Qualità e tecnologia nelle materie plastiche al servizio dei clientiEREMA Engineering Recycling Maschinen und Anlagen Ges.m.b.H, comunemente nota come EREMA, è un'azienda leader a livello globale nello sviluppo e nella produzione di sistemi di riciclaggio della plastica. Fondata nel 1983 in Austria, EREMA ha iniziato la sua attività con l'obiettivo di progettare e costruire macchinari innovativi per il riciclaggio dei rifiuti di plastica, trasformandoli in risorse preziose. La società si è specializzata nella creazione di soluzioni tecnologiche avanzate per il trattamento di vari tipi di plastica, inclusi i rifiuti post-consumo e post-industriali, contribuendo significativamente all'economia circolare nel settore dei polimeri. Fondazione e Sviluppo Iniziale Nel corso degli anni '80, all'inizio della sua storia, EREMA si è concentrata sulla progettazione di impianti di riciclo in grado di processare plastiche miste e contaminati, un compito impegnativo data la varietà e la complessità dei materiali plastici. L'innovazione e l'efficienza hanno guidato lo sviluppo dei primi sistemi, che hanno rapidamente guadagnato attenzione e riconoscimento nel mercato del riciclaggio delle plastiche. Innovazione Tecnologica EREMA è diventata famosa per il suo approccio innovativo nella tecnologia di riciclaggio, sviluppando sistemi come il processo brevettato di Cutter-Compactor, che ha rivoluzionato il trattamento preliminare dei rifiuti di plastica, migliorando l'efficienza del processo di riciclaggio. Questa tecnologia permette di ridurre, compattare e pre-riscaldare i rifiuti plastici prima della fase di estrusione, ottimizzando il processo di riciclaggio. Espansione Globale Con l'aumentare della consapevolezza globale sull'importanza del riciclo della plastica, EREMA ha espanso la sua presenza a livello internazionale, stabilendo filiali e partner in diversi paesi. Questa espansione ha permesso all'azienda di servire un mercato globale, offrendo soluzioni su misura per le esigenze specifiche di ogni cliente e contribuendo alla diffusione delle pratiche di economia circolare nel mondo. Contributo all'Economia Circolare EREMA si è specializzata nella produzione di sistemi di riciclo che supportano il concetto di economia circolare, promuovendo l'uso efficiente delle risorse e minimizzando i rifiuti. La società offre una gamma completa di macchinari per il riciclo, inclusi sistemi per il lavaggio, la separazione, la decontaminazione e la rigenerazione dei materiali plastici. Queste tecnologie permettono ai clienti di EREMA di trasformare i rifiuti plastici in nuovi prodotti di qualità, riducendo l'impatto ambientale e promuovendo la sostenibilità. Ricerca e Sviluppo Il successo di EREMA è dovuto anche al suo forte impegno nella ricerca e sviluppo. L'azienda continua a investire significativamente in R&D per migliorare le sue tecnologie esistenti e per sviluppare nuove soluzioni in risposta alle sfide emergenti nel campo del riciclaggio della plastica. Ciò include la ricerca su nuovi metodi per trattare tipi di plastica difficili da riciclare e lo sviluppo di sistemi che possono produrre materiali riciclati di alta qualità, adatti anche per applicazioni sensibili. Visione Futura Guardando al futuro, EREMA rimane impegnata nella sua missione di promuovere il riciclo della plastica e l'economia circolare attraverso l'innovazione tecnologica. L'azienda continua a esplorare nuove possibilità per migliorare l'efficienza del processo di riciclaggio e per creare soluzioni sostenibili che possano affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. In conclusione, EREMA Engineering Recycling Maschinen und Anlagen Ges.m.b.H è un esempio eccellente di come l'innovazione tecnologica possa contribuire significativamente alla sostenibilità ambientale e all'economia circolare. Con il suo impegno continuo nella ricerca, sviluppo e innovazione, EREMA si posiziona come leader nel campo del riciclaggio della plastica, offrendo soluzioni che non solo rispondono alle esigenze attuali ma anche future del settore. Perchè i clienti apprezzano Erema I clienti apprezzano EREMA per vari motivi che si riflettono nella qualità dei suoi prodotti, nell'innovazione tecnologica e nell'impegno verso la sostenibilità e l'economia circolare. Ecco alcuni dei motivi principali per cui EREMA si distingue e viene apprezzata dai suoi clienti: Innovazione e Tecnologia Leader nel Settore EREMA è riconosciuta per la sua continua innovazione e per lo sviluppo di tecnologie all'avanguardia nel campo del riciclaggio della plastica. I suoi sistemi di riciclaggio, come il famoso processo Cutter-Compactor, offrono soluzioni efficienti per la trasformazione dei rifiuti plastici in risorse preziose, ottimizzando il processo di riciclaggio e garantendo prodotti finali di alta qualità. Alta Efficienza e Riduzione dei Costi I macchinari EREMA sono progettati per massimizzare l'efficienza del processo di riciclaggio, riducendo il consumo energetico e i costi operativi per i clienti. Questo aspetto è particolarmente apprezzato dalle aziende che cercano di migliorare la loro sostenibilità ambientale riducendo al contempo i costi. Versatilità e Flessibilità Le soluzioni di EREMA sono adatte a una vasta gamma di applicazioni e possono essere personalizzate per soddisfare le specifiche esigenze di riciclaggio dei suoi clienti. Questo include la capacità di trattare diversi tipi di materiali plastici, dai rifiuti post-consumo ai residui post-industriali, rendendo i sistemi EREMA estremamente versatili. Supporto e Servizio Clienti Eccezionale EREMA è nota per fornire un eccellente supporto e servizio clienti, dalla consulenza iniziale alla manutenzione post-vendita. L'azienda offre formazione approfondita, assistenza tecnica e accesso a pezzi di ricambio per garantire che i suoi sistemi operino con la massima efficienza. Impegno verso la Sostenibilità L'orientamento di EREMA verso la sostenibilità e l'economia circolare risuona profondamente con le aziende che cercano di ridurre il loro impatto ambientale. Collaborare con EREMA permette ai clienti di contribuire attivamente alla riduzione dei rifiuti plastici e alla promozione di un futuro più sostenibile. Riconoscimento Globale e Affidabilità La reputazione globale di EREMA come leader nel campo del riciclaggio della plastica offre ai suoi clienti la sicurezza di collaborare con un'azienda riconosciuta per la sua affidabilità, qualità e innovazione. In sintesi, i clienti apprezzano EREMA per la sua capacità di offrire soluzioni innovative e sostenibili che non solo rispondono alle loro esigenze specifiche di riciclaggio ma promuovono anche una maggiore efficienza operativa e un impatto ambientale positivo.
SCOPRI DI PIU'Innovazione e Sostenibilità: La Rivoluzione dell'Idrogeno Verde attraverso la Fotoelettrolisidi Marco ArezioL'idrogeno verde rappresenta una delle fonti energetiche più promettenti e sostenibili del nostro futuro energetico. La sua produzione attraverso il fotoelettrolisi dell'acqua utilizza fonti di energia rinnovabile, riducendo significativamente l'impatto ambientale rispetto ai metodi convenzionali basati sui combustibili fossili. Un componente chiave in questo processo è il fotoelettrolizzatore, una tecnologia innovativa che svolge un ruolo cruciale nella conversione dell'energia solare in idrogeno verde. Cos'è un Fotoelettrolizzatore? Un fotoelettrolizzatore è un dispositivo che scompone molecole d'acqua (H2O) in ossigeno (O2) e idrogeno (H2) utilizzando la luce solare come fonte di energia. Questa tecnologia combina i principi della fotoelettrochimica con quelli dell'elettrolisi, permettendo di ottenere idrogeno in modo efficiente e sostenibile. Come Funziona Il processo di fotoelettrolisi si basa sull'utilizzo di semiconduttori sensibili alla luce, noti come fotoelettrodi, che assorbono l'energia solare e la convertono in energia elettrica. Questa energia elettrica viene poi utilizzata per scomporre le molecole d'acqua in idrogeno e ossigeno attraverso una reazione elettrochimica. Il processo può essere riassunto in tre fasi principali: Assorbimento della luce solare: I fotoelettrodi assorbono la luce solare e generano coppie di elettrone-lacuna. Generazione di corrente: Le coppie di elettrone-lacuna generano una corrente elettrica quando si muovono verso gli elettrodi. Elettrolisi dell'acqua: La corrente elettrica stimola la scomposizione dell'acqua negli elettrodi, producendo idrogeno all'anodo e ossigeno al catodo. Costi dell'Idrogeno Verde La produzione di idrogeno verde è storicamente stata considerata costosa a causa dell'alto costo dei fotoelettrolizzatori e dell'energia rinnovabile necessaria per alimentarli. Tuttavia, con il miglioramento delle tecnologie e l'aumento dell'efficienza, i costi stanno diminuendo. Attualmente, il costo dell'idrogeno verde è influenzato da vari fattori, tra cui il costo dell'energia solare, l'efficienza del fotoelettrolizzatore, e i costi operativi e di manutenzione. Perché non si è ancora Sviluppato Completamente l'Idrogeno VerdeNonostante il suo potenziale, lo sviluppo dell'idrogeno verde tramite fotoelettrolisi è limitato da sfide tecniche, economiche e infrastrutturali. Le principali barriere includono l'alto investimento iniziale per la produzione e lo stoccaggio, la necessità di ulteriori ricerche per aumentare l'efficienza dei fotoelettrolizzatori, e la mancanza di infrastrutture dedicate al trasporto e all'utilizzo dell'idrogeno. Vantaggi sull'Ambiente Riduzione delle emissioni di CO2: L'utilizzo dell'energia solare per produrre idrogeno verde elimina le emissioni di gas serra associate alla produzione di idrogeno da combustibili fossili. Sostenibilità: L'idrogeno verde è prodotto utilizzando risorse rinnovabili e abbondanti, come l'acqua e la luce solare. Versatilità: L'idrogeno può essere utilizzato in una varietà di applicazioni, inclusa la generazione di energia, il riscaldamento e come carburante per i veicoli. Svantaggi sull'Ambiente Costi iniziali elevati: Lo sviluppo delle infrastrutture necessarie per la produzione e distribuzione dell'idrogeno verde richiede investimenti significativi. Efficienza: Le attuali tecnologie di fotoelettrolisi hanno efficienze inferiori rispetto ad altri metodi di produzione dell'idrogeno, sebbene vi sia un potenziale di miglioramento. Conclusioni Il fotoelettrolizzatore gioca un ruolo fondamentale nella produzione sostenibile di idrogeno verde, offrendo una soluzione promettente per un futuro energetico pulito. Nonostante le difficoltà esistenti, gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo, insieme ai miglioramenti tecnologici, stanno rendendo la produzione di idrogeno verde sempre più fattibile e conveniente. Con un impegno continuo verso l'innovazione, l'idrogeno verde ha il potenziale per diventare una componente chiave del nostro mix energetico sostenibile.
SCOPRI DI PIU'Polipropilene, Poliestere e Polietilene sono le principali materie prime che costituiscono i teli sottocoppo e sottotegoladi Marco ArezioNell’ambito della sostenibilità dei materiali che vengono utilizzati nei cantieri edili per l’impermeabilizzazione dei tetti, ci siamo occupati in passato dei sistemi di riciclo delle lastre in cartone bitumato, che servono per la posa di coppi e tegole, rendendo il tetto impermeabile e nello stesso tempo ventilato e delle guaine bituminose, che vengono posizionate sopra la falda del tetto in laterocemento o in legno, per proteggerlo dalle infiltrazioni di acqua. Se nel passato, durante le fasi di demolizione, il materiale di risulta del cantiere veniva inviato senza alcuna selezione preventiva alla discarica, oggi è doveroso e necessario selezionare i prodotti di scarto per il loro recupero. I teli sottotetto e sottotegola sono prodotti relativamente recenti che vengono utilizzati per evitare percolazioni di acqua all’interno dell’abitazione, per riflettere il calore verso l’esterno, per favorire la traspirabilità del pacchetto tetto, per ridurre la formazione di umidità causata da fattori interni ed esterni e per altri scopi. Come sono composti i teli sottotetto?I più diffusi sono realizzati in polipropilene o poliestere o polietilene, attraverso la calandratura delle materie prime in strati sottili e molto resistenti. Sono normalmente realizzati in pacchetti stratificati di due, tre o quatto fogli ognuno con un compito preciso che possiamo riassumere: • Strati di finitura • Strato portante • Strato riflettente • Armature Per renderci conto della costituzione di un metro quadrato di telo impermeabile possiamo dire che le grammature possono variare da 100 a 400 grammi, possono avere alcuni strati accoppiati tra loro o prevedere un’armatura a rete che ne aumenta la resistenza a trazione. Quali funzioni hanno i teli sottotetto?In passato l’impermeabilizzazione del tetto, che fosse costituito da una falda il laterocemento o da un assito in legno, si affidava ai composti bituminosi, guaine liquide o guaine a rotoli, il compito di rendere impermeabile il tetto. Con l’utilizzo su larga scala dei tetti in legno, si è notato che la posa dei composti bituminosi avevano una controindicazione, in quanto l’umidità che migrava dall’abitazione veniva bloccata dallo strato impermeabile, con la conseguenza di far marcire, nel tempo, l’assito in legno. Si iniziò quindi ad adottare, per questa tipologia di costruzione, le lastre in cartone riciclato imbevute di bitume, che permettevano, attraverso la loro conformazione, sia la ventilazione del tetto che la facilità di posa della copertura in laterizio. L’adozione successiva dei teli sottotetto ebbe una più rapida impiego nel nord Europa, in quanto l’uso del legno per i tetti era più diffuso che nel sud, inoltre la copertura finale era spesso rappresentata dalle tegole e, queste, risultavano di facile posa su una doppia listellatura in legno anziché sulle lastre bitumate. Nacque così una vasta gamma di prodotti per le esigenze più disparate: • Impermeabilità • Traspirabilità • Riflettenza • Protezione • Isolamento • anticondensa Come riciclare i teli sottotetto?La grande diffusione di questi sistemi di protezione ha, negli ultimi trent’anni, incrementato in modo esponenziale la produzione creando, dopo un lasso di tempo naturale, i primi ritorni come rifiuti da riciclare. Normalmente, essendo i prodotti costituiti da polimeri primari, come il polipropilene, il poliestere e il polietilene, il loro recupero segue la strada dei rifiuti plastici da post consumo, con il conferimento alle piattaforme di riciclo che provvederanno alla loro selezione, macinazione, lavaggio, densificazione, pronti per essere estrusi in nuova materia prima riciclata. Un percorso più problematico esiste per quei teli che sono composti da plastiche differenti, come l’abbinamento con poliuretani, poliesteri, film di alluminio o spalmature varie. In questi casi il conferimento agli impianti di riciclo meccanico di questi teli composti, crea un percentuale di rifiuti non riciclabili piuttosto elevata, in quanto diventa difficile la separazione per tipologia di polimeri dei vari strati e, quindi, il loro riciclo come nuova matria prima. Sicuramente alcune combinazioni tra i polimeri, come il PE+PET, potrebbero trovare un utilizzo come materie prime riciclate, ma restano comunque di difficile riciclo le altre tipologie. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - edilizia - teli impermeabili e traspiranti
SCOPRI DI PIU'L’impianto di Versalis di Mantova (IT) Fermerà per ManutenzioneLa direzione dell’impianto di produzione dei polimeri stirenici in ABS di Versalis Mantova, attraverso un comunicato, ha annunciato lo stop delle produzioni per dare avvio ad un piano di ammodernamento degli impianti di produzione nei mesi di Giugno e Luglio di quest’anno.Infatti, Versalis (Eni) informa che sono iniziate le operazioni propedeutiche alla fermata generale programmata per la manutenzione e i nuovi investimenti previsti nello stabilimento di Mantova. Le attività saranno eseguite per fasi: nei mesi di giugno e luglio 2021 è previsto il picco delle operazioni presso gli impianti. Le attività di manutenzione riguardano gli impianti stirenici e intermedi (stirolo monomero, fenolo e derivati, polimeri e i servizi di stabilimento) e un nuovo importante investimento per l’espansione della produzione di polimeri stirenici ABS, per una capacità aggiuntiva di 30mila tonnellate/anno, verso gradi differenziati e ad alto valore aggiunto, destinati a settori chiave come automotive, arredamento ed elettrodomestici. Gli investimenti prevedono anche interventi per il miglioramento tecnologico e di affidabilità e di efficientamento energetico e ambientale per un totale di oltre 40 milioni di euro di investimenti nel biennio 2020-2021. Nel cantiere, che durerà circa due mesi, saranno coinvolte circa 30 imprese, con una presenza di picco di 600 persone di ditte terze. Saranno costruiti 60 mila metri cubi di ponteggi e ispezionate 600 apparecchiature. Le attività vedranno impegnati un team dedicato alla sicurezza integrato dal supporto delle squadre del Safety Competence Center di Eni e personale dedicato alla sorveglianza sanitaria. In particolare, è stato previsto un protocollo di misure aggiuntive a quelle già attuate e un programma di screening epidemiologico per la prevenzione e il contrasto al Covid-19 al fine di garantire la massima tutela della salute dei lavoratori e delle comunità locali. La più importante delle misure attuate è la campagna di test tramite tamponi rapidi in un’area dello stabilimento appositamente attrezzata che verrà avviata, su base volontaria anche a tutto il personale del sito, prima della fermata. Inoltre, verranno installati 9 termo-scanner per agevolare il controllo del personale in entrata e uscita dallo stabilimento e saranno distribuite a tutto il personale impiegato nelle operazioni di fermata mascherine FFP2. Durante le attività di fermata e di riavvio degli impianti saranno attivi i dispositivi di controllo e i sistemi di sicurezza, tra i quali la torcia che si attiverà, in maniera discontinua, per il tempo strettamente necessario a effettuare gli interventi programmati. Saranno preventivamente informati gli Enti competenti, come previsto dal vigente Protocollo Operativo di comunicazione.
SCOPRI DI PIU'Umidità nei polimeri: materiali Igroscopici e non Igroscopicidi Marco ArezioTutte le materie polimeriche durante la fase di sintesi, di trasporto e di stoccaggio hanno la tendenza a trattenere l’umidità, raggiungendo un valore di equilibrio con l’ambiente, che dipende dal tipo di polimero, dall’umidità e dalla temperatura dell’aria, dalle dimensioni del granulo e da molti altri fattori che si studieranno dettagliatamente nel prossimo capitolo. In base alla capacità di assorbire le molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante, le materie plastiche si possono suddividere in: igroscopiche e non igroscopiche. Nei polimeri igroscopici l’acqua è assorbita all’interno del granulo plastico e si lega chimicamente con il materiale stesso. Appartengono a questo gruppo polimeri ingegneristici come poliammide (PA), policarbonato (PC), polimetilmetacrilato (PMMA), polietilentereftalato (PET), acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS). Nei polimeri non igroscopici, invece, l’acqua non penetra all’interno del materiale ma si deposita solo sulla superficie. Polietilene (PE), polipropilene (PP), polistirene (PS) sono polimeri di questo tipo. Il processo di asportazione dell’umidità superficiale nei materiali non igroscopici risulta essere semplice e veloce e richiede l’utilizzo di essiccatori ad aria calda. Nel caso dei polimeri igroscopici, invece, la rimozione dell’umidità residua è più difficoltosa e richiede l’utilizzo di deumidificatori nei quali l’aria calda, insufflata per asportare l’acqua contenuta nei granulati polimerici, è preventivamente deumidificata. Molti polimeri tecnici (chiamati anche “tecnopolimeri” o “polimeri ingegneristici”) sono igroscopici e sono caratterizzati da una determinata percentuale di umidità che li rende saturi e da una precisa velocità di assorbimento. Quando un polimero igroscopico è esposto all’atmosfera, le molecole d’acqua diffondono all’interno della struttura polimerica legandosi alle catene molecolari e causando la riduzione dei legami intermolecolari e aumentando la mobilità delle molecole, fungendo da plastificante. In generale l’igroscopicità di un polimero è legata alla polarità della struttura chimica delle macromolecole del polimero stesso. Un’importante caratteristica dell’acqua è data dalla polarità della sua molecola, con momento di dipolo molecolare pari a 1,847 D. La molecola dell’acqua forma un angolo di 104,5º con l’atomo di ossigeno al vertice e i due atomi di idrogeno alle due estremità. Dato che l’ossigeno ha una elettronegatività maggiore, il vertice della molecola ospita una parziale carica elettrica negativa, mentre le estremità recano una parziale carica elettrica positiva. Una molecola che presenta questo squilibrio di cariche elettriche è detta essere un dipolo elettrico. Nella struttura molecolare di molti polimeri igroscopici è presente il gruppo carbonilico, che è un gruppo funzionale costituito da un atomo di carbonio e uno d’ossigeno legati da un doppio legame. La particolarità di questo gruppo è che l’ossigeno è molto elettronegativo e conferisce una polarità al legame. Dato che l’ossigeno ha una elettronegatività maggiore, esso ospita una parziale carica elettrica negativa, mentre al carbonio rimane una parziale carica elettrica positiva. Polimeri che contengono molti gruppi carbonilici presentano, quindi, una carica negativa sull’ossigeno che attrae la carica positiva presente sull’atomo di idrogeno della molecola d’acqua. L’attrazione tra la carica positiva e quella negativa genera un legame debole chiamato a ponte d’idrogeno. Il gruppo carbonilico è presente in molti polimeri igroscopici come policarbonato (PC), polietilentereftalato (PET) e polibutilentereftalato (PBT). I legami a ponte d’idrogeno sono deboli rispetto ai forti legami presenti nella catena polimerica, ma sono forti abbastanza da provocare l’assorbimento delle molecole d’acqua fino ad un valore d’equilibrio che è caratteristico per ogni tipo diverso di polimero. Nelle poliammidi l’idrogeno legato all’azoto ha una debole carica positiva, poiché l’atomo di azoto è molto più elettronegativo dell’atomo di idrogeno, e una volta attratto dalla carica negativa dell’ossigeno della molecola d’acqua forma un legame a ponte d’idrogeno. Inoltre anche nelle poliammidi è presente il gruppo carbonilico che forma legami deboli con l’idrogeno presente nelle molecole d’acqua. L’igroscopicità dei polimeri, quindi, è legata alla struttura delle macromolecole e alla formazione di legami a ponte d’idrogeno che provocano l’adsorbimento dell’umidità. Infatti polimeri che contengono il gruppo carbonilico e polimeri come le poliammidi sono igroscopici ed assorbono umidità attraverso la formazione di legami ad idrogeno. I polimeri non polari, invece, come le poliolefine (polipropilene e polietilene) e polistirene non assorbono umidità attraverso legami a idrogeno.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - polimeri - umidità
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