Scopriamolo verificando l’acqua contenuta in una bottiglia di PET utilizzando il naso elettronicodi Marco Arezio Il packaging delle bibite e dell’acqua minerale è passata, nel giro di pochi anni, dalle bottiglie di vetro a quelle di plastica per una serie di importanti di fattori che hanno fatto di questo sistema di imbottigliamento il più usato in assoluto al mondo. Intorno alle bottiglie di plastica, in particolar modo al suo materiale primario, il PET, si sono sviluppate campagne di sostegno e campagne di denigrazione tra le più aspre, giocate tra i produttori di bibite, i produttori di materie prime, la distribuzione e il cittadino. I temi fortemente discussi sono ambientali, da una parte, rivendicando una sorta di patente di inquinatori da parte dell’opinione pubblica verso i produttori di bottiglie in PET, a causa della massiccia presenza nei mari dei prodotti usa e getta. E’ ovvio a tutti che i produttori di bottiglie in plastica non hanno nessuna parte a questo disastro ambientale che è da attribuire al consumatore finale, che non si preoccupa di conferire la bottiglia vuota a centri di riciclo o a provvedere al suo riutilizzo. Dall’altra parte i produttori di bibite hanno identificato nella bottiglia in plastica, tra l’altro, oggi, costituita da una parte di materiale riciclato, un grande vantaggio in termini di costi di produzione, di risparmio sulla logistica e di un impatto ambientale, in fase di produzione, minore rispetto ad altri materiali per il packaging. Ma c’è un’altra questione da considerare, e cioè il rapporto tra la bottiglia in plastica e il suo contenuto, l’acqua per esempio, rapporto che è un matrimonio solidale finché l’acqua non viene utilizzata dal consumatore. Durante la permanenza dell’acqua nelle bottiglie di plastica, tra il momento dell’imbottigliamento e il momento del suo consumo, la bottiglia può ricevere gli effetti della luce, dell’irraggiamento solare e dell’aumento delle temperature della plastica sotto l’effetto del sole. Ogni modifica delle condizioni standard della plastica, caldo, freddo, luce, tempo di vita della bottiglia, che possono modificare la struttura della plastica, potrebbero essere condivisibile con l’acqua contenuta che il consumatore di beve. Come facciamo a sapere se elementi volatili che nascono a seguito delle possibili mutazioni della plastica si trasmettano o meno nell’acqua? Non assaggiandola, in quanto alcune sostanze che potrebbero essere cedute possono essere insapori, non guardandola controluce, perché alcune sostanze potrebbero essere non visibili ad occhio nudo. Oggi abbiamo a disposizione uno strumento di laboratorio di piccole dimensioni ma efficacissimo, chiamato naso elettronico, che analizza in modo scientifico gli elementi volatili dei materiali. Attraverso la campionatura di porzioni di acqua contenute in varie bottiglie in plastica si inseriscono le provette nel naso elettronico e, in modo automatico, si riscaldano i campioni creando delle parti volatili che vengono intercettate da un gascromatografo (GC), che dialoga con uno spettrometro a mobilità ionica (IMS), i quali ci restituiscono un esame tridimensionale delle parti volatili contenute nell’acqua andando ad indentificare esattamente la quantità e la tipologia chimica dei composti contenuti. Cosa beviamo dunque? Acqua o altro? Ce lo dirà il naso elettronico.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - PET - packaging - bottiglie
SCOPRI DI PIU'La diversificazione energetica di Total continua, non solo nel campo dell'energia solare, ma anche attraverso acquisizioni di produttori di energie rinnovabili come quella del Biogas.Total annuncia l'acquisizione di Fonroche Biogaz, una società che progetta, costruisce e gestisce unità di digestione anaerobica in Francia. Con quasi 500 gigawattora (GWh) di capacità installata, raddoppiata tra il 2019 e il 2020, Fonroche Biogaz è oggi il leader del mercato francese nella produzione di gas rinnovabile con una quota di mercato superiore al 10% grazie a un portafoglio di sette unità in operazione e una pipeline di quattro progetti imminenti. Attingendo alle competenze dei suoi 85 dipendenti, Fonroche Biogaz ha sviluppato competenze industriali e tecnologiche lungo l'intera catena del valore dei gas rinnovabili. La sua integrazione segna un passo significativo nello sviluppo di Total sul mercato del gas rinnovabile, con prospettive di rapida crescita sul mercato francese e di diffusione internazionale. "Questa acquisizione è coerente con la nostra strategia e i nostri progetti sull’impronta climatica di arrivare a Net Zero entro il 2050. Riteniamo che il gas rinnovabile abbia un ruolo chiave da svolgere nella transizione energetica in quanto contribuisce a ridurre l'intensità di carbonio del gas naturale - e sosteniamo l'imposizione della miscelazione del gas rinnovabile nelle reti del gas naturale ", spiega Philippe Sauquet, Presidente Gas, Renewables & Power di Total. "Nel 2020 abbiamo dichiarato la nostra intenzione di contribuire allo sviluppo di questo settore, che ci aspettiamo diventi più competitivo nei prossimi anni. Intendiamo produrre 1,5 terawatt-ora (TWh) di biometano all'anno entro il 2025 e Fonroche Biogas è quindi la pietra angolare del nostro sviluppo in questo mercato ". "Siamo orgogliosi di entrare a far parte del Gruppo Total, che ha mostrato una forte visione e ambizione, lanciando un massiccio e sostenibile programma di investimenti nelle energie rinnovabili. Il nostro modello di business integrato combinato con la forza e la portata globale di Total ci offre una prospettiva positiva e sostenibile per il futuro. Il loro eccellente track record nel settore solare, sia in termini di durata dei loro investimenti che di forte crescita, ha confermato la nostra decisione di unire le competenze dei team di Fonroche Biogaz con questo major dell'energia francese ", ha dichiarato Yann MAUS, Presidente e Fondatore di Fonroche Group. Con questa acquisizione, Total diventa uno dei principali attori nel gas rinnovabile in Francia e in Europa, e rafforza in modo significativo la sua presenza nel settore, già efficace attraverso le sue affiliate Méthanergy (produzione combinata di calore ed energia da biogas), PitPoint e Clean Energy (produzione di biometano e distribuzione tramite una rete di stazioni Bio-CNG / Bio-LNG) rispettivamente in Benelux e negli Stati Uniti. Nel dicembre 2020, Total ha firmato un Memorandum of Understanding (MoU) con Clean Energy per stabilire una joint venture 50/50 da $ 100 milioni per sviluppare progetti di produzione di gas rinnovabile negli Stati Uniti. Entro il 2030, Total prevede di produrre da 4 a 6 TWh di biometano all'anno. Redazione di Total
SCOPRI DI PIU'Esplorando le Disuguaglianze, la Resilienza e le Vie di Fuga per l'Uomo Comune nel Labirinto Economico del XXI Secolo di Marco ArezioIl capitalismo digitale ha ridisegnato le fondamenta economiche e sociali su cui si basa il mondo moderno. Questa nuova era economica, caratterizzata da un uso pervasivo della tecnologia digitale, ha portato a innovazioni e opportunità senza precedenti. Tuttavia, ha anche accentuato le disuguaglianze esistenti, creando una realtà in cui pochi prosperano mentre molti lottano per mantenere un tenore di vita dignitoso. In questo contesto, emergono domande pressanti sulla sopravvivenza dell'uomo comune e sul futuro della società nel suo insieme. Cosa significa vivere in un mondo dove i ricchi diventano sempre più ricchi, e la classe media, una volta colonna portante dell'economia, si ritrova sempre più vicina alla soglia di povertà? Esploriamo le sfide e le dinamiche del nuovo capitalismo digitale e valutiamo le strategie attraverso le quali l'individuo può non solo sopravvivere ma anche prosperare in questo paesaggio in rapida evoluzione. Definizione del Nuovo Capitalismo Digitale Nel cuore del nuovo capitalismo digitale giace l'innovazione tecnologica. Questa era è stata definita dalla fusione tra il progresso tecnologico e le pratiche economiche, dando vita a un ambiente in cui le piattaforme digitali dominano e riscrivono le regole del gioco economico. Diverse da quelle tradizionali, queste piattaforme spaziano dai colossi dell'e-commerce come Amazon ai giganti dei social media come Facebook e Instagram, passando per i servizi di streaming come Netflix e Spotify. La caratteristica distintiva del capitalismo digitale è la sua capacità di capitalizzare i dati come risorsa primaria. Nel mondo di oggi, i dati non sono solo un prodotto; sono il prodotto. Il valore non è più creato unicamente attraverso la produzione fisica di beni, ma attraverso la raccolta, l'analisi e la vendita di dati. Questo ha reso possibile un nuovo tipo di economia, un'economia di scala senza precedenti dove il costo marginale di aggiungere un ulteriore utente alle piattaforme digitali è praticamente nullo, permettendo a queste aziende di crescere a dimensioni astronomiche. Tuttavia, questa crescita non è stata senza conseguenze. La capacità delle piattaforme digitali di dominare i mercati ha portato a una concentrazione di potere economico nelle mani di pochi, ridefinendo cosi le dinamiche di ricchezza e potere a livello globale. Impatti Economici nell'Era del DigitaleRicchezza Concentrata La narrazione del capitalismo digitale è spesso colorata da storie di successo straordinarie, con imprenditori che diventano miliardari quasi dall'oggi al domani. Tuttavia, queste storie oscurano una realtà più complessa e disturbante: la crescente concentrazione di ricchezza. Questi successi, sebbene notevoli, contribuiscono a un'economia in cui la ricchezza è sempre più nelle mani di una élite.Impatto sulla Classe Media La classe media, un tempo considerata la spina dorsale dell'economia, si trova ora in una posizione precaria. La digitalizzazione ha portato a una polarizzazione del mercato del lavoro, con la creazione di posti di lavoro altamente qualificati da un lato e di posti di lavoro a bassa qualificazione e mal pagati dall'altro. Questa dinamica ha eroso la classe media, spingendo molti verso livelli di vita inferiori. Impoverimento e Precarietà Nell'ombra del successo delle grandi aziende digitali, vi è un aumento della precarietà lavorativa. Il gig economy, sebbene offra flessibilità, è spesso sinonimo di lavoro precario, senza garanzie lavorative tradizionali come la sicurezza del lavoro o i benefici sanitari. Questo ha lasciato molti lavoratori in una situazione di incertezza economica, lottando per far fronte alle esigenze quotidiane. Aspetti Sociali nell'Era del DigitaleDisuguaglianza Sociale La disuguaglianza economica si manifesta in diverse sfere della vita sociale, influenzando l'accesso all'istruzione, alla sanità e alle opportunità in generale. La concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi ha portato a un sistema in cui il capitale può spesso tradursi in un accesso privilegiato a servizi migliori, creando un divario sempre più ampio tra chi può permettersi di pagare e chi no. Questa situazione è particolarmente evidente nel settore dell'istruzione, dove le risorse economiche possono determinare la qualità e il livello dell'istruzione accessibile, con implicazioni a lungo termine sulle opportunità di carriera e sul reddito.Impatto sulla Democrazia La concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di pochi ha anche implicazioni per la democrazia. Il potere economico può tradursi facilmente in potere politico, con grandi corporazioni e individui estremamente ricchi che esercitano un'influenza sproporzionata sulle decisioni politiche. Questo può portare a una situazione in cui le politiche e le leggi vengono modellate per servire gli interessi di una minoranza privilegiata, a scapito dell'interesse collettivo.Disconnessione e Alienazione L'era digitale, pur offrendo nuove modalità di connessione, ha anche portato a forme di disconnessione e alienazione. La comunicazione digitale, sebbene utile, può spesso sostituire le interazioni faccia a faccia, portando a una sensazione di isolamento. Inoltre, la costante esposizione ai successi altrui tramite i social media può contribuire a sentimenti di inadeguatezza e insoddisfazione, aggravando le divisioni sociali e personali. Strategie di Sopravvivenza per l'Uomo Comune Educazione e Formazione Continua Un modo per navigare nel nuovo capitalismo digitale è tramite l'educazione e la formazione continua. L'acquisizione di nuove competenze, soprattutto in aree legate alla tecnologia e al digitale, può aprire porte a opportunità di lavoro emergenti. L'apprendimento continuo non solo migliora le prospettive di carriera ma aiuta anche l'individuo a rimanere resiliente di fronte ai cambiamenti rapidi del mercato del lavoro.Partecipazione Politica e Sociale L'impegno politico e sociale è fondamentale per contrastare le disuguaglianze e promuovere cambiamenti positivi. La partecipazione attiva in iniziative locali, movimenti sociali e processi politici può aiutare a dare voce alle preoccupazioni dell'uomo comune, influenzando le politiche e le decisioni che riguardano la distribuzione della ricchezza e l'accesso alle opportunità.Innovazione e Imprenditorialità L'era digitale offre anche nuove opportunità per l'innovazione e l'imprenditorialità. Anche gli individui o le piccole imprese possono sfruttare le piattaforme digitali per raggiungere un pubblico globale, creando prodotti o servizi che rispondono alle esigenze emergenti del mercato. L'adozione di un approccio imprenditoriale può aprire nuove vie per la creazione di valore e la generazione di reddito. Conclusioni Il nuovo capitalismo digitale ha indubbiamente trasformato il paesaggio economico e sociale, presentando sfide significative ma anche opportunità uniche. Mentre le disuguaglianze e le difficoltà possono sembrare scoraggianti, ci sono vie attraverso le quali l'individuo può cercare di adattarsi e prosperare. L'educazione, l'impegno civico e l'innovazione rappresentano strategie chiave per navigare in questo nuovo mondo, offrendo speranza e direzione in un'era di rapidi cambiamenti. La resilienza, la creatività e la partecipazione attiva sono essenziali per costruire un futuro più equo e inclusivo, dove le opportunità non sono limitate a pochi ma accessibili a molti.
SCOPRI DI PIU'Slow Life in Francia: Una Vacanza di Relax, Calma, Storia, Natura e Cucinadi Marco ArezioUna vacanza all'insegna del relax, della calma, a contatto con la natura e la storia. Questi sono i primi ingredienti che compongono la visita dell'Alvernia in Francia, destinazione non battuta dal turismo di massa, che permette di visitare luoghi naturali incantevoli, fatti di zone vulcaniche, boschi, borghi caratteristici e tradizioni culinarie antiche. Il racconto di un viaggio di Carolyn Boyd pubblicato su The Guardian che ha fatto della sua esperienza un suggerimento per coloro che prediligono scoprire zone non affollate, a misura d'uomo, dove i fast food non sono un appuntamento a pranzo o a cena, ma piccole taverne che ti offrono cucina locale con quell'ospitalità tipica di una famiglia.L'Alvernia è una delle zone più scarsamente popolate d'Europa e Le Roannais è un arazzo di vigneti e villaggi dorati e verdi tra le città di Roanne e Vichy. Sapevo che l'Alvernia era una terra di vulcani, spettacolari parchi regionali e pochissime persone, ma in 16 anni in cui ho scritto sulla Francia, questa fetta di dolce campagna ondulata e alte colline boscose quasi nel centro della Francia è stata una rivelazione completa. Dopo esserci stabiliti nel nostro Airbnb vicino alla città di Renaison – una casa che appartiene probabilmente alla famiglia più accogliente e generosa che abbia mai incontrato in Francia – ci siamo avventurati nel bacino idrico locale per vedere la sua più grande attrazione: l'albero più alto in Francia. "Come fanno a sapere che è il più alto?" interrogarono i ragazzi. "Nessuna idea", abbiamo ammesso, mentre vagavamo lungo il sentiero screziato dal sole sotto gli alti abeti Douglas fino al famoso albero, un imponente 66 metri di altezza. Fu piantato di recente nel 1892, quando fu costruita la diga di Chartrain per creare il bacino idrico. Certo, non era una sequoia californiana di 700 anni e 100 metri, ma avere guadagnato una media di 27 cm all'anno non era male; forse è semplicemente fiorito tranquillamente in questi dintorni paradisiaci. Dopo essere scesi lungo la sponda per guardare in alto il suo tronco, abbiamo proseguito per attraversare la cima della diga mentre i martins vorticavano sopra la testa e il bacino rifletteva la foresta circostante come uno specchio. Un albero gigante può vincere il titolo da record, ma sono stati i borghi medievali della zona a vincere il concorso di bellezza, con le loro case storte a graticcio, i fiori abbondanti e le chiese che vantano i colorati tetti di tegole che vedi anche in Borgogna. Ci siamo innamorati di Le Crozet e Ambierle, così come di Saint-Haon-Le-Châtel, dove abbiamo passeggiato per le stradine, la tonalità ambrata degli edifici che brillava calda nel sole del tardo pomeriggio. Ci siamo affacciati dai bastioni guardando attraverso il paesaggio ondulato, che si estende verso il parco nazionale del Morvan in Borgogna, e sono rimasto sconcertato dal motivo per cui nessuno viene qui. Sebbene la bellezza dei villaggi e del paesaggio fosse stata una sorpresa, avevo avuto la sensazione che avremmo mangiato e bevuto bene. La capitale gastronomica della Francia è Lione a est e la città principale dell'Alvernia, Roanne, è la patria della dinastia culinaria Troisgros: la famiglia gestisce un ristorante con tre stelle Michelin e altri due ristoranti informali. Supportano dozzine di fornitori locali, tra cui il vigneto Domaine Sérol di Renaison, uno dei tanti vigneti della Côte Roannaise, ora gestito dall'ottava generazione della famiglia Sérol. Le uve Gamay della regione creano vini di facile beva simili a quelli del Beaujolais. Abbiamo visitato la tenuta dei Sérols, che si trova in alto sulla collina sopra Renaison, quindi abbiamo abbassato le nostre mascherine per sorseggiare i loro rossi chiari e rosati prima di andare a ruba bottiglie per circa 8 € a bicchiere. Abbiamo fatto scorta per cene all'aperto a Les Halles de Renaison, un minuscolo ma eccellente mercato alimentare con di tutto, da una gamma technicolor di frutta e verdura a carne succulenta. Per i formaggi, abbiamo scelto Mons Cheesemongers, che ha una reputazione globale e i suoi punti vendita a Londra. Ci hanno fatto venire l'acquolina in bocca alla bancarella del cioccolatiere François Pralus, un locale il cui padre Boulanger ha inventato la decadente pralina, una brioche burrosa abbondantemente tempestata delle tipiche praline ricoperte di zucchero rosa della zona. Il pluripremiato Père Pralus pensava che suo figlio li avrebbe rovinati quando fosse diventato un cioccolatiere, ma ha dimostrato che si sbagliava. Ora ha negozi in tutta la Francia e la sua Barre Infernalein di vari gusti è la confezione più deliziosa che abbia mai assaggiato. Le colline che si affacciano su Le Roannais - Les Monts de la Madeleine - erano perfette per smaltire le calorie. Nella giornata più calda, abbiamo camminato all'ombra di querce e faggi nelle Gorges du Désert, seguendo una cascata che di solito sgorga d'acqua ma era solo un rivolo nella calura estiva. Siamo emersi dagli alberi sulla vetta per ammirare panorami favolosi fino alle Alpi (in una giornata limpida), quindi siamo scesi nel villaggio di Saint-Alban-les-Eaux, famoso per la sua acqua minerale. Un altro giorno, ci siamo avventurati ulteriormente nel parco regionale Livradois-Forez, per passeggiare tra l'erica viola e gli asini nei paddock. Il belvedere prometteva la vista del Monte Bianco all'orizzonte e, sebbene fosse perso nella foschia, il panorama era comunque mozzafiato. Mentre la zona della Le Roannais è abbellita dai suoi vigneti e fattorie, il parco regionale Livradois-Forez è un luogo più selvaggio, le sue fitte pinete punteggiate di prati e brughiere e piccoli borghi. La sua città più grande, Thiers, ha una popolazione di appena 11.000 abitanti, dimezzata dall'inizio del XX secolo, ma è la capitale francese della produzione di coltelli. Lungo il tragitto, mi sono fermato a pranzo per assaporare una prelibatezza strettamente legata al commercio: la salsiccia di cavolo cappuccio di Arconsat. Nell'accogliente Auberge de Montoncel, Jean-Louis Garret – Gran Maestro della Confraternita della Salsiccia di Cavolo – ha spiegato come, nel XIX secolo, metà della popolazione attiva della città vendesse coltelli porta a porta. Uno di questi venditori ambulanti è arrivato fino in Grecia, si è appassionato alla salsiccia di agnello e cavolo locale e ha riportato l'idea per farla sua. A metà novembre, la sagra della salsiccia di cavolo cappuccio attira ben 1.700 persone. Jean-Louis lo serve con una salsa a base del formaggio caratteristico del parco, il fourme d'ambert. Famosa per le sue sorgenti di acqua minerale, Vichy visse il suo periodo di massimo splendore durante il regno di Napoleone III. All'inizio del XX secolo c'erano 18 officine di coltelli nella Vallée des Rouets, le cui macine erano alimentate da mulini ad acqua sul fiume Durolle. La città brulicava di più persone di quante ne avessi viste in una settimana, girovagando per la dozzina di negozi della città e comprando coltelli tascabili, coltelli da chef, coltelli da caccia, rasoi e posate eleganti. Dopo uno sguardo nel negozio più rinomato, Coutellerie Chambriard, dove la quarta generazione della famiglia ora consiglia ai clienti quale coltello si adatta esattamente alle loro esigenze, ho vagato per le strette strade medievali sotto le imponenti facciate in legno incrociate. La fine della strada principale si affaccia sulla valle verso la Chaîne des Puys, la fila di vulcani spenti per cui l'Alvernia è più famosa. Il più famoso, il Creux de l'Enfer ("buco dell'inferno") è già stato trasformato in un centro per le arti contemporanee. Se le fabbriche di coltelli mancano di glamour, ho trovato il contrario a Vichy, a un'ora di distanza. Famosa per le sue sorgenti di acqua minerale, la città visse il suo periodo di massimo splendore durante il regno di Napoleone III. La sua miriade di stili architettonici si combina in qualche modo per creare un'opera di bellezza, dalla facciata in stile liberty dell'ex casinò, alla straordinaria cupola e torre della chiesa in stile art déco. Quando sono arrivato, c'erano solo poche persone sedute all'ombra delle passerelle coperte decorate che corrono tra la spa, il teatro dell'opera e l'ex casinò. Ma non ho potuto fare a meno di chiedermi se, anche in tempi non Covid, il suo periodo di quattro anni come sede del governo collaborazionista del maresciallo Pétain durante la seconda guerra mondiale ha intaccato la sua reputazione. La mia guida Alla scuote vigorosamente la testa al suggerimento: “Abbiamo 2000 anni di storia qui. Perché quattro anni dovrebbero rovinarlo?”Categoria: Slow life - vita lenta - felicità - viaggio lento
SCOPRI DI PIU'La combinazione di utilizzo di granuli plastici e macinati impone delle valutazioni e delle scelte sulla miscelazione automaticadi Marco ArezioNella produzione di compounds polimerici riciclati o nel riutilizzo degli scarti della propria attività di lavorazione delle materie plastiche, sia essa di stampaggio, soffiaggio, estrusione o termoformatura, il riutilizzo dei macinati necessita di un’attenta valutazione nell’ambito delle ricette finali. I macinati plastici possono essere aggiunti al polimero principale per migliorare la fluidità, ridurre il prezzo, modificare il DSC, alzare o abbassare l’Izod, modificare il modulo o, semplicemente, riutilizzare gli sfridi di lavorazione che si generano nell’attività quotidiana. Per poter immettere nel fuso principale un macinato plastico, è necessario utilizzare un dosatore che possa simulare una ricetta studiata per soddisfare le esigenze estetiche e qualitative del polimero di cui abbiamo bisogno. In questo caso, ci avvaliamo di un dosatore che ha la funzione di rendere automatico il principio di miscelazione nelle dosi che riteniamo opportune al fine di realizzare il nostro lavoro. Non c’è dubbio che questa operazione potrebbe essere svolta anche a mano, inserendo nella tramoggia la quantità di macinato stabilita, ma, questa attività, impone la presenza costante di una risorsa umana che compia un’operazione facilmente automatizzabile. I dosatori di cui parleremo oggi sono quelli definiti volumetrici e gravimetrici. In linea generale sono entrambi impianti che sono deputati a rilasciare nel fuso plastico, in modo continuativo, la percentuale scelta di macinato che abbiamo stabilito nella nostra ricetta. Il dosatore volumetrico, come dice la parola, una volta caricato, intuisce quale possa essere la massa in volume di materiale da rilasciare che l’operatore ha stabilito preventivamente per realizzare il compound. Questo calcolo, da impostare nel dosatore, è frutto di una serie preventiva di tests che portano a calcolare quale possa essere il volume corretto di macinato da miscelare con la materia prima principale. E’ una vera e propria calibrazione del dispositivo di dosaggio utilizzato per il materiale da misurare, attraverso esercizi di cronometraggio, pesatura e rappresentazione grafica dei risultati. Questo è un passaggio critico che richiede abilità per garantire che le impostazioni del timer inserite nel controllo del mixer forniscano il volume corretto di ciascun materiale in base al tempo. Il principio di funzionamento invece dei dosatori gravimetrici lavora sul valore del peso del materiale da immettere, quindi calcola automaticamente la quantità di macinato che l’operatore macchina ha impostato, senza dover ricorrere al lavoro di calibrazione della macchina. Quali sono le differenze pratiche, tra i due sistemi, nel dosaggio e i problemi utilizzando i macinati? Possiamo dire che un dosatore volumetrico è impostato per calcolare ed immettere un certo volume di materiale sempre costante, questo è fattibile, esprimendo una certa precisione, se il macinato utilizzato è composto sempre da materiale uniforme e costante. Ma come sappiamo il macinato utilizzato, specialmente se deriva dal riciclo del post consumo, può avere una certa instabilità sia dimensionale che di densità, mettendo probabilmente in crisi il sistema di dosaggio. Il problema si riduce, ovviamente, se il macinato che proviene dagli scarti di produzione è uniforme e costante, così da dare una certa corretta ripetitività al calcolo della macchina che esegue sul volume della plastica. I dosatori gravimetrici, invece, utilizzano il valore del peso per verificare praticamente ogni dose calcolata, infatti, la macchina si accorge delle differenze tra un richiamo e l’altro di materiale, andando a correggere le differenze durante il richiamo successivo. Tutte le variazioni di portata, massa, tempo sono calcolate dal dosatore gravimetrico in modo da esprimere la massima precisione ed aderenza alla ricetta impostata in modo automatico. Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - dosatori - polimeri plastici
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