Tavole, bancali, segatura, blocchetti per pallets, biomasse, pavimenti, pannellature, pellets, arredamento, porte, isolanti in fibra riciclata e serramentidi Marco ArezioSul portale del riciclo rMIX puoi trovare offerte, richieste e notizie sul mondo del legno riciclato, sia sotto forma di materia prima che di prodotto semilavorato o finito. Il legno riciclato proviene dalla raccolta dello scarto che viene inviato al riciclo, mentre i prodotti finiti in legno riciclato sono recuperati da ristrutturazioni o cambio di destinazione d'uso.I prodotti principale trattati sono:travicapriatepavimentipannelliinfissimobiliassipalletspelletspackaging variobiomassescarti di lavorazioneCategoria: notizie - legno - economia circolare - riciclo - rifiuti
SCOPRI DI PIU'Perchè può essere efficace acquistare uno spazio nella newsletter del portale del riciclo rMIX per promuovere la tua azienda o il tuo prodotto o il tuo servizioAcquistare uno spazio nella newsletter del portale del riciclo rMIX può essere un'ottima strategia per promuovere la tua azienda, prodotto o servizio per diversi motivi: Target di riferimento: La newsletter de portale del riciclo rMIX è indirizzata a un pubblico interessato e attivo nell'ambito dell'economia circolare e del riciclo (circa 12.000 aziende in 154 paesi al mondo). Questo significa che il tuo messaggio raggiungerà direttamente coloro che sono più propensi ad essere interessati ai tuoi prodotti o servizi legati al riciclo e alla sostenibilità ambientale. Credibilità e fiducia: Essendo rMIX un portale specializzato nell'ambito del riciclo e dell'economia circolare, avere la tua azienda o prodotto promosso all'interno della loro newsletter può conferire un'immediata credibilità al tuo marchio. I lettori della newsletter saranno più propensi a fidarsi delle informazioni e delle offerte presentate, considerando la fonte autorevole e specializzata. Visibilità: La newsletter di rMIX offre un'opportunità di visibilità diretta e focalizzata. Con un annuncio ben posizionato, puoi garantire che il tuo messaggio sia notato dai lettori, aumentando così la consapevolezza del tuo marchio o dei tuoi prodotti/servizi. Coinvolgimento della community: La presenza nella newsletter di rMIX ti permette di entrare in contatto diretto con una community attiva e coinvolta nell'ambito del riciclo e della sostenibilità. Questo può favorire l'interazione con potenziali clienti, partner o altri attori del settore, creando opportunità di networking e collaborazione. Supporto alla missione: Collaborare con un portale dedicato al riciclo come rMIX può essere visto come un modo per sostenere attivamente la causa della sostenibilità ambientale e dell'economia circolare. Questo tipo di associazione può essere molto apprezzato dai consumatori sensibili alle questioni ambientali, contribuendo alla percezione positiva del tuo marchio. In sintesi, acquistare uno spazio nella newsletter di rMIX può offrire numerosi vantaggi, tra cui un'audience di riferimento ben definita, credibilità, visibilità, coinvolgimento della community e supporto alla missione ambientale, tutti elementi che possono contribuire al successo della tua campagna di marketing nell'ambito del riciclo e della sostenibilità. Chiedi maggiori informazioni alla nostra redazione o vedi tutti i servizi di marketing nel settore del riciclo.
SCOPRI DI PIU'Il Lavaggio dei Rifiuti Plastici da Post Consumo si Fa in Tredi Marco ArezioI rifiuti plastici da post consumo sono, in termini quantitativi, tra le maggiori voci che compongono il paniere degli scarti che la nostra società produce.Se fino a pochi anni fa non veniva applicato un riciclo meccanico intensivo ma si cercava di separare ed estrarre solo plastiche nobili, oggi la consapevolezza ambientale e la necessità di ridurre il conferimento di rifiuti nelle discariche, ha imposto un uso sempre più massiccio dei polimeri da post consumo riciclati per la creazione di nuovi prodotti finiti, realizzando il più possibile la circolarità della filiera. Non è stata una svolta improvvisa, c’è voluto tempo per sovvertire il preconcetto culturale che un prodotto fatto con i polimeri riciclati fosse di seconda categoria rispetto ad uno fatto con materia prima vergine. Quando l’opinione pubblica ha sdoganato l’uso delle materie prime riciclate come elemento necessario e insostituibile della nostra vita, la domanda è cresciuta in modo esponenziale. Non c’è dubbio che, dal punto di vista industriale, il trattamento dei rifiuti plastici da post consumo per la creazione di una materia prima, che assume una nuova nobiltà estetica e strutturale nei prodotti, ha bisogno, oggi, di un approccio al riciclo decisamente più professionale e qualitativo rispetto al passato. Infatti, nel ciclo di lavoro dello scarto plastico da post consumo, che contempla la raccolta, la selezione, la macinazione, la separazione, il lavaggio e la granulazione, è interessante soffermarci sulla fase del lavaggio per capire meglio alcuni aspetti. Il concetto di lavaggio deve prevedere tre passaggi fondamentali a cui non ci si può sottrarre, se si vuole realizzare una materia prima adatta ad una produzione di un buon granulo plastico. I tre passaggi dell’attività di lavaggio sono qui riassumibili: • Lavaggio degli scarti attraverso una macchina con lavaggio forzato, che permette, attraverso l’azione dell’acqua e della rotazione centrifuga del cestello di contenimento della plastica, un distaccamento di parti inquinanti, come residui organici alimentari, sabbia, terra o altro, che altrimenti non avverrebbe in una vasca tradizionale con acqua. • Utilizzo di una vasca di decantazione in cui i materiali, che sono usciti dalla fase di lavaggio forzato, fanno un percorso studiato, in termini di velocità di movimento e di lunghezza, nella quale avviene una separazione degli scarti plastici per peso specifico. Infatti, i materiali con peso specifico più leggero come l’HDPE, LDPE, il PS e il PP, che costituiscono le famiglie di maggiore presenza nei rifiuti da post consumo, rimangono a galla, mentre quelli con il peso specifico maggiore come i materiali caricati, il PVC e altri elementi affondano. • Ultimo impianto indispensabile per concludere un buon ciclo di lavaggio delle materie plastiche da post consumo è la centrifuga. Infatti una volta lavato con energia gli scarti, averli separati da plastiche con peso specifico diverso, è assolutamente necessario, prima della produzione della materia prima finale, ridurne la concentrazione dell’umidità. Attraverso il passaggio degli scarti stessi nella centrifuga è possibile abbattere percentuali di umidità elevate che causano molti problemi, quali il degrado del polimero, la creazione di difetti estetici sul prodotto finito ed una sostanziale riduzione delle prestazioni meccaniche. La fase di lavaggio, nelle attività di riciclo dei materiali da post consumo, ha visto spesso affermarsi una sbagliata teoria definibile della “sciacquatura”, dove il processo prevedeva l’immersione del macinato plastico in vasche con una bassa qualità dell’acqua, una elevata velocità di flottazione degli scarti e una lunghezza della vasca non adeguata. Tutto questo si rifletteva in un deciso risparmio economico, un aumento della produzione oraria del reparto ma con una bassa o bassissima qualità del futuro polimero. Se, a parziale difesa di questo approccio, possiamo ricordare che nel passato i polimeri che derivavano dagli scarti da post consumo erano impiegati solo per prodotti di bassa qualità, dobbiamo però ricordare che oggi, ci si aspetta una qualità più alta da questa famiglia di polimeri in quanto è aumentata la platea di utilizzo. Un basso livello qualitativo di processo in fase di lavaggio, separazione ed asciugatura, porta inevitabilmente con sé anche il problema degli odori delle plastiche da post consumo. Se abbiamo parlato in precedenza di aspetti negativi legati alla meccanica e all’estetica dei prodotti, risparmiare tempo e tecnologia nelle 3 fasi che costituiscono il lavaggio, incrementa in modo considerevole l’odore sgradevole nei prodotti finiti realizzati con polimeri che hanno subito un processo di lavaggio scadente. La presenza di odori pungenti e persistenti nei prodotti finiti, comporta non solo la riduzione delle vendite in termini quantitativi, ma porta anche al deprezzamento dell’articolo stesso, con una riduzione dei margini di contribuzione dell’azienda.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - post consumo - lavaggio
SCOPRI DI PIU'La Situazione degli Scarti Metallici sul Mercato Cinese nel 2021di Marco ArezioIl trend rialzista dei prezzi delle materie prime da riciclare trova anche nel campo degli scarti ferrosi e non ferrosi piena rispondenza. La Cina aveva previsto rigide restrizioni delle importazioni inerenti alle materie prime da riciclare nel 2018-2020, per poi diventare più elastica in virtù della crescente domanda di scarti da lavorare da parte del mercato interno come ci racconta Brayan Tailor.La Repubblica Popolare Cinese produce più acciaio, alluminio e rame di qualsiasi altra nazione sulla Terra, quindi se la percentuale di consumo dei rottami dovesse aumentare nel 2021, è probabile che si realizzino degli effetti a catena. Una presentazione online di fine febbraio di Ian Roper e Joyce Li di Shanghai Metals Market (SMM) ha affrontato l'evoluzione del mercato dei rottami metallici di base in Cina, insieme ad altre tendenze che influenzano la produzione e l'uso di acciaio, acciaio inossidabile, alluminio e rame nel paese. Negli ultimi due anni, il governo Cinese aveva imposto barriere sulle importazioni, anche sui rottami ferrosi e non ferrosi, oltre che su altri materiali da riciclo, con l'ipotesi di un divieto assoluto di importazione per tutti i tipi di rottami il 1 ° gennaio di quest'anno. Li ha osservato che la Cina è lungi dall'essere autosufficiente per quanto riguarda il rame, con il suo "tasso di autosufficienza" che è sceso dal 40% nel 2010 al 22% nel 2019. Le restrizioni sui rottami importati nel 2019 e nel 2020 hanno portato quindi a un aumento del catodo di rame e le importazioni di lingotti di alluminio nel 2020. Sebbene i volumi delle importazioni di rottami siano rimbalzati a Novembre e Dicembre a livello generale, Roper ha notato che le importazioni in Cina sono diminuite di circa 300.000 tonnellate nel 2020. Inoltre ha dichiarato che SMM prevede un incremento delle importazioni generali di rottami nel 2021 nonostante potrebbero crescere globalmente in modo notevole i prezzi. Nel mercato dei metalli ferrosi, i produttori di acciaio Cinesi sembrano spingersi verso i forni elettrici ad arco (EAF) e altre tecnologie progettate per ridurre le emissioni e consumare più rottame. Anche se i produttori Cinesi importeranno nel 2021 circa 1 milione di tonnellate di rottame, Roper ha affermato che si tratta di una quantità che avrà un impatto sui livelli di prezzo della materia prima, in una regione in cui gli stabilimenti di nazioni vicine, come il Vietnam, stanno facendo offerte per lo stesso prodotto.Categoria: notizie - metalli - economia circolare - rottame Vedi maggiori informazioni sul riciclo
SCOPRI DI PIU'Nuove applicazioni e sperimentazioni per riutilizzare i rifiuti edili nelle linee di produzione dei nuovi prodottidi Marco ArezioIl settore edile è uno tra quelli che produce il maggior quantitativo, in tonnellate, di rifiuti, non solo del mercato Italiano, che ne conta circa 40 milioni all’anno, ma anche d’Europa, che produce circa 870 milioni di tonnellate stando ai valori del 2017. Una quantità incredibile che fino a poco anni fa finiva, senza troppi pensieri, in discarica e lasciati li, dormienti, a inquinare i terreni e a sprecare risorse importanti. Oggi, nell’ambito delle nuove normative sull’economia circolare, molta strada si è compiuta nel riciclo di una parte di questi rifiuti, ma soprattutto nel divieto di gettare in discarica prodotti recuperabili. In particolare, gli inerti prodotti in Italia ogni anno sono circa 68 milioni di tonnellate, delle quali si riesce a riciclarne circa il 78%, impiegandoli come sottofondi stradali o nella creazione di piazze, nella produzione di calcestruzzi a bassa resistenza o nella produzione di asfalti, manufatti in cemento o massicciate ferroviarie. La percentuale di riciclo degli inerti potrebbe facilmente arrivare al 90% se si estendessero ancora gli impieghi nei prodotti finiti o come aggregato nelle miscele, in cui è necessaria una parte fine o finissima come granulometria d’impasto. La sperimentazione di nuovi utilizzi degli aggregati riciclati continua, coinvolgendo anche alcuni produttori di cemento, che stanno provando a sostituire gli aggregati naturali con quelli riciclati per la produzione di farina cruda negli impianti di fabbricazione del cemento. Nonostante questo interesse favorevole, ci sono delle nubi che si addensano all’orizzonte, infatti il nuovo decreto End o Waste del Ministero dell’Ambiente, ha classificato come riciclabili solo 18 su 50 codici di prodotti, rischiando di avviare alla discarica circa 32 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti edili, in quanto non rientranti nei codici approvati. L'Anpar, l'Associazione italiana dei produttori di aggregati riciclati, ha chiesto al ministero un confronto per risolvere il problema. Categoria: notizie - rifiuti edili - economia circolare - riciclo - rifiuti
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