Cambia filtri in continuo: la pulizia delle impurità nella produzione di granuli plastici da post consumo è diventata una sfida interessantedi Marco ArezioCome abbiamo avuto modo di affrontare in altri articoli, la qualità dell’input della plastica proveniente dalla raccolta differenziata, ha subito negli ultimi anni un generale peggioramento, anche a causa della chiusura delle importazioni sul mercato cinese della fine del 2017. L’aumento della presenza di plastiche miste, come i poli accoppiati, il PVC o le contaminazioni di altre plastiche all’interno della balla di scarti da post consumo che arriva agli impianti di lavorazione delle materie plastiche, mette in difficoltà il produttore di polimeri sul mantenimento di un’idonea qualità dei polimeri da produrre. Mai come in questi periodi la qualità degli impianti di lavaggio degli scarti, sono un fatto fondamentale per selezionare, pulire e limitare, parti non facilmente lavorabili negli estrusori. Meno materiale incompatibile con quello principale da lavorare, come l’HDPE, il PP l’LDPE, l’MDPE, il PS e altri, più ne guadagna la produzione, in termini di velocità, qualità e costi. Il processo di lavaggio deve essere ben progettato in funzione dell’input da lavorare e, il suo utilizzo, non deve essere spinto per massimizzare la produzione, in quanto il ciclo di lavorazione degli scarti all’interno delle vasche prevede corretti tempi di passaggio del materiale, di movimentazione e una lunghezza sufficiente del percorso in acqua per la giusta decantazione del materiale. Non sempre si può disporre di impianti di lavaggio corretti e, non sempre a monte di questi, si può disporre di moderni impianti di selezione ottica dei materiali plastici in entrata, che possono dividere le plastiche per famiglie omogenee di prodotti. Quando il binomio tecnico, selezione automatica efficiente e lavaggi correttamente dimensionati, non sono disponibili o sono sottodimensionati, l’utilizzo del materiale da post consumo per la produzione di granuli riciclati potrebbe comportare molte difficoltà di produzione dei granuli. Sul mercato esistono degli impianti di filtrazione delle impurità che si abbinano agli estrusori e che possono sostituire i tradizionali filtri a cassetta, permettendo di dare alla produzione un aiuto in termini di qualità del granulo realizzato, riduzione degli scarti e velocità di produzione. Stiamo parlando dei cambia filtri in continuo che prevedono un sistema di auto pulizia in continuo dei residui sui filtri, provvedendo all’espulsone delle parti di scarto, il mantenimento della pressione dell’estrusore, con perdite valutabili in 5-10 Bar e una modularità sulla capacità di filtrazione fino a 50 micron. I cambia filtri automatici possono essere impiegati anche per plastiche con instabilità di fluidità all’interno dell’estrusione, come il PET e il Naylon. Per quanto siano ottimi strumenti per migliorare il processo produttivo delle plastiche da post consumo, non bisogna dimenticare che questo tipo di rifiuti, in quanto provenienti da un mix eterogeneo di plastiche miste, avrebbero bisogno di un’attenta filiera di lavorazione che contempla tutti i passaggi inerenti al riciclo meccanico.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - filtri - estrusori
SCOPRI DI PIU'Si parla tanto di investimenti per l’economia circolare ma il capitale cerca sempre scorciatoieSembreremmo ormai entrati in una fase di sicuro interesse verso l’economia verde, di startup innovative che si occupano di agricoltura eco sostenibile, di scoperte per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, dei mari e dei suoli, di una mobilità con una bassa impronta carbonica… ma è proprio così? Nonostante la Commissione Europea presieduta da Ursula von der Leyen, abbia tracciato una strada chiara e univoca su un modello di sviluppo più compatibile con le esigenze della terra e, nonostante dall’altra parte dell’oceano, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, stia remando in senso opposto ritirando addirittura il suo paese dall’accordo di Parigi sul clima, il mondo degli affari tiene il timone dritto decidendo come e dove investire il denaro a disposizione. Infatti, al di là dei proclami statali e dei movimenti di opinione della gente, i soldi si muovono nell’interesse del profitto che, a volte, si può incrociare con i gli interessi della politica e dell’opinione pubblica e a volte no. Non si può dire che il business sociale esista, in quanto i soldi vengono investiti oggi con orizzonti temporali sempre più corti rispetto agli anni, ai decenni o al secolo scorso. Complice l’informatizzazione dei sistemi economici, gli investitori scommettono su attività che si auspicano avere dei ritorni di profitto molto alti in tempi estremamente ristretti. Un esempio lo possiamo vedere osservando l’andamento di alcuni titoli tecnologici e di servizi legati al web, come Google, Apple, Amazon, Tesla, solo per citarne alcuni, che hanno incrementato il loro valore durante il periodo dell’esplosione del Covid in modo del tutto sorprendente, in uno spazio di tempo estremamente limitato, con valori di crescita a due cifre percentuali. Questo è difficile che succeda in un’economia tradizionale, ed è sempre più consueto vedere come i capitali mondiali si rivolgano a business con crescite esponenziali in periodi ristretti. Come è possibile attirare investimenti su progetti green che debbano cambiare o risolvere le anomalie produttive, di consumo o di mobilità che affliggono il nostro pianeta, i cui progetti hanno bisogno di anni o decenni per essere realizzati? Interessa a qualche investitore portare l’acqua potabile in alcune metropoli, come Mumbai, in cui il ritorno dell’investimento sarebbe assicurato ma a fronte della costruzione di una rete idrica i cui tempi sarebbero ovviamente lunghi? Sembrerebbe di no, infatti ogni giorno centinaia di camion portano l’acqua in città, emettendo tonnellate di Co2, ma non si trovano capitali per ammodernare la rete idrica e ridurre l’inquinamento atmosferico. Questo è solo un esempio del paradosso della finanza, che influisce sul mantenimento di sistemi inefficienti e inquinanti, nonostante si dispongano di risorse e di mezzi per risolvere i problemi ambientali. Approfondisci l'argomento
SCOPRI DI PIU'Tre impianti eolici offshore da quasi 2 GW per produrre elettricità in modo sostenibiledi Marco ArezioUna nuova partnership di società specializzate nelle energie rinnovabili, in particolare nel campo dell’eolico offshore, è stata costituita per realizzare tre parchi eolici galleggianti al largo delle coste Sarde e Laziali, a quasi 30 Km. dalle coste con circa 2 GW di potenza. Con minori vincoli ambientali dei parchi eolici sulla terraferma, quelli galleggianti possono dare una risposta più veloce in termini di procedure autorizzative e permettono di sfruttare meglio i venti che si muovono sulla superficie del mare. Con questo accordo il consorzio diventa uno dei maggiori operatori del settore in Italia con progetti per una capacità totale di circa 3 GW.La nuova partnership è composta da GreenIT, la joint venture italiana per le energie rinnovabili tra Plenitude (Eni) e CDP Equity (Gruppo CDP), e Copenhagen Infrastructure Partners (CIP attraverso i suoi Flagship Funds), che hanno firmato un accordo per lo sviluppo di tre parchi eolici offshore galleggianti nel Lazio e in Sardegna. L'intesa prevede lo sviluppo di un parco eolico nel Lazio, al largo di Civitavecchia, per una capacità complessiva fino a 540 MW e di altri due impianti situati al largo di Olbia (Sardegna), con una potenza di circa 500 MW e 1.000 MW. I tre progetti dovrebbero generare circa 5 TWh/anno e saranno operativi tra il 2028 e il 2031, una volta completato l'iter autorizzativo e la successiva fase di costruzione. L’intero portafoglio eolico offshore italiano della partnership raggiungerà una potenza di quasi 3 GW con una produzione annua di circa 7 TWh di energia rinnovabile, in grado di soddisfare i consumi elettrici di quasi 2,5 milioni di famiglie, contribuendo così agli obiettivi di decarbonizzazione del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima 2030. I tre parchi eolici offshore utilizzeranno fondazioni galleggianti e soluzioni tecniche innovative volte a minimizzare l'impatto ambientale e visivo e beneficeranno di sinergie tecnologiche e logistiche con le altre iniziative eoliche offshore gestite nell'ambito della stessa partnership. Gli impianti verranno sviluppati da un team di lavoro congiunto, affiancato da Copenhagen Offshore Partners, fornitore esclusivo di CIP per l’implementazione dell'eolico offshore, e da NiceTechnology e 7 Seas Wind Power, società italiane con provata esperienza nel comparto offshore, che hanno già collaborato con GreenIT e CIP allo sviluppo di altri due progetti in Sicilia e Sardegna. Questo nuovo accordo rappresenta un ulteriore tassello strategico e un impegno preciso per il rafforzamento del settore eolico offshore galleggiante in Italia, fornendo un contributo significativo verso un futuro a basse emissioni di carbonio e incoraggiando la crescita della filiera produttiva locale.Fonte ENI
SCOPRI DI PIU'Per essere competitivi ed affidabili con il solare e l'eolico, si devono studiare e risolvere i problemi che ne limitano la diffusionedi Marco ArezioLe energie rinnovabili erano, fino a pochi anni fa, viste come una passione snob, di qualche ambientalista incallito che si divertiva a essere controcorrente, anticonformista ed alternativo. Prova lo è il fatto che sulle scrivanie dei burocrati sono stati fermi per molto tempo, in attesa di approvazione, un considerevole numero di progetti, che passavano da un ufficio all’altro, dilatando in modo impressionante i tempi per avere un’approvazione o un rifiuto. La crisi energetica internazionale, causata prima dal Covid e successivamente dalla crisi Russo-Ucraina, ha fatto capire alle cancellerie Europee quanto fossero centrali, per il nostro futuro, le energie rinnovabili. Ci sono stati, recentemente, ingenti investimenti sia sul solare che sull’eolico, in base alla collocazione geografica dei progetti, previlegiando il solare nel sud Europa e l’eolico, anche offshore, nel nord Europa. Purtroppo in questi anni in cui le fonti fossili hanno garantito il funzionamento dei trasporti, delle industrie e delle utenze domestiche, attraverso un sistema comodo e collaudato, la ricerca tecnologica per far passare le energie rinnovabili, dalla micro produzione alla produzione su larga scala, ha avuto un andamento molto lento e si è perso tanto tempo. Oggi c’è la necessità di correre per trovare soluzioni valide che richiede il settore, bisogna risolvere dei nodi tecnici, economici e politici sostanziali, per rendere le energie rinnovabili le prime fonti di energia per il mondo intero. Quali sono queste problematiche da risolvere? Per quanto riguarda l’energia prodotta sia dal vento che dal sole, si deve risolvere la problematica dell’incostanza di produzione per questioni metereologiche, la mancanza di sole durante le 24 ore e la mancanza temporanea di vento. Il nodo sono gli accumulatori, che devono poter essere molto più efficienti di come lo sono oggi, permettendo l'immagazzinamento dell’energia prodotta in eccesso, in modo da poterla utilizzare quando c’è carenza di produzione. La ricerca riguarderà i nuovi materiali per gli elettrodi (catodo e anodo) e per gli elettroliti, il cui obiettivo sarà quello di aumentare la densità di energia, migliorare la sicurezza, ridurre il costo e allungare il ciclo e la durata di vita delle batterie. Inoltre, per quanto riguarda gli elettrolizzatori, si dovrà prendere in considerazione i materiali, sia per quelli a bassa temperatura (<100°C) che quelli ad alta temperatura (600-900°C), mentre nel caso del fotovoltaico, si punterà allo sviluppo di celle solari innovative a film sottile di perovskite, di metodologie e tecniche sostenibili di recupero di materiali da pannelli fotovoltaici a fine vita, ma anche di sistemi ibridi e integrati fotovoltaico-accumulo per la gestione dell’intermittenza della fonte solare. Ci sono poi i nodi di carattere industriale, in quanto la produzione di pannelli solari e di batterie sia pericolosamente spostata nel sud est asiatico, con problematiche che non solo di efficienza industriale, ma diventano anche politiche, in quanto il detenere le materie prime e la produzione diventati essenziali nel mondo, da parte di pochi paesi porterà probabilmente ad acuire le tensioni internazionali all’aumentare della domanda internazionale.
SCOPRI DI PIU'A volte ci si chiede se lo sforzo di fare la raccolta differenziata in casa ne valga la penadi Marco ArezioMolte volte quando dividiamo la spazzatura ci chiediamo se il nostro impegno servirà a qualche cosa, se il materiale che noi dividiamo poi verrà effettivamente impiegato o finirà in discarica o peggio bruciato, se gli oneri che paghiamo, nonostante il nostro lavoro di pre-selezione, siano utili alla causa ambientalista. In casa, magari avendo a disposizione spazi ristretti, il dover selezionare la carta, il vetro, la plastica e gli scarti alimentari in contenitori diversi, comporta impegno, fatica mentale nella separazione e spazi sottratti ad altre cose. Se poi aggiungiamo che dobbiamo ricordarci anche in quali giorni del mese ritirano il sacchetto di uno o dell’altro prodotto, diventa un compito da organizzare con impegni da non dimenticare se non si vuole che la casa si riempia di spazzatura. Ogni tanto ricordiamo quanto era comodo buttare ogni cosa in un sacco unico e quando passava la raccolta dei rifiuti si doveva solo pensare a portare il sacco, con i rifiuti misti, fuori dalla porta di casa e non ci si pensava più. Abbiamo visto questa generale inerzia dove ci ha portato, ma forse avremmo anche il diritto di capire a cosa servano i nostri sforzi domestici nella separazione dei rifiuti. Quando compriamo i pomodori, le pesche o le fragole, ci vengono molte volte presentate in negozio dentro a scatolette in plastica trasparente, chiuse da un coperchio che protegge il prodotto deperibile. La portiamo a casa, mettiamo a tavola il contenuto e l’imballo, in questo caso in PET, viene subito buttato. Tutti questi imballi trasparenti in PET, attraverso la raccolta differenziata, possono rinascere a nuova vita evitando di utilizzare nuovo petrolio per fare altri prodotti. Si, ma come? La vaschetta, insieme alle altre compagne di viaggio, viene portata nei centri di selezione dei rifiuti dove verrà divisa dagli altri imballi in plastica ed avviata alla rigenerazione. Gli imballi alimentari in PET verranno macinati in pezzi dalle dimensioni di 10 mm. circa, poi lavati in modo da togliere le etichette presenti sulla confezione, separati per colore, se ci fossero vaschette colorate mischiate a quelle trasparenti e poi estrusi creando un granulo che costituirà la nuova materia prima per realizzare molti prodotti. Se la destinazione del nuovo granulo dovrà essere ancora quella alimentare, durante il processo che porta alla granulazione, il materiale verrà sanificato e igienizzato, potendo poi essere utilizzato per ricostruire imballi alimentari. Se invece la destinazione sarà in settori non alimentari, il granulo verrà imballato e venduto in molti settori produttivi. Vediamo quali: Il settore dell’arredamento utilizza il granulo di PET riciclato per fare la fibra che troveremo nei cuscini e nell’imbottitura dei divani e delle poltrone.L’industria tessile utilizza il granulo di PET riciclato per fare fibra adatta alla realizzazione di capi da abbigliamento e coperte.L’industria dell’imballaggio utilizza il granulo di PET riciclato per fare le regge per gli imballi che troviamo su molte confezioni o sui bancali di merce, con lo scopo di stabilizzare il materiale contenuto.L’industria della pulizia utilizza il granulo di PET riciclato per fare mono-filamenti per le scope domestiche e industriali e per realizzare spazzole per le macchine per la pulitura meccanica. Come vedete ogni nostro sforzo legato alla separazione domestica dei rifiuti è destinato a risparmiare CO2 nell’atmosfera, risorse naturali, a consumare inutilmente materie prime di origine fossile e a risolvere il problema degli imballi di plastica che non verranno più messi nelle discariche o peggio scaricati in mare.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - PETVedi il prodotto finitoVedi maggiori informazioni sul riciclo
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