Agli albori del consumismo parlavano già di tutela dell’ambiente, frugalità e sostenibilità di Marco ArezioIl movimento hippy è emerso negli anni '60 del secolo scorso, come una controcultura giovanile che abbracciava valori di pace, amore, libertà individuale e una critica al consumismo e alla guerra.I suoi membri, chiamati hippy, cercavano di creare una società alternativa basata sull'amore, la consapevolezza e l'armonia con la natura.Nascita del movimento Hippy Il movimento hippy non ha avuto un singolo fondatore o leader, ma si è sviluppato come un movimento collettivo e spontaneo. È stato influenzato da diverse correnti culturali, filosofiche e sociali dell'epoca. Alcuni dei principali precursori e influenze del movimento si possono cercare nei seguenti correnti di pensiero: Beat Generation I poeti e scrittori della Beat Generation, come Allen Ginsberg e Jack Kerouac, hanno contribuito a sviluppare un'etica contro-culturale basata sulla libertà personale, l'esplorazione del mondo interiore e la critica della società di consumo. Movimento per i diritti civili Il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, guidato da figure come Martin Luther King Jr., ha ispirato gli hippies nella loro lotta per l'uguaglianza, la giustizia sociale e l'opposizione al razzismo. Movimento pacifista Il movimento pacifista che si è sviluppato durante la guerra del Vietnam e ha avuto un impatto significativo sugli hippies, che si sono uniti alle proteste contro la guerra e hanno adottato il pacifismo come valore centrale. Controcultura bohémien La controcultura bohémien degli anni '50 e '60, caratterizzata da un atteggiamento ribelle nei confronti delle norme sociali e culturali, ha fornito un terreno fertile per lo sviluppo del movimento hippy. Movimento per la libertà sessuale Il movimento per la libertà sessuale e l'emergere della contro-cultura sessuale hanno influenzato gli hippy nella loro concezione di amore libero, sessualità aperta e liberazione dalle restrizioni sociali. Caratteristiche del movimento Hippy Il quartier generale del movimento hippy era concentrato nella zona di Haight-Ashbury a San Francisco, dove migliaia di giovani si riunivano in una comune ricerca di libertà e sperimentazione. Altre comunità hippy emersero in varie parti degli Stati Uniti e in altri paesi del mondo. Gli hippies si vestivano in modo informale, spesso con abiti colorati, gonne lunghe, fiori nei capelli e simboli pacifisti. La musica svolgeva un ruolo centrale nella cultura hippy, con artisti come Bob Dylan, The Beatles, Janis Joplin e Jimi Hendrix che ispiravano e incantavano il movimento. Tuttavia, alla fine degli anni '60, il movimento hippy iniziò a declinare a causa di vari motivi, tra cui la commercializzazione della cultura hippy, la diffusione di droghe più pericolose, il deterioramento delle condizioni di vita nelle comuni e la repressione delle autorità. Nonostante la sua breve durata, il movimento hippy ha lasciato un impatto duraturo sulla società, influenzando la musica, la moda, l'arte e le questioni sociali. I valori di pace, amore e libertà promossi dagli hippies continuano a ispirare e ad affascinare molte persone ancora oggi. Il movimento hippy e l’ecologia Il movimento hippy ha avuto una forte connessione con l'ecologia e l'ambiente. Gli hippies erano spesso profondamente preoccupati per la salute del pianeta e la conservazione della natura. Molte delle loro convinzioni e pratiche si basavano su una visione di armonia con l'ambiente naturale. Gli hippies promuovevano uno stile di vita semplice e sostenibile, cercando di ridurre l'impatto sull'ambiente attraverso scelte consapevoli. Si impegnarono nell'agricoltura biologica, nell'alimentazione vegetariana o vegana, nel riciclo e nel riutilizzo dei materiali. Inoltre, erano spesso coinvolti in operazioni di attivismo ambientale, partecipando a proteste contro la distruzione dell'ambiente, come la deforestazione o la costruzione di dighe. Avevano una forte convinzione che l'equilibrio ecologico dovesse essere preservato per il bene delle future generazioni. Il movimento hippy ha contribuito a diffondere un'attenzione crescente verso le questioni ambientali e ha contribuito alla formazione dell'attuale movimento ecologista. Anche oggi, i valori ecologici e il desiderio di proteggere l'ambiente continuano ad essere parte integrante della cultura e delle preoccupazioni di molte persone, anche al di fuori del movimento hippy. Ideali del movimento hippy sul consumismo Il movimento hippy si opponeva al consumismo e promuoveva uno stile di vita semplice e anti-materialista. Credevano che la società fosse troppo focalizzata sull'acquisizione di beni materiali e che questo portasse a una mancanza di significato, alienazione e distruzione dell'ambiente. Invece di concentrarsi sul possesso di oggetti materiali, gli hippies valorizzavano esperienze, relazioni interpersonali, creatività e spiritualità. Cercavano di trovare la felicità e il significato nella condivisione, nell'amore, nella musica, nella natura e nella ricerca interiore. Inoltre, spesso adottavano uno stile di vita frugale, cercando di ridurre il proprio impatto ambientale e di consumare meno risorse. Erano sostenitori del riutilizzo e del riciclo, incoraggiando l'uso consapevole delle risorse e promuovendo l'auto-sufficienza.
SCOPRI DI PIU'La collaborazione tra produttori di polimeri riciclati e soffiatori di flaconi per una migliore qualità del prodottodi Marco ArezioOggi la produzione di flaconi di HDPE, utilizzando totalmente o solo in parte granuli da post consumo, è un'attività ampiamente utilizzata dai produttori, a causa dei prezzi delle materie prime, per una questione ambientale e di marketing. Ma l'utilizzo di granuli in HDPE da post consumo potrebbe causare alcuni inconvenienti produttivi, se non si rispettassero determinate regole durante la produzione e il soffiaggio dei granuli. I problemi più comuni sono: - fori sulla superficie dei flaconi - Irregolarità superficiali - Basso valore di compressione - Bassa resistenza alla saldatura - Odore di detergente del prodotto finale - Bassa resistenza alla compressione verticale - Elevato scarto durante la produzione, il soffiaggio e il test visivo Per evitare questi inconvenienti dobbiamo intervenire nella produzione dei granuli attraverso alcune fasi: - scelta del materiale in ingresso - selezione - lavaggio - selezione ottica dei granuli - corretta analisi degli odori attraverso il test della gascromatografia a mobilità ionica - corretta filtrazione in fase di estrusione - gestione termica del processo - creazioni di ricette in base alla resistenza meccanica richiesta - controllo dell’umidità durante le fasi di imballo - corretto stoccaggio del prodotto Inoltre vi sono alcune accortezze da seguire durante le fasi di soffiaggio e confezionamento: - verifica miscele polimeriche in base alla forma e alla dimensione del flacone - controllo della fase di estrusione del polimero in macchina - controllo delle temperature - tempi Parison - verifica dei punti di incollaggio ed eventualmente modifica della miscela riciclata - test sulla qualità delle superfici e identificazione dei problemi e delle cause - controllo della corrispondenza dei colori richiesti e modifica delle ricette - test sulla resistenza del flacone pieno e sotto carico ed eventuale soluzione dei problemi - controllo della trasparenza o semitrasparenza dei flaconi, se richiesto, con eventuale modifica delle ricette La produzione di flaconi attraverso l’utilizzo al 100% di HDPE riciclato da post consumo comporta una stretta collaborazione tra produttore di granulo e soffiatore del prodotto, in quanto, contrariamente a quello succede con il polimero vergine, quello rigenerato ha bisogno di un lavoro di affinamento della qualità che parte dal rifiuto plastico fino alla bottiglia finale. Considerando che una scollatura tra fornitore di polimeri e utilizzatore, potrebbe portare all’individuazione di una parte dei problemi qualitativi di un granulo in HDPE riciclato durante le fasi di soffiaggio, ma molto più grave, anche dal punto di vista economico, sarebbe ricevere la contestazione per flaconi che perdono liquido o che non mantengono la loro struttura o che siano visivamente non conformi, direttamente al negozio finale.
SCOPRI DI PIU'Il programma è incentrato sull’ambiente, l’economia circolare, i diritti delle minoranze, la riforma sanitaria, militare e diplomaticadi Marco Arezio Sarà forse stata la pandemia che ha duramente colpito gli Stati Uniti o forse i diritti violati delle minoranze ispaniche o forse la segregazione razziale che continua anche se sotto altre forme o l’enorme disuguaglianza sociale ed economica che esiste tra la popolazione o forse il disprezzo per l’ambiente o forse la mancanza del diritto alle cure mediche per la popolazione a basso reddito o forse…tutte queste cose insieme hanno spinto il Dalai Lama a concorrere per la presidenza degli Stati Uniti. Nessuno sa se la decisione del Dalai Lama di correre per la più alta posizione politica negli Stati Uniti venga da una compassione per la situazione in cui versa il paese più ricco e potente del pianeta o se sia l’ultimo atto politico di un leader internazionale, un atto d’amore verso gli americani, a cui non si poteva sottrarre. Secondo gli uomini più vicini al Dalai Lama il programma sarebbe sintetico ma efficace: Tutela dell’ambiente: progressiva riduzione dei finanziamenti alle attività di estrazione e raffineria del settore petrolifero, sotto ogni forma. Incentivazione con sussidi statali alla centralità dell’uso delle energie rinnovabili. Riconversione del parco auto, camion, treni circolante ad energia elettrica, purchè l’utilizzo dell’energia avvenga tramite elettricità sostenibile. Imposizione dei limiti di emissioni al traffico aereo. Dismissione delle centrali a carbone ed investimenti per la conversione delle centrali nucleari dalla tecnologia a fissione verso quella a fusione.Economia circolare: investimenti pubblici nel settore del riciclo con attenzione alla raccolta differenziata, al riciclo meccanico, chimico, alla termovalorizzazione per la produzione di energia e alla produzione di biogas dalla frazione umida. Apertura di un tavolo di discussione con le aziende che producono imballi per imporre un decalogo per la produzione di confezioni totalmente riciclabili. Imposizione dell’uso dei polimeri riciclati nei prodotti finiti, ad eccezione di quelli sanitari o in nel settore alimentare a contatto con il prodotto contenuto. Riciclo controllato dei rifiuti elettrici e degli scarti inquinanti e pericolosi. Divieto di esportazione dei rifiuti non trattati. Diritti delle minoranze: autorizzazione alla permanenza nel paese a chi ha un lavoro stabile e la famiglia, gestione dei flussi migratori attraverso le ricongiunzioni famigliari che siano economicamente sostenibili per la famiglia che accoglierà. Creazione di quote si solidarietà verso i nuclei famigliari che arrivano alle frontiere. Aiuti agli stati di partenza dei profughi per ridurre le pressioni alle frontiere. Parificazione morale, sociale e lavorative alle minoranze afro-americane e alle altre presenti sul territorio, accesso alle scuole con sussidi scolastici in base al reddito famigliare.Riforma sanitaria: diritto alla salute per tutti gli abitanti con contribuzione al costo dello stato da parte dei più abbienti. Rafforzamento della riforma Obamacare in tutti gli stati con investimenti statali sulle polizze sanitarie. Diritto degli americani a vivere in salute rispettando la dignità delle persone.Spese militari: l’esercito americano drena, dalle risorse dello stato, cifre enormi e, come per le lobbies del petrolio, anche quello delle armi spinge per un consumo continuo di apparati bellici. Fermo restando il diritto della difesa del proprio paese, una radicale riforma che ridimensioni l’esercito alla protezione del proprio territorio e non all’internazionalizzazione del business delle armi, facendo confluire i risparmi per migliorare le condizioni sociali dei cittadini americani. Cambio delle relazioni internazionali con distensione e relazioni diplomatiche paritarie con tutti i paesi del mondo. Cancellazione della supremazia psicologia nei confronti dei paesi esteri e collaborazioni per creare progetti comuni. Poi, è suonata la sveglia e mi sono accorto che stavo sognando.Vedi maggiori info sul Dalay Lama
SCOPRI DI PIU'Il Miraggio del riciclo dei Rifiuti nella Macedonia del Norddi Marco ArezioA due passi dal cuore produttivo dell'Europa, non lontano dal parlamento Europeo dove domina una corsa virtuosa alla tutela dell'ambiente e all'incremento del riciclo dei rifiuti, al centro di un'area in cui la popolazione ha sdoganato l'economia circolare, la Macedonia del nord, secondo quanto riportato da Aleksandar Samardjiev, resta lontano anni luce dal resto d'Europa sul tema della gestione dei rifiuti. Vediamo perchèNonostante alcuni esempi positivi, in Macedonia del Nord il riciclo resta a livelli estremamente bassi. Secondo esperti e osservatori, il paese deve elaborare in fretta una strategia a lungo termine nella gestione dei rifiuti Le famiglie raccolgono i rifiuti in un unico bidone e poi lo svuotano nei contenitori in strada: poi la spazzatura viene portata dai camion comunali in una discarica, dove viene accumulata sul terreno. Questa è, in buona sostanza, l'immagine che sintetizza la gestione dei rifiuti in Macedonia del Nord, con livelli estremamente bassi di selezione e riciclo. Più rifiuti, meno riciclo Le statistiche confermano la disastrosa situazione: mentre la quantità totale di rifiuti raccolti nel paese è in costante aumento, la capacità di riciclo procede nella direzione opposta. Nel 2017 la Macedonia del Nord ha generato 787mila tonnellate di rifiuti, di cui solo lo 0,6% è stato riciclato. Nel 2018 i rifiuti sono aumentati a 855mila tonnellate, con un tasso di riciclo dello 0,5%. Nel 2019 i rifiuti hanno raggiunto le 916mila tonnellate, mentre la capacità di riciclo è scesa ad un mero 0,3%. Secondo i funzionari del Ministero dell'Ambiente e della Pianificazione territoriale, l'attuale quadro giuridico è corretto e coerente con gli standard dell'Unione europea, ma le leggi, le strategie e i piani per la gestione dei rifiuti e la protezione ambientale sono male applicati a livello municipale. I comuni dovrebbero iniziare a lavorare sulla selezione dei rifiuti: non c'è quasi nessuno smistamento dei rifiuti e bidoni separati, cioè dovrebbe essercene uno (giallo) per gli imballaggi in plastica, vetro, carta ecc. e uno per i rifiuti misti non riciclabili. “In questo modo, i rifiuti del bidone giallo non andrebbero in discarica, ma sarebbero separati in carta, vetro, plastica, ecc. e riciclati. Al momento, i cittadini non sono pronti a selezionare, né hanno l'infrastruttura per farlo. Servono anche maggiore controllo e supervisione da parte degli ispettori municipali”, spiega a OBCT Ana Karanfilovska Mazneva, capo del dipartimento ministeriale di Gestione dei rifiuti. Nella sua relazione 2020 sull'andamento del trattamento dei rifiuti, l'Ufficio statale di revisione conclude che la selezione e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani vengono eseguite solo in alcuni comuni e in misura limitata. Anche il tasso di riciclo è basso. Pertanto, è necessaria un'azione più intensa da parte dello stato, delle autorità locali e del settore imprenditoriale per migliorare in questo settore. Prilep, un esempio positivo I media locali portano spesso ad esempio la città di Prilep, saldamente al primo posto per la selezione dei rifiuti nel paese, che contribuisce tanto quanto tutte le altre città macedoni messe insieme, compresa la capitale Skopje. Con una popolazione di 75mila abitanti, la città genera ogni anno da 28mila a 31mila tonnellate di rifiuti, di cui la società di servizi pubblici Komunalec riesce a selezionare e vendere fino a 13mila tonnellate di rifiuti selezionati, quasi la metà delle quantità raccolte. Solo nel 2020, questa società di servizi pubblici è riuscita a selezionare e vendere 822 tonnellate di rifiuti di carta e cartone, 87 tonnellate di vari tipi di rifiuti di plastica e imballaggi in PET, 56 tonnellate di nylon e 78 tonnellate di imballaggi in vetro dalla città. Inoltre, sono state raccolte circa tremila tonnellate di detriti edilizi con i propri contenitori per detriti edilizi, che ricoprono la discarica comunale con rifiuti urbani. L'azienda seleziona anche da duemila a tremila tonnellate di materiali di scarto aggiuntivi (tessuti, mobili, legno, ecc.), che però attualmente non vengono venduti nel paese o all'estero. Il comune chiede, ma non ha ancora ricevuto, assistenza dallo stato per un ulteriore trattamento dei rifiuti attraverso la realizzazione di un Centro Secondario di Selezione. Alla ricerca di una strategia efficace di gestione dei rifiuti A livello giuridico, il territorio della Macedonia del Nord è diviso in otto regioni che hanno le proprie discariche. Nonostante le buone intenzioni, tuttavia, la spazzatura viene semplicemente gettata a terra e non trattata. “L'idea è di trasformare le discariche in verie e propri centri per la gestione complessiva dei rifiuti. Quando vengono distribuiti i bidoni dei rifiuti domestici, la selezione secondaria dovrebbe essere effettuata nelle discariche regionali e quindi la carta, il cartone, il vetro e la plastica raccolti dovrebbero essere venduti al settore privato del riciclo, riducendo quindi finalmente i rifiuti abbandonati in tutto il paese", spiega Ana Karanfilovska Mazneva. Igor Makaloski, rappresentante di una delle aziende che raccolgono rifiuti selezionati in collaborazione con i comuni, ritiene che sia necessario che le persone diventino più consapevoli dei vantaggi della selezione dei rifiuti. Afferma che la sua azienda, pur collaborando con oltre 40 amministrazioni locali in Macedonia del Nord, dove vivono oltre il 70% dei 2 milioni di abitanti, raccoglie solo 1.800 tonnellate di rifiuti di imballaggio. “Purtroppo in Macedonia del Nord molto spesso abbiamo solo dichiarazioni di principio quando si parla di ecologia.Insieme, dobbiamo impegnarci di più su questo problema. Ci sono carenze nel processo di raccolta e parte dell'attrezzatura installata è costantemente vandalizzata da cittadini senza scrupoli. Ma questo non ci solleva dalla responsabilità di trovare modi per raccogliere i rifiuti di imballaggio e smaltirli in luoghi appropriati”, spiega Makaloski.L'attivista Branko Prlja (fondatore dei gruppi "Dare, non bittare" e "Non buttare, non inquinare" per sensibilizzare al riciclo, il riutilizzo e l'uso ridotto al fine di preservare l'ambiente) afferma che lo stato dovrebbe essere coinvolto più attivamente nel processo di riciclo. “Vietare, limitare o tassare i materiali non riciclabili. In questo modo non verranno utilizzati e non finiranno nelle discariche. D'altra parte, può aiutare le aziende sovvenzionate a riciclarli o facilitarne il trasporto verso paesi che possono riciclarli”, ha scritto Prlja nel suo blog. Molte scadenze per gli obiettivi di selezione e riciclo in vari piani nazionali sono già state mancate: il riutilizzo e il riciclo del 50% dei rifiuti domestici era previsto per il 2020, ma rimane ad oggi un obiettivo non raggiunto. La ricerca ambientale mostra anche che i rifiuti lasciati a terra emettono sostanze e gas nocivi, diventando così una delle cause dell'inquinamento atmosferico, un altro grave problema sanitario nella Macedonia del Nord. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - macedonia
SCOPRI DI PIU'L'interesse per l'economia circolare non è più espresso solo nei sogni o nelle buone intenzioni degli ambientalisti o dei cittadini comuni, ma è ormai diventata un'esigenza industriale da perseguire per dare una risposta alle richieste del mercato La stringente europea normativa sulle emissioni inquinanti e l'esigenza di produrre in modo sostenibile hanno fatto crescere, nel mondo del lavoro, la richiesta per nuove figure professionali specializzate. Come riporta la Repubblica in questo articolo il mondo del lavoro è in fermento per queste trasformazioni importanti.Green e sostenibilità hanno numeri sempre più grandi: oltre 3 milioni di occupati. E ora si formano Expert in Circular Economy per l’industria Sostenibilità, economia circolare, green. Non sono più tendenze o mode, ma nuovi paradigmi economici e sociali. Sulla loro crescita, che sarà spinta ancora di più dai grandi investimenti comunitari, si andranno a modellare diversi aspetti della società, a cominciare dalla formazione. Intanto i numeri, del rapporto della Fondazione Symbola: gli italiani che lavorano nel green sono 3,1 milioni, 432mila imprese che negli ultimi 5 anni hanno investito sull’economia verde, crescita di occupazione green del 3,4% dal 2017 al 2018. Secondo i numeri contenuti in un’indagine di LinkedIn, l'Italia è uno dei paesi migliori per una carriera nell'ambito dei 'green job', con Milano al 7° posto a livello mondiale per la concentrazione di professionisti della sostenibilità. L'Europa ha registrato un aumento del 13% del numero di professionisti della sostenibilità durante l'ultimo anno, con una crescita del 7,5%, maggiore rispetto alla media globale. Anche la domanda di lavori legati alla sostenibilità è cresciuta del 49% dei posti di lavoro disponibili su LinkedIn per ruoli legati alla sostenibilità in Europa. Per quanto riguarda il lavoro nell’economia circolare, l’Italia è seconda solo alla Germania, con 517.000 occupati contro 659.000. Le persone che nel nostro Paese vengono impiegate nei settori ‘circolari’ sono il 2,06% del totale, valore superiore alla media UE 28 che è dell’1,7% (fonte: Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia, realizzato da Circular Economy Network). In uno scenario del genere, il mondo della formazione si sta ponendo il tema della creazione di figure professionali che siano coerenti con l’andamento del mercato. Soprattutto nell’applicazione dei concetti dell’economia circolare al mondo dell’industria. Da questa impostazione è nato il primo corso di formazione tecnica superiore per esperti di economia circolare per l’industria, promosso da ART-ER ( la Società Consortile dell'Emilia-Romagna, con l’obiettivo di favorire la crescita sostenibile della regione) nell’ambito del progetto europeo IFTS Circular Society. Il mondo della formazione professionale è sempre più orientato alla sostenibilità ma la particolarità di questo corso, unico in Italia, è la creazione di una nuova figura professionale, quella del Tecnico per la Sostenibilità e l’Economia Circolare dei Processi Industriali con tanto di rilascio di Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore. Una figura sempre più richiesta dal mondo del lavoro.
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