufficienti per permettere una corretta scelta del prodotto e, nel 37% dei casi, vengono utilizzati termini volutamente vaghi senza dati a supporto chiari e certificati. Il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders, ha affermato che mentre alcune aziende si sforzano di produrre prodotti realmente eco-compatibili, altre prendono una strada più breve e senza costi, attraverso l’uso di affermazioni vaghe, false o esagerate. Per parlare di un settore in cui il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, possiamo citare il comparto della produzione e raffinazione dei carburanti fossili, le cui società stanno spendendo enormi risorse economiche per crearsi una reputazione più verde. Ma interessante è anche notare, per esempio, le informazioni che i consumatori possono trovare su un flacone di detersivo, in cui si legge spesso la frase: Prodotto Riciclabile. Non vi è dubbio che sia una affermazione corretta, un flacone in HDPE fatto con polimero vergine è riciclabile, ma è fuorviante, se anche abbinato a sigle o disegni che fanno immaginare la natura e la cura dell’ecosistema, inducendo il consumatore ad acquistare un flacone che non segue i principi dell’economia circolare. Infatti, il flacone per rispettare i canoni della circolarità delle materie prime deve essere fatto in plastica riciclata e, sull’etichetta, ci dovrà essere riportata una frase simile a: flacone fatto con materiale riciclato che può essere riciclato nuovamente. La Commissione Europea ha inviato agli stati membri un avviso di attenzione verso queste pratiche scorrette con l’esortazione di vigilare e punire chi trasgredisce le regole. Da parte del consumatore è sempre importante informarsi prima di effettuare un acquisto, cercando di farsi un quadro chiaro di cosa è riciclato, riciclabile o falsamente tale, mettendo a confronto più prodotti e le informazioni che i produttori distribuiscono al mercato.
SCOPRI DI PIU'L'accordo tra Eni gas e luce, CNA COSTRUZIONI e Harley&Dikkinson, annunciato attraverso il comunicato stampa di Eni, al fine di promuovere l'avvicinamento dei cittadini alle incentivazioni governative sulle riqualificazioni energetiche, realizza un costruttivo progetto d'informazione e di gestione delle problematiche sia tecniche, che fiscali, che va incontro alle problematiche realizzative sugli interventi di ristrutturazione e sugli obbiettivi nazionali di modificare, nella direzione della sostenibilità, il patrimonio immobiliare Italiano.Eni gas e luce, CNA COSTRUZIONI e Harley&Dikkinson hanno stipulato un accordo per promuovere le opportunità connesse alla riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica degli edifici, al fine di poter sfruttare le opportunità degli incentivi fiscali in ambito ecobonus, sismabonus e Superbonus 110%, introdotto dal recente Decreto Rilancio 34/2020 (convertito in legge n. 77 del 17 luglio 2020). Inoltre, grazie a quest’accordo, la rete nazionale dei consorzi territoriali, promossa da CNA Costruzioni e denominata Riqualifichiamo l’Italia, potrà aderire in qualità di Partner al servizio CappottoMio con la possibilità, in particolare, di cedere a Eni gas e luce i crediti di imposta derivanti dagli interventi. L’accordo sottoscritto tra Eni gas e luce, CNA Costruzioni e Harley&Dikkinson persegue l’obiettivo strategico di accrescere l’interesse del Paese verso la riduzione dei consumi energetici, che portano vantaggi concreti per l’ambiente, valorizzando allo stesso tempo il patrimonio abitativo e aumentando le opportunità di mercato per le imprese dell’edilizia. Attraverso la realizzazione di incontri formativi specifici sul territorio nazionale, previsti anche in modalità webinar, a cui parteciperanno gli esperti di Eni gas e luce e Harley&Dikkinson, unitamente a specifiche comunicazioni attraverso i canali informativi di CNA COSTRUZIONI, tutti i consorzi di imprese che aderiscono a Riqualifichiamo l’Italia potranno approfondire le opportunità derivanti dagli interventi di riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica degli edifici, anche grazie agli incentivi previsti, con la possibilità, volendo, di qualificarsi come partner del Progetto CappottoMio di Eni gas e luce. “Grazie a quest’accordo, abbiamo l’opportunità di poter potenziare il numero delle imprese partner di CappottoMio per consolidare la nostra capillarità su tutto il territorio nazionale e offrire al cliente un alto standard di qualità del servizio” ha commentato Alberto Chiarini, Amministratore Delegato di Eni gas e luce. “Per Eni gas e luce è fondamentale promuovere sinergie anche con le Associazioni di categoria dell’artigianato e della piccola e media impresa come CNA COSTRUZIONI per offrire un’opportunità di sviluppo alle economie locali, con l’obiettivo comune di accrescere il comfort e il valore delle case dei clienti per fare un uso più razionale ed efficiente dell'energia, per usarla meno e meglio". "CNA COSTRUZIONI – dichiara il suo Presidente nazionale Enzo Ponzio - con questa iniziativa intende posizionare al meglio le imprese artigiane e PMI associate sul mercato della riqualificazione del parco immobiliare italiano e della rigenerazione urbana, valorizzando il loro protagonismo e la loro autonomia imprenditoriale, utilizzando al meglio la presenza diffusa e capillare su tutto il territorio nazionale della nostra Associazione imprenditoriale. E ciò a vantaggio di tutti gli attori coinvolti: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione territoriale e nazionale” Ha dichiarato infine Alessandro Ponti, Amministratore Delegato di Harley&Dikkinson, “H&D, da sempre volta all’ottimizzazione dal punto di vista tecnologico, organizzativo e, soprattutto, finanziario delle relazioni che concorrono alla valorizzazione dell’edificio, nel progetto della cessione del credito d’imposta, fin da subito, ha voluto mettersi al fianco di importanti associazioni di categoria come CNA Costruzioni e dei suoi associati al fine di garantire l’autonomia dell’intera filiera della riqualificazione."
SCOPRI DI PIU'Alcuni imprenditori concentrano su se stessi il business senza far crescere l’azienda. Il problema degli yes-man e dei familiari all’internodi Marco Arezio Non c’è dubbio che il mercato si è fatto complicato e che le aziende per sopravvivere devono dotarsi di una struttura manageriale indipendente, qualificata e spesso slegata dalla famiglia che ne detiene la proprietà, che goda di una visione internazionale e che abbia potere decisionale per valutare le migliori prospettive per l’azienda prima che per l’imprenditore. Molte aziende familiari, che si occupano di riciclo, stanno vivendo una fase di forte trasformazione a causa dei cambiamenti del mercato, i quali sono maggiormente rappresentati dall’ingresso di società strutturate che si occupavano fino a poco tempo prima di business correlati ma differenti. Il mondo del riciclo delle materie plastiche si è sviluppato agli inizi degli anni 80 del secolo scorso, un po’ in sordina, sotto forma di piccole imprese che raccoglievano la plastica di scarto e ne seguivano la lavorazione, a volte anche con metodi un po’ artigianali. Il loro sviluppo, negli anni successivi, a seconda della collocazione geografica Europea, seguiva i sistemi imprenditoriali nazionali che si basavano, al nord, più facilmente sulla creazione di medie e grandi imprese, mentre nel Sud Europa, il più delle volte, basate sulla crescita di piccole e medie imprese che sfruttavano le opportunità che il mercato poteva offrire. Agli inizi degli anni duemila, il trend di crescita del mercato del riciclo delle materie plastiche e del suo indotto, ha avuto una grande accelerazione, con il passaggio delle aziende a dimensioni di fatturato e produttività sempre maggiori. A partire da questo periodo, il mercato del Sud Europa, contrariamente a quello che è successo nel Nord Europa, si è caratterizzato da un importante numero di piccole imprese che si sono trasformate in medie e grandi società produttrici di polimeri plastici, attrezzature per il riciclo o di servizi per il mercato. Inoltre, molte micro imprese artigianali si sono trasformate in piccole e medie aziende di produzione nell’ambito della plastica. Molti fondatori di queste società, specialmente quelle medio-grandi, hanno seguito passo dopo passo in prima persona, lo sviluppo delle proprie creature dalla loro fondazione, con un successo a volte crescente nel tempo e diventando l’unico punto di riferimento all’interno della società. L’incarnazione del successo commerciale e produttivo in un mercato nel corso degli anni in continua crescita, non ha generalmente creato situazioni in cui ci si potesse fermare per capire se il modello di business, varato dal proprietario-imprenditore, fosse corretto con l’evoluzione dei mercati. Nel frattempo, molte cose sono cambiate, in un mondo sempre più globalizzato e competitivo, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche sulle materie prime, sulle innovazioni tecniche, sulla necessaria rapidità nel prendere decisioni e sulla qualità del management necessario per la dimensione aziendale. Alcuni imprenditori, vivendo sui successi passati, non hanno affrontato in modo lucido ed imparziale l’evoluzione del mercato, continuando con un modello di gestione che ruotava, o ruota ancora oggi, intorno a loro, creando un soldato solo sul campo di battaglia. Ci sono delle situazioni cruciali che hanno inciso o incideranno sul destino di queste aziende: Una struttura gestionale sotto dimensionata rispetto al fatturato aziendale Una piramide di valori non indirizzata verso l’attenzione al cliente Una non obbiettiva valutazione delle qualità professionali dei familiari inseriti in azienda a cui si attribuiscono responsabilità e poteri decisionali Una propensione nella creazione di collaboratori yes-man in ruoli chiave Difficoltà nel delegare ai collaboratori compiti specialistici e delicati Incapacità di creare un team manageriale che possa acquisire la gestione di aree aziendali Incapacità di mettersi in discussione Incapacità di dare fiducia Limitazione della professionalità e delle opportunità di carriera dei collaboratori Paura dell’effetto ombra, che alcuni dipendenti potrebbero creare sui parenti che lavorano in azienda Internazionalizzazione non prioritaria Mancata presa di coscienza dei raggiunti limiti di età dei fondatori-manager Mancanza di una strategia aziendale per la successione del leader Oggi, molte di queste aziende, sono frenate e in difficoltà per i motivi sopra descritti e, inoltre, per il rallentamento aziendale dovuto all’eccessiva concentrazione decisionale nelle mani dell’imprenditore che non ha più il tempo e, forse, tutte le capacità legate ai molti ambiti aziendali in evoluzione, anche sotto l’aspetto tecnologico, di seguire il vorticoso flusso del mercato attuale. Si aggiunga inoltre che, da quando la domanda di avere all’interno dei prodotti finiti quote sempre maggiori di materiale plastico riciclato, le grandi aziende, strutturate e lungimiranti, stanno acquisendo quote di mercato attraverso l’incorporazione di riciclatori, che possono garantire la filiera della materia prima seconda. Una parte di questi imprenditori ha capito quanto il mercato stia diventando competitivo, anche per la sproporzione delle disponibilità finanziarie che i nuovi concorrenti possono mettere in campo, ma soprattutto per la capacità di fare rete e di cogliere tutte le opportunità che il mercato concede, quindi decide di cedere l’azienda con l’obbiettivo di rilanciarla oppure per ritirarsi. Un’altra parte di imprenditori crede fermamente nella storia della propria società, facendo conto su se stesso e sulla tradizione che ha contraddistinto il loro cammino, in una sorta di immutabilità delle cose, con la speranza un giorno, il più lontano possibile per loro, che i propri figli indossino la loro corona e diventino i re del loro piccolo regno.
SCOPRI DI PIU'Una pista ciclo-pedonale sopraelevata che corre tra gli alberi, poggiata su due file parallele di piante che fungono da pilastri, sarà probabilmente un’esperienza fantastica.Abbiamo passato la seconda metà del secolo scorso nella più sfrenata cementificazione del suolo, creando città dormitorio, periferie squallide, consumato spazi verdi e costruendo senza anima. Un’edilizia anche senza cuore, fatta per il denaro e non per l’uomo, dove si consumavano le vite tra lavoro, impegni, sacrifici e poche speranze, vivendo in edifici spersonalizzati lontani dalla natura. La natura, questo è il punto. Abbiamo tentato di cancellare il rapporto primario tra l’uomo e l’ambiente, riempendolo di cemento, asfalto, macchine in una sequenza continua. Durante gli ultimi 10 anni le esigenze della popolazione sono cambiate, l’attenzione all’ambiente è diventata una spinta propulsiva e il controesodo dalle città, in cerca di abitazioni a misura d’uomo, ha fatto riflettere i progettisti e i costruttori. Una nuova esigenza abitativa ma anche sociale, con la necessità di ripensare un’urbanizzazione meno cemento-centrica, a favore di spazi verdi in cui ripristinare un equilibrio con se stessi e con il mondo. In questa filosofia si inserisce il progetto dello studio CRA-Carlo Ratti Associati e l'organizzazione no-profit GAL “The Tree Path”, che ha pensato a un percorso sopraelevato per pedoni e ciclisti supportato da più di mille alberi, come ci racconta Cuoghi Dalila. Il percorso sensoriale conduce a Sabbioneta, patrimonio mondiale dell'UNESCO nel nord Italia, ed è stato sviluppato in stretta collaborazione con OLA, il massimo esperto di una tecnica di costruzione che utilizza gli alberi come elementi architettonici. Arrivare a Sabbioneta, uno dei più famosi siti Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, in bicicletta, lungo una pista ciclo-pedonale sopraelevata che corre tra gli alberi, poggiata su due file parallele di piante che fungono da pilastri, sarà probabilmente un’esperienza fantastica. Una soluzione sostenibile e smart al tempo stesso: le persone possono camminare o andare in bicicletta su una piattaforma rialzata tra le cime degli alberi, mentre i sensori integrati nel verde tracciano le condizioni ambientali in tempo reale. Indissolubile rapporto tra architettura e natura Il sentiero degli alberi si snoda verticalmente su tre diversi livelli, salendo fino a sei metri dal suolo, aggirando il traffico stradale e i corsi d'acqua. Il percorso incorpora sensori digitali per misurare molteplici fattori nell'atmosfera, dall'inquinamento atmosferico allo stato di salute e crescita dei singoli alberi. I sensori aiuteranno anche a garantire che tutti gli organismi viventi lungo il percorso possano rispondere alle mutevoli condizioni ambientali o ai carichi strutturali, realizzando una visione di "Internet degli alberi". In questo progetto lo studio CRA segue OLA - Office for Living Architecture, l’ufficio specializzato nella tecnica del Baubotanik con il quale CRA ha collaborato per questo progetto. In passato loro hanno usato con funzione strutturale specie diverse come salice, platano, pioppo, betulla e carpino. Tutti alberi sufficientemente flessibili e vigorosi con cortecce sottili che possono essere facilmente innestate. Una volta piantumati gli alberi, quanto tempo bisognerà attendere per il loro accrescimento affinché possa essere realizzata la passerella? Questa è una caratteristica molto interessante del progetto. Non si seguiranno i ritmi della costruzione umana, ma quelli della natura. Ovviamente la tecnica del Baubotanik prevede un accompagnamento della crescita degli alberi, in modo che quest’ultimo processo possa dispiegarsi in parallelo a un sostegno sempre più solido della struttura. Si tratta di un modo di pensare l’architettura su tempi lunghi: un antidoto a certe costruzioni frettolose… Con quali materiali sarà realizzata la passerella sospesa? In questa fase di concept abbiamo ipotizzato una leggera struttura metallica, sulla quale si innestino materiali organici – legno, micelio e altro. La passerella sarà completamente sostenuta dagli alberi o sono comunque previste opere puntuali di sostegno realizzate con altri materiali? Soprattutto all’inizio ci saranno anche strutture temporanee di sostegno – il mondo del naturale e dell’artificiale che si danno la mano! Foto: studio CRA-Carlo Ratti Associati
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