Sbiancanti ecologici, fibre riciclate, energia rinnovabile, risparmio di acqua e riduzione dei rifiuti liquidi e solididi Marco ArezioNella nostra mente, quando immaginiamo un foglio di carta su cui scrivere, o una pagina di un libro, ci viene in mente subito la tonalità del bianco, acceso, pulito e chiaro. Oppure se immaginiamo un imballo in carta o cartone ricordiamo più spesso quelli su base bianca o chiara, con colori accesi che danno il senso del nuovo e pulito. Ma come in tutte le cose, il risvolto della medaglia può essere l’impatto ambientale che il bello e il bianco possono avere nella produzione di carta e cartone. I maggiori responsabili di un possibile impatto ambientale in fase di produzione di prodotti cartacei, si possono identificare negli sbiancanti e, in generale di altri prodotti chimici di processo, nell’uso della materia prima necessaria, come la polpa di legno, nel consumo di acqua, di energia e nella produzione di rifiuti liquidi e solidi. Vediamo nel dettaglio le principali voci che pesano sull’ambienteL’impatto ambientale degli sbiancanti della carta e soluzioni più ecocompatibili Lo sbiancamento della carta nel processo di produzione può avere un impatto ambientale significativo, a causa dell'uso di sostanze chimiche e dell'emissione di inquinanti. Impatto che raggruppa diversi fattori interconnessi fra di loro: Inquinamento delle acque: lo sbiancamento della carta spesso coinvolge l'uso di sostanze chimiche, come cloro, clorati e cloruri, che possono essere rilasciate nei corpi idrici. Queste sostanze possono causare l'inquinamento delle acque, alterando la loro qualità e danneggiando gli ecosistemi acquatici. Alcune sostanze chimiche utilizzate nello sbiancamento, come il cloro elementare, possono formare composti clororganici tossici, inclusi i clorofenoli e le diossine, che sono potenzialmente dannosi per la salute umana e per l'ambiente. Consumo di acqua: lo sbiancamento della carta richiede grandi quantità di acqua per il lavaggio e il trattamento delle fibre di cellulosa. Questo può avere un impatto significativo sull'approvvigionamento idrico locale, in particolare in aree con risorse idriche limitate o in periodi di siccità. Consumo energetico: il processo di sbiancamento della carta richiede l'uso di energia per il funzionamento degli impianti di produzione e per il riscaldamento dell'acqua utilizzata nel processo. L'uso di energia proveniente da fonti non rinnovabili contribuisce alle emissioni di gas serra e all'aggravamento del cambiamento climatico. Per mitigare gli impatti ambientali dello sbiancamento della carta, sono state sviluppate tecnologie e metodi alternativi, come l'uso di processi di sbiancamento senza cloro o l'adozione di sistemi di recupero e riutilizzo delle sostanze chimiche. Inoltre, l'utilizzo di fibre di cellulosa riciclate o di alternative sostenibili, come le fibre di canna da zucchero o di bambù, può ridurre la necessità di sbiancamento e i suoi impatti ambientali associati. L'adozione di pratiche di produzione sostenibile e l'uso responsabile delle risorse naturali sono fondamentali per mitigare l'impatto ambientale dello sbiancamento della carta.Sbiancanti EcologiciDal punto di vista dei prodotti adatti allo sbiancamento della carta in fase produttiva, che abbiano un’attitudine più green, possiamo citare gli sbiancanti ecologici in alternativa a quelli classici prettamente chimici. Questi sbiancanti ecologici riducono o eliminano l'uso di sostanze chimiche nocive, come il cloro e i composti clorati, che possono avere un impatto ambientale negativo.Ecco alcuni esempi di sbiancanti ecologici utilizzati nella produzione della cartaSbiancamento senza cloro: questa tecnica di sbiancamento elimina completamente l'uso di cloro e composti clorati. Alcuni dei metodi di sbiancamento senza cloro includono l'uso di ossigeno (sbiancamento all'ossigeno), perossido di idrogeno (sbiancamento al perossido di idrogeno) o enzimi (sbiancamento enzimatico). Questi sbiancanti alternativi riducono le emissioni di sostanze chimiche nocive e sono considerati più ecologici rispetto al tradizionale sbiancamento al cloro. Sbiancamento a base di ozono: l'ozono è un potente ossidante che può essere utilizzato come sbiancante nella produzione della carta. Il processo di sbiancamento a base di ozono riduce l'uso di cloro e può contribuire a ridurre le emissioni di sostanze chimiche tossiche nell'ambiente. Tuttavia, l'ozono stesso deve essere prodotto con attenzione, poiché può contribuire alla formazione di ozono troposferico, un inquinante dell'aria. Sbiancamento con perossido di idrogeno stabilizzato (H2O2): il perossido di idrogeno è un ossidante delicato che può essere utilizzato come alternativa al cloro nello sbiancamento della carta. Il perossido di idrogeno stabilizzato viene spesso utilizzato in combinazione con altre sostanze, come gli agenti chelanti, per migliorare l'efficacia dello sbiancamento. L'uso del perossido di idrogeno riduce l'impatto ambientale rispetto al cloro e ai composti clorati. Sbiancamento a base di luce solare: l'esposizione della pasta di cellulosa alla luce solare può contribuire a sbiancarla naturalmente. Questo processo, noto come sbiancamento al sole, sfrutta i raggi ultravioletti del sole per ossidare e sbiancare la pasta di cellulosa. Anche se può richiedere più tempo rispetto ai metodi chimici, è considerato un metodo ecologico di sbiancamento. L'adozione di sbiancanti ecologici nella produzione della carta contribuisce a ridurre l'inquinamento delle acque e l'emissione di sostanze chimiche tossiche nell'ambiente. Queste alternative sostenibili aiutano a preservare la qualità dell'acqua e a ridurre l'impatto sulla salute umana e sull'ecosistema. Utilizzo delle materie prime riciclateUtilizzo di carta e cartone da riciclo riduce l’impatto ambientale sulle foreste, vediamo i vantaggi:Riciclo della carta: promuovere e incentivare il riciclaggio della carta è uno dei modi più efficaci per ridurre l'inquinamento derivante dalla produzione di carta vergine. Il riciclaggio consente di ridurre la quantità di legname vergine necessario e riduce le emissioni di gas serra associate alla produzione di carta da fibra vergine. Utilizzo di fibre riciclate: utilizzare fibre di carta riciclate come materia prima per la produzione di carta riduce la dipendenza dalle fibre vergini e minimizza la deforestazione. L'impiego di fibre riciclate richiede anche meno energia e acqua rispetto alla produzione di carta da fibra vergine. Gestione responsabile delle foreste: la produzione di carta sostenibile richiede la gestione responsabile delle foreste. L'acquisto di fibre di legno provenienti da foreste certificate, che seguono criteri di gestione sostenibile, contribuisce alla conservazione delle risorse forestali e all'ecosistema. Come ridurre il consumo idrico nella produzione di carta e cartone Ridurre l'uso dell'acqua nella produzione di carta è un aspetto fondamentale per rendere il processo più sostenibile. Vediamo alcune strategie efficaci per ridurre l'uso dell'acqua:Riciclaggio dell'acqua: implementare sistemi di riciclo dell'acqua all'interno degli impianti di produzione di carta può ridurre notevolmente il consumo di acqua dolce. L'acqua utilizzata nei processi produttivi, come il lavaggio delle fibre di cellulosa o il raffreddamento, può essere trattata e riutilizzata in altre fasi del processo. Ciò contribuisce a ridurre la dipendenza dall'acqua fresca e a minimizzare lo sfruttamento delle risorse idriche. Utilizzo di acqua di processo pulita: ottimizzare l'utilizzo dell'acqua nelle diverse fasi del processo di produzione di carta può ridurre gli sprechi. Ad esempio, separare l'acqua di processo pulita da quella contaminata può consentire di riutilizzare l'acqua pulita in altre fasi del processo in cui non è necessaria acqua di alta qualità. Questo aiuta a ridurre il consumo complessivo di acqua. Miglioramento delle pratiche di pulizia: ridurre la quantità di acqua utilizzata per la pulizia delle attrezzature e delle superfici può contribuire a una significativa riduzione del consumo di acqua. L'implementazione di sistemi di pulizia più efficienti, come l'utilizzo di detergenti ad alta efficienza e sistemi di spruzzatura ad alta pressione, può aiutare a ridurre il volume di acqua necessario per le operazioni di pulizia. Ottimizzazione dei processi di fabbricazione: identificare e implementare modifiche nei processi di produzione per ridurre l'uso dell'acqua può portare a significativi risparmi. Ad esempio, ottimizzare le fasi di impregnazione e di lavaggio delle fibre, migliorare i sistemi di filtrazione e concentrare le operazioni di lavaggio in modo efficiente può ridurre il consumo di acqua senza compromettere la qualità del prodotto finale. Monitoraggio e controllo del consumo di acqua: implementare sistemi di monitoraggio e controllo del consumo di acqua permette di identificare e affrontare le aree di spreco o di utilizzo inefficiente. L'adozione di tecnologie avanzate come sensori, controlli automatici e analisi dei dati può fornire informazioni preziose per ottimizzare l'uso dell'acqua nel processo di produzione di carta. Sensibilizzazione dei dipendenti: coinvolgere e sensibilizzare i dipendenti sul tema dell'uso consapevole dell'acqua può contribuire a una maggiore consapevolezza e ad un comportamento più responsabile. Promuovere una cultura aziendale orientata alla sostenibilità idrica può incentivare l'adozione di pratiche di utilizzo efficiente dell'acqua da parte di tutti gli operatori coinvolti nel processo di produzione. Infine, possiamo citare due campi di intervento sui processi produttivi indiretti che possono portare ad una riduzione dell’impatto ambientale nella produzione di carta e cartone: Uso dell’energia rinnovabile: ridurre l'impatto ambientale della produzione di carta implica anche l'adozione di fonti di energia rinnovabile. L'utilizzo di energia solare, eolica o idroelettrica per alimentare gli impianti di produzione di carta contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e l'uso di combustibili fossili. Riduzione degli scarti e riciclo dei rifiuti: ridurre la generazione di scarti e promuovere il riciclo dei rifiuti nella produzione di carta è fondamentale per minimizzare l'impatto ambientale. L'implementazione di programmi di riduzione degli scarti, il recupero energetico dai rifiuti e l'utilizzo di processi di compostaggio possono contribuire a ridurre gli impatti ambientali negativi.
SCOPRI DI PIU'di Marco ArezioChe fine faranno i treni a vapore tenuti in funzione da appassionati, su linee secondarie che attirano ogni anno milioni di turisti?E’ una domanda alla quale facciamo fatica a dare una risposta, in quanto la crisi energetica innescata dalla guerra tra l’Ucraina e la Russia e il successivo embargo da parte dell’Unione Europea al carbone Russo, ha messo in seria difficoltà la circolazione dei treni a vapore. La progressiva chiusura negli anni delle miniere Europee di carbone, dettata dalla necessità di ridurre l’impatto climatico di questa fonte fossile, ha creato una dipendenza verso quei paesi che continuano a produrlo come la Russia. Oggi le ferrovie storiche hanno delle scorte di carbone molto basse e la difficoltà di reperire la nuova materia prima, in altri paesi, è dettata sia dalla carente disponibilità sul mercato, a causa sia della forte domanda internazionale di energia, sia perché la qualità del carbone che serve per far circolare i treni deve essere tale da poter sviluppare un potere calorifico specifico. Non pensiamo che le linee ferroviarie storiche siano poca cosa nell’economia del turismo, in quanto solo in Gran Bretagna esistono circa 150 compagnie storiche che fanno viaggiare i loro treni per circa 900 Km., contribuendo all’industria del turismo e al mantenimento di molti posti di lavoro. Per venire incontro alla carenza di carbone e per salvare le ferrovie storiche si stanno provando combustibili alternativi che hanno un impatto ambientale ridotto. Questi nuovi combustibili sono stati sviluppati da miscele di antracite, polvere di carbone e melassa, quest'ultima funge da legante, creando così i presupposti per eseguire dei tests di combustione e di trazione. I risultati iniziali sono stati incoraggianti, sebbene siano ancora necessari tests per valutare l'impatto di tali combustibili sulle parti vulnerabili delle locomotive, come i focolari e i tubi delle caldaie. Foto: WP.F.
SCOPRI DI PIU'Economia Circolare: il Rifiuto del Rifiuto va “in Cenere”?di Marco ArezioNiente si scarta nei termovalorizzatori moderni. Dopo la produzione di corrente e di calore per il riscaldamento, anche la cenere ha una sua collocazione La cenere che viene prodotta attraverso l’incenerimento dei rifiuti nei termovalorizzatori, può avere una collocazione nell’ambito dell’economia circolare, in base a come si identifica il rifiuto dei forni e in base alle legislazioni nazionali vigenti in materia ambientale e di riutilizzo del materiale. La termovalorizzazione dello scarto non riciclabile dei rifiuti non è mai da vedere come una opzione al sistema di separazione e riciclo dei rifiuti, ma bensì un sistema integrativo al riciclo meccanico che intercetta e gestisce quella parte dei rifiuti non più riutilizzabili. L’incenerimento di questo scarto genera normalmente energia elettrica e calore per il riscaldamento delle nostre abitazioni, oltre ad essere impegnato in altri ambiti industriali come carburante alternativo alle fonti fossili. Quelle che vengono definite “Bottom Ashes” in campo internazionale, riguardano le ceneri residuali del processo di combustione dei rifiuti, che sono rappresentate dagli scarti incombusti delle masse poste nei forni. La composizione delle ceneri incombuste contempla residui di vetro, minerali, metalli ferrosi e non ferrosi e ceramiche, nella misura del 20-25% per ogni tonnellata immessa nel forno, secondo le indicazioni dell’ISWA (International Solid Waste Organization) che si occupa di promuovere e sviluppare la gestione sostenibile e professionale dei rifiuti in tutto il mondo. Le ceneri residuali vengono estratte dai forni attraverso un processo in cui si usa l’acqua per raffreddarle e per evitare che si creino polveri potenzialmente dannose, quindi la loro rimozione dagli impianti avviene sotto forma di agglomerati umidi e compatti. Fino a qualche anno fa, generalmente, le ceneri estratte non avevano una collocazione diversa da quello della discarica, ma con l’avvento dei processi dell’economia circolare, si è iniziato a considerare la possibilità di riutilizzarle. Considerando che i composti chimici contenuti nelle ceneri sono mediamente composti da Sodio, Alluminio, Potassio, Magnesio, Ferro, Calcio e Silicio, possiamo dire che la prevalenza dei componenti è normalmente è costituita da silicio, calcio e ferro. In merito alle analisi chimiche medie che ogni impianto fornisce, molti paesi si sono dotati di una legislazione per classificare queste ceneri e ne hanno consigliato i trattamenti e gli utilizzi. Vediamo quali indicazioni vengono da alcuni paesi: In Italia, in base al decreto n° 22 del 5 Febbraio 1997, le ceneri provenienti dagli impianti di incenerimento possono essere riutilizzate, se non contengono sostanze nocive, come inerte cementizio, ma solo dopo essere state opportunamente trattate. In realtà il loro utilizzo nel paese rimane ancora limitato rispetto alla produzione. L’Olanda regola la gestione delle ceneri all’interno del piano nazionale della gestione dei rifiuti (LAP) in cui compaiono, tra le altre, alcune indicazioni in merito all’uso del materiale di scarto dove trova largo impiego come componente dei terrapieni. In Danimarca, già nel 1987, il governo aveva permesso l’utilizzo delle ceneri prodotte dagli impianti di incenerimento come inerte per la costruzione delle strade, con l’obbiettivo di trovare un impiego per almeno l’85% dello scarto prodotto. Inoltre ne ha permesso l’utilizzo anche nell’edilizia civile abitativa solo a seguito del parere di carattere ambientale dell’Environmental Protecion Act. La Francia ha deciso di classificare le ceneri residuali attraverso analisi che possano identificare tre categorie ben distinte: V, M es S, attribuendo a queste tre categorie la percentuale di ceneri (50%, 30% e 20%) ammesse all’interno dei composti utilizzabili. In Spagna la maggior parte delle ceneri viene ancora inviata alle discariche anche se si sta promuovendo un uso, quale inerte, per la costruzione delle strade. In Finlandia l’uso degli inceneritori non è una priorità per il governo che preferisce seguire la strada dello smaltimento dei rifiuti tramite i gassificatori, quindi, indirizza le basse quantità di ceneri prodotte in discarica. La Germania dal 2006 permette l’utilizzo delle ceneri nella costruzione di strade, sempre che le analisi chimiche non individuino elementi potenzialmente dannosi per l’ambiente. Insieme all’Olanda, la Danimarca e la Francia, la Germania è il paese che riutilizza maggiormente questo scarto. L’impiego delle ceneri che provengono dagli impianti di incenerimento dei rifiuti, ove possibile, costituisce la piena circolarità delle materie prime, utilizzando integralmente ogni parte dei rifiuti attraverso i processi di riciclo, produzione di energia e riutilizzo degli scarti finali.Vedi maggiori informazioni sull'argomento
SCOPRI DI PIU'Il Caso della Formula del Polipropilene Perduta a Milano. Capitolo 12: La Dura Legge delle Indaginidi Marco ArezioMentre lasciavano la calda atmosfera dell'Hotel Belvedere alle loro spalle, Lucia e Alessandro iniziarono la loro passeggiata serale attraverso le vie di Corenno Plinio, dirigendosi verso il porto. La sera aveva steso il suo velo tranquillo sul paese, con le luci che si riflettevano sull'acqua del lago, creando un'atmosfera magica e sospesa.Alessandro: "Commissario Marini, deve essere davvero affascinante dedicare la propria vita a svelare misteri e portare alla luce la verità. Come ha scelto questa carriera?" Lucia: "È sempre stato un richiamo per me, fin da piccola. La ricerca della verità, l'adrenalina delle indagini, l'idea di poter rendere giustizia... Tutto questo mi ha sempre spinto a diventare ciò che sono. E lei, Alessandro? Come ha scoperto la sua passione per il volo e per il lago?" Alessandro: "Il lago è sempre stato il mio primo amore, credo. Crescere qui mi ha insegnato a rispettare la sua bellezza e i suoi segreti. Per il volo, è stata un'evoluzione naturale. La sensazione di libertà che si prova là in alto, sopra l'acqua, è incomparabile. Ogni volo è un'avventura, un'opportunità per vedere il mondo da una prospettiva diversa." Mentre camminavano, il dialogo tra Lucia e Alessandro si faceva via via più intenso e personale, riflettendo una crescente complicità. Passando accanto alle case di pietra, salutavano di tanto in tanto gli abitanti del paese che si godevano la serata all'aria aperta, testimoni inconsapevoli di questo crescente legame. Lucia: "Mi ha colpito molto il suo lavoro di restauro sul dinghi dell'industriale comasco. Deve richiedere una grande abilità e pazienza." Alessandro: "Sì, è un lavoro che richiede tempo e dedizione, ma vedere una vecchia barca tornare a navigare, rivivere la sua storia... È una soddisfazione unica. E, a suo modo, non è così diverso dal suo lavoro, commissario. Anche lei cerca di riportare alla luce la verità nascosta, di dare nuova vita alla giustizia." Arrivati al porto, si fermarono un momento a guardare le acque scure del lago, il riflesso delle stelle che danzava sulla superficie. In quel silenzio condiviso, entrambi sentirono una connessione profonda, un'intesa che andava oltre le parole. La sera di Corenno Plinio aveva tessuto intorno a loro un legame sottile ma resistente, fatto di comprensione reciproca e di una promessa non pronunciata di scoprire insieme cosa riservava il futuro. Mentre la barca di Alessandro scivolava silenziosamente sulle acque calme del Lago, il crepuscolo avvolgeva il paesaggio in una luce soffusa e magica. Lucia e Alessandro, avendo deciso di darsi del tu, approfittarono di quella tranquillità per approfondire la loro conoscenza reciproca, entrando in territori più intimi e personali delle loro vite. Lucia: "Alessandro, se non ti dispiace che io chieda, come sono state le tue esperienze sentimentali passate? Credo che le storie d'amore, felici o dolorose che siano, ci modellino profondamente." Alessandro: "Hai ragione, Lucia. Ho avuto un paio di relazioni significative in passato. Ciascuna mi ha insegnato qualcosa di importante su me stesso e su ciò che cerco in un partner. Penso che ogni esperienza, per quanto difficile, sia un passo verso la comprensione di ciò che veramente conta. E tu?" Lucia: "Sono stata così concentrata sulla mia carriera negli ultimi anni che le relazioni sono passate in secondo piano. Ma ciò non significa che non desideri una connessione profonda con qualcuno, qualcuno che capisca la vita che ho scelto e condivida con me le piccole grandi gioie e le sfide." Alessandro: "Capisco perfettamente. E quando pensi alla persona giusta, cosa ti viene in mente? Cosa cerchi in lei?" Lucia: "Cerco qualcuno che sia innanzitutto mio amico, con cui possa ridere, condividere i miei pensieri più intimi e affrontare insieme la vita. Qualcuno che non abbia paura delle difficoltà e che sappia stare al mio fianco anche nei momenti meno facili. E tu, Alessandro, cosa ti aspetti dalla vita e dall'amore?" Alessandro: "Per me, è importante trovare qualcuno che condivida le mie passioni, o che almeno le rispetti e le incoraggi. Qualcuno che ami l'avventura tanto quanto i momenti di tranquillità, che sappia apprezzare sia un volo sopra le montagne che una serata tranquilla a casa. Ma più di tutto, cerco complicità, quella sensazione di essere pienamente compreso e accettato per chi sono." Lucia: "Sembra che entrambi cerchiamo qualcosa di molto simile in una relazione. Complicità, condivisione, sostegno... Sono fondamentali per costruire qualcosa di vero e duraturo." Mentre la conversazione si sviluppava, Lucia e Alessandro si accorgevano di quanto fossero allineati nei loro desideri e aspettative, non solo in termini di relazioni sentimentali, ma anche riguardo alla vita in generale. Quella serata sul lago, con il susseguirsi di domande e risposte, li aveva avvicinati più di quanto avessero immaginato, lasciando intravedere la possibilità di un futuro condiviso, pieno di comprensione, rispetto e, forse, amore. Durante la loro navigazione serale da Corenno Plinio a Varenna, Lucia ed Alessandro furono avvolti da un'atmosfera di magica serenità. Il cielo, in quel momento di transizione tra la sera e l'arrivo della notte, era un capolavoro di sfumature di blu e neri, riflettendosi nelle acque tranquille del lago e creando un effetto di infinita profondità. Il vento leggero accarezzava il volto, portando con sé i profumi misti di acqua dolce e della flora che cresceva rigogliosa lungo le rive: note fresche di foglie verdi, sottili tracce floreali e il distinto aroma di terra umida. Man mano che procedevano, il paesaggio lungo la costa cambiava lentamente. Piccoli villaggi illuminati si alternavano a tratti di natura selvaggia, con rocce che si tuffavano nell'acqua e boschi che si spingevano fino alla riva. Ogni tanto, il luccichio delle luci nelle case rifletteva la vita che pulsava in quelle comunità: famiglie riunite per la cena, amici che condividevano una serata insieme, l'eco di risate e conversazioni che raggiungeva la barca e si fondeva con il suono dell'acqua. Sull'acqua, il riflesso delle stelle iniziava a farsi più nitido, e la luna, quasi piena, disegnava un sentiero luminoso che sembrava guidare Lucia e Alessandro nella loro navigazione. La quiete del lago, in quel momento, era totale, rotta solo dal soffio del vento e dal morbido fruscio dello scafo che fendeva l'acqua. Dopo circa 20 minuti, la silhouette caratteristica di Varenna cominciò a delinearsi davanti a loro, con le sue case colorate affacciate sul lago e le luci che creavano un'accogliente atmosfera. Approdando al porto di Varenna, i due scesero dalla barca e si incamminarono verso il ristorante "Il Crotto del Lago", un luogo che Alessandro aveva accuratamente scelto per la loro cena. Il percorso fino al ristorante fu breve ma intenso, con le stradine acciottolate del paese che risuonavano sotto i loro passi e l'aria fresca della sera che rendeva tutto più vivo e reale. "Il Crotto del Lago" li accoglieva con la sua atmosfera calda e invitante, promettendo una serata all'insegna del buon cibo, del buon vino e della piacevole compagnia, un momento perfetto per approfondire la loro conoscenza in un contesto di rara bellezza e serenità. Seduti al loro tavolo con vista mozzafiato sul lago, Lucia ed Alessandro si trovavano avvolti da un'atmosfera che sembrava sospesa fuori dal tempo. Alessandro, con un gesto disinvolto ma attento, chiamò il cameriere per richiedere i menù e ordinare un aperitivo per entrambi, cogliendo l'occasione per assicurarsi che Lucia non avesse freddo. Alessandro: "Ti trovi bene, Lucia? Non hai freddo, vero? Non smetto di pensare a quanto sia fortunato a trascorrere questa serata con te. Sei davvero affascinante stasera." Lucia, sorpresa ma compiaciuta dal complimento: "Grazie, Alessandro. La serata è meravigliosa, e il posto è incantevole. E...no, non ho freddo, grazie per la premura." Con i menù in mano, Alessandro iniziò a descrivere le specialità della serata, suggerendo piatti a base di prelibatezze del lago: "Hanno una fantastica trota al burro e salvia, oppure il risotto con pesce persico, è delizioso. E poi, c'è il lavarello alla griglia che è una vera specialità di queste parti. Cosa ne dici, ti ispira qualcosa in particolare?" Lucia: "Tutto sembra squisito. Penso che mi affiderò al tuo consiglio e proverò il risotto con pesce persico. E per il vino, hai qualche suggerimento?" Quando il cameriere fece ritorno per prendere le ordinazioni, Alessandro scelse un vino bianco locale, perfetto per accompagnare i sapori delicati dei piatti scelti. Dopo aver preso nota, il cameriere accese la candela sul loro tavolo, aggiungendo un tocco di magia all'atmosfera già particolarmente intima e suggestiva. Con la luce soffusa della candela ad illuminare i loro volti, Lucia ed Alessandro si sentivano incredibilmente a proprio agio, come se si conoscessero da sempre. Alessandro: "Sai, Lucia, c'è qualcosa di molto speciale in questa serata. Mi sento così a mio agio con te, come se ci fossimo sempre conosciuti. È una sensazione che non provavo da tempo." Lucia: "Anch'io provo lo stesso, Alessandro. È strano come certe volte, con alcune persone, si possa creare immediatamente un legame profondo. Questa serata è davvero speciale per me." Tra sorrisi complici e i brindisi sotto il cielo stellato, la cena procedeva tra conversazioni leggere e momenti di silenzioso apprezzamento per la bellezza che li circondava. In quell'incanto, Lucia ed Alessandro scoprivano la gioia di essere semplicemente insieme, condividendo esperienze, speranze e, forse, l'inizio di qualcosa di nuovo e emozionante nella loro vita. Mentre gustavano le specialità del lago, la conversazione tra Lucia ed Alessandro fluttuava leggera come l'aria serale intorno a loro. Lucia, sempre più affascinata dall'uomo che aveva di fronte, non perse l'occasione di approfondire la conoscenza sul suo conto, soprattutto riguardo al suo intrigante lavoro. Lucia: "Alessandro, raccontami di più sul tuo lavoro. Come riesci a gestire i voli per lavoro? E poi, come hai fatto a comprarti un aereo così giovane? Deve essere affascinante poter volare così spesso." Alessandro, con un sorriso aperto e senza esitazione, era più che felice di condividere dettagli della sua vita lavorativa con Lucia: "In realtà, volo per circa 2-3 giorni a settimana. E per quanto riguarda l'aereo, non è mio. Appartiene a un imprenditore comasco, una delle figure di spicco dell'industria della seta che risiede in villeggiatura qui a Varenna. Io sono il suo pilota personale." Lucia: "Quindi, hai la fortuna di viaggiare spesso. E quali sono le aree di volo che copri maggiormente?" Alessandro: "Sì, è vero. Mi sposto principalmente in Lombardia per le esigenze del mio principale, ma non è raro che i nostri viaggi ci portino anche in Svizzera. Le Alpi sono uno scenario spettacolare da lassù, ti assicuro. E quando non sono in volo, mi dedico al restauro e alla manutenzione delle barche per i turisti qui sul lago. È un lavoro che mi permette di restare sempre a contatto con l'acqua e con il cielo, le mie due grandi passioni." Lucia ascoltava affascinata, realizzando quanto Alessandro fosse profondamente legato al suo ambiente e quanto amore e dedizione mettesse in entrambi gli aspetti della sua vita professionale. Lucia: "Deve essere davvero un bel modo di vivere, tra cielo e acqua. Ammiro molto la tua capacità di bilanciare due lavori così intensi e diversi tra loro." Alessandro: "Grazie, Lucia. Sì, a volte può essere impegnativo, ma non cambierei questa vita con nessun'altra. Ogni giorno mi offre la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo, di incontrare persone interessanti e di ammirare paesaggi che mai mi stancherei di guardare." La cena procedeva tra questi scambi, entrambi apprezzando la compagnia reciproca e la condivisione di esperienze e visioni di vita. La serata a "Il Crotto del Lago" si stava rivelando non solo un'occasione per gustare ottimo cibo ma anche per tessere legami più profondi e significativi. Lucia, sempre più affascinata, approfondì ulteriormente l'argomento, chiedendo a Alessandro quali tipi di mansioni richiedessero i suoi viaggi e perché un imprenditore avesse scelto di lasciare un mezzo così prezioso come un aereo a Varenna. Lucia: "E per questi viaggi in Svizzera, quali tipi di mansioni devi svolgere? E perché Giulio Conti ha deciso di tenere un aereo qui a Varenna? Mi sembra una scelta insolita per un imprenditore." Alessandro: "Giulio Conti gestisce diverse attività finanziarie e commerciali in Svizzera, molte delle quali richiedono una presenza personale per trattative o per la supervisione di progetti. Quando ha bisogno di viaggiare velocemente e in sicurezza, chiama me. Il motivo per cui l'aereo è basato qui è semplice: Giulio ama questo posto, passa qui tutti i suoi fine settimana e vuole avere la possibilità di decollare non appena ne ha bisogno, senza doversi preoccupare di spostarsi in un grande aeroporto." Lucia: "E cosa trasporti con il tuo aereo? Solo passeggeri o anche altro?" Alessandro: "Principalmente trasporto Giulio e, occasionalmente, altri membri del suo team. A volte trasportiamo anche documenti o piccoli pacchi che non possono essere affidati a corrieri tradizionali per questioni di sicurezza o urgenza. È un servizio molto personalizzato, basato sulla fiducia e sulla discrezione." Mentre la conversazione fluiva dolcemente, Alessandro menzionò casualmente due destinazioni svizzere che spiccavano nel contesto dei suoi voli con Giulio Conti: Basilea e St. Moritz. Queste parole risuonarono in Lucia con una risonanza inaspettata, mandando un brivido lungo la sua schiena. La coincidenza era sorprendente, quasi troppo perfetta per essere ignorata. Proprio quelle erano le località verso cui si sarebbero dirette le sue indagini. Lucia: "Basilea e St. Moritz? Non posso credere alla coincidenza. Proprio in quelle località devo svolgere delle indagini. È incredibile pensare che i nostri mondi si sovrappongano così... fortemente." La sorpresa iniziale lasciò presto spazio a un turbinio di pensieri. Lucia si interrogava su quanto il destino potesse essere intrecciato in maniere inaspettate, portando le vite delle persone a convergere in punti nodali, apparentemente casuali. Poi si pentì subito di aver condiviso con Alessandro questa affermazione. Alessandro: "Davvero? Questo è... sorprendente. Ma sai, Lucia, il mondo è pieno di collegamenti inaspettati. La cena proseguì in un clima di complicità, con Lucia e Alessandro più consapevoli del profondo legame che iniziava a formarsi tra loro, un legame forgiato non solo da interessi comuni, ma anche da misteriose coincidenze che sembravano guidarli verso destini intrecciati. Lucia, sentendosi avvolgere da un turbinio di pensieri provocati dall'incredibile coincidenza menzionata da Alessandro, fece una scelta consapevole. Decise di mettere da parte, almeno per quella sera, le domande e i dubbi che affollavano la sua mente riguardo alle possibili connessioni tra Conti, Alessandro e la pista della formula rubata del polipropilene che la portava in Svizzera. Voleva preservare la magia e la serenità di quella serata speciale, senza lasciare che le preoccupazioni professionali ne offuscassero la bellezza. Lucia: "Sai, Alessandro, il mondo è pieno di coincidenze, alcune sorprendenti come quella di cui abbiamo parlato. Ma stasera, ho deciso di non lasciare che il mio lavoro invada questo momento. Voglio godermi la serata con te, senza pensare a domani. Ci sarà tempo per le indagini e per le domande." Alessandro accolse le parole di Lucia con un sorriso comprensivo, apprezzando la sua capacità di separare il momento presente dalle complessità del suo lavoro. Alessandro: "Lucia, ammiro davvero il tuo impegno e la tua dedizione. E sono onorato che tu voglia dedicare questa serata a noi, al nostro stare insieme. Sono convinto che qualsiasi cosa il futuro ci riservi, sapremo affrontarla con la stessa forza e determinazione che ti contraddistinguono." Lucia: "Grazie, Alessandro. È raro trovare qualcuno con cui condividere così apertamente pensieri e sensazioni. Questa serata mi ha fatto capire quanto sia prezioso il tempo che passiamo insieme." Il resto della cena trascorse in un clima di leggerezza, risate, racconti di esperienze passate e piani per avventure future riempirono il tempo, sigillando un legame che, seppur nato da poco, prometteva già di essere profondo e significativo. Quando infine si alzarono da tavola, il mondo intorno a loro sembrava avvolto in una quiete perfetta, con il lago che rifletteva le luci tremolanti dei lampioni e le stelle che brillavano nel cielo limpido. Camminando fianco a fianco verso il porto, Lucia e Alessandro sapevano che quella serata sarebbe stata solo l'inizio di un percorso che avrebbero esplorato insieme, con la curiosità e la speranza come guide nel viaggio che li attendeva. Dopo la cena, Lucia e Alessandro decisero di fare una passeggiata lungo il lago, per godersi la frescura della sera e il panorama mozzafiato che Varenna offriva di notte. Camminavano a passo lento, vicini, avvolti in una sorta di bolla di complicità che sembrava escludere il resto del mondo. La superficie dell'acqua era un tappeto scuro e liscio, sul quale si riflettevano le luci tremolanti dei paesi sulla sponda opposta del lago. Quelle luci, come piccole fiammelle danzanti, creavano un suggestivo paesaggio notturno, un quadro vivo che solo il Lago di Como poteva offrire. Il cielo era un velo di stelle sparse, testimoni silenziosi di quel momento sospeso tra due persone che stavano scoprendo l'uno dell'altra molto più di quanto avessero immaginato. Fermatisi su una piccola banchina, si persero a guardare le luci dei paesi lontani, lasciando che il suono dell'acqua li cullasse in quella tranquillità così piena di promesse. Fu in quel momento che Alessandro, mosso da un impulso dolce e sincero, posò delicatamente la sua mano sulla guancia di Lucia. La sua carezza era leggera come una brezza serale, ma carica di un'intensità che faceva battere il cuore più forte. Lucia, invece di ritrarsi, rimase immobile, accogliendo quel gesto con un misto di sorpresa e desiderio. I suoi occhi si incontrarono con quelli di Alessandro, e in essi lesse un'emozione pura e profonda. Senza parole, ma con un'intesa chiara e silenziosa, Alessandro si avvicinò per baciarla. Lucia, rispondendo al suo invito, si sporse incontro alle sue labbra, lasciando che il mondo attorno a loro sfumasse in un'indistinta lontananza. Quel bacio fu il sigillo di un'intimità nascente, un momento in cui tutto il resto sembrò scomparire, lasciandoli soli, avvolti nella magia della notte sul lago. Era un bacio dolce ma carico di significato, l'espressione di un'affinità scoperta e di una promessa non ancora pronunciata. Per alcuni attimi, Lucia e Alessandro si persero l'uno nell'altro, dimenticando il tempo, le preoccupazioni e le indagini in sospeso. Quando infine si separarono, i loro sorrisi raccontavano di una complicità approfondita e di un'affezione crescente. Ancora una volta, il lago aveva assistito all'inizio di una storia, diventando scenario di un momento che, per quanto semplice, avrebbe avuto il potere di cambiare il corso delle loro vite. In quella serata speciale, Lucia e Alessandro avevano trovato qualcosa di inaspettato l'uno nell'altra, un legame che andava oltre la casualità del loro incontro, promettendo nuove scoperte e, forse, un futuro condiviso. Dopo quel bacio sotto le stelle, un momento così carico di emozioni e promesse, Alessandro si trovò a un bivio. Da un lato, il desiderio di trascorrere più tempo possibile con Lucia invitandola a casa sua, dall'altro, il rispetto per lei e la paura di sembrare troppo invadente. Il silenzio che seguì il loro bacio era denso di domande non formulate, di speranze e di incertezze. Fu Lucia a rompere quel silenzio, con una domanda che sembrava tanto semplice quanto significativa. Lucia: "Alessandro, mi mostri dove abiti? Ho sentito parlare della tua casa, della piccola torretta sul porto." Alessandro, sorpreso ma visibilmente sollevato dalla sua iniziativa, indicò con un gesto discreto verso un piccolo balcone fiorito che si affacciava direttamente sul porto. "È là," disse con un sorriso timido. "Ho sempre amato i fiori, mi danno una sensazione di pace, di casa. Forse è un dettaglio da poco, ma per me significa molto." Lucia, ammirata dalla cura e dall'attenzione che Alessandro dedicava ai dettagli, non poté fare a meno di commentare: "È bellissimo, Alessandro. Si vede che ci tieni molto. I fiori sul balcone... è un tocco di cura personale che dice molto su una persona. Mi piace." In quel momento, qualcosa tra loro cambiò impercettibilmente. Quel semplice scambio di parole aveva avvicinato ancora di più i loro cuori, confermando la sensazione di profonda affinità che entrambi avevano avvertito. Dopo un lungo sguardo, in cui sembrava che ogni emozione fosse palpabile nell'aria, iniziarono a camminare lentamente verso la casa di Alessandro. Il percorso verso la piccola torretta sul porto fu un viaggio carico di silenzi eloquenti, di sguardi che si cercavano e si ritrovavano, di mani che a volte si sfioravano quasi per caso. La notte intorno a loro sembrava avvolgerli in un abbraccio protettivo, mentre le luci dei paesi sul lago brillavano come faro verso il loro destino. Arrivati davanti alla porta di casa di Alessandro, entrambi si resero conto che quella serata aveva segnato l'inizio di qualcosa di unico e speciale. L'invito a entrare non fu pronunciato a parole, ma era chiaro nel silenzioso accordo tra i loro sguardi. Quella notte, Varenna non fu solo testimone di una nascente storia d'amore, ma anche del coraggio di seguire il cuore, anche quando il futuro appare incerto e pieno di domande. Con un passo deciso ma carico di emozione, varcarono la soglia, pronti ad esplorare insieme ciò che li attendeva. La casa di Alessandro era pulita e profumata, entrarono, richiusero la porta alle loro spalle e continuarono a baciarsi, intensamente, aiutandosi vicendevolmente nel togliersi i vestiti. Poi si spostarono lentamente sul letto di Alessandro che guardava direttamente sul lago e, senza accendere la luce, ma sfruttando la luna piena, si amarono senza risparmio. La luce dell'alba filtrava delicatamente attraverso le tende, bagnando la stanza in modo soffuso e dorato. Lucia si svegliò accanto ad Alessandro, avvolta in una sensazione di calma e felicità che le era estranea da molto tempo. Guardò il suo volto tranquillo mentre dormiva e, con un gesto delicato, gli accarezzò la guancia per svegliarlo. Lucia: "Buongiorno, Alessandro. Come ti senti?" Alessandro aprì lentamente gli occhi, sorpreso ma visibilmente felice di trovare Lucia al suo fianco. Un sorriso si disegnò sulle sue labbra mentre la realtà della notte trascorsa insieme iniziava a prendere forma nei suoi pensieri. Alessandro: "Buongiorno, Lucia. Non potrei sentirmi meglio... E tu? Come stai?" Lucia: "Sto bene, molto bene. Ti andrebbe di fare colazione insieme? Potremmo scendere al bar del porto, ho sentito che fanno un ottimo cappuccino." Alessandro: "Mi sembra un'ottima idea. Mi piacerebbe molto iniziare la giornata così, insieme a te." Si prepararono per uscire, muovendosi con naturalezza nella piccola casa di Alessandro, ancora avvolti in quella sensazione di intimità e complicità che aveva caratterizzato la loro serata e notte insieme. Uscendo dalla casa, furono accolti dalla freschezza dell'aria mattutina e dal panorama mozzafiato del lago che si risvegliava. Arrivati al bar del porto, scelsero un tavolino all'aperto, da dove potevano godere della vista del lago e dell'andirivieni delle barche. Ordinarono cappuccino e cornetti, immergendosi in una conversazione leggera, condividendo pensieri sulla notte trascorsa e sui sogni per il futuro. Alessandro: "Questa notte con te è stata incredibile, Lucia. Non so come ringraziarti per aver condiviso con me questi momenti." Lucia: "Non c'è bisogno di ringraziamenti, Alessandro. Anche per me è stata una notte speciale, che ricorderò per sempre. Mi ha fatto capire molte cose, su di me e su ciò che desidero dalla vita." Alessandro: "Spero che ciò includa la possibilità di trascorrere più tempo insieme, di esplorare cosa potrebbe riservarci il futuro." Lucia: "Anche io lo spero. Ma ora dobbiamo affrontare la realtà del giorno. Mi accompagneresti a Corenno Plinio?" Alessandro: "Certo, sarei felice di farlo. È il modo migliore per prolungare questi momenti insieme." Dopo aver terminato la colazione, si incamminarono verso la barca di Alessandro, pronti a salpare verso Corenno Plinio. Il viaggio sul lago, sotto il sole del mattino, era un'ulteriore conferma del legame speciale che si era creato tra loro, un legame che entrambi speravano di poter esplorare e approfondire nei giorni a venire. Mentre la barca di Alessandro solcava le acque tranquille del lago verso Corenno Plinio, Lucia si trovava immersa in un mare di pensieri e riflessioni. La notte magica che aveva trascorso con Alessandro aveva aperto le porte a sentimenti ed emozioni che non si aspettava, ma ora, alla luce del giorno, il suo istinto investigativo e la sua razionalità stavano riprendendo il sopravvento. La menzione casuale di Basilea e St. Moritz nelle conversazioni della serata precedente aveva acceso una lampadina nella sua mente, spingendola a considerare attentamente ogni dettaglio riguardante Alessandro e il suo rapporto con Giulio Conti. Lucia pensava: "Devo approfondire chi sia veramente questo Giulio Conti e quali siano le nature delle sue attività in Svizzera. La coincidenza delle destinazioni potrebbe non essere tale, e non posso permettermi di ignorare alcun collegamento, per quanto remoto possa sembrare." La decisione di Lucia fu chiara: avrebbe raccolto più informazioni possibili su Conti prima di partire per la Svizzera. Sapeva che avrebbe dovuto procedere con cautela, per non compromettere le indagini e per non mettere Alessandro in una posizione difficile, nel caso in cui la sua fiducia fosse mal riposta. Durante la conversazione con Alessandro, tuttavia, Lucia si rese conto di aver forse condiviso troppo riguardo ai suoi prossimi passi investigativi. Un lampo di preoccupazione le attraversò la mente al pensiero che le sue parole potessero, in qualche modo, influenzare o compromettere il corso delle indagini. Lucia: "Alessandro, c'è qualcosa che devo dirti. La mia indagine è delicata e, anche se mi fido di te, devo essere cauta nel proteggere le informazioni. Ho parlato forse troppo e non dovrò fare più lo stesso errore. Spero che tu possa capire." Alessandro, con uno sguardo di comprensione e un po' di tristezza: "Lucia, capisco perfettamente. Il tuo lavoro è importante e non voglio essere d'intralcio. Ti prometto che manterrò per me ciò che mi hai detto e non farò nulla che possa mettere a rischio le tue indagini." Lucia sentì un misto di sollievo e di preoccupazione nel dover mettere delle barriere tra lei e Alessandro, ma sapeva che era necessario per mantenere l'integrità del suo lavoro. Allo stesso tempo, era consapevole che, qualora emergessero connessioni tra Alessandro, Conti, Müller o Gentili, avrebbe dovuto prendere in considerazione l'idea di interrompere la loro frequentazione per non compromettere l'indagine. Con questi pensieri a pesare sul cuore, Lucia sapeva che i giorni a venire sarebbero stati cruciali, non solo per le sue indagini ma anche per il futuro della relazione nascente con Alessandro. La priorità rimaneva risolvere il mistero della formula rubata e delle sue connessioni internazionali, ma non poteva negare il desiderio di esplorare ciò che stava nascendo tra loro, sempre che le circostanze lo permettessero. Una volta rientrata nell'atmosfera tranquilla del suo albergo a Corenno Plinio, Lucia si sentiva carica di una nuova determinazione. La giornata trascorsa con Alessandro aveva aggiunto complessità ai suoi pensieri, ma anche rinnovato la sua determinazione di seguire ogni possibile pista per le sue indagini. Cosciente delle implicazioni che le recenti scoperte potessero avere, decise di agire immediatamente. Si sistemò nella piccola scrivania della sua camera, affacciata sulla quiete del lago, e compose il numero dell'ufficio a Milano. Quando rispose il suo collega, Lucia fu diretta e concisa. Lucia: "Buongiorno, ho bisogno di un'indagine approfondita su Giulio Conti, l'imprenditore comasco. Voglio sapere tutto dei suoi affari, sia in Italia che in Svizzera, e in particolare cosa lo porti frequentemente a Basilea e a St. Moritz." Il collega annuì, sebbene solo verbalmente dato il mezzo telefonico, e assicurò Lucia che l'indagine sarebbe stata avviata immediatamente. Lucia, poi, espresse la necessità di ricevere le informazioni nel minor tempo possibile, data l'urgenza di collegare i punti prima della sua partenza per la Svizzera. Terminata la chiamata con l'ufficio, Lucia si prese un momento per riflettere sulla situazione, prima di decidere di informare anche il Questore Romani. Conosceva l'importanza di tenerlo al corrente delle svolte delle indagini e delle sue prossime mosse, sia per cortesia professionale sia per una questione di protocollo. Lucia: "Questore Romani Buongiorno, volevo aggiornarla sulle ultime evoluzioni delle indagini sulla formula rubata. Ho dei sospetti su un certo Giulio Conti, imprenditore comasco con frequenti viaggi in Svizzera, e ho richiesto un'indagine approfondita su di lui. Inoltre, ho intenzione di recarmi personalmente in Svizzera per seguire alcune piste che potrebbero rivelarsi cruciali." Il Questore Romani accolse le notizie con interesse e approvazione, consapevole del valore che Lucia portava alle indagini e della sua dedizione nel seguire ogni possibile pista. Le assicurò tutto il suo supporto e le chiese di rimanere in stretto contatto, data la natura potenzialmente internazionale del caso. Lucia, seduta al tavolo della sua camera d'albergo con vista sul tranquillo lago di Como, rifletteva intensamente sul complesso puzzle che aveva di fronte. La luce pomeridiana che entrava dalla finestra illuminava le numerose note e documenti sparsi davanti a lei, ciascuno rappresentante un pezzo del mistero che stava cercando di risolvere. Era consapevole che il caso che stava investigando si stava rivelando molto più intricato di quanto avesse inizialmente previsto. Lucia pensava: "Devo trovare il collegamento tra Giulio Conti e la Svizzera, ma anche tra Thomas Müller e Marco Gentili. È evidente che ci sia una rete di relazioni qui che va oltre un semplice furto di una formula scientifica." La morte di Marco Gentili al castello di Corenno Plinio aveva aggiunto un ulteriore livello di urgenza alle sue indagini. Doveva scoprire chi l'avesse ferito e perché, e inoltre dove fosse finita la preziosa formula del polipropilene che sembrava essere al centro di tutto. Lucia: "Ogni nuova scoperta sembra solo aprire ulteriori domande. Gentili lavorava come giardiniere, ma il suo coinvolgimento e la sua morte indicano che c'era molto di più dietro. E poi c'è Müller, il commercialista svizzero... Come si inserisce in tutto questo?" Lucia si rese conto che, man mano che il tempo passava, il mistero si infittiva e i personaggi coinvolti aumentavano. Ogni persona che emergeva nelle sue indagini sembrava portare con sé una nuova serie di indizi e domande, ampliando la rete di misteri che circondava la scomparsa della formula. Per un momento, si sentì sopraffatta dalla complessità della situazione, ma poi scosse la testa, cercando di scacciare la frustrazione. Sapeva che l'unico modo per procedere era mantenere la calma e procedere sistematicamente, un passo alla volta. Lucia: "Devo rimanere concentrata. La chiave sta nel collegare i punti tra le diverse persone e luoghi coinvolti. Conti, Müller, Gentili, la formula... c'è un filo conduttore qui, e io devo trovarlo." Determinata, Lucia iniziò a organizzare le sue note, predisponendo un piano d'azione per i giorni a venire. Avrebbe approfondito le indagini su Conti e le sue frequentazioni in Svizzera, cercato di ottenere maggiori informazioni su Müller e le sue relazioni professionali, e condotto ulteriori ricerche su Gentili per scoprire più dettagli sulla sua vita e sulle circostanze che avevano portato alla sua morte.
SCOPRI DI PIU'Nel 1883 il decreto di Poubelle sancisce la nascita della raccolta differenziata in Franciadi Marco ArezioCome abbiamo già affrontato in altri articoli, che hanno riguardato la gestione dei rifiuti nella storia medioevale e nel periodo a cavallo con la rivoluzione industriale, è interessante vedere come venne gestita in Francia, nei secoli XVIII° e XIX° e perché divenne così urgente affrontare l’argomento rifiuti. Il periodo illuminista, succeduto alla Rivoluzione Francese, portò con sé una serie interessanti cambiamenti sociali e nel campo dell’organizzazione urbana, infatti, le città principali continuarono ad attrarre la popolazione dalle campagne, con la conseguenza di dover gestire una serie di problematiche sanitarie mai affrontate nel passato. Un’urbanizzazione senza regole, che cercò di dare una veloce soluzione abitativa alla crescente popolazione, ma aveva messo a nudo problematiche importanti che andavano risolte in modo professionale. Si può ricordare il trattato del 1769 a cura dell’architetto Pierre Patte, in cui si cercò di dare un ordine e delle priorità di intervento sui temi della depurazione delle acque, della dislocazione degli ospedali, dell’ubicazione dei cimiteri, delle attività industriali, della pulizia delle strade e sull’annoso problema degli incendi. Nello stesso tempo la scienza iniziò dei passi importanti per rispondere alle esigenze di sanificazione degli ambienti affollati, per esempio si iniziò ad usare il cloruro di calce per disinfettare gli ospedali, le carceri e altri luoghi di aggregazione, al fine di prevenire le epidemie. Verso la fine del 1700 la scienza, la politica, l’industria, pervasi da una nuova forma di stato, nato con la rivoluzione francese e la spinta illuminista, iniziarono a trattare la questione dei rifiuti urbani ed industriali. A rendere sempre più necessario lo studio di soluzioni efficaci in questo campo, fu l’inizio della rivoluzione industriale, che possiamo idealmente collocarla nel 1779, quando James Watt brevettò la caldaia a vapore, con la quale si trasformò l’energia termica in energia meccanica. Il motore a vapore rivoluzionò la vita e il lavoro della popolazione in quanto, la progressiva sostituzione della forza muscolare umana ed animale che era impiegata in passato, creò un’emigrazione di persone in cerca di lavoro, dalle campagne alle città in cui risiedevano le nuove fabbriche meccanizzate dal vapore. Questo fenomeno creò un’incredibile spinta all’urbanizzazione, con la conseguente necessità di gestire i rifiuti urbani, industriali e l’igiene pubblica. Inoltre, anche il nuovo comparto industriale ebbe una crescita esponenziale, con la costruzione di fabbriche in modo disordinato e senza alcun tipo di pianificazione urbana, corollata da quartieri operai che sorgevano nei pressi delle attività industriali. Con agglomerati urbani sempre più popolosi e la continua crescita produttiva, scoppiò in poco tempo un problema ambientale e sanitario che portò ad epidemie, con un incremento dei morti. Si svilupparono condizioni ambientali degradate, proprio perché i rifiuti urbani non venivano smaltiti, quelli industriali venivano scaricati nelle campagne o nei fiumi e le acque nere non erano convogliate e trattate a dovere. In quel periodo vigeva il pensiero denominato “classico” in cui il benessere di una nazione passava anche attraverso l’industria e l’incremento della produzione, oltre ad arricchire i proprietari, questo, tuttavia, veniva visto con un benessere collettivo. Questa teoria, come riportato nel 1776 da Adam Smith, si basava sull’incessante accumulo di capitale che rendeva florido un paese ed imponeva un tacito consenso tra industria e politica, dove quest’ultima lasciava mano libera agli industriali di sfruttare le risorse naturali e la popolazione lavoratrice per il bene supremo della nazione. L’ideologia della crescita e la politica liberista costituirono fino alla metà del 1800, in particolar modo in Inghilterra, due ostacoli enormi per l’organizzazione di un servizio municipalizzato di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ma a mettere in dubbio la mancanza di autocontrollo sociale di queste teorie, arrivarono le epidemie (1831 e 1849) che colpirono prevalentemente i quartieri del proletariato industriale, facendo ripensare alla necessità di regolare in modo organico la raccolta dei rifiuti, la pulizia e il decoro delle città. La scienza nel frattempo, ad opera di Louis Pasteur e dei suoi studi sulla microbiologia, scoprì uno stretto legame tra organismi che vivono e proliferano sui rifiuti e nelle deiezioni, sancendo una correlazione tra questi e la diffusione di alcune malattie. I suoi studi sui processi di fermentazione alcolica lo portarono a scoprire che il “fermento” è un essere vivente mobile, in grado di riprodursi sia in presenza che in assenza di ossigeno ed invisibile ad occhio nudo: nacque in questo modo il concetto di microbo. In Francia nacque così una forte corrente igienista che si affermò con il decreto firmato nel 1883 dal prefetto Eugène Poubelle, nel quale obbligava tutti i cittadini di Parigi a dotarsi di tre contenitori in cui inserire separatamente: carta e stracci, poi l’organico e infine un bidone per la ceramica e il vetro. Questi tre bidoni, ben chiusi, dovevano essere depositati fuori dalla porta di casa ogni mattina, in modo che potessero essere ritirati dagli addetti del comune. Categoria: notizie - economia circolare - riciclo - rifiuti - storia
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