Certificazioni sui Masselli in PVC Riciclati per Pavimentazionidi Marco ArezioIl massello in PVC riciclato è un prodotto che sposa pienamente il concetto di economia circolare in quanto la materia prima che lo costituisce viene dal recupero delle guaine dei cavi elettrici. Questo materiale viene selezionato, macinato e avviato all’impianto di produzione dei masselli.Un elemento costruttivo dalla forma ad incastro che permette di creare pavimentazioni portanti per il traffico veicolare senza pesare sulla bilancia della sostenibilità ambientale attraverso l’uso di risorse naturali come gli inerti o i materiali estrattivi che costituiscono il cemento. Inoltre contribuisce alla riduzione dei rifiuti plastici nell’ambiente in quanto il PVC morbido recuperato viene utilizzato al 100% nel prodotto finito. Quando si parla di prodotto riciclato bisogna ricordare che oltre ad assicurare la circolarità delle materie prime di scarto, il massello autobloccante a fine vita, rimane una materia prima importante e quindi sarà nuovamente riciclato senza creare rifiuti. Inoltre le caratteristiche tecniche del prodotto realizzato sono di notevole valenza in quanto hanno delle caratteristiche costruttive estremamente importanti nell’ottica di una pavimentazione carrabile o pedonale che altri materiali tradizionali non hanno. Per le caratteristiche tecniche e i sistemi di impiego e posa vi rimando all’articolo specifico. In questa sede trattiamo le certificazioni che il prodotto ha raggiunto attraverso tests ufficiali presso il Politecnico di Torino, l’Istituto Galileo Ferraris di Torino e il Ministero dell’Interno: Resistenza all’abrasione (norma UNI 8298/9) mediante abrasimetro Taber: • Valore medio di perdita di massa 370 mg. Mola abrasiva tipo CS10 caricata con 10N • Valore medio di perdita di massa 442 mg. Mola abrasiva tipo CS17 caricata con 10N • Valore medio di perdita di massa 472 mg. Mola abrasiva tipo H.22 caricata con 10N • Valore medio di perdita di massa 576 mg. Mola abrasiva tipo H.18 caricata con 10N Resistenza alla flessione (punti 3.1 e 3.2 del DM 3/6/68) • Valore medio di resistenza a flessione 2,17 N/mm2 Resistenza a compressione, rilevando il carico applicato in corrispondenza delle deformazioni verticali del 10% e del 20% dello spessore iniziale dei provini, nonché al verificarsi delle prime fessurazioni e del collasso: • Riduzione di spessore del 10% = (104,58KN -9 6,6KN – 80,10 KN) • Riduzione di spessore del 20% = (173,40 KN – 170,10 KN – 155,37 KN) • Carico di fessurazione = (236,40 KN – 228,12 KN – 228,12 KN) • Carico di Collasso = (303,54 KN – 295, 80 KN – 256,26 KN) Penetrazione dopo 1 minuto a 25 °C (UNI 5574/3.5) • Valore medio della penetrazione 1,08 mm.Penetrazione dopo 10 minuti a 25 °C (UNI 5574/3.5) • Valore medio della penetrazione 1,355 mm.Penetrazione dopo 30 secondi a 45 °C (UNI 5574/3.5) • Valore medio della penetrazione 1,075 mm. Scivolosità con metodo BCRA, riferimento legge n°13 D:M: 14/6/89 n° 236 per la misurazione del coefficiente di attrito dinamico, valore prescritto > 0,4: • Elemento scivolante di cuoio asciutto: 0,585 • Elemento scivolante in gomma su pavimento bagnato: 0,78 Stabilità dimensionale UNI 5574 (variazioni dimensionali %) misurate su due direzioni ortogonali dopo 6 ore a 80 °C: • Prima direzione +0,178 / -0,666 / -0,079 • Seconda Direzione -0,477 / -1,113 / -0,154 • Prima direzione +0,596 / -1,067 / 0,436 • Seconda direzione +584 / -0,499 / -0,651 Impronta residua UNI 5574- 3.7 alla temperatura di 25 °C: • Valore medio impronta residua 0,52 mm. Conduttività termica apparente UNI 7745: • Lamda 0,141 W (mK) Resistenza elettrica – Isolamento superficiale CEI 64,4 (1973) Temperatura 21 °C e umidità 30%: • Misura 1 < 2x10 (12°) Ohm • Misura 2 > 2x10 (12°) Ohm • Misura 3 < 3x10(12°) OhmResistenza elettrica – Isolamento attraverso lo spessore del materiale CEI 64.4 (1973) Temperatura 21 °C e umidità 30%: • Misura 1 < 5x11 (11°) Ohm • Misura 2 > 3x10 (11°) Ohm • Misura 3 < 3x10 (11°) Ohm Resistenza alla bruciatura di sigaretta UNI 8298/7 con effetti indotti: • Sigaretta 1: carbonizzazione e rigonfiamento 0,30 mm. medio = Tempo T0 autospegnimento / 671 / autospegnimento • Sigaretta 2: carbonizzazione e rigonfiamento 0,35 mm. medio = Tempo T0 675 / 665 / 660 • Sigaretta 3: carbonizzazione e rigonfiamento 0,37 mm. medio = Tempo T0 690 / 748 / 705 Reazione al fuoco e omologazione per la prevenzione agli incendi rilasciata dal Ministero dell’Interno: • Metodo CSE RF 2/75/A: Categoria 1 (uno) • Metodo CSE RF 2/77: Categoria 1 (uno) Sulla base dei risultati delle prove il prodotto è assegnabile alla classe di reazione al fuoco 1 (uno) Analisi sull’Eluato Allegato 3 del D.M. 22/1/1998: • Rame Cu mg/l: media prove 0,05 • Zinco Zn mg/l: media prove 3 • Piombo Pb mg/l: media prove 50Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - PVC - masselli autobloccanti - certificazioni
SCOPRI DI PIU'Situazione del Polimero in PVC: si Profila l’11° Aumento Consecutivodi Marco ArezioUna situazione che è diventata francamente paradossale, in cui gli esperti vedono il trend rialzista dei prezzi del PVC estendersi per il secondo trimestre dell’anno.Si parla dell’undicesimo aumento consecutivo che sta gettando nel panico produttori di compounds, di prodotti finiti e della filiera della componentistica. I motivi che hanno portato a questa situazioni sono articolati e, allo stesso tempo, concatenati tra loro come abbiamo potuto già riferire negli articoli che potrete leggere in fondo, sull’andamento mondiale delle materie prime. Il problema non è solo il livello insopportabile dei prezzi per i trasformatori di materia prima, che sono in difficoltà nel rispettare i contratti fatti, ma anche dalla mancanza di approvvigionamenti continuativi e sufficienti per sostenere la produzione. Si stanno verificando, a fronte di un portafoglio ordini sostenuto, il fermo di alcuni impianti produttivi per l’impossibilità di ricevere in tempo la materia prima. Dobbiamo inoltre considerare che all’avvicinarsi della stagione più mite in Europa corrisponde normalmente ad una ripresa delle attività del settore dell’edilizia e del settore agricolo, in cui la richiesta di manufatti in PVC diventa robusta. Per rispondere alle richieste di clienti che acquistano manufatti in PVC normalmente si coinvolge sia il magazzino dei prodotti finiti, costituito nei mesi precedenti la primavera, quando il livello degli ordini solitamente è inferiore alla produzione, sia la produzione quotidiana. Questa situazione nei mesi invernali non si è verificata, in quanto le scorte dei produttori sono generalmente scarse o nulle e la produzione giornaliera soffre di ingressi di materia prima non ottimali. Alcuni operatori, specialmente nel settore dei tubi, hanno dichiarato che stanno valutando se sospendere le produzioni di tubi in PVC a favore dell’HDPE per non perdere fatturato in un momento così importante. C’è anche da considerare che ad incidere negativamente sulla produzione dei prodotti in PVC e dei compounds non è solamente la carenza ormai cronica della materia prima, ma anche quella legata agli additivi che sono necessari per le produzioni. Uno tra tutti è il plastificante che, scarseggiando sul mercato proprio come la materia prima a cui si deve legare, impedisce il regolare svolgimento delle attività produttive.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - PVC
SCOPRI DI PIU'Moplen, Bramieri e il Carosello: Negli anni ’50 Nasce il Marketing Industrialedi Marco ArezioAlla fine della seconda guerra mondiale il tessuto industriale italiano era praticamente distrutto, a causa degli intensi bombardamenti e della guerra civile che si era combattuta fino alla liberazione. La necessità impellente, negli anni successivi per il governo Italiano, era far ripartire la ricostruzione delle città che avevano subito ingenti danni e rimettere in sesto l’industria, in modo da poter assolvere ai bisogni dei cittadini. Vi era una povertà diffusa, una forte disoccupazione e una grande dipendenza da parte degli alleati, con in testa gli Stati Uniti, i quali varando il piano Marshall, convogliarono in Italia un’ingente quantità di denaro e di beni di prima necessità. Gli anni ’50 del secolo scorso videro faticosamente l’impegno di tutti per alleviare le sofferenze della popolazione che usciva da una guerra tremenda, si ricostruirono scuole, strade, fabbriche, si cercò di migliorare la resa dell’agricoltura, finalizzata ad una maggiore autosufficienza alimentare. Con il passare degli anni si riuscì a mettere in moto il mondo del lavoro con la conseguenza che, verso la fine del decennio, il tenore di vita delle famiglie iniziò piano piano ad aumentare. Le fabbriche del nord attiravano molti lavoratori che emigravano dal sud e, questo, costituì un volano per l’edilizia che creò nuovi alloggi, ampliando le città ed imprimendo un beneficio a tutto l’indotto. I tempi erano maturi per dotare le case degli italiani di nuovi prodotti necessari per una vita più modera, infatti, da pochi anni era nata la televisione, erano disponibili i frigoriferi, le lavatrici e molti altri prodotti per la casa. Un mercato immenso, che aveva bisogno di tutto, dove le aziende avevano la preoccupazione di produrre, far conoscere i nuovi prodotti e vendere. Qui nasceva una grande opportunità da parte delle aziende, che era rappresentata dagli spots televisivi della nuova televisione di Stato, che pubblicizzavano i prodotti all’interno del programma Carosello, sempre più visto dalla popolazione, in virtù dell’aumento delle vendite dei televisori. Quale mezzo più idoneo per convincere la gente a comprare i prodotti innovativi recitati da personaggi famosi e apprezzati dal pubblico. Un connubio poderoso fu il lancio dei prodotti in plastica fatti con il polipropilene, chiamato Moplen, che attraverso gli sketch di Gino Bramieri, famosissimo attore e comico, convinse la gente ad adottare i prodotti per la casa realizzati con il Moplen. Scolapasta, secchi, barattoli, ciotole, mastelli, giocattoli, attrezzature per lavare e molti altri prodotti erano non più realizzati in metallo o legno, pesanti e poco piacevoli alla vista, ma attraverso una materia prima che aveva molti colori, era duratura ed indistruttibile. Il genio italiano, Giulio Natta, ricevette nel 1963, per la creazione del polipropilene, come tutti sanno, il premio Nobel per la chimica e, l’Italia, era il paese ideale per la conferma di questo sviluppo. Forse, per la prima volta, le attività di marketing che hanno permesso una così ampia diffusione dei prodotti fatti in plastica, sono state da volano per altre aziende produttrici che utilizzarono i nuovi strumenti divulgativi, in maniera sempre più studiati ed efficaci. I messaggi pubblicitari, all’inizio, erano una via di mezzo tra un’attività teatrale e una di promozione, in modo soft, che coinvolgevano la gente che li guardava in modo divertente e spensierato. Bramieri fu un colosso in questo senso, in quanto realizzava duetti spiritosi, a volte vestito da donna, come se fosse una commedia comica, per poi mostrare i vantaggi dei prodotti in plastica all’interno della casa. Categoria: notizie - tecnica - plastica - moplen - marketing industriale - PP
SCOPRI DI PIU'Il principio di negoziazione dei crediti di carbonio contribuisce al miglioramento del pianetadi Marco ArezioNella stesura del protocollo di Kyoto nel dicembre del 1997, entrato poi in vigore il 16 Febbraio del 2005, relativo alle misure urgenti da prendere e agli strumenti che le aziende potevano utilizzare per ridurre o compensare l’emissione di CO2 in atmosfera, si sono citati i famosi crediti di carbonio. Questi sono dei certificati ambientali negoziabili tra le società che, a fronte di un investimento certificato sulla riduzione delle emissioni di carbonio, possono compensare le emissioni inderogabili e incomprimibili. Una sorta di ricompensa economica all’emissione di CO2 necessaria per una certa produzione industriale, che verrà compensata attraverso progetti che mirano ad immagazzinare il gas serra prodotto. Un certificato corrisponde a 1 tonnellata di CO2 non emessa in atmosfera e può essere negoziato attraverso attività che riguardano: • Forestazione e la silvicoltura • Acqua potabile • Gestione sostenibile dei rifiuti • Agricoltura smart • Riscaldamento ed illuminazione green • Energie rinnovabili Tra queste attività, il Gabon è in prima fila per progetti di gestione e conservazione di circa 600.000 ettari di foreste certificate che, oltre produzione di legname per le attività industriali e del settore edilizio internazionale, investe, con aziende estere nella cura della foresta per cedere i certificati di credito di carbonio. Da una parte lo sfruttamento consapevole ed equilibrato della foresta dà vita ad attività locali nella lavorazione del legno, permettendo alla popolazione di trovare lavoro e stabilità, creando per il paese un benessere indiretto da queste attività. Dall’altro lato, l’investimento economico delle società industriali che producono CO2, permettono al Gabon di riforestare le aree tagliate dall’attività delle segherie, creando un equilibrio tra produzione e natura a beneficio della popolazione e dello stato. Chi investe in progetti di riforestazione e tutela del territorio ha il vantaggio di ricevere i certificati di credito di carbonio, che consentono un ribilanciamento delle emissioni di CO2 per arrivare alla totale compensazione tra tonnellate immesse e compensate. Questo sistema dimostra, in maniera inequivocabile, che il processo di miglioramento, sia dell’ambiente che delle condizioni socio-economiche delle popolazioni dei paesi più poveri, non dipende sempre dalla delocalizzazione delle industrie dei paesi più avanzati, né nello sfruttamento intensivo delle risorse naturali dei paesi in via di sviluppo, che danno poco e mal pagato lavoro. E’ proprio la conservazione e l’investimento sull’ambiente che crea un equilibrio naturale al mondo, la riduzione delle emigrazioni e l’alzamento del tenore di vita dei cittadini.
SCOPRI DI PIU'Perché alcuni Polimeri Riciclati sono Preferiti a quelli VerginiNon è più un tabù ormai che alcuni polimeri riciclati di alta qualità possano essere più ricercati di quelli vergini, che possano costare uguale o di più degli stessi e che hanno qualità generali del tutto simili ai polimeri di derivazione petrolifera.Inoltre, la cosa più importante è che sono l’evoluzione tecnologica di uno scarto di lavorazione, o addirittura da post consumo nel caso dell’rPET, nel pieno rispetto dei principi dell’economia circolare. I consumatori, le aziende che gestiscono marchi importanti e la politica, hanno ora ben presente quale sia la strada sulla quale dobbiamo camminare, una strada costruita faticosamente (e non finita) di materiali sostenibili, di riciclo, di energia rinnovabile e di impatto ambientale ridotto su fumi, rifiuti e scarti di processo liquidi o solidi. In questa ottica il mondo dei polimeri riciclati si sta costruendo una reputazione importante, acquisendo la fiducia dei produttori e dei consumatori che vogliono, fortemente, prodotti con il minor impatto possibile sull’ambiente. Ci sono cinque famiglie, tra i prodotti più usati nel mondo delle materie plastiche, che sono l’HDPE, il PP, l’LDPE, il PET e il PVC che, da sole, coprono una percentuale di articoli sul mercato così importante da lasciare alle altre tipologie, in termini di quantità prodotte ed utilizzate, ben poco spazio. Vediamole da vicino: L’HDPE riciclato, per competere con i materiali vergini nei settori non food, deve avere una serie di caratteristiche peculiari come l’assenza di odore pungente, la neutralità del colore di base, un DSC che attesti la composizione al 100% di HDPE e caratteristiche tecniche in macchina comparabili. Queste caratteristiche portano a produrre articoli con superfici senza difetti, neutrali all’odore del riciclo, dai colori omogenei e brillanti e dalle caratteristiche meccaniche idonee per l’uso a cui il prodotto è destinato. Il PP riciclato ha un’infinità di usi e la sua limitazione ad un impiego massiccio era legato, anche in questo caso, alla presenza di odori e alla difficoltà di avere una ricetta che contemplasse solo PP all’interno. Infatti le frazioni di PE inglobate potevano creare problemi estetici sui prodotti in fase di stampaggio. Oggi esistono ricette che hanno risolto queste problematiche e, partendo da una base neutra, quindi senza residui di coloranti pregressi, si riescono ad ottenere ottime superfici colorate del prodotto. Dal punto di vista meccanico è possibile ottenere buoni risultati e, la similitudine con la materia prima vergine ne permette la loro miscelazione. L’LDPE riciclato è un prodotto ampiamente usato in fase di estrusione, stampaggio e filmatura ma è sempre stato relegato alla creazione di articoli non estetici o di qualità grossolana. Con l’LDPE neutro da scarti post industriali è possibile realizzare film da 20 micron, trasparenti o colorati, realizzare tubi di spessori sottili, in quanto il materiale non presenta contaminazioni o residui solidi al suo interno che potrebbero provocare buchi. Inoltre è possibile utilizzarlo nel settore dello stampaggio dove sono richieste finiture estetiche importanti. Tra i cinque prodotti esposti il granulo riciclato in LDPE è quello in cui il rischio dell’odore sgradevole è più elevato, problema che non si presenta in queste ricette post industriali. La polvere in PVC riciclata ha una base di colore bianca, micronizzata per aumentarne la qualità, presenta caratteristiche del tutto comparabili con un K67 vergine dal punto di vista tecnico ed estetico. Una miscela di scarti post industriali del settore dei profili finestra garantisce una qualità produttiva nel campo dei profili estetici e nell’estrusione di tubi. Il PET riciclato, certificato per il food, è l’unico dei prodotti presentati che ha una provenienza da post consumo e non post industriale. Il particolare riciclo meccanico, certificato da enti preposti ad autorizzare l’uso del polimero riciclato nel settore alimentare, permette l’impiego in un campo in cui la domanda del polimero riciclato è molto alta, come quello del settore delle bibite e dell’acqua minerale. Sintesi perfetta dell’economia circolare l’rPET per il food è il polimero che più incarna lo spirito di una plastica amica in cui tutto ciò che diventa rifiuto viene riutilizzato per un nuovo prodotto.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - polimeri
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