Guerra, Pandemia e Siccità: La Tempesta Perfetta per l'Africadi Marco ArezioAllo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia la situazione alimentare delle popolazioni Africane, specialmente quelle nelle aree occidentali, come il Burkina Faso, il Ciad, Niger Mali e Nigeria, era già compromessa in quanto le lunghe siccità avevano fatto crescere del 20% i prezzi dei beni alimentari.Con il conflitto in corso, la situazione si è ulteriormente aggravata in quanto molti paesi dipendono dalla Russia e dall'Ucraina per le importazione di grano e la sua mancanza sul mercato porta all'aumento esponenziale dei prezzi e alla difficoltà a reperire le derrate alimentari.La dipendenza di questi nazioni, per le importazioni di grano dai due paesi in conflitto, si aggira tra il 30 e il 50%, lasciando pochi spazi di trovare nuovi fornitori per quantità così considerevoli.Un altro problema che si somma a quello della carenza di derrate alimentari è la probabile riduzione degli aiuti finanziari ai paesi poveri, in quanto, molti stati potrebbero spostare le risorse finanziarie, destinate alla cooperazione internazionale, per aiutare l'Ucraina e il gran numero di sfollati che si sta riversando in Europa.I poveri, gli affamati e i profughi, che siano alimentari o a causa delle guerre, sono tutti uguali ed è per questo che bisogna mantenere una visione degli aiuti ampia a livello mondiale.
SCOPRI DI PIU'Un accordo storico tra due società per aiutare il settore vitivinicolo Francese ad affrontare la mancanza di vetroIl vino ha provato in passato ad uscire dalle solite bottiglie in vetro da 75 cc., entrando nel cartone per esempio, ma con risultati non eccelsi. Un imballo troppo diverso, anche visivamente, che non è piaciuto ai degustatori del nettare degli Dei, sollevando anche alcuni dubbi sulla qualità e durata del vino all’interno di questo packaging in cartone. Ora la Francia, famosa nazione per quantità e qualità del vino, vive la difficoltà nel reperire il vetro per le bottiglie tradizionali e, anche a causa dei costi saliti alle stelle, si è domandata come poter risolvere il problema. Così, due società specializzate nel packaging per il settore vitivinicolo e nelle soluzioni sostenibili per l’industria dell’imbottigliamento, hanno unito i loro sforzi per andare incontro alle aziende agricole Francesi che producono vino. La collaborazione tra Vinventios, azienda specializzata nella produzione di chiusure sostenibili per bottiglie, inserita nella filiera della produzione del vino in molti paesi del mondo e Packamama, azienda specializzata nella produzione di bottiglie per il vino in rPET, ha dato i suoi frutti sul mercato Francese. Le nuove bottiglie in rPET andranno a sostituire le classiche cilindriche in vetro, che tutti conosciamo, apportando, non solo una novità stilistica nella bottiglia, in quanto ovalizzata e non cilindrica, ma anche un messaggio forte dal punto di vista ambientale, utilizzando l’rPET, riciclato al 100%, che secondo Packamama, aiuterà le cantine ad abbattere la loro impronta di CO2. Inoltre, il PET riciclato per alimenti è certificato in Europa e negli USA, non reagisce ai cibi e alle bevande, non ha alcun impatto sul gusto ed è privo di PBA. Il vantaggio della bottiglia riciclata in rPET non è solo espresso nel miglioramento del marketing dell’imballo e nel vantaggio ambientale, passando dal vetro alla plastica, ma ha anche un grande vantaggio economico nei trasporti e, quindi, nel risparmio di costi e di carburante bruciato per la logistica. Infatti, secondo Packamama, la bottiglia in rPET, del tutto simile a quella in vetro, anche nel colore, pesa solo 63 gr. che corrisponde all’87% in meno di una di vetro, con risvolti evidenti sull’impronta carbonica nella logistica. Secondo Packamama la Francia sta vivendo una serie di coincidenze negative nel settore del vino, come la mancanza di bottiglie in vetro, i loro prezzi molto più altri che in passato e la disaffezione al vino da parte delle generazioni più giovani. Con la nuova bottiglia in rPET i prezzi del packaging saranno più competitivi, più stabili, il prodotto più sostenibile e più innovativo, andando incontro anche alle esigenze rivendicate dai giovani in termini di tutela ambientale. La carenza di bottiglie in vetro, che ha afflitto la Francia negli ultimi anni, è stata innescata dal fermo dei forni a causa del Covid 19, ma è poi proseguita per la ridotta produzione generale, anche a seguito del costo improponibile, per alcune aziende, dell’energia. Resiste, tuttavia, un certo disappunto da parte dei consumatori di vino meno giovani al cambio del vetro come materia prima per le bottiglie, essendo convinti che il vetro sia, nel suo complesso, più sostenibile e circolare della plastica.
SCOPRI DI PIU'L’impianto di Versalis di Mantova (IT) Fermerà per ManutenzioneLa direzione dell’impianto di produzione dei polimeri stirenici in ABS di Versalis Mantova, attraverso un comunicato, ha annunciato lo stop delle produzioni per dare avvio ad un piano di ammodernamento degli impianti di produzione nei mesi di Giugno e Luglio di quest’anno.Infatti, Versalis (Eni) informa che sono iniziate le operazioni propedeutiche alla fermata generale programmata per la manutenzione e i nuovi investimenti previsti nello stabilimento di Mantova. Le attività saranno eseguite per fasi: nei mesi di giugno e luglio 2021 è previsto il picco delle operazioni presso gli impianti. Le attività di manutenzione riguardano gli impianti stirenici e intermedi (stirolo monomero, fenolo e derivati, polimeri e i servizi di stabilimento) e un nuovo importante investimento per l’espansione della produzione di polimeri stirenici ABS, per una capacità aggiuntiva di 30mila tonnellate/anno, verso gradi differenziati e ad alto valore aggiunto, destinati a settori chiave come automotive, arredamento ed elettrodomestici. Gli investimenti prevedono anche interventi per il miglioramento tecnologico e di affidabilità e di efficientamento energetico e ambientale per un totale di oltre 40 milioni di euro di investimenti nel biennio 2020-2021. Nel cantiere, che durerà circa due mesi, saranno coinvolte circa 30 imprese, con una presenza di picco di 600 persone di ditte terze. Saranno costruiti 60 mila metri cubi di ponteggi e ispezionate 600 apparecchiature. Le attività vedranno impegnati un team dedicato alla sicurezza integrato dal supporto delle squadre del Safety Competence Center di Eni e personale dedicato alla sorveglianza sanitaria. In particolare, è stato previsto un protocollo di misure aggiuntive a quelle già attuate e un programma di screening epidemiologico per la prevenzione e il contrasto al Covid-19 al fine di garantire la massima tutela della salute dei lavoratori e delle comunità locali. La più importante delle misure attuate è la campagna di test tramite tamponi rapidi in un’area dello stabilimento appositamente attrezzata che verrà avviata, su base volontaria anche a tutto il personale del sito, prima della fermata. Inoltre, verranno installati 9 termo-scanner per agevolare il controllo del personale in entrata e uscita dallo stabilimento e saranno distribuite a tutto il personale impiegato nelle operazioni di fermata mascherine FFP2. Durante le attività di fermata e di riavvio degli impianti saranno attivi i dispositivi di controllo e i sistemi di sicurezza, tra i quali la torcia che si attiverà, in maniera discontinua, per il tempo strettamente necessario a effettuare gli interventi programmati. Saranno preventivamente informati gli Enti competenti, come previsto dal vigente Protocollo Operativo di comunicazione.
SCOPRI DI PIU'Scopri come la riforestazione, la conservazione della biodiversità e le azioni quotidiane possono salvare le foreste del mondo e combattere il cambiamento climaticodi Marco ArezioLe foreste coprono circa il 31% della superficie terrestre globale, rappresentando una risorsa vitale per la vita sulla Terra. Questi ecosistemi svolgono un ruolo cruciale nel fornire aria e acqua pulite, immagazzinando carbonio e ospitando una biodiversità straordinaria. Nonostante la loro importanza, le foreste sono minacciate da attività umane, tra cui la deforestazione, il cambiamento climatico e l'introduzione di specie invasive. Questo articolo esplora le funzioni ecologiche delle foreste, le minacce che devono affrontare e le strategie di ripristino degli ecosistemi forestali. Le foreste e il loro ruolo ecologico Immagazzinamento del Carbonio Le foreste sono essenziali nel ciclo del carbonio terrestre, agendo come importanti serbatoi (o "sink") di carbonio. I boschi immagazzinano carbonio attraverso il processo di fotosintesi, in cui gli alberi assorbono anidride carbonica (CO2) dall'atmosfera per produrre ossigeno e biomassa. Si stima che le foreste globali immagazzinino circa 861 gigatonnellate di carbonio in biomassa e suolo. La distruzione di queste foreste non solo cessa questa rimozione di CO2, ma rilascia anche carbonio precedentemente immagazzinato, accelerando il cambiamento climatico. Biodiversità Le foreste ospitano più della metà delle specie terrestri del pianeta, rendendole cruciali per la conservazione della biodiversità. Questa diversità biologica contribuisce alla resilienza degli ecosistemi forestali, permettendo loro di adattarsi a cambiamenti ambientali e resistere a malattie e parassiti. La perdita di foreste, quindi, non solo è una perdita di specie, ma compromette anche la capacità degli ecosistemi di sostenere la vita. Servizi Ecosistemici Oltre alla biodiversità e all'immagazzinamento del carbonio, le foreste forniscono numerosi servizi ecosistemici, tra cui la purificazione dell'aria e dell'acqua, il controllo dell'erosione del suolo e la regolazione del clima locale. Questi servizi sono essenziali per il benessere umano e la sopravvivenza delle comunità locali e indigene che dipendono direttamente dalle foreste per il loro sostentamento. Minacce alle Foreste Deforestazione La deforestazione, spinta principalmente dall'agricoltura, dall'espansione urbana e dall'industria del legname, ha portato alla perdita di circa 10 milioni di ettari di foresta all'anno. Questa perdita non solo riduce la capacità della Terra di immagazzinare carbonio, ma minaccia anche la sopravvivenza delle specie che chiamano queste foreste la loro casa. Cambiamento Climatico Il cambiamento climatico esacerba ulteriormente la pressione sulle foreste. Temperature più elevate, cambiamenti nei regimi di precipitazioni e l'aumento degli eventi climatici estremi possono ridurre la crescita forestale e aumentare la suscettibilità alle malattie e agli incendi boschivi. Specie Invasive Le specie invasive rappresentano un'altra minaccia significativa per le foreste, poiché possono soffocare la crescita di alberi autoctoni, alterare gli habitat e ridurre la biodiversità. Strategie di Ripristino degli Ecosistemi Forestali Piantare Alberi La riforestazione e il ripristino forestale attraverso la piantumazione di alberi sono interventi critici per ripristinare le foreste degradate. Tuttavia, è essenziale che queste piantumazioni siano attentamente pianificate, selezionando specie native adatte all'ambiente locale e tenendo conto delle esigenze ecologiche specifiche. Sostenere la Rigenerazione Naturale La rigenerazione naturale, dove gli alberi autoctoni sono incoraggiati a ricrescere naturalmente, è spesso più economica e ecologicamente sostenibile rispetto alla piantumazione attiva. Questo processo può essere facilitato rimuovendo le barriere alla crescita, come la rimozione delle specie invasive. Impegnarsi in Azioni Quotidiane Ogni individuo può contribuire al ripristino degli ecosistemi forestali. Questo può includere supportare politiche e organizzazioni ambientali, ridurre il consumo personale di prodotti derivanti dalla deforestazione e partecipare a iniziative locali di piantumazione degli alberi. Casi di Studio e Risultati Progetto di Riforestazione dell'Amazzonia Il Progetto di Riforestazione dell'Amazzonia, iniziato negli anni '90, mira a ripristinare 73.000 ettari di foresta pluviale attraverso la piantumazione di milioni di alberi nativi. Questo progetto ha dimostrato che è possibile ripristinare aree precedentemente degradate da deforestazione e agricoltura. Dopo più di due decenni, le aree ripristinate hanno mostrato un significativo recupero della biodiversità, con oltre 90% di specie native ristabilite e una ricchezza di fauna selvatica che ritorna nell'area. Great Green Wall dell'Africa La Great Green Wall è un'iniziativa pionieristica volta a combattere gli effetti della desertificazione in Africa Saheliana, piantando una cintura di alberi lunga 8.000 km. Dal suo inizio nel 2007, ha notevolmente migliorato la vita di milioni di persone, creando migliaia di posti di lavoro, fornendo cibo, rinnovabili e materie prime. Questo caso dimostra come il ripristino degli ecosistemi possa avere benefici economici, oltre a quelli ambientali. Ripristino delle Foreste di Mangrovie in Asia Sud-Orientale Il ripristino delle mangrovie è fondamentale per proteggere le linee costiere dall'erosione e migliorare gli habitat per la biodiversità marina. Progetti in paesi come Indonesia, Filippine e Vietnam hanno visto il ripristino di migliaia di ettari di mangrovie. Questi sforzi non solo proteggono le comunità costiere da tempeste e innalzamento del livello del mare, ma contribuiscono anche alla pesca sostenibile, migliorando la sicurezza alimentare e la resilienza climatica. Conclusioni e Interventi quotidiani La deforestazione e il degrado delle foreste presentano sfide significative per l'ambiente globale, ma, come dimostrato dai casi di studio, il ripristino degli ecosistemi forestali è possibile e può avere impatti trasformativi. Per massimizzare l'efficacia di questi sforzi, è essenziale: Adottare un Approccio Olistico: Integrare la piantumazione di alberi con la conservazione della biodiversità e il sostegno alle comunità locali. Collaborazione Globale: Gli sforzi di ripristino richiedono la cooperazione tra governi, organizzazioni non governative, imprese e comunità locali. Impegno Individuale: Ogni persona può contribuire attraverso scelte consapevoli, supporto alle politiche verdi e partecipazione attiva agli sforzi di conservazione. In conclusione, il ripristino degli ecosistemi forestali non è solo essenziale per mitigare il cambiamento climatico e preservare la biodiversità, ma offre anche opportunità economiche e migliora il benessere umano. La nostra azione collettiva può e deve fare la differenza nel garantire un futuro sostenibile per le foreste del nostro pianeta e per le generazioni a venire. Libri "Alberi sapienti, antiche foreste" di Daniele Zovi: L'autore, dopo aver lavorato nel Corpo Forestale dello Stato per quarant'anni, esplora il mondo vegetale, condividendo la sua vasta esperienza e conoscenza sulle foreste e la loro importanza.
SCOPRI DI PIU'Il concetto di consapevolezza e di saggezza compassionevole applicati al creatodi Marco ArezioAbbiamo affrontato, negli articoli scorsi, la visione della tutela della natura secondo le principali religioni monoteiste. Oggi vediamo il punto di vista dei buddisti in merito all’ambiente e alle indicazioni che vengono da questa religione. La tutela dell'ambiente è un tema importante per i buddisti, i quali sottolineano il concetto di interconnessione e interdipendenza di tutti gli esseri viventi. Secondo la prospettiva buddista, tutti gli esseri sono considerati degni di compassione e rispetto, inclusa la natura e l'ambiente in cui viviamo. I buddisti cercano di coltivare una consapevolezza profonda dell'impatto delle loro azioni sull'ambiente. Questo può includere pratiche come l'adozione di uno stile di vita sostenibile, riducendo gli sprechi e l'inquinamento, nonché il consumo responsabile delle risorse naturali. Incoraggiano anche ad evitare attività che possano causare danni diretti agli esseri viventi, come la caccia indiscriminata o la distruzione dell'habitat naturale degli animali. Inoltre, promuovono una prospettiva di lungo termine, considerando le conseguenze delle azioni sull'ambiente per le future generazioni. Questo si basa sull'idea di coltivare una saggezza compassionevole e di agire in armonia con la natura, riconoscendo che siamo tutti parte di un ecosistema interconnesso. Cosa è la saggezza compassionevole verso la natura per il buddismo La saggezza compassionevole, nota anche come prajna-paramita nel buddismo, è un concetto centrale che descrive una forma di comprensione profonda e altruistica. È la combinazione di due qualità fondamentali nel buddismo: la saggezza (prajna) e la compassione (karuna). La saggezza compassionevole implica una comprensione profonda della natura, della realtà e la consapevolezza della sofferenza e del desiderio che affliggono gli esseri viventi. Questa comprensione va oltre la mera conoscenza intellettuale, e si sviluppa attraverso la pratica meditativa e l'esperienza diretta. Non si limita a comprendere la sofferenza, ma spinge all'azione compassionevole per alleviare tale sofferenza. Essa motiva a mettere in pratica la compassione, l'amore benevolo e la gentilezza verso gli altri esseri viventi. La saggezza compassionevole verso la natura, nel buddismo implica un profondo rispetto e amore per tutti gli esseri viventi e per l'intero ambiente naturale. Si basa sulla consapevolezza che ogni forma di vita è preziosa e che tutte le cose sono interconnesse. Questo stato implica la comprensione che le azioni umane hanno un impatto sull'equilibrio ecologico e sul benessere di tutti gli esseri viventi, inclusi gli animali, le piante e l'ambiente naturale. Quindi spinge i buddisti a prendere responsabilità delle loro azioni e a fare scelte consapevoli che non causino danni alla natura. La saggezza compassionevole comprende anche la consapevolezza che la sofferenza umana e animale è profondamente interconnessa con la distruzione dell'ambiente. I buddisti riconoscono che il rispetto e la cura per la natura sono essenziali per garantire il benessere di tutti gli esseri viventi, inclusi gli esseri umani stessi. In sintesi, la saggezza compassionevole verso la natura nel buddismo implica una profonda connessione emotiva con l'ambiente naturale e un impegno attivo per la sua protezione e conservazione.
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