Per anni le lastre ondulate in cartone bitumato per i tetti erano destinati alle discariche. Ora si possono riciclaredi Marco ArezioLe lastre ondulate, composte da carta riciclata e bitume, impiegate per la copertura dei tetti o come elemento impermeabile da posizionare sotto le tegole e i coppi, una volta rimosse erano destinate allo smaltimento in discarica a causa del mix di componenti di cui erano composte. Le lastre fibro-bituminose sono nate in Francia nel 1944 per iniziative del Sig. Gaston Gromier che fondò la ditta OFIC S.A. Fino agli anni 60 il prodotto rimase sempre uguale a seguito della forte richiesta di coperture economiche per i tetti nel periodo post bellico. Successivamente il mercato internazionale si interessò alla tipologia di lastra da copertura apprezzandone le facilità di posa, le colorazioni e l’economicità, spingendo quindi l’azienda ad aumentare le tipologie, i colori e i formati. Ma come sono composte le lastre ondulate bituminose? Le materie prime che compongono il prodotto sono essenzialmente quattro: Carta da riciclo Additivi per la carta Bitume stradale 80/100 Pigmenti di superficie La carta da riciclo è normalmente composta da cartone da imballo e giornali non patinati, che creano un mix ideale tra fibre lunghe e corte. Deve essere utilizzata con una percentuale di umidità contenuta per evitare problemi di lavorazione. La carta da riciclo, nella lavorazione, costituirà l’ossatura della lastra ondulata. Il bitume utilizzato è generalmente quello classificato con un grado di penetrazione 80/100, che corrisponde al tipo che si utilizza anche nelle asfaltature stradali. Il bitume applicato a caldo avrà lo scopo di impermeabilizzare la lastra da copertura e proteggere la struttura in carta semirigida. I pigmenti cono colorazioni sintetiche che hanno sia la funzione di attribuire un colore particolare alla lastra in base all’utilizzo che se ne vuole fare, ma anche proteggere il bitume dagli effetti corrosivi dei raggi solari. Come vengono prodotte le lastre ondulate bituminose? La carta da macero (riciclata) viene selezionata seconda la ricetta della cartiera che produce il manufatto ed immessa in un impianto, chiamato pulper, che ha lo scopo, sotto l’effetto rotativo meccanico e dell’acqua, di smembrare il mix di carte, caricate nell’impianto, in modo da amalgamare le fibre che andranno a costituire la struttura portante del prodotto. Una volta terminata questa lavorazione la fibra di carta è pronta per essere conformata in una lastra ondulata. La realizzazione della struttura della lastra può avvenire: Per avvolgimento di più fogli in modo da comporre una lastra multistrato sottile Per pressione di una certa quantità di fibra in uno stampo costituendo una lastra più spessa Dopo la costituzione della lastra piana e umida, questa viene avviata ad un corrugatore attraverso il quale la lastra prenderà la forma ondulata desiderata. I corrugatori, con la lastra adagiata sopra di essi, verranno indirizzati in un forno a tunnel per l’essicazione e il successivo raffreddamento, il cui scopo è renderla semirigida. Il manufatto cartonato asciutto dovrà ora essere impermeabilizzato con il bitume liquido e, questo processo, sarà realizzato in due metodologie operative differenti: Per le lastre multistrato, avendo una densità specifica alta, è necessario provvedere all’impermeabilizzazione attraverso una bitumazione sottovuoto in autoclave. Per la lastra monostrato, l’impermeabilizzazione avverrà attraverso un bagno in una vasca di bitume caldo. L’ultima fase riguarda la colorazione dell’estradosso della lastra, che avverrà a spruzzo o ad immersione, in base alla destinazione finale del manufatto, con la scelta della miscela colorata corretta e dei protettivi anti U.V. necessari. Come si ricicla il prodotto a fine vita? Fino a pochi anni fa le lastre bitumate, una volta rimosse dai tetti per rotture, usura o altri motivi, finivano in discarica in quanto la composizione con materiali simbiotici non ne permetteva il riciclo. Se consideriamo che, solo in Europa, le lastre bitumate prodotte ogni anno si aggirano intorno ai 2 milioni di tonnellate, possiamo immaginare la quantità di rifiuti bituminosi da riciclare. Oggi il processo di riciclo è possibile in quanto, dopo diversi tests, si è identificato il canale più consono per dare una seconda vita a questo prodotto. Infatti, si è visto che il settore dei bitumi stradali, che già accoglie nelle sue ricette il macinato riciclato delle guaine bituminose a rotoli e degli pneumatici, ha trovato il giusto equilibrio per utilizzare anche le lastre ondulate bituminose. Considerando che mediamente una lastra da copertura contiene circa il 60% in peso di bitume stradale, ed essendo questo perfettamente compatibile con quello usato normalmente per gli asfalti e che la struttura di base formata dalla carta, se aggiunta nelle corrette percentuali, l’utilizzo del macinato da lastre bitumate da copertura non va ad inficiare le ricette finali dei bitumi stradali. Le lastre quindi vengono macinate in mulini appositi, asportando gli eventuali residui di chiodi per l’ancoraggio ancora presenti, creando un macinato di granulometrie differenti a seconda delle richieste del cliente. Con il macinato recuperato, i produttori di asfalti stradali possono realizzare miscele che rispettano la filosofia dell’economia circolare potendo impiegare prodotti riciclati, risparmiare l’uso di una parte di bitume naturale, ridurre i rifiuti destinati alla discarica e migliorare l’impatto ambientale.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - carta riciclata - lastre bitumate - lastre fibrobituminose
SCOPRI DI PIU'Il combustibile plastico "End of Wast" è la soluzione al carbone? di Marco ArezioIl fumo che esce dalle ciminiere delle centrali elettriche alimentate a carbone, in Europa, ucciderebbe più di due persona l'ora secondo il rapporto "Silent Killers" Uno studio realizzato dall'università si Stoccarda, sulla base di una ricerca fatta, evidenzia gli impatti sanitari dell'inquinamento prodotto dall'utilizzo del carbone quale combustibile per produrre energia elettrica in Europa, evidenziando un numero pari a 22.300 morti premature, su base annua, che corrispondono alla perdita di 240.000 anni di vita. Inoltre le malattie legate all'inquinamento dell'aria prodotto dalle centrali a carbone, determinano una perdita di giornate lavorative pari a 5 milioni. Secondo questo studio, che ha analizzato anche i progetti per la realizzazione di 52 nuove centrali a carbone, progetti che sono in fase di realizzazione o di autorizzazione, l'impatto sulla salute se entrassero in funzione queste nuove centrali, corrisponderebbe alla perdita di ulteriori 32.000 anni di vita ogni anno. Tenendo in considerazione che la vita media di una centrale a carbone è normalmente di 40 anni, in prospettiva questi nuovi progetti porterebbero alla perdita di 1,3 milioni di anni di vita. L'università si Stoccarda, attraverso questo studio, ha riaffermato che il carbone pulito non esiste, e che questo tipo di combustibile è una delle principali cause di avvelenamento dell'aria. In Europa esistono circa 300 centrali a carbone funzionanti, le quali producono un quarto dell'energia elettrica consumata nell'unione, ma, nello stesso tempo, producono il 70% degli ossidi di zolfo e più del 40% degli ossidi di azoto provenienti dal settore elettrico. Queste centrali Europee sono la fonte di circa la metà di tutte le emissioni industriali di mercurio e un terzo di quelle di arsenico, ed emettono, infine, quasi un quarto del totale delle emissioni di CO2 di tutta l'Europa. In termini sanitari, i paesi maggiormente colpiti dalle emissioni inquinanti del carbone sono la Polonia (più di 5000 morti all'anno), la Germania, la Romania e la Bulgaria. Ma come potrebbe essere attenuato questo fenomeno doppiamente negativo, sia sotto l'aspetto dell'impatto sulla salute sia sotto l'aspetto della distruzione delle risorse ambientali? Un'alternativa che è presa in considerazione, ma forse non con le dovute attenzioni, è il combustibile che deriva dallo scarto di lavorazione dei rifiuti plastici e urbani, detto "End of wast". Questo deriva appunto dalla lavorazione dei rifiuti civili non pericolosi e dei rifiuti speciali non pericolosi e si presenta sotto forma di macinato sfuso o in balle pressate. Il processo di lavorazione comprende: Triturazione del materialeAsportazioni delle parti metalliche attraverso separatori elettromagnetici e anche delle parti metalliche non ferroseDeumidificazioneAsportazioni delle frazioni inertiPalletizzazione in base alle esigenze degli impianti L'alto contenuto della componente plastica all'interno della ricetta permette il raggiungimento di un potere calorifico, molto importante. Il combustibile "end of waste" viene normalmente impiegato: CementificiInceneritoriCentrali termoeletticheImpianti di gassificazioneCentrali termiche per teleriscaldamento Questo combustibile può essere usato in impianti dedicati oppure in impianti che utilizzano normalmente altri tipi di combustibili, ma, in entrambi i casi, la struttura industriale deve dotarsi di tecnologie di combustione e depurazione dei fumi in grado di abbattere gli inquinanti emessi. Un caso particolare, che vedremo successivamente, riguarda l'utilizzo del combustibile "End of West" nelle cementerie in quanto c'è una corrente di pensiero che sostiene che i tradizionali forni per la produzione del clinker non siano in grado di evitare emissioni in atmosfera dannose.Vedi maggiori informazioni
SCOPRI DI PIU'Plastica, vetro, legno, metalli, carta, gommadi Marco ArezioPrima di addentrarci nella valutazione dello stato di salute dell’economia circolare in Europa , è buona cosa ricordarci come la Comunità Europea è arrivata, negli anni, a promulgare norme sempre più ambiziose per spingere l’economia circolare. Dobbiamo partire dal 1975 quando la CEE emanò la prima direttiva relativa alla gestione dei rifiuti che aveva lo scopo, non tanto di responsabilizzare i cittadini Europei al riciclo e riuso, ma di tutelare la competitività commerciale del mercato in relazione alle diverse normative nazionali sullo smaltimento dei rifiuti. Si cercava quindi di impedire che un minore onere nazionale nello smaltimento dei propri rifiuti potesse generare un vantaggio economico sui prodotti finiti, con conseguenze di alterare principio della libera e corretta concorrenza. In quel momento, nonostante già si sapesse delle conseguenze sanitarie ed ambientali che comportava una gestione non oculata dei rifiuti, si preferiva considerare l’aspetto meramente commerciale del mercato. Ma fu solo nel 2008 che la Comunità Europea, attraverso una specifica direttiva, la numero 98, ha disciplinato la corretta gestione dei rifiuti in funzione alla sostenibilità ambientale e al principio di circolarità, con lo scopo di tutelare la salute, l’ambiente e le risorse naturali. Inoltre, nel 2018, è stata aggiornata la direttiva del 2008 innalzando gli obbiettivi di riciclo, ampliando la famiglia dei prodotti da riciclare, migliorando la prevenzione, varando piani di sostegno finanziario al mercato della circolarità, regolando la frazione dei rifiuti avviati allo smaltimento e al recupero energetico e molti altri punti. Per quanto riguarda l’evoluzione, in termini numerici, della circolarità dell’economia Europea negli ultimi 10 anni, si è notato che la produzione complessiva dei rifiuti è rimasta abbastanza stabile, con un valore di circa 2,5 Mld, ma è cresciuto del 7% la frazione di materiale recuperato, passando da 1029 a 1102 Mt. Esistono differenze di performance, tra le varie famiglie di prodotti che compongono il paniere delle attività circolari, in cui vediamo i rifiuti da imballaggio crescere del 27% dal 2006, portando il tasso di riciclo, rispetto all’immesso sul mercato nell’UE28 dal 57 al 67%, perfettamente in linea con le aspettative Europee pari al 65% per il 2025. I paesi con i più alti tassi di riciclo degli imballi sono la Germania con il 71%, seguono la Spagna con il 70% e l’Italia. Vediamo nel dettaglio le varie famiglie: Carta e Cartone A livello Europeo la percentuale di riciclo della carta e del cartone, rispetto al valore di merce immessa sul mercato, è passata dall’83% del 2009 all’85% del 2017, la cui lenta crescita è frutto di una buona attività di recupero avvenuta già negli anni scorsi, portando il comparto a superare gli obbiettivi previsti per il 2025. Ci sono sicuramente anche delle zone d’ombra per il futuro, in quanto il settore deve risolvere l’impatto sugli alti costi energetici che le cartiere devono sostenere e la gestione dello scarto del riciclo. Vetro Il tasso di riciclo degli imballaggi in vetro, a livello Europeo, rispetto al valore del prodotto immesso sul mercato, è passato dal 68% del 2009 al 74% del 2017, ponendo la Germania in testa in termini di volumi, seguita dalla Francia e dall’Italia. Anche in questo settore, come in quello della carta, la possibilità di ampliare la raccolta e il recupero della materia prima passa dall’incremento e dall’ammodernamento degli impianti di trattamento del vetro e dalla soluzione della gestione degli scarti di produzione che vengono generati durante il riciclo. Plastica Per quanto riguarda la plastica i dati di riciclo a livello Europeo ci dicono che la raccolta è passata dal 32% del 2009 al 42% del 2017, ponendo la Germania in testa con la Spagna a 48% seguita dall’Italia. La crescita negli ultimi periodi è stata molto importante, ma è assolutamente necessario risolvere la questione delle plastiche miste che oggi pongono un freno al settore e incrementare l’uso dei polimeri rigenerati che derivano dalle attività di riciclo, verso prodotti che permettono il loro utilizzo. In merito a questo problema si sono emanate alcune normative che impongono l’uso dei polimeri rigenerati, come il PET, nelle bottiglie con capacità fino a 3 litri, e che limitano la produzione e la vendita di prodotti monouso. Ma molto ancora resta da fare in altri ambiti produttivi, dove si potrebbe imporre l’uso di una certa % di materiale rigenerato in quei prodotti che non hanno una valenza sanitaria o alimentare. Legno Il tasso di riciclo Europeo del legno non configura valori di crescita molto elevati, passando dal 38% del 2009 al 40% del 2017, infatti il comparto soffre ancora della cattiva gestione della separazione del legno rispetto ad altri prodotti avviati alla discarica. Si sta comunque lavorando per riuscire a separarlo in modo più mirato, durante la raccolta differenziata, con l’obbiettivo di ridurre in modo sostanziale l’approvvigionamento industriale da risorse naturali. Metalli Per quanto riguarda l’alluminio la crescita del riciclo dei rottami è stata del 44%, passando da 683 Kt del 2009 a 981 Kt nel 2018, mentre per quanto riguarda il riciclo degli imballi si è superato l’obbiettivo del 2030. I settori di interesse riguardano gli scarti dei processi di laminazione, i rottami pre-consumo e post-consumo e gli imballaggi. In merito al riciclo dei rottami d’acciaio, si può notare un aumento da 12,8 Mt del 2009 a 12,9 Mt del 2019. Per gli imballi si evidenzia una buona performance pari all’8% rispetto al volume immesso. Anche in questo settore, nonostante gli obbiettivi del 2025 siano già stati superati, permangono difficoltà da affrontare come la necessità di raccogliere separatamente, in maniera qualitativa gli imballaggi e l’incremento dei prodotti realizzati con materiale riciclato. Gomma I dati relativi al riciclo della gomma e degli pneumatici esausti ha visto un incremento pari al 29%, passando da 136 Kt del 2013 a 176 Kt nel 2018. Da quando si è inserito il principio della “responsabilità estesa del produttore” la raccolta e l’avvio al riciclo degli pneumatici è aumentata riducendo il fenomeno dell’abbandono degli scarti nell’ambiente, fenomeno che tuttavia ancora persiste in alcune nazioni.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - vetro - gomma - legno - metalli
SCOPRI DI PIU'Riflettere sull'Ipotetico Programma Elettorale in 10 Punti di Marx alla Presidenza del Parlamento Europeo per Trasformare l'Europadi Marco ArezioNell'immaginario scenario politico del 2024, l'Europa si trova di fronte a una svolta storica con la candidatura di Karl Marx al Parlamento Europeo. Questo pensatore rivoluzionario, sebbene appartenente a un'epoca lontana, emerge come figura emblematica per una campagna elettorale che promette di riscrivere le regole dell'economia, della politica e della società. La sua candidatura non è solo un simbolo di cambiamento radicale ma anche una chiamata all'azione per affrontare le sfide contemporanee con un approccio innovativo e inclusivo. Nel cuore della sua campagna elettorale giacciono dieci principi fondamentali, ognuno dei quali riflette la profondità del suo pensiero critico e la sua visione per un futuro equo e sostenibile. Dalla promozione della democrazia economica e la riforma del mercato del lavoro fino alla lotta contro la crisi climatica e la promozione di un sistema finanziario etico, la piattaforma di Marx si rivolge direttamente alle questioni più pressanti che l'Europa e il mondo intero stanno affrontando oggi. Marx, se fosse a concorrere oggi, non si limiterebbe a proporre semplici soluzioni temporanee. La sua campagna sarebbe un invito a immaginare una nuova Europa: un continente che abbraccia la solidarietà oltre i confini, che valorizza l'ambiente tanto quanto l'economia, e che tratta la giustizia sociale come il pilastro fondamentale su cui costruire il futuro. L'articolo che segue esplora in dettaglio la visione rivoluzionaria di Marx per l'Europa del 2024, analizzando come ciascuno dei punti del suo programma non solo affronti le radici delle nostre crisi attuali ma offra anche un percorso speranzoso e praticabile verso un futuro più luminoso. Con Marx come candidato, il Parlamento Europeo potrebbe diventare il catalizzatore di un'era di riforme senza precedenti, segnando l'alba di un nuovo capitolo per l'Europa, un capitolo caratterizzato dalla promessa di un'equità duratura, una prosperità condivisa e un impegno incrollabile per la sostenibilità del nostro pianeta. Introduzione Il marxismo, una teoria sociale, economica e politica formulata da Karl Marx ed Engels nel XIX secolo, ha influenzato significativamente il corso della storia umana. Con la sua critica incisiva del capitalismo e la sua visione di una società senza classi, il marxismo si pone come una teoria di rottura, proponendo una radicale ristrutturazione delle basi economiche e sociali della società. Nel 2024, il mondo si trova di fronte a sfide economiche, sociali e ambientali senza precedenti. Disuguaglianze in aumento, crisi climatica, e avanzamenti tecnologici ridefiniscono il tessuto della vita quotidiana. In questo contesto, l'articolo si propone di esplorare come le teorie marxiste potrebbero essere applicate all'economia contemporanea, valutandone gli impatti sul mondo del lavoro, sulla vita sociale, e sulla distribuzione della ricchezza. Esamineremo le potenzialità di un'interpretazione marxista nella risoluzione di alcune delle principali problematiche odierne, analizzando allo stesso tempo i limiti e le criticità di un tale approccio. L'obiettivo è fornire una panoramica equilibrata, che permetta di riflettere su come i principi del marxismo potrebbero essere rielaborati e adattati al contesto economico e sociale del 2024, e quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi rispetto alla situazione attuale. Immaginando Karl Marx in un contesto contemporaneo, ecco le prime 10 azioni che potrebbe intraprendere o promuovere nella politica economica, sociale ed ambientale: Promozione della Democrazia Economica Karl Marx oggi, di fronte alle sfide e alle disuguaglianze del nostro tempo, potrebbe porre una forte enfasi sulla promozione della democrazia economica come fondamento per una società più equa e giusta. La democrazia economica implica una partecipazione attiva dei lavoratori e delle comunità nella gestione e nella proprietà dei mezzi di produzione, nonché nelle decisioni economiche che influenzano la loro vita quotidiana. Ecco come Marx potrebbe sviluppare e promuovere questo concetto: Cooperative di Lavoratori: Promuovere la fondazione e il sostegno di cooperative di lavoratori in vari settori dell'economia. Queste cooperative sarebbero di proprietà e gestite democraticamente dai loro membri, che prenderebbero decisioni collettive su questioni come la produzione, la distribuzione dei profitti e le condizioni di lavoro. Marx vedrebbe nelle cooperative un modo per superare l'alienazione del lavoro tipica del capitalismo, restituendo ai lavoratori il controllo sul loro ambiente lavorativo e sui frutti del loro lavoro. Partecipazione dei Lavoratori nella Gestione Aziendale: Incoraggiare le leggi che richiedano la partecipazione dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle grandi aziende, garantendo che le loro voci siano ascoltate nelle decisioni aziendali cruciali. Questo approccio ridurrebbe il divario tra la classe dirigente e i lavoratori, favorendo un ambiente di lavoro più equo e una distribuzione più equa del valore generato dall'attività economica. Nazionalizzazione di Settori Chiave: Proporre la nazionalizzazione o la municipalizzazione di settori strategici come l'energia, l'acqua, i trasporti e la sanità. Questi servizi, essenziali per il benessere della società, sarebbero gestiti democraticamente dalle comunità e dallo Stato per garantire l'accesso universale e prevenire la monopolizzazione e lo sfruttamento da parte di interessi privati. Promozione di Fondi di Investimento dei Lavoratori: Sostenere la creazione di fondi di investimento controllati dai lavoratori per reinvestire i profitti in modo etico e sostenibile, finanziando progetti che beneficiano la comunità e l'ambiente, e supportando la transizione verso un'economia più verde e tecnologicamente avanzata. Educazione e Formazione sulla Democrazia Economica: Avviare programmi di educazione e formazione per i lavoratori e le comunità sul funzionamento della democrazia economica, le competenze gestionali e le pratiche di business etico. L'obiettivo sarebbe quello di preparare i cittadini a partecipare attivamente alla vita economica della società in modo informato e critico. La promozione della democrazia economica da parte di Marx mirerebbe a una trasformazione profonda del sistema economico attuale, cercando di realizzare una società in cui il lavoro e le risorse sono gestiti in modo che riflettano gli interessi e le esigenze della maggioranza, non solo di una piccola élite. Questo non solo contribuirebbe a ridurre le disuguaglianze ma anche a creare una società più coesa, sostenibile e resilienti di fronte alle sfide future. Redistribuzione della Ricchezza In un contesto contemporaneo, Karl Marx avrebbe probabilmente visto la tassazione progressiva come uno strumento cruciale per affrontare le disuguaglianze economiche radicali e finanziare un'ampia gamma di servizi pubblici essenziali. La redistribuzione della ricchezza tramite tassazione progressiva mira a ridurre le disparità di reddito e ricchezza, garantendo che tutti abbiano accesso alle opportunità e ai supporti necessari per una vita dignitosa. Ecco come Marx potrebbe approfondire e attuare questo principio: Imposte sui Redditi Elevati: Sostenere l'introduzione di aliquote fiscali significativamente più elevate per i redditi più alti, con l'obiettivo di ridurre le disuguaglianze di reddito e dissuadere l'accumulo eccessivo di ricchezza. Questo sistema assicurerebbe che coloro che sono in grado di contribuire di più alla società lo facciano in modo equo. Tassazione del Patrimonio e delle Grandi Fortune: Proporre imposte annuali sui grandi patrimoni, tassando la ricchezza accumulata oltre certe soglie. Ciò contribuirebbe a contrastare la concentrazione di ricchezza e potere economico nelle mani di pochi, redistribuendo risorse che possono essere utilizzate per il benessere collettivo. Tasse sulle Transazioni Finanziarie: Introdurre tasse sulle transazioni finanziarie speculative per disincentivare la speculazione e generare entrate che possono essere reinvestite in programmi sociali e infrastrutturali. Questo approccio potrebbe anche contribuire a stabilizzare i mercati finanziari riducendo le operazioni ad alto rischio. Eliminazione dei Paradisi Fiscali e Lotta all'Evasione Fiscale: Lavorare a livello internazionale per chiudere le scappatoie fiscali e combattere l'evasione e l'elusione fiscale. Ciò includerebbe l'implementazione di standard globali per la trasparenza fiscale e la cooperazione tra le autorità fiscali per assicurare che individui e corporazioni paghino la loro giusta quota di tasse. Finanziamento di Servizi Pubblici e Programmi di Welfare: Utilizzare le entrate generate da queste misure fiscali per finanziare l'istruzione pubblica, la sanità universale, alloggi sociali, trasporti pubblici, e programmi di assistenza sociale. Questo garantirebbe che i benefici della crescita economica siano condivisi più equamente e che ci sia un supporto sostanziale per coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità. Investimenti in Progetti di Sviluppo Sostenibile: Allocare fondi per progetti che promuovano lo sviluppo sostenibile, inclusi quelli relativi alle energie rinnovabili, alla riduzione delle emissioni di carbonio, e alla conservazione dell'ambiente. Questi investimenti non solo aiuterebbero a combattere il cambiamento climatico ma creerebbero anche opportunità di lavoro e stimolerebbero l'innovazione in settori chiave. La visione di Marx sulla tassazione progressiva si concentrerebbe sull'idea che un sistema fiscale giusto e equilibrato è fondamentale per costruire una società più equa e solidale, dove la ricchezza generata collettivamente viene utilizzata per rispondere alle esigenze di tutti, non solo di una ristretta élite economica. Riforma del Mercato del Lavoro Immaginando Karl Marx nel contesto attuale, sarebbe chiaro il suo impegno per una riforma profonda del mercato del lavoro, mirata a migliorare le condizioni dei lavoratori e a ridurre la disuguaglianza. Questa riforma avrebbe diversi obiettivi principali, tra cui l'assicurazione di diritti lavorativi equi, la riduzione dell'orario di lavoro, l'incremento dei salari minimi e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Ecco come Marx potrebbe teorizzare e promuovere questi cambiamenti: Diritti Lavorativi Rafforzati: Marx sosterrebbe legislazioni che rafforzano i diritti dei lavoratori, inclusa la protezione contro il licenziamento ingiusto, la discriminazione sul posto di lavoro, e le condizioni di lavoro insicure. Promuoverebbe attivamente la libertà di associazione e il diritto di sciopero, essenziali per consentire ai lavoratori di negoziare collettivamente per migliori condizioni lavorative. Riduzione dell'Orario di Lavoro: Convinto che la riduzione dell'orario di lavoro sia fondamentale per migliorare la qualità della vita dei lavoratori, Marx spingerebbe per una settimana lavorativa più corta, senza riduzione del salario. Ciò non solo migliorerebbe il benessere dei lavoratori ma stimolerebbe anche l'occupazione, distribuendo il lavoro disponibile più equamente tra la popolazione. Incremento del Salario Minimo: Proporrebbe un aumento significativo del salario minimo per garantire che tutti i lavoratori ricevano una remunerazione che rispecchi il costo reale della vita e permetta loro di vivere con dignità. Questo passo sarebbe visto come essenziale per combattere la povertà e stimolare la domanda aggregata nell'economia. Salute e Sicurezza sul Lavoro: Enfatizzerebbe l'importanza di ambienti di lavoro sicuri e salubri, promuovendo legislazioni rigorose che obblighino le aziende a mantenere standard elevati di salute e sicurezza. Marx vedrebbe la salute dei lavoratori non come un costo aziendale, ma come un diritto fondamentale. Contratti di Lavoro Equi: Combatterebbe la precarietà lavorativa promuovendo l'uso di contratti a tempo indeterminato come norma, limitando l'uso di contratti a termine o zero ore solo a situazioni eccezionali e giustificate. Ciò garantirebbe una maggiore sicurezza del lavoro e proteggerebbe i lavoratori dalle fluttuazioni economiche. Formazione e Riqualificazione: Marx sosterrebbe programmi di formazione e riqualificazione finanziati dallo Stato per i lavoratori, specialmente in settori colpiti da automazione e transizione ecologica. Questi programmi garantirebbero che i lavoratori possano adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro e trovare occupazione in nuovi settori in crescita. Partecipazione dei Lavoratori alle Decisioni Aziendali: Infine, Marx promuoverebbe modelli di governance aziendale che includano la partecipazione dei lavoratori nelle decisioni aziendali, attraverso rappresentanze nei consigli di amministrazione o comitati di lavoratori. Ciò assicurerebbe che le voci dei lavoratori siano ascoltate in tutte le fasi del processo decisionale. Marx vedrebbe questa riforma del mercato del lavoro non solo come un modo per migliorare le condizioni immediate dei lavoratori, ma anche come un passo verso una società più giusta e equa, in cui il lavoro è valorizzato e i lavoratori sono considerati parte integrante delle decisioni economiche. Universal Basic Income Karl Marx, affrontando le sfide economiche e sociali del nostro tempo, potrebbe vedere nel Universal Basic Income (UBI) uno strumento rivoluzionario per garantire la sicurezza economica di base a tutti i cittadini. Questo sarebbe un passo fondamentale verso la riduzione della povertà, la mitigazione della disuguaglianza e la promozione di una maggiore libertà individuale. Ecco come potrebbe argomentare e promuovere l'UBI: Garanzia di Sicurezza Economica: Marx sosterrebbe l'UBI come diritto universale, garantendo a ogni individuo un reddito sufficiente a coprire i bisogni essenziali di vita, indipendentemente dallo status lavorativo. Ciò fornirebbe una rete di sicurezza che protegge tutti dalla povertà estrema. Emancipazione dal Lavoro Alienato: Uno degli aspetti centrali del pensiero marxista è la critica all'alienazione del lavoro nel capitalismo. L'UBI potrebbe ridurre la costrizione economica a impegnarsi in lavori alienanti e poco gratificanti, dando agli individui la libertà di perseguire occupazioni più in linea con i loro interessi e valori. Stimolo all'Innovazione e Creatività: Con la sicurezza finanziaria garantita dall'UBI, Marx argomenterebbe che più persone potrebbero rischiare di intraprendere percorsi creativi o innovativi, inclusi l'arte, l'istruzione, o l'avvio di nuove imprese. Questo potrebbe portare a una società più dinamica e innovativa. Risposta all'Automazione e alla Perdita di Lavori: Di fronte all'automazione e alla digitalizzazione, che minacciano di rendere obsoleti molti lavori, Marx vedrebbe l'UBI come un modo per garantire che i benefici dell'automazione siano condivisi da tutti, fornendo sostentamento a coloro che perdono il lavoro a causa di questi cambiamenti tecnologici. Promozione dell'Equità di Genere: L'UBI potrebbe contribuire a ridurre le disparità di genere fornendo indipendenza economica a individui di tutti i sessi, inclusi coloro che si dedicano al lavoro di cura non retribuito, tradizionalmente svolto da donne e spesso non riconosciuto economicamente nella società capitalista. Flessibilità e Adattabilità nel Mercato del Lavoro: Con l'UBI, i lavoratori avrebbero maggiore flessibilità nel scegliere quando e come lavorare, rendendo il mercato del lavoro più adattabile e resiliente a shock economici e sociali. Finanziamento e Implementazione: Marx esplorerebbe modi per finanziare l'UBI tramite una combinazione di tassazione progressiva, riforme fiscali, e utilizzo efficiente delle risorse pubbliche. Sosterrebbe una discussione aperta e democratica sulla migliore implementazione dell'UBI, coinvolgendo comunità, esperti e lavoratori nelle decisioni. Esperimenti Pilota e Ricerca: Infine, Marx promuoverebbe esperimenti pilota e ricerche approfondite sull'UBI per studiarne gli effetti sulla società, l'economia e il benessere individuale, assicurando che le politiche siano basate su dati solidi e risultati reali. In sintesi, Marx vedrebbe l'UBI non solo come un mezzo per affrontare le ingiustizie economiche immediate, ma anche come un passo verso una trasformazione più profonda della società, in cui le libertà individuali sono estese e la dipendenza dal mercato del lavoro per la sopravvivenza ridotta. Investimenti in Servizi Pubblici Karl Marx, se fosse attivo oggi, sosterrebbe vigorosamente gli investimenti in servizi pubblici e programmi di welfare come fondamentali per costruire una società giusta ed equa. Questi investimenti garantirebbero non solo l'accesso universale a servizi essenziali, ma rappresenterebbero anche un importante strumento di redistribuzione della ricchezza e di riduzione delle disuguaglianze. Ecco come Marx potrebbe argomentare e promuovere questo aspetto: Universalità e Accessibilità: Marx enfatizzerebbe la necessità di garantire che tutti i servizi pubblici, inclusi sanità, istruzione, alloggi e trasporti, siano universali e accessibili a tutti, indipendentemente dal reddito o dallo status sociale. Ciò richiederebbe un aumento significativo degli investimenti pubblici in questi settori. Sanità Pubblica: Promuoverebbe un sistema sanitario pubblico gratuito e di alta qualità come diritto fondamentale di ogni cittadino, sostenendo che l'accesso alle cure non debba dipendere dalla capacità di pagamento. Gli investimenti in sanità pubblica dovrebbero coprire una gamma completa di servizi, dalla prevenzione e cura primaria fino alle cure specialistiche e di emergenza. Istruzione Pubblica: Sosterrebbe l'istruzione pubblica gratuita e di qualità per tutti, dall'infanzia all'educazione superiore, come mezzo per promuovere l'uguaglianza di opportunità. Gli investimenti in istruzione dovrebbero includere non solo la scolarizzazione, ma anche l'educazione agli adulti e la formazione professionale, facilitando l'apprendimento continuo e l'adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro. Alloggi Sociali: Proporrebbe un programma ampio di alloggi sociali per affrontare la crisi abitativa e garantire che tutti abbiano accesso a un alloggio dignitoso e accessibile. Ciò potrebbe includere la costruzione di nuove unità abitative pubbliche e il sostegno agli affittuari per prevenire sfratti e senza tetto. Trasporti Pubblici: Incoraggerebbe investimenti sostanziali nel miglioramento e nell'espansione dei trasporti pubblici, rendendoli più efficienti, affidabili ed ecologici. Un sistema di trasporto pubblico accessibile e capillare sarebbe fondamentale per garantire la mobilità di tutti i cittadini e per ridurre la dipendenza dalle automobili private, con benefici ambientali significativi. Programmi di Welfare: Sottolineerebbe l'importanza di programmi di welfare robusti che forniscono sostegno a chi si trova in situazioni di bisogno, inclusi disoccupati, anziani, disabili e famiglie a basso reddito. Questi programmi dovrebbero coprire un ampio spettro di supporti, dal sostegno al reddito, all'assistenza sanitaria, all'accesso a servizi educativi e culturali. Finanziamento: Marx esplorerebbe modi progressivi per finanziare questi investimenti, come tassazione equa, lotta all'evasione fiscale e ridefinizione delle priorità di spesa pubblica, assicurando che le risorse siano utilizzate per promuovere il benessere collettivo piuttosto che gli interessi di una ristretta élite. Partecipazione Democratica: Infine, avrebbe promosso una gestione e pianificazione partecipativa dei servizi pubblici, coinvolgendo comunità e lavoratori nel processo decisionale, per assicurare che i servizi rispondano efficacemente ai bisogni della popolazione. In sintesi, Marx avrebbe visto gli investimenti in servizi pubblici e programmi di welfare non solo come un dovere morale dello Stato, ma come una strategia essenziale per costruire una società in cui il benessere e l'uguaglianza sono alla portata di tutti, e non solo di chi può permetterselo. Politiche Ambientali Rivoluzionarie Nel contesto contemporaneo, Karl Marx avrebbe riconosciuto l'urgente necessità di affrontare la crisi climatica e ambientale attraverso politiche ambientali rivoluzionarie. Queste politiche non solo mirerebbero a mitigare gli impatti del cambiamento climatico e a proteggere l'ambiente, ma anche a ristrutturare le relazioni economiche e sociali in modo da promuovere la sostenibilità e la giustizia ecologica. Ecco come Marx potrebbe articolare e sostenere tali politiche: Transizione Energetica Giusta: Marx sosterrebbe una rapida transizione da combustibili fossili a fonti di energia rinnovabile, come solare, eolico e idroelettrico, assicurando che questa transizione sia giusta e equa per i lavoratori e le comunità attualmente dipendenti dalle industrie fossili. Ciò implicherebbe investimenti significativi in rinnovabili e in programmi di riqualificazione per i lavoratori. Economia Circolare: Promuoverebbe il passaggio a un'economia circolare che minimizzi lo spreco e massimizzi il riutilizzo e il riciclo dei materiali. Marx vedrebbe l'economia circolare non solo come un mezzo per ridurre l'impronta ecologica, ma anche per sfidare la logica di produzione e consumo eccessivi del capitalismo. Agricoltura Sostenibile: Argomenterebbe a favore di un grande investimento nell'agricoltura sostenibile e biologica per sostituire l'agricoltura industriale intensiva, riducendo l'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e promuovendo la biodiversità e la salute del suolo. Limiti all'Espansione Capitalistica: Sfiderebbe l'incessante bisogno del capitalismo di espansione e crescita, che spesso porta alla distruzione ambientale. Marx promuoverebbe politiche che pongano limiti all'estrattivismo e che promuovano modelli economici basati sulla sostenibilità piuttosto che sul profitto. Urbanizzazione Sostenibile: Avanzerebbe l'idea di città sostenibili, con un forte focus su trasporti pubblici efficienti, verde urbano, edifici energeticamente efficienti e spazi vivibili che riducano la dipendenza dalle auto e promuovano una migliore qualità della vita. Giustizia Climatica Globale: Riconoscerebbe l'importanza della giustizia climatica, sottolineando la necessità di politiche globali che tengano conto delle responsabilità storiche delle nazioni più ricche nella crisi climatica e che supportino i paesi in via di sviluppo nella loro transizione ecologica. Partecipazione Popolare nella Politica Ambientale: Infine, Marx enfatizzerebbe la partecipazione attiva e democratica delle comunità nella pianificazione e nell'attuazione delle politiche ambientali, assicurando che le voci di coloro che sono più colpiti dalla crisi ambientale siano ascoltate e prese in considerazione. Riforma Agraria e Sovranità Alimentare: Potrebbe favorire la redistribuzione delle terre agricole e promuovere pratiche di agricoltura sostenibile per garantire la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dalle multinazionali e migliorare le condizioni di vita dei contadini. In conclusione, Marx avrebbe considerato la lotta contro la crisi climatica e ambientale non solo come una questione di sopravvivenza, ma anche come un'opportunità per riformare radicalmente la società in direzione di maggior equità, giustizia e sostenibilità, riflettendo il suo impegno per una società che soddisfa i bisogni di tutti e non solo l'accumulazione di pochi. Economia Circolare e Decrescita Karl Marx, applicando la sua analisi alla contemporaneità, avrebbe potuto sostenere concetti come l'economia circolare e la decrescita, interpretandoli come strumenti critici per ridurre l'impatto ambientale del capitalismo e per promuovere un'organizzazione economica più sostenibile e giusta. Ecco come Marx potrebbe articolare e promuovere questi concetti: Critica al Consumo Insostenibile: Marx avrebbe iniziato criticando il ciclo incessante di produzione e consumo che caratterizza il capitalismo moderno, evidenziando come quest'ultimo porti allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, alla distruzione degli ecosistemi e alla generazione di disuguaglianze. Avrebbe sottolineato la necessità di un cambio di paradigma verso un modello economico che valorizzi la sostenibilità piuttosto che la crescita senza limiti. Promozione dell'Economia Circolare: Marx avrebbe visto nell'economia circolare il potenziale per un modello economico che mimetizza i cicli naturali, in cui i rifiuti di un processo diventano le risorse per un altro. Questo approccio richiederebbe una radicale riconfigurazione dei processi produttivi, orientati alla minimizzazione degli sprechi, al massimo riutilizzo dei materiali e alla lunga durata dei prodotti. Promuoverebbe politiche che incentivino la progettazione di prodotti facilmente riparabili, riciclabili e smontabili. Sostenere la Decrescita nei Paesi Sviluppati: Marx potrebbe sostenere il concetto di decrescita, specialmente nei paesi ricchi, come strategia consapevole per ridurre il consumo di risorse e l'impronta ecologica. La decrescita sarebbe vista non come una regressione, ma come un'opportunità per migliorare la qualità della vita, ridistribuire equamente la ricchezza e ridurre le disuguaglianze, passando da un'economia basata sulla quantità a una basata sulla qualità e sul benessere collettivo. Riorientare l'Innovazione Tecnologica: Sosterrebbe un riorientamento dell'innovazione tecnologica verso soluzioni che supportano l'economia circolare e la sostenibilità. Questo includerebbe il sostegno alla ricerca e allo sviluppo di energie rinnovabili, tecnologie per il riciclo avanzato, agricoltura sostenibile e trasporti puliti. L'innovazione dovrebbe essere democraticamente controllata e orientata a soddisfare i bisogni umani reali piuttosto che a generare profitti. Politiche di Supporto alla Transizione: Marx avrebbe promosso politiche pubbliche per supportare la transizione verso l'economia circolare e la decrescita, come incentivi fiscali per le imprese sostenibili, tassazione ambientale per disincentivare pratiche insostenibili, e investimenti in infrastrutture pubbliche che facilitino stili di vita sostenibili. Educazione e Sensibilizzazione: Avrebbe sottolineato l'importanza dell'educazione e della sensibilizzazione pubblica riguardo all'importanza della sostenibilità, dell'economia circolare e della decrescita. Questo aiuterebbe a creare una cultura che valuta la conservazione delle risorse, la giustizia sociale e ambientale, e la responsabilità collettiva per il pianeta. In conclusione, Marx avrebbe integrato i concetti di economia circolare e decrescita nel suo pensiero critico come mezzi per superare le contraddizioni e le insostenibilità del capitalismo, orientando la società verso un futuro in cui l'armonia con l'ambiente e la giustizia sociale sono al centro dell'organizzazione economica. Digital Commons e Tecnologia Democratica Nell'epoca della digitalizzazione e dell'informazione, Karl Marx avrebbe potuto vedere nei beni comuni digitali (digital commons) e nella tecnologia democratica strumenti potenti per contrastare le dinamiche di potere capitalistiche e per promuovere un'economia più equa e partecipativa. Questi concetti si sarebbero inseriti naturalmente nella sua visione di una società in cui i mezzi di produzione sono di proprietà collettiva e gestiti democraticamente. Ecco come Marx potrebbe sviluppare e sostenere questi obiettivi: Promozione dei Beni Comuni Digitali: Marx avrebbe sostenuto la creazione e l'espansione dei beni comuni digitali, risorse digitali come software, dati, e contenuti che sono liberamente accessibili e riutilizzabili dalla comunità. Questo includerebbe il sostegno a software open source, risorse educative aperte (REA), e archivi di dati scientifici aperti, che democratizzano l'accesso alla conoscenza e all'innovazione. Tecnologia per l'Empowerment Collettivo: Avrebbe visto il potenziale delle tecnologie digitali per promuovere l'empowerment collettivo e la partecipazione democratica. Marx avrebbe promosso lo sviluppo di piattaforme collaborative online che facilitano la cooperazione economica e sociale, come mercati online cooperativi, piattaforme di finanziamento collettivo gestite dalla comunità, e reti sociali basate su modelli di governance democratica. Democratizzazione dell'Accesso alla Tecnologia: Sosterrebbe politiche e iniziative volte a garantire un accesso equo e universale alle tecnologie digitali, combattendo il digital divide che esclude ampie fasce della popolazione dall'accesso a internet e agli strumenti digitali. Questo potrebbe includere l'investimento in infrastrutture di telecomunicazione pubbliche e l'educazione digitale per tutti i cittadini. Sovranità dei Dati e Privacy: Marx avrebbe riconosciuto l'importanza della sovranità dei dati e della privacy in un'era in cui i dati personali sono spesso sfruttati per il profitto corporativo. Avrebbe sostenuto regolamenti che proteggono i dati degli utenti come beni comuni e promuovono modelli di gestione dei dati che diano priorità alla privacy e al controllo individuale e collettivo sui propri dati. Opposizione alla Monopolizzazione Tecnologica: Marx avrebbe criticato aspramente la tendenza alla monopolizzazione nel settore tecnologico, dove poche grandi aziende detengono un potere enorme su dati, infrastrutture e piattaforme digitali. Avrebbe promosso politiche antitrust per smantellare o regolamentare rigorosamente questi monopoli, incentivando un ecosistema tecnologico diversificato e competitivo. Innovazione Tecnologica Responsabile e Etica: Avrebbe enfatizzato la necessità di orientare l'innovazione tecnologica verso il bene comune, promuovendo lo sviluppo di tecnologie che affrontano sfide sociali e ambientali piuttosto che generare profitto a scapito della società e dell'ambiente. Questo include la promozione di tecnologie verdi, la digitalizzazione accessibile e l'innovazione sociale. Partecipazione Pubblica nella Governance della Tecnologia: Infine, Marx avrebbe sostenuto una governance democratica e partecipativa della tecnologia, dove le comunità e i cittadini hanno un ruolo attivo nelle decisioni relative allo sviluppo, all'implementazione e alla regolamentazione delle tecnologie digitali. Questo potrebbe essere realizzato attraverso meccanismi di deliberazione pubblica, consigli di etica tecnologica, e piattaforme di governance collaborativa. In sintesi, Marx avrebbe integrato i beni comuni digitali e la tecnologia democratica nella sua visione di un futuro in cui le tecnologie servono gli interessi collettivi e promuovono l'equità, la giustizia sociale e la partecipazione democratica, contrastando le dinamiche di potere e di esclusione tipiche del capitalismo. Sistema Finanziario Etico e Trasparente Nel contesto contemporaneo, caratterizzato da una crescente complessità del sistema finanziario globale, Karl Marx avrebbe probabilmente percepito l'urgente necessità di riformare profondamente questo sistema per renderlo più etico, trasparente e al servizio delle necessità collettive. Questo interesse si sarebbe fondato sulla convinzione che un sistema finanziario giusto è cruciale per un'economia equa e sostenibile. Ecco come Marx potrebbe sviluppare e sostenere una tale riforma: Regolamentazione del Settore Finanziario: Marx avrebbe sottolineato l'importanza di una rigorosa regolamentazione del settore finanziario per prevenire la speculazione eccessiva, le bolle speculative e i crolli finanziari che possono avere devastanti effetti sull'economia reale e sulla vita delle persone. Questo includerebbe limiti stringenti sui derivati finanziari, sui requisiti di capitale per le banche e sui prestiti ad alto rischio. Tassazione delle Transazioni Finanziarie: Avrebbe proposto l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per scoraggiare la speculazione a breve termine e generare entrate pubbliche che potrebbero essere utilizzate per finanziare servizi sociali e programmi di investimento pubblico. Questa tassa, talvolta chiamata "tassa Tobin", sarebbe mirata a ridurre la volatilità del mercato finanziario e a scoraggiare il trading ad alta frequenza che contribuisce poco all'economia reale. Promozione di Banche Pubbliche e Cooperative: Marx avrebbe sostenuto la creazione e l'espansione di banche pubbliche e cooperative, che operano con l'obiettivo di servire l'interesse pubblico piuttosto che massimizzare i profitti privati. Queste istituzioni finanziarie potrebbero fornire credito a tassi equi per progetti socialmente utili, supportando comunità, piccole imprese, e iniziative ecologiche. Trasparenza e Responsabilità: Avrebbe chiesto maggiore trasparenza e responsabilità nel sistema finanziario, con norme più severe sulla divulgazione delle informazioni e meccanismi di controllo che permettano un effettivo monitoraggio dell'attività finanziaria da parte delle autorità di regolamentazione e del pubblico. Questo contribuirebbe a prevenire frodi, abusi e comportamenti irresponsabili. Riduzione del Potere delle Istituzioni Finanziarie Globali: Marx avrebbe probabilmente criticato il potere eccessivo detenuto da istituzioni finanziarie globali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, sostenendo una riforma di queste istituzioni per garantire che operino in modo più democratico e siano più responsabili nei confronti dei bisogni dei paesi più poveri e vulnerabili. Lotta contro i Paradisi Fiscali: Avrebbe intrapreso una lotta decisa contro i paradisi fiscali, promuovendo la cooperazione internazionale per eliminare le scappatoie fiscali e garantire che individui e corporazioni paghino le tasse in modo equo. Questo sarebbe cruciale per contrastare l'evasione fiscale e l'accumulazione di ricchezza non tassata. Supporto per l'Economia Reale: Infine, Marx avrebbe enfatizzato l'importanza di orientare il sistema finanziario a supportare l'economia reale, piuttosto che permettere che esso operi in modo disgiunto da essa. Ciò significherebbe incentivare gli investimenti in settori produttivi che creano posti di lavoro, promuovono lo sviluppo sostenibile e migliorano la qualità della vita delle persone. In sintesi, Marx avrebbe visto la necessità di una profonda riforma del sistema finanziario come parte integrante della sua visione di una società più giusta ed equa. Questo sistema riformato sarebbe caratterizzato da maggiore equità, trasparenza e orientamento verso il bene comune, contrastando le dinamiche speculative e le disuguaglianze generate dal sistema finanziario capitalista. Queste azioni riflettono una visione coerente con i principi marxisti di uguaglianza, giustizia sociale e sostenibilità ambientale, aggiornati per affrontare le sfide specifiche del XXI secolo.
SCOPRI DI PIU'La creazione di microplastiche aprendo una bottiglia. dove vanno a finire? di Marco ArezioTagliare, strappare o svitare involucri di plastica dalle confezioni di cibo o dalle bibite crea un certo quantitativo di microplastiche o nanoplastiche, anche non visibili, che possono finire nei nostri alimenti. Le bibite nelle bottiglie di PET sono così comode che sono diventate così diffuse da non mancare mai nelle nostre case, nelle nostre auto o durante le nostre gite. Si potrebbe dire che hanno una comodità “mortale” perché, se non gestite in modo corretto, diventano non solo rifiuti pericolosi per l’ambiente, ma anche per la salute. Infatti un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle e dell’Accademia delle Scienze Cinesi, hanno studiato cosa succede dei frammenti che si creano attraverso lo svitamento del tappo in PE dalle bottiglie di PET, o tagliando una confezione di alimenti o strappando una busta contenente biscotti, per esempio. I prodotti da analizzare sono stati pesati, prima e dopo l’apertura, con microbilance elettroniche e si è analizzata, con microscopi a scansione elettronica, la situazione del prodotto e dei residui dopo l’apertura della confezione. Nell’analisi dell’insieme dei dati di un campione misto di confezioni alimentari e di bibite, i ricercatori hanno verificato che il quantitativo di nanoparticelle che si creano ad ogni apertura, può essere indicata tra 10 e 30 manogrammi. Ovviamente questo divario dipende dal tipo di apertura eseguita, in quanto, se viene fatta svitando un tappo od usando una forbice le quantità di frammenti rilasciati saranno inferiori rispetto ad un taglio con un coltello o ad uno strappo. Sono quantitativi preoccupanti? Secondo i ricercatori, non in assoluto, ma le nanoplastiche e le microplastiche che potremmo introdurre nel nostro corpo non vengono solo da queste operazioni, ma anche dalle bevande che beviamo, dai pesci che mangiamo da certi cosmetici e da alcuni abiti con cui entriamo in contatto durante la nostra vita. Cosa succeda esattamente all’organismo umano ingerendo questi frammenti infinitesimali di plastica non è ben definito ad oggi, ma un passo sulla conoscenza del problema è stato fatto quando alcuni studiosi hanno messo in relazione le nanoplastiche con i disturbi cerebrali di alcuni pesci, che sono nella nostra catena alimentare. Ovviamente quello che c’è da ribadire sempre è che non è la plastica la nemica dell’uomo, ma è l’uomo che non ha saputo, o voluto, gestire, nei corretti modi, il riuso della plastica, lasciando che finisse nei mari e subendone poi le drammatiche conseguenze. Di plastica ci si può suicidare se l’essere umano vuole, per estremizzare il concetto in modo astratto, ma mai si potrà morire di essa se si gestiscono i rifiuti secondo le regole dell’economia circolare.Categoria: notizie - plastica - economia circolare Maggiori informazioni sulle microplastiche negli alimenti
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