Spesso, nella vita frenetica, lo spazio temporale di un volo aereo ti porta a rifletteredi Marco ArezioTake Off, comunicava il comandante, mentre l’aereo pigramente saliva, a dispetto della fisica, verso la quota assegnata. I movimenti interni del personale li avevo ormai stampati nella mente, ogni parola comunicata, ogni divieto e ogni consiglio. Il momento del decollo è come quelle decisioni prese, ponderate, assolute, verso le quali si decide di non tornare più indietro. L’ennesimo aereo, per l’ennesima destinazione, per l’ennesimo impegno, per l’ennesimo atto volto a rimandare quella visita introspettiva di cui sento l’urgenza. L’aereo virava, fino alla quota di crociera, illuminato da un sole brillante, rendendo tutto il mondo sottostante chiaro e ordinato. Take Off ha detto il comandante e quasi immediatamente ho cominciato il parallelismo tra noi, fatto di allontanamenti, riavvicinamenti e ripartenze. Ho ancora nelle orecchie l’eco delle tue parole che scandivano, con misurata rassegnazione, quasi come fosse un grido finale, il contributo che ho dato a noi, attraverso il mio impegno lavorativo, fatto solo di cose superflue e lontane dalle tue necessità ed aspirazioni. La mia assenza ti pesa e, ora, la considerazione assoluta delle priorità della mia carriera, non riesci più a sopportarla. Io ti sento dentro di me, colgo il grido silenzioso che esce dai tuoi sguardi, ma ho paura a prendere decisioni definitive, perché non sono certo che tutto potrebbe tornare come prima. Sono confuso, dopo anni a rincorrere la carriera mi accorgo che, diametralmente, in opposizione, ho creato una frattura tra noi. Il piccolo carrellino spinto dalla hostess si avvicina sbatacchiando tra i sedili, portando attraverso un equilibrio instabile, bottiglie e caraffe. Non ho sete, non ho fame, penso solo a te, penso a noi. Forse non sono le scelte radicali per riavvicinarci che ti pongo sul piatto, o la medicina amara che vuoi farmi bere, forse sono i piccoli passi, lenti ma costanti che mi possano spingere fuori da questo vortice, un mondo che non mi appartiene più. Vedo lungo il corridoio un bimbo che tentenna sui suoi passi, incoraggiati dalla mamma che per mano lo accompagna verso il fondo dell’aereo. Quando viene verso di me mi sorride, credo mi volesse dire che, forse, un passo anch’io, anche se incerto, varrebbe la pena lo facessi, prima che i rimpianti mi possano inchiodare su questi sedili. E in quel momento, il comandante annunciava all’equipaggio di prepararsi per l’atterraggio, con fare automatico mi allacciai la cintura, ma quel clack aveva un suono diverso, forse più lontano del solito. La voce gracchiante annunciava landing, portandomi a pensarti con un nuovo sorriso. Categoria: Slow life - vita lenta - felicità
SCOPRI DI PIU'Economia Circolare: il Rifiuto del Rifiuto va “in Cenere”?di Marco ArezioNiente si scarta nei termovalorizzatori moderni. Dopo la produzione di corrente e di calore per il riscaldamento, anche la cenere ha una sua collocazione La cenere che viene prodotta attraverso l’incenerimento dei rifiuti nei termovalorizzatori, può avere una collocazione nell’ambito dell’economia circolare, in base a come si identifica il rifiuto dei forni e in base alle legislazioni nazionali vigenti in materia ambientale e di riutilizzo del materiale. La termovalorizzazione dello scarto non riciclabile dei rifiuti non è mai da vedere come una opzione al sistema di separazione e riciclo dei rifiuti, ma bensì un sistema integrativo al riciclo meccanico che intercetta e gestisce quella parte dei rifiuti non più riutilizzabili. L’incenerimento di questo scarto genera normalmente energia elettrica e calore per il riscaldamento delle nostre abitazioni, oltre ad essere impegnato in altri ambiti industriali come carburante alternativo alle fonti fossili. Quelle che vengono definite “Bottom Ashes” in campo internazionale, riguardano le ceneri residuali del processo di combustione dei rifiuti, che sono rappresentate dagli scarti incombusti delle masse poste nei forni. La composizione delle ceneri incombuste contempla residui di vetro, minerali, metalli ferrosi e non ferrosi e ceramiche, nella misura del 20-25% per ogni tonnellata immessa nel forno, secondo le indicazioni dell’ISWA (International Solid Waste Organization) che si occupa di promuovere e sviluppare la gestione sostenibile e professionale dei rifiuti in tutto il mondo. Le ceneri residuali vengono estratte dai forni attraverso un processo in cui si usa l’acqua per raffreddarle e per evitare che si creino polveri potenzialmente dannose, quindi la loro rimozione dagli impianti avviene sotto forma di agglomerati umidi e compatti. Fino a qualche anno fa, generalmente, le ceneri estratte non avevano una collocazione diversa da quello della discarica, ma con l’avvento dei processi dell’economia circolare, si è iniziato a considerare la possibilità di riutilizzarle. Considerando che i composti chimici contenuti nelle ceneri sono mediamente composti da Sodio, Alluminio, Potassio, Magnesio, Ferro, Calcio e Silicio, possiamo dire che la prevalenza dei componenti è normalmente è costituita da silicio, calcio e ferro. In merito alle analisi chimiche medie che ogni impianto fornisce, molti paesi si sono dotati di una legislazione per classificare queste ceneri e ne hanno consigliato i trattamenti e gli utilizzi. Vediamo quali indicazioni vengono da alcuni paesi: In Italia, in base al decreto n° 22 del 5 Febbraio 1997, le ceneri provenienti dagli impianti di incenerimento possono essere riutilizzate, se non contengono sostanze nocive, come inerte cementizio, ma solo dopo essere state opportunamente trattate. In realtà il loro utilizzo nel paese rimane ancora limitato rispetto alla produzione. L’Olanda regola la gestione delle ceneri all’interno del piano nazionale della gestione dei rifiuti (LAP) in cui compaiono, tra le altre, alcune indicazioni in merito all’uso del materiale di scarto dove trova largo impiego come componente dei terrapieni. In Danimarca, già nel 1987, il governo aveva permesso l’utilizzo delle ceneri prodotte dagli impianti di incenerimento come inerte per la costruzione delle strade, con l’obbiettivo di trovare un impiego per almeno l’85% dello scarto prodotto. Inoltre ne ha permesso l’utilizzo anche nell’edilizia civile abitativa solo a seguito del parere di carattere ambientale dell’Environmental Protecion Act. La Francia ha deciso di classificare le ceneri residuali attraverso analisi che possano identificare tre categorie ben distinte: V, M es S, attribuendo a queste tre categorie la percentuale di ceneri (50%, 30% e 20%) ammesse all’interno dei composti utilizzabili. In Spagna la maggior parte delle ceneri viene ancora inviata alle discariche anche se si sta promuovendo un uso, quale inerte, per la costruzione delle strade. In Finlandia l’uso degli inceneritori non è una priorità per il governo che preferisce seguire la strada dello smaltimento dei rifiuti tramite i gassificatori, quindi, indirizza le basse quantità di ceneri prodotte in discarica. La Germania dal 2006 permette l’utilizzo delle ceneri nella costruzione di strade, sempre che le analisi chimiche non individuino elementi potenzialmente dannosi per l’ambiente. Insieme all’Olanda, la Danimarca e la Francia, la Germania è il paese che riutilizza maggiormente questo scarto. L’impiego delle ceneri che provengono dagli impianti di incenerimento dei rifiuti, ove possibile, costituisce la piena circolarità delle materie prime, utilizzando integralmente ogni parte dei rifiuti attraverso i processi di riciclo, produzione di energia e riutilizzo degli scarti finali.Vedi maggiori informazioni sull'argomento
SCOPRI DI PIU'Molti sono i fattori che influenzano la qualità di un manufatto, uno di questi è la scelta delle polveridi Marco ArezioLo stampaggio rotazionale è un processo utilizzato frequentemente per la formazione di oggetti, tramite le resine termoplastiche, che abbiamo la necessità di essere cavi. La caratteristica principale del processo è che lo stampo ruota intorno a due assi, o mutualmente perpendicolari, inoltre, rispetto allo stampaggio ad iniezione tradizionale, la materia prima, sotto forma di polvere, viene introdotta nello stampo, per poi essere riscaldato e successivamente raffreddato. Quali sono le principali differenze con il processo di stampaggio ad iniezione? Forse la più evidente è che nello stampaggio rotazionale si utilizza la materia prima sotto forma di polvere e non di granulo, inoltre la resina polimerica si trova all’interno dello stampo chiuso, e non iniettata a pressione nello stesso. In aggiunta, lo stampo, nel processo rotazionale, lavora in base alla rotazione assiale a differenza della staticità dello stampaggio a iniezione. Infine, possiamo dire che gli stampi del processo rotazionale sono più economici in quanto non hanno da considerare la pressione di iniezione. Perché si sceglie lo stampaggio rotazionale? Quando si devono produrre oggetti con una forma cava, lo stampaggio rotazionale è particolarmente indicato per la sua facilità di adattamento a tutte le forme richieste. Inoltre, in assenza di grandi pressioni all’interno dello stampo, il manufatto tende facilmente a ritirarsi e a staccarsi dopo la sua produzione, anche se gli oggetti sono di grandi dimensioni. Infine, possiamo dire, che attraverso il processo rotazionale, è possibile realizzare elementi anche molto complessi sia dal punto di vista strutturale che di design. Caratteristiche principali degli stampi per lo stampaggio rotazionale Possiamo dire che i materiali principali che costituiscono gli stampi sono: • Cast alluminio • Nichel elettroformato • Acciaio inossidabile e non Quando saremo in presenza delle necessità di una migliore uniformità nello scambio termico all’interno dello stampo, sceglieremo il cast alluminio. Se dovessimo privilegiare una fedele riproduzione delle figure potremmo scegliere gli stampi elettroformati, mentre in presenza di forme semplici e di grandi formati, possiamo optare per gli stampi in acciaio più economici. Se parliamo di spessori degli stampi possiamo dire che, normalmente, gli stampi cast in alluminio hanno spessori di 6-8 mm., mentre quelli in acciaio solo 2-3 mm. Nella progettazione dello stampo si dovrebbe sempre tenere presente quale materia prima si utilizzerà, in quanto alcuni polimeri ritirano sufficientemente facilitando l’estrazione del pezzo, altri meno, così da rendere necessario nello stampo un lieve angolo di sformo per agevolare il distaccamento del manufatto. Le fasi dello stampaggio rotazionale Come abbiamo detto in precedenza lo stampaggio rotazionale non è che uno scambio termico all’interno di uno stampo in condizioni di movimento. Le temperature durante il processo potranno variare, entro un certo range, in modo continuo durante l’intero ciclo di produzione. Nonostante queste continue variazioni di temperatura, la qualità di un manufatto si stabilisce calcolando l’esatta permanenza dello stampo all’interno del forno. Questo tempo è chiamato tempo di induzione. Possiamo quindi dire che, nella prima fase del ciclo, il tempo di induzione è quell’intervallo di riscaldamento dello stampo in cui la resina raggiunge la temperatura di fusione, che normalmente avviene attraverso l’insufflazione di aria calda. Il tempo di induzione è caratterizzato dalle seguenti variabili: • Temperatura del forno • Velocità di scambio termico • Spessore dello stampo • Temperatura di fusione della resina • Rapporto tra superficie e volume dello stampo • Coefficiente di scambio termico del materiale dello stampoLa seconda fase del ciclo, definito tempo di fusione, è il tempo necessario per fondere completamente la resina. Il tempo di fusione è caratterizzato dalle seguenti variabili: • Spessore del pezzo • Temperatura della resina e calore di fusione • Capacità di riscaldamento dello stampo • Rapporto tra la superficie dello stampo e il suo volume • Temperatura del fornoTutte queste variabili hanno un impatto significativo sul tempo di fusione e sulla qualità del pezzo che si vuole realizzare. Tuttavia, la velocità di fusione della resina può essere, in alcuni casi, incrementata innalzando la temperatura del forno, ma è importante non eccedere in questa operazione in quanto, se da una parte aumenta la produttività, dall’altro un’eccessiva permanenza del polimero nello stampo, a temperature molto alte, può portare alla sua degradazione. Scelta della polvere da utilizzare per lo stampaggio rotazionale Come abbiamo visto il tempo di fusione della resina è un fattore cruciale per il buon rendimento dello stampo e per la qualità dei pezzi da produrre. Quindi, possiamo dire che anche la dimensione delle particelle di polimero che vengono utilizzate, può influenzare il processo. Infatti una resina dimensionalmente maggiore aumenta il tempo necessario a fondere. Questo avviene a causa della diminuzione della superficie di contatto tra le particelle e le parti calde dello stampo, ma ciò normalmente non avviene se si impiega una dimensione della materia prima inferiore ai 500 micron. Al di là dell’importante parametro dimensionale delle polveri polimeriche da utilizzare, si può dire che una buona materia prima è quella che fluisce rapidamente negli angoli acuti e nelle rientranze, aderendo allo stampo e fondendo senza bolle attraverso il contributo termico. Inoltre, per esperienza, le polveri più fini vengono utilizzate per resine con MFI più bassi, al fine di ottenere una buona riproduzione superficiale, mentre l’utilizzo di un polimero con MFI alto può considerare l’utilizzo di particelle con dimensioni maggiori. Ciclo di raffreddamento dello stampo Il raffreddamento dello stampo e del manufatto può avvenire attraverso l’utilizzo sia dell’aria che dell’acqua. Normalmente l’aria, sospinta dalle ventole di raffreddamento, va ad investire la parte esterna dello stampo, mentre l’utilizzo di getti di acqua è riservato alla parte interna. Il tempo di raffreddamento è molto importante in quanto un’accelerazione di questa fase, quindi un rapido raffreddamento, potrebbe portare ad una deformazione del pezzo con un aumento della percentuale della fase amorfa dei polimeri cristallini.Categoria: notizie - tecnica - plastica - stampaggio rotazionale
SCOPRI DI PIU'Il Triste Inventore del Nylon PA 6.6di Marco ArezioWallace Hume Carothers nacque negli Stati Uniti il 27 Aprile 1896 da una famiglia modesta il cui padre faceva il maestro di scuola.Riuscì tuttavia ad andare all’università dell’Illinois ed a laurearsi nel 1924 in filosofia e nel 1928 in chimica, laurea che gli aprì le porte ad una brillante carriera nel mondo della nuova chimica. Appena terminati gli studi fu subito assunto dalla ditta Du Pont, in qualità di direttore del reparto ricerche di chimica organica che si trovava a Wilmington nel Delaware. Attraverso lo studio sulla sintesi dell’acido adipico e della esametilendiammina ottenne la poliesametilenadipamide, o più brevemente Naylon 6,6, che fu brevettato nel 1937 e commercializzato nel 1938. Il prodotto chimico ebbe subito un enorme successo, soprattutto nel settore tessile dove si rivoluzionarono le produzioni di molti indumenti, soprattutto nelle calze da donna. Nella produzione dei collant, la fibra viene utilizzata attraverso la realizzazione di un filo continuo, ma sempre più spesso questa tecnica, oggi, è applicata anche per i costumi da bagno, nell’abbigliamento sportivo, nel settore degli indumenti intimi, nelle fodere, negli ombrelli, nell’arredamento e in molti altri settori. Nella produzione del filo, per aumentarne la resistenza e l’elasticità, si può impiegare il processo di torsione o quello di testurizzazione. Rispetto alle fibre naturali utilizzate in precedenza il Nylon presenta molti vantaggi: • Maggiore resistenza all’usura • Non viene attaccata dalle tarme • E’ più leggero • Non modifica la sua dimensione durante i lavaggi (non restringe) • Si asciuga velocemente • Non si stropiccia Wallace Hume Carothers, nonostante il successo e la fama che le sue scoperte gli diedero, ebbe una vita segnata dalla depressione, tanto che si portava sempre con sé una capsula di cianuro di potassio. Un tragico evento segnò la sua vita, infatti nel 1937 morì di polmonite sua sorella, alla quale era particolarmente legato, episodio che lo spinse ad usare la sua capsula di cianuro. Morì quindi il 29 Aprile del 1937, a pochi mesi dalla sorella, senza lasciare nessun messaggio sul motivo del gesto. Categoria: notizie - tecnica - plastica - nylon - PA
SCOPRI DI PIU'rMIX il Portale del Riciclo: il Dono della Sintesi e della Fiduciadi Marco ArezioTutti noi, ogni giorno, utilizziamo internet per fare molte cose importanti per la nostra azienda. Comunichiamo, ricerchiamo, promuoviamo, acquistiamo, informiamo, ecc..La rete è una fonte inesauribile di informazioni che ci invita a navigare nella speranza di trovare quello che cerchiamo. Molto spesso utilizziamo i motori di ricerca per scovare potenziali clienti, fornitori, consulenti, imbattendoci in un lavoro ciclopico che impegna due variabili: il tempo e la fiducia. Il problema nasce proprio dal fatto che, per quanto si cerchi di restringere il campo delle ricerche, le informazioni sono sempre maggiori rispetto al tempo a nostra disposizione e che, i contatti trovati, specialmente quelli non conosciuti, possono essere sempre motivo di dubbio sull’affidabilità di chi si propone. Abbiamo quindi visto che il tempo e la fiducia governano i risultati del nostro lavoro nella rete e credo sia importante rendere meglio visibile questi due fattori. Il Tempo Immaginiamo di essere una ditta che utilizza un granulo di polipropilene riciclato per la produzione di alcuni articoli e che vogliamo trovare nuovi fornitori rispetto a quelli che già abbiamo, digitiamo così su Google le parole chiave: • Polipropilene: i risultati che il computer ci restituisce, in una sola lingua scelta, sono circa 4,7 milioni. Decisamente troppi per analizzarli tutti, quindi operiamo una prima scrematura. • Polipropilene riciclato: i risultati che ci appaiono sono scesi a 129.000 circa, sempre troppi rispetto al tempo di analisi che posso investire per una ricerca, quindi scremiamo ancora. • Polipropilene riciclato in granuli: i posts da leggere sono arrivati a circa 20.400, il che significa che, aprendo gli annunci e spendendo un tempo medio per analizzare il contenuto di 2 minuti per contatto, impiegherò circa 4 mesi, lavorando tutto il giorno, per selezionare i fornitori. Decisamente impossibile. La Fiducia Supponendo che siamo riusciti a trovare alcuni fornitori, a noi sconosciuti, che potrebbero soddisfare apparentemente le nostre esigenze, nasce il problema di verificarne l’affidabilità. I sistemi di verifica sono decisamente pochi, in quanto quello che compare in rete può essere frutto di manipolazioni fatte ad arte per migliorare l’aspetto dell’azienda o creare una facciata ex novo, specialmente se non verificabile in sede direttamente. Anche i portali web del settore, con libero accesso agli iscritti, poco possono fare per limitare il fenomeno delle truffe di identità su internet, che causano tanti problemi alle aziende che si avventurano nei contatti commerciali con questi soggetti iscritti. Tempo e Fiducia sono le chiavi con cui lavora il portale del riciclo rMIX.Utilizzando la piattaforma troverai già una scrematura di aziende, nel mondo, che offrono o cercano prodotti o servizi già divisi per famiglia di appartenenza (plastica, metalli, carta, legno, tessuti, gomme, vetro, scarti edili, macchine, prodotti fatti con materiali riciclati, consulenze, lavori conto terzi, distributori, trasporti…). Ovviamente non ci sono 4,7 milioni di contatti, ma se non trovi quello che cerchi puoi postare una richiesta e puoi essere contattato da chi è interessato. Per quanto riguarda la Fiducia, sul portale del riciclo rMIX nessuno si può iscrivere in modo automatico, deve inviarci prima i propri dati e, solo dopo una valutazione interna, la direzione deciderà se ammetterlo nel portale. Questo viene fatto per cercare di ridurre al minimo il rischio di frodi e di scambio di identità. Inoltre, nel portale troverete una serie di aziende che sono state e/o sono conosciute personalmente dalla nostra società, nel corso delle attività commerciali a livello internazionale svolte nel passato e al lavoro di consulenza che svolgiamo attualmente. Fare l’abbonamento al portale ti allevierà di tante incombenze, perdite di tempo e rischi nel tuo lavoro. Iscriviti al portale rMIX
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