Prenditi Cura della Natura e la Natura si Prenderà Cura di Tedi Marco ArezioQuando un leggendario climber affronta le pareti con il rispetto totale per la montagna stessa e per l'ambiente in cui è inserita, quando rifiuta qualsiasi mezzo che potrebbe incidere negativamente sul rapporto con la montagna, quando l'amore per la natura lo fa sentire "roccia, vento e pioggia", allora è nato un nuovo ambientalista.Il leggendario scalatore dello Yosemite è Ron Kauk è nato a Redwood City, in California, il 23 settembre 1957. All'età di 14 anni, Ron ha partecipato a un'esperienza di backcountry di 20 giorni organizzata dalla sua scuola.Per il gusto di farlo, uno degli adulti aveva scommesso un frullato per chiunque fosse stato in grado di completare una salita difficile, che Ron vinse con successo. Trafitto dalla bellezza dell'arrampicata e incoraggiato dai modelli di comportamento nella comunità di arrampicata su roccia in Yosemite, Ron ha dovuto scegliere se continuare la sua istruzione formale o trasferirla in un luogo diverso. Scelse la via della natura e si trasferì a Yosemite all'età di 17 anni.Nel campeggio degli scalatori nella Yosemite Valley, noto come Campo 4, Ron è stato circondato da una comunità di individui che la pensano allo stesso modo in cerca di significato nelle sfide verticali delle pareti di granito, pareti scolpite dalle forze della natura.I successi di Ron nell'arrampicata sono stati molti, ma tutti hanno implicato l'espansione degli orizzonti nell'attività. Tra i risultati più iconici c'è un boulder nel mezzo del campo 4 noto come Midnight Lightning. Un'altra salita molto famosa è Astroman, che si trova sulla parete orientale della Colonna di Washington sotto il North Dome. Ancora un'altra, Magic Line , è una fessura molto sottile che si trova sul lato destro di Vernal Falls che Ron considera una delle sue salite "di successo nella vita" a causa della sua difficoltà.Ron in anni più recenti ha lavorato per esprimere il suo apprezzamento per Yosemite. Si è attivamente impegnato con la comunità dei nativi americani che ha giustamente un legame spirituale e storico con Yosemite.Ha trascorso le estati come volontario nel campeggio di Tuolumne Meadows fornendo legna da ardere per il campo dei ranger, organizzando pulizie e ricordando ai visitatori attraverso innumerevoli conversazioni la bellezza di Yosemite. Durante le estati a Tuolumne Meadows, Ron ripete le sue numerose salite e massi familiari, rinnovando il suo apprezzamento per ogni singola fessura, nodo e superficie levigata dal ghiacciaio che rappresenta le incisioni della geologia. È come uno studioso che legge antichi manoscritti, alla ricerca di riferimenti indecifrabili e significati nascosti. Annusa il vento, apprezza i temporali, il sole e il flusso dei fiumi a cascata. La nostra consapevolezza di questi elementi è la chiave per la nostra comprensione della condizione umana. La vita e la natura sono grandi insegnanti e offrono molti percorsi di intuizione, ispirazione e apprezzamento. Per Ron, è un semplice riassunto: "Prenditi cura della natura e la natura si prenderà cura di te".Info: Sacred rok
SCOPRI DI PIU'Da molti anni gli alimenti possono essere porzionati attraverso un imballo costituito da una pellicola in PVCdi Marco ArezioE’ ormai nostra abitudine acquistare porzioni di cibo che il negoziante o la grande distribuzione confeziona attraverso una pellicola in PVC. Anche nelle nostre case, lotti parziali di cibo, vengono comunemente avvolti in queste pellicole per aumentare la durata della conservazione e salvaguardarne la qualità.Sebbene oggi esistano anche diverse pellicole per alimenti in PE, il mercato del PVC è ancora quello più importante per via di numerosi fattori tecno-economici. L’uso del polimero di PVC permette di realizzare una pellicola molto resistente, con una bassa permeabilità all’acqua e all’ossigeno, con una buona resistenza agli acidi e agli alcali diluiti. Inoltre, per un fatto del tutto pratico, le pellicole alimentari in PVC hanno una ottima capacità di confezionamento, saldandosi facilmente ad un piatto o ad una ciotola o su se stesso. Dal punto di vista economico, la presenza del cloro nel composto in PVC, fondamentale per la sua struttura chimica, riduce in modo sensibile il costo del prodotto finito, questo perché si configura un risparmio di etilene pari a circa il 50% rispetto all’uso del PE a parità di prodotto. Utilizzando il PVC è possibile inserire una serie di additivi che ne possono modificare le caratteristiche prestazionali, avendo la possibilità di creare, con un unico polimero, prodotti differenti. Vediamo gli additivi principali che vengono usati nell’industria del packaging: • Agenti anti blocking: riducono la tendenza all’adesività • Agenti anti appannamento: promuovono la formazione di un velo di liquido omogeneo e continuo • Antimicrobici: prevengono la crescita di microrganismi • Antiossidanti: Prevengono la degradazione del film dovuta all’atmosfera • Antistatici: Riducono l’accumulo di cariche elettriche che attraggono la polvere • Agenti rigonfianti: vengono impiegati per produrre schiume da materie plastiche • Catalizzatori: fanno iniziare la polimerizzazione nella produzione di resine plastiche • Coloranti: permettono la colorazione delle pellicole • Agenti accoppianti: favoriscono l’accoppiamento tra i pigmenti e i polimeri • Ritardanti di fiamma: riducono l’infiammabilità dei materiali che sono combustibili • Stabilizzatori di calore: riducono la degradazione del PVC in acido cloridrico • Lubrificanti: Riducono adesività tra il PVC e le parti metalliche • Plastificanti: migliorano la flessibilità, la lavorabilità e la dilatabilità Tutti questi additivi, ma specialmente i plastificanti, sono soggetti ad una strettissima normativa per permetterne l’uso in ambito alimentare. C’è da considerare che in commercio esistono circa 300 tipologie di plastificanti e quelli approvati per l’uso alimentare, sono soggetti alla normativa di disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d’uso personale. Le sostanze che potrebbero trasferirsi dall’imballo all’alimento possiamo dividerle in tre categorie: • Sostanze aggiunte: sono principalmente rappresentate dagli additivi del PVC sopra elencati • Residui: rappresentano parti di materiale polimerico con incomplete reazioni (monomeri, catalizzatori, solventi, adesivi ecc.) • Prodotti di neo formazione: sono sostanze che si originano dalla decomposizione spontanea dei materiali o durante le operazioni di trasformazione in manufatto Queste sostanze definite di neoformazione, sono molto variabili tra loro, in funzione di molti fattori chimico-fisici che si possono presentare e che possono influire sull’eventuale trasferimento di sostanze all’alimento di difficile gestione e risoluzione.Categoria: notizie - tecnica - plastica - pellicole alimenti - PVC - packaging
SCOPRI DI PIU'Innovazioni e Sostenibilità: La Nuova Frontiera dei Metallidi Marco ArezioIl settore del riciclo dei rottami metallici sta vivendo una trasformazione radicale, spinta dall'innovazione tecnologica e dalla crescente necessità di pratiche sostenibili. Questo articolo esplora le ultime innovazioni nel campo, sottolineando come stiano cambiando il panorama del riciclo dei metalli, migliorando l'efficienza del processo e contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale. 1. Introduzione al Riciclo dei Metalli Il riciclo dei metalli gioca un ruolo cruciale nell'economia circolare, riducendo la necessità di estrazione di nuovi materiali, diminuendo l'emissione di gas serra e risparmiando energia. I metalli, grazie alla loro intrinseca capacità di essere riciclati più volte senza perdere le proprietà, offrono un'opportunità unica per lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, nonostante questi benefici, il settore si trova di fronte a sfide significative, tra cui l'efficienza del riciclaggio, la separazione dei materiali e la gestione dei residui. 2. Innovazioni Tecnologiche nel Riciclo Le tecnologie emergenti stanno apportando miglioramenti significativi nel processo di riciclaggio dei rottami metallici. Tra queste, si evidenziano: Tecnologie di Separazione Avanzate: Nuovi metodi di separazione basati su sensori ottici, raggi X, e magnetismo stanno migliorando la capacità di distinguere e separare i metalli misti nei rottami. Questi sistemi consentono una separazione più accurata, aumentando la purezza dei materiali riciclati e riducendo i rifiuti. Pirolisi e Gassificazione: Questi processi termochimici trasformano i rifiuti metallici in gas sintetico o olio, recuperando energia e materiali. Offrono una soluzione per trattare i rottami metallici contaminati o misti che altrimenti sarebbero difficili da riciclare. Processi Enzimatici: La ricerca sta esplorando l'uso di enzimi per recuperare metalli da rottami elettronici e batterie. Questi metodi biologici promettono di offrire un'alternativa ecocompatibile ai processi chimici convenzionali. 3. Efficienza Energetica e Riduzione dell'Impatto Ambientale Le innovazioni tecnologiche non solo migliorano l'efficienza del riciclaggio ma contribuiscono anche a una significativa riduzione dell'impatto ambientale. La gassificazione, ad esempio, permette di recuperare energia dai rottami metallici, riducendo il consumo di combustibili fossili. Analogamente, i metodi di separazione avanzati minimizzano la produzione di scarti, contribuendo alla riduzione delle discariche. 4. Sfide e Barriere all'Innovazione Nonostante i progressi, l'adozione di queste tecnologie innovative incontra ostacoli. Le barriere includono il costo elevato degli investimenti iniziali, la mancanza di normative chiare, e la necessità di sviluppare competenze specifiche. Inoltre, la variabilità nella composizione dei rottami metallici richiede soluzioni flessibili e adattabili, un ulteriore livello di complessità. 5. Prospettive Future Il futuro del riciclaggio dei metalli appare promettente, con la ricerca e lo sviluppo che continuano a spingere i confini dell'innovazione. L'integrazione di tecnologie digitali, come l'intelligenza artificiale e la blockchain, potrebbe offrire nuove soluzioni per migliorare la tracciabilità dei materiali e ottimizzare le catene di fornitura del riciclaggio. 6. Conclusione L'innovazione nel riciclo dei rottami metallici è fondamentale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Le nuove tecnologie non solo migliorano l'efficienza e la sostenibilità del processo di riciclaggio ma contribuiscono anche alla realizzazione di un'economia più circolare e resiliente. Mentre il settore si adatta a queste innovazioni, si apre la strada a nuove possibilità per ridurre l'impatto ambientale dell'industria e supportare la transizione verso pratiche più sostenibili. Le imprese e le istituzioni che operano nel settore del riciclo dei metalli sono chiamate a giocare un ruolo chiave in questa transizione, investendo in tecnologie innovative, formando le competenze necessarie e collaborando con i partner lungo l'intera catena di valore per superare le barriere esistenti. La capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e ai cambiamenti del mercato sarà determinante per il successo in questo settore in evoluzione. Inoltre, la sensibilizzazione e l'impegno da parte dei consumatori e delle comunità svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere il riciclaggio dei metalli. Promuovere una maggiore comprensione dell'importanza del riciclo, insieme alla partecipazione attiva nella raccolta differenziata, può aumentare significativamente le quantità di materiale riciclabile disponibile, migliorando ulteriormente l'efficienza del processo di riciclaggio. L'adozione di politiche pubbliche che favoriscano il riciclo dei metalli, tramite incentivi finanziari, normative chiare e supporto alla ricerca e all'innovazione, è altresì cruciale. Queste politiche possono accelerare l'adozione delle nuove tecnologie, rendendo il riciclaggio dei metalli più economicamente vantaggioso e ambientalmente sostenibile. Infine, la collaborazione tra i vari stakeholder - industrie, governi, istituti di ricerca e società civile - è essenziale per costruire un sistema di riciclaggio dei metalli robusto e sostenibile. Attraverso un impegno congiunto, è possibile affrontare le sfide attuali e future, sfruttando appieno il potenziale dei rottami metallici come risorsa preziosa per l'industria e per la società.
SCOPRI DI PIU'Polipropilene, Poliestere e Polietilene sono le principali materie prime che costituiscono i teli sottocoppo e sottotegoladi Marco ArezioNell’ambito della sostenibilità dei materiali che vengono utilizzati nei cantieri edili per l’impermeabilizzazione dei tetti, ci siamo occupati in passato dei sistemi di riciclo delle lastre in cartone bitumato, che servono per la posa di coppi e tegole, rendendo il tetto impermeabile e nello stesso tempo ventilato e delle guaine bituminose, che vengono posizionate sopra la falda del tetto in laterocemento o in legno, per proteggerlo dalle infiltrazioni di acqua. Se nel passato, durante le fasi di demolizione, il materiale di risulta del cantiere veniva inviato senza alcuna selezione preventiva alla discarica, oggi è doveroso e necessario selezionare i prodotti di scarto per il loro recupero. I teli sottotetto e sottotegola sono prodotti relativamente recenti che vengono utilizzati per evitare percolazioni di acqua all’interno dell’abitazione, per riflettere il calore verso l’esterno, per favorire la traspirabilità del pacchetto tetto, per ridurre la formazione di umidità causata da fattori interni ed esterni e per altri scopi. Come sono composti i teli sottotetto?I più diffusi sono realizzati in polipropilene o poliestere o polietilene, attraverso la calandratura delle materie prime in strati sottili e molto resistenti. Sono normalmente realizzati in pacchetti stratificati di due, tre o quatto fogli ognuno con un compito preciso che possiamo riassumere: • Strati di finitura • Strato portante • Strato riflettente • Armature Per renderci conto della costituzione di un metro quadrato di telo impermeabile possiamo dire che le grammature possono variare da 100 a 400 grammi, possono avere alcuni strati accoppiati tra loro o prevedere un’armatura a rete che ne aumenta la resistenza a trazione. Quali funzioni hanno i teli sottotetto?In passato l’impermeabilizzazione del tetto, che fosse costituito da una falda il laterocemento o da un assito in legno, si affidava ai composti bituminosi, guaine liquide o guaine a rotoli, il compito di rendere impermeabile il tetto. Con l’utilizzo su larga scala dei tetti in legno, si è notato che la posa dei composti bituminosi avevano una controindicazione, in quanto l’umidità che migrava dall’abitazione veniva bloccata dallo strato impermeabile, con la conseguenza di far marcire, nel tempo, l’assito in legno. Si iniziò quindi ad adottare, per questa tipologia di costruzione, le lastre in cartone riciclato imbevute di bitume, che permettevano, attraverso la loro conformazione, sia la ventilazione del tetto che la facilità di posa della copertura in laterizio. L’adozione successiva dei teli sottotetto ebbe una più rapida impiego nel nord Europa, in quanto l’uso del legno per i tetti era più diffuso che nel sud, inoltre la copertura finale era spesso rappresentata dalle tegole e, queste, risultavano di facile posa su una doppia listellatura in legno anziché sulle lastre bitumate. Nacque così una vasta gamma di prodotti per le esigenze più disparate: • Impermeabilità • Traspirabilità • Riflettenza • Protezione • Isolamento • anticondensa Come riciclare i teli sottotetto?La grande diffusione di questi sistemi di protezione ha, negli ultimi trent’anni, incrementato in modo esponenziale la produzione creando, dopo un lasso di tempo naturale, i primi ritorni come rifiuti da riciclare. Normalmente, essendo i prodotti costituiti da polimeri primari, come il polipropilene, il poliestere e il polietilene, il loro recupero segue la strada dei rifiuti plastici da post consumo, con il conferimento alle piattaforme di riciclo che provvederanno alla loro selezione, macinazione, lavaggio, densificazione, pronti per essere estrusi in nuova materia prima riciclata. Un percorso più problematico esiste per quei teli che sono composti da plastiche differenti, come l’abbinamento con poliuretani, poliesteri, film di alluminio o spalmature varie. In questi casi il conferimento agli impianti di riciclo meccanico di questi teli composti, crea un percentuale di rifiuti non riciclabili piuttosto elevata, in quanto diventa difficile la separazione per tipologia di polimeri dei vari strati e, quindi, il loro riciclo come nuova matria prima. Sicuramente alcune combinazioni tra i polimeri, come il PE+PET, potrebbero trovare un utilizzo come materie prime riciclate, ma restano comunque di difficile riciclo le altre tipologie. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - edilizia - teli impermeabili e traspiranti
SCOPRI DI PIU'La Forestazione Urbana Potrebbe Migliorare i Fenomeni Depressividi Marco ArezioFino al periodo antecedente alla rivoluzione industriale, che si può collocare in Inghilterra nella seconda metà del XVIII° secolo e, più ancora, nella seconda rivoluzione industriale alla fine del XIX° secolo, con l’arrivo delle scoperte chimiche, il rapporto che l’uomo aveva con la natura era di complicità e simbiosi.L’uomo sfruttava la terra per il proprio sostentamento ma non arrecava danni così gravi da non permettere all’ambiente di rigenerarsi in modo autonomo, creando un equilibrio tra le azioni antropiche e la consistenza naturale. Ai giorni nostri, di quel rapporto, è rimasto ben poco perché ben poco è rimasto dell’ambiente naturale e, l’uomo, si è abituato a vivere in ambienti che di naturale hanno davvero poco. Città cementificate, con poche aree verdi, dove non si vedono fiori, profumi e animali che ci potrebbero far ricordare da dove veniamo. Alcune città sono sempre più grandi e popolate, in cui la gente vive in agglomerati dormitori, nelle quali si cerca di sopravvivere attraverso delle opportunità di lavoro che in aree esterne non permettono di farlo. Ma anche nelle città definite ricche, del primo mondo, la ricchezza è divisa in modo del tutto “antisociale” creando gruppi di persone che sopravvive e altri che hanno avuto più fortuna o opportunità. La vita in questi ambiti, specialmente in quelli con una densità della popolazione maggiore e con redditi molto diseguali, crea tensioni, paure, angosce insicurezza che molte volte si traduce in forme piò o meno gravi di depressione. A Lipsia, in Germania, hanno studiato il fenomeno della depressione urbana in relazione alla presenza di verde, quindi della densità di piantumazione delle aree abitate. In uno studio, fatto su 9751 cittadini, si è cercato di capire se ci fosse un nesso tra la presenza degli alberi e la quantità di psicofarmaci utilizzati per la cura della depressione rispetto ad altre zone in cui la forestazione fosse assente o inferiore. Si è visto, incrociando le statistiche delle prescrizioni di ansiolitici e antidepressivi agli abitanti presi in considerazione, che la presenza di alberi ad alto fusto e del fogliame lungo le strade e a ridosso delle abitazioni, coincideva con un minore utilizzo in quell’area di farmaci per la salute mentale. Coincidenza? Può darsi, ma c’è un altro dato che potrebbe confutare questa tesi, infatti, controllando altri fattori di rischio per la salute mentale come la perdita del lavoro, problemi sessuali, di età di peso ed economici, si è visto che le aree con più o meno presenza di alberi non influenzavano questi fattori. Si è inoltre scoperto che le specie arboree differenti non giovavano in alcun modo al fenomeno, quindi non si poteva elevare una pianta migliore dell’altra a questo scopo. Ovviamente non è uno studio scientifico, anche perché molte persone depresse non assumono farmaci, quindi sfuggono alle statistiche, ma sicuramente dimostra che la vegetazione intensa nelle città e la presenza di uccelli, migliora l’umore degli abitanti. Ricordiamo poi che gli alberi in città riducono la calura che le costruzioni possono immagazzinare quando sono esposte al sole, aiutando a rendere l’ambiente più fresco, assorbono l’anidride carbonica nell’aria e riducono le polveri. Approfondisci l'argomento
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