Quali possibili danni per la salute dei lavoratori e quali comportamenti da adottaredi Marco ArezioI fumi, generati durante l'estrusione o l’iniezione delle materie plastiche da post consumo, possono contenere una varietà di sostanze chimiche e particelle solide, alcune delle quali possono essere tossiche o potenzialmente dannose per la salute umana.Tipologia di inquinanti nella fusione delle materie plasticheLa tossicità dei fumi dipende dalla composizione specifica delle materie plastiche da post consumo e dalle condizioni operative del processo di estrusione. Alcuni dei potenziali rischi per la salute associati ai fumi di estrusione includono: Particelle solide: durante l'estrusione, possono essere generati fumi che contengono particelle solide sospese nell'aria. Queste particelle possono includere residui di plastica non completamente fusi o frammenti di plastica, che possono essere inalati e causare irritazione delle vie respiratorie o problemi respiratori. Emissioni gassose: i fumi possono contenere emissioni gassose derivanti dalla decomposizione o combustione incompleta dei materiali plastici. Queste emissioni possono includere sostanze chimiche tossiche o irritanti come monomeri, polimeri degradati, agenti di stabilizzazione termica o additivi chimici presenti nelle materie plastiche da post consumo. Composti organici volatili (COV): alcuni fumi possono contenere composti organici volatili, come solventi o altre sostanze organiche che si vaporizzano a temperature elevate. L'esposizione a COV può causare irritazione delle vie respiratorie, mal di testa, nausea, vertigini o effetti a lungo termine sulla salute. Additivi chimici: le materie plastiche da post consumo possono contenere additivi chimici, come plastificanti, ritardanti di fiamma o additivi antistatici. Durante l'estrusione, questi additivi possono degradarsi o essere rilasciati nei fumi, potenzialmente causando rischi per la salute umana a seconda delle sostanze chimiche coinvolte. Polveri e particelle ultrafini: l'estrusione può generare polveri e particelle ultrafini che possono essere inalate e penetrare profondamente nei polmoni. Queste particelle possono causare irritazione polmonare, infiammazione o effetti a lungo termine sulla salute respiratoria. La valutazione specifica dei rischi per la salute dei fumi di estrusione delle materie plastiche da post consumo richiede una conoscenza dettagliata della composizione chimica dei materiali utilizzati e delle condizioni operative specifiche. Fattori di insorgenza degli inquinanti I principali fattori che influenzano la pericolosità dei fumi durante la fusione delle plastiche riciclate si raggruppano in questi fattori: Composizione dei materiali riciclatiLa composizione delle plastiche riciclate può variare notevolmente a seconda delle fonti di riciclo e dei processi di riciclaggio utilizzati. Alcuni materiali riciclati possono contenere sostanze chimiche nocive o additivi che possono essere rilasciati durante l'estrusione. Temperatura di estrusioneLa fusione delle plastiche richiede temperature elevate, e il riscaldamento dei materiali riciclati può causare la generazione di fumi e vapori. Alcune sostanze chimiche presenti nelle plastiche riciclate possono decomporsi a temperature elevate, producendo composti potenzialmente pericolosi. Durata dell'esposizioneLa durata dell'esposizione ai fumi durante la fusione delle plastiche riciclate può influenzare il potenziale impatto sulla salute dei lavoratori. Effetti sulla salute dei lavoratori Gli effetti sulla salute dei lavoratori possono dipendere dalla concentrazione e dalla durata dell'esposizione ai fumi nocivi.I fumi che scaturiscono dalla fusione delle materie plastiche possono rappresentare diversi rischi per la salute dei lavoratori, tra cui: Irritazione delle vie respiratorie I fumi possono irritare le vie respiratorie, causando tosse, difficoltà respiratorie, congestione e infiammazione delle mucose. Effetti sul sistema nervoso Alcune sostanze chimiche presenti nei fumi possono avere effetti sul sistema nervoso, come mal di testa, vertigini, affaticamento o disturbi neurologici. Effetti sul sistema cardiovascolare L'esposizione a fumi nocivi può influenzare il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Effetti sul fegato e sui reni Alcune sostanze chimiche presenti nei fumi possono essere tossiche per il fegato e i reni, se assorbite nel corpo. Effetti cancerogeni Alcuni composti chimici presenti nei fumi possono essere cancerogeni o aumentare il rischio di sviluppare malattie tumorali. Mitigazione dei rischi sanitari nelle produzioni di materie plastiche per fusione Per mitigare i rischi per la salute dei lavoratori durante l'estrusione delle plastiche riciclate, sono necessarie misure di prevenzione e sicurezza appropriate, tra cui: Ventilazione adeguata: è importante garantire una buona ventilazione nell'area di lavoro per diluire e rimuovere i fumi generati durante l'estrusione. Uso di dispositivi di protezione individuale (DPI): i lavoratori devono utilizzare DPI appropriati, come maschere respiratorie, occhiali di protezione e guanti, per ridurre le possibili esposizioni ai fumi nocivi. Monitoraggio dell'ambiente di lavoro: è consigliabile effettuare il monitoraggio regolare dell'ambiente di lavoro per valutare la presenza di sostanze nocive nei fumi e per garantire che i livelli di esposizione siano al di sotto dei limiti di sicurezza. Formazione e sensibilizzazione dei lavoratori: è importante fornire una formazione adeguata ai lavoratori riguardo ai rischi associati all'estrusione delle plastiche riciclate, inclusi i fumi generati, e alle misure di sicurezza da adottare per proteggere la propria salute. Buone pratiche di gestione e manipolazione: adottare buone pratiche di gestione e manipolazione dei materiali riciclati, tra cui l'uso di sistemi chiusi, la riduzione dell'esposizione alla polvere e l'adozione di procedure di pulizia adeguate. Monitoraggio medico: è consigliabile effettuare un monitoraggio medico regolare dei lavoratori esposti ai fumi per identificare eventuali effetti sulla salute e intervenire tempestivamente. Tecnologie per la riduzione degli inquinanti nei reparti di fusione delle plastiche Per la filtrazione dei fumi provenienti dall'estrusione delle materie plastiche da post consumo, vengono utilizzati sistemi di filtrazione industriale, appositamente progettati per catturare e rimuovere le particelle solide e le sostanze inquinanti presenti nei fumi. Alcune delle tipologie di filtrazione industriali comunemente impiegate includono: Filtrazione a cartucce Questo tipo di filtrazione prevede l'utilizzo di cartucce filtranti che catturano le particelle solide e altre sostanze inquinanti presenti nei fumi. Le cartucce filtranti possono essere realizzate con materiali diversi, come polipropilene, poliestere o fibra di vetro, a seconda delle esigenze specifiche dell'applicazione. Filtrazione a sacchi I sistemi di filtrazione a sacchi utilizzano sacchi filtranti per trattenere le particelle solide presenti nei fumi. I sacchi filtranti sono realizzati in materiali porosi che consentono il passaggio dell'aria mentre intrappolano le particelle. Filtrazione elettrostatica La filtrazione elettrostatica sfrutta la carica elettrostatica per attirare e trattenere le particelle presenti nei fumi. I sistemi di filtrazione elettrostatica utilizzano elettrodi carichi e filtri carichi elettrostaticamente per catturare le particelle. Filtrazione a secco La filtrazione a secco prevede l'utilizzo di dispositivi, come precipitatori elettrostatici a secco o filtri a gravità, per separare e trattenere le particelle solide presenti nei fumi. Questi dispositivi possono essere efficaci nella rimozione di particelle di grandi dimensioni. Filtrazione a umido La filtrazione a umido coinvolge l'utilizzo di sistemi di scrubbing o lavaggio che rimuovono le particelle solide e i gas inquinanti dai fumi attraverso l'utilizzo di acqua o altri liquidi. È importante valutare attentamente le esigenze specifiche del processo di estrusione delle materie plastiche da post consumo per determinare la tipologia di filtrazione industriale più adatta. Le scelte dipenderanno dalle caratteristiche dei fumi generati, dalla dimensione delle particelle da rimuovere e dagli obiettivi di purificazione dell'aria.
SCOPRI DI PIU'La ricerca scientifica applicata al settore agroalimentare per minimizzare l’impatto ambientaledi Marco ArezioForse non ci soffermiamo abbastanza nell’analizzare la stretta correlazione tra il depauperamento delle risorse naturali rispetto al sostentamento alimentare di una popolazione mondiale in crescita continua. Le coltivazioni intensive richiedono acqua, concimi chimici, diserbanti, energia in quote sempre maggiori, anno dopo anno, portando un impatto ambientale estremamente negativo. La filiera della carne, poi, è responsabile delle coltivazioni estensive di foraggio, della deforestazione in alcuni paesi, dell’uso spropositato di acqua, del suolo, della produzione di inquinanti di derivazione animale. Anche le multinazionali che operano del settore alimentare stanno capendo che, una filiera alimentare più sostenibile, è la chiave per contribuire al bilanciamento climatico e alla soddisfazione dei propri clienti. Per questi motivi Nestlé ha ufficialmente inaugurato l'Istituto di scienze agrarie, per aiutare a far progredire i sistemi alimentari sostenibili fornendo soluzioni basate sulla scienza in agricoltura. Intervenendo all'inaugurazione, Paul Bulcke, presidente di Nestlé, ha dichiarato: "Abbiamo coltivato relazioni dirette con generazioni di agricoltori di tutto il mondo. Per continuare a fornire alle persone alimenti gustosi, nutrienti e convenienti, dobbiamo passare insieme a un sistema alimentare più sostenibile. Il nuovo istituto di ricerca rafforzerà la nostra esperienza e utilizzerà la nostra rete globale per sostenere le comunità agricole e proteggere il nostro pianeta". Con i sistemi alimentari globali sotto pressione, vi è un urgente bisogno di accelerare nuovi approcci che garantiscano un approvvigionamento alimentare sostenibile, per una popolazione mondiale in crescita, contribuendo al tempo stesso ai mezzi di sussistenza degli agricoltori. Nel nuovo istituto, gli esperti Nestlé esaminano e sviluppano soluzioni in aree di interesse chiave, come la scienza delle piante, i sistemi agricoli e il bestiame da latte. Si basa, inoltre, sull'esperienza esistente dell'azienda nel settore delle scienze vegetali nel caffè e nel cacao. Per molti anni, gli scienziati delle piante Nestlé hanno contribuito ai piani di approvvigionamento sostenibile di cacao e caffè di Nestlé. Nestlé sta ora rafforzando questa competenza e ampliandola ad altre colture, tra cui legumi e cereali. L'istituto sta inoltre lavorando con gli agricoltori per sperimentare pratiche di agricoltura rigenerativa, per migliorare la salute del suolo e incoraggiare la biodiversità. Inoltre, gli esperti esplorano nuovi approcci nell'allevamento lattiero-caseario, che hanno il potenziale per ridurre le emissioni di gas serra nei settori dell'alimentazione delle mucche e della gestione del letame. Jeroen Dijkman, Head of Nestlé Institute of Agricultural Sciences, ha dichiarato: "Il nostro obiettivo è identificare le soluzioni più promettenti per promuovere la produzione di materie prime nutrienti, riducendo al minimo il loro impatto ambientale. Adottiamo un approccio olistico e consideriamo diversi fattori, tra cui l'impatto sulla resa, l’impronta di carbonio, la sicurezza alimentare e i costi, nonché la fattibilità dell'aumento di scala".Come parte della rete globale di ricerca e sviluppo di Nestlé, l'istituto collabora strettamente con partner esterni tra cui agricoltori, università, organizzazioni di ricerca, startup e partner industriali per valutare e sviluppare soluzioni basate sulla scienza. Il nuovo istituto ribadisce l'impegno dell'azienda a rafforzare l'ecosistema di innovazione unico della Svizzera. Intervenendo all'inaugurazione ufficiale, Valérie Dittli, consigliere di Stato del cantone svizzero di Vaud, ha dichiarato: "Il nuovo istituto sta rafforzando il cantone di Vaud come centro di eccellenza per la ricerca e l'istruzione in agricoltura e alimentazione. Contribuisce, inoltre, agli sforzi che sono in corso per sostenere gli agricoltori di fronte ai cambiamenti climatici. L'agricoltura è al centro di un'alimentazione di qualità e, nel Canton Vaud, possiamo contare su un ecosistema innovativo che riunisce partner tra cui professionisti agricoli, scuole di istruzione superiore e centri di ricerca privati come quello di Nestlé." Oltre alle sue nuove strutture presso Nestlé Research in Svizzera, l'istituto incorpora un'unità di ricerca scientifica sulle piante esistente in Francia, e aziende agricole con sede in Ecuador, Costa d'Avorio e Tailandia, nonché partnership con aziende agricole di ricerca.Fonte: Nestlé
SCOPRI DI PIU'Come Riciclare il Supporto delle Etichette nel Settore del Packagingdi Marco ArezioRecuperare e riciclare non significa solo occuparsi del prodotto a fine vita che è stato acquistato dal consumatore, portato per esempio a casa, utilizzato il suo contenuto e poi buttato nei rifiuti.Questo è il concetto tradizionale di un prodotto che deve essere avviato al riciclo, ma i consumatori non vedono altre tipologie di rifiuti che vengono generati per produrre quell'imballo. Per esempio i supporti delle etichette che vengono applicate ai prodotti, generano, in maniera continuativa, rifiuti che possiamo definirli non di consumo ma di produzione. Come ci racconta Tiziano Polito di un'iniziativa portata avanti dalla società Americana Avery Dennison, che recupererà i rifiuti dai materiali adesivi che immette sul mercato in otto paesi Europei nella prima metà del 2021. 470.000 tonnellate: questo è il volume del supporto per etichette prodotto in Europa nel 2019 secondo la società di consulenza AWA. Solo un terzo di questa quantità viene riciclato. I dorsi - chiamati da alcuni "liner" o "protector" sono usati, per veicolare l'etichetta, chiamata "front", diventano poi rifiuti una volta applicata l'etichetta sul prodotto. Da diversi anni i produttori di materiali adesivi si propongono di recuperarli nell'ambito di programmi che rispondono ad un approccio di economia circolare. Avery Dennison è uno di loro. Il produttore americano lancia, con AD Circular, un nuovo progetto di recupero e riciclo per i paesi europei. Con un inizio previsto nella prima metà del 2021 in Francia, Spagna, Belgio, Polonia, Danimarca, Svezia, Germania e Regno Unito, il programma coinvolgerà altri paesi europei nella seconda metà dell'anno. Il progetto riguarda il recupero e il riciclo del supporto in carta e il film plastico. Per realizzare il progetto, Avery Dennison cha reato un sistema semplice: le aziende hanno a disposizione un'applicazione Web per pianificare la raccolta dei propri rifiuti. Inoltre fornisce loro dati utili sotto forma di analisi e certificati, quantità di materiali riciclati, quantità di emissioni di CO2 evitate, ecc.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - etichette - packagingVedi maggiori informazioni sul riciclo
SCOPRI DI PIU'Il Futuro dell'Energia Rinnovabile attraverso Tecnologie Flessibili e Sostenibili di Marco ArezioUna turbina mareomotrice è un dispositivo innovativo che sfrutta l'energia delle maree o delle correnti marine e dei fiumi per generare elettricità. Questa tecnologia rappresenta una soluzione sostenibile e rinnovabile per la produzione di energia, particolarmente adatta per aree costiere o insulari. La portabilità di queste turbine le rende un'opzione flessibile e adattabile a diversi contesti ambientali e geografici. Come Funziona e Quanto Produce una Turbina MareomotriceLe turbine mareomotrici funzionano convertendo l'energia cinetica delle correnti marine o delle maree in energia elettrica. Tipicamente, sono ancorate al fondale marino o galleggiano sotto la superficie dell'acqua. Quando l'acqua scorre attraverso le pale della turbina, questa inizia a girare, azionando un generatore che produce elettricità. L'energia generata può essere trasmessa a terra attraverso cavi sottomarini per l'uso immediato o l'immagazzinamento.Quanto Produce La produzione energetica di una turbina mareomotrice varia in base a diversi fattori, tra cui la velocità e la costanza delle correnti marine, le dimensioni della turbina e l'efficienza del generatore. In media, una turbina mareomotrice di dimensioni medie può produrre tra i 100 kW e i 1 MW di elettricità, sufficiente per alimentare decine fino a centinaia di abitazioni. Tuttavia, la portabilità può influenzare la dimensione e quindi la capacità produttiva complessiva. Dove Si Può Utilizzare Le turbine mareomotrici possono essere utilizzate in una varietà di contesti, grazie alla loro flessibilità e adattabilità: Aree costiere: particolarmente adatte per comunità insulari o costiere dove l'accesso alla rete elettrica è limitato. Zone remote: possono fornire un'importante fonte di energia rinnovabile per aree isolate. Applicazioni industriali: supporto energetico per piattaforme offshore, acquacoltura, e strutture di ricerca marina. Sviluppo sostenibile: ideali per progetti di sviluppo che richiedono soluzioni energetiche pulite e rinnovabili.Esempi di Installazioni SeaGen a Strangford Lough, Irlanda del Nord: Prima installazione commerciale di una turbina mareomotrice, con una capacità di 1.2 MW. Questo progetto ha dimostrato la fattibilità tecnica e la sostenibilità ambientale delle turbine mareomotrici. Orbital O2 in Scozia: Considerata la turbina mareomotrice galleggiante più potente al mondo, con una capacità di 2 MW, sfrutta le correnti marine per fornire energia pulita. Dati Tecnici di una Turbina MareomotriceLe turbine mareomotrici portatili variano in dimensioni, capacità e design, ma condividono principi operativi comuni. Ad esempio, una turbina di media grandezza può avere: Dimensioni: Diametro delle pale da 10 a 20 metri. Capacità: Da 100 kW a 1 MW per singola unità. Velocità dell'acqua ottimale: Tra 2 e 2.5 m/s per l'operatività efficiente. Profondità di installazione: Varia da superficiale (meno di 20 metri) a profonda (oltre 40 metri), in base al modello e alla location. Composizione della Turbina Una turbina mareomotrice è composta principalmente da: Pale della turbina: Sono le parti mobili che interagiscono direttamente con il flusso d'acqua. Il loro design è ottimizzato per catturare l'energia cinetica dell'acqua in movimento. Rotore: Collegato alle pale, il rotore si mette in rotazione quando le pale sono spinte dall'acqua. Generatore: Convertitore meccanico-elettrico che trasforma l'energia meccanica della rotazione in energia elettrica. È connesso al rotore tramite un albero di trasmissione. Gondola: Struttura che alloggia il generatore, il cambio (se presente) e altri componenti meccanici ed elettrici. Supporto o Struttura di Ancoraggio: Sistema che mantiene la turbina in posizione, che può variare da strutture fisse a soluzioni galleggianti o ancorate al fondale marino. Sistema di Controllo e Convertitore: Gestisce l'operatività della turbina, ottimizzandone la produzione in base alle condizioni marine, e converte l'energia elettrica prodotta in una forma utilizzabile dalla rete elettrica. Produzione di Elettricità e Manutenzione di una Turbina MareomotriceIl processo di generazione di energia elettrica da una turbina mareomotrice si basa sulla conversione dell'energia cinetica del movimento dell'acqua in energia elettrica. Quando l'acqua fluisce attraverso le pale della turbina, la forza dell'acqua le mette in rotazione, attivando così il rotore. Questo movimento rotatorio viene poi trasmesso al generatore, dove viene convertito in energia elettrica. Il sistema di controllo e il convertitore assicurano che l'energia prodotta sia compatibile con le specifiche della rete elettrica, rendendola pronta per il consumo.Manutenzione La manutenzione delle turbine mareomotrici portatili include ispezioni regolari, pulizia delle pale e controlli del sistema di trasmissione e del generatore. La portabilità facilita le operazioni di manutenzione, permettendo, in alcuni casi, il ritiro della turbina per le riparazioni a terra, riducendo così i tempi e i costi di intervento. Frequenza di manutenzione: Generalmente semestrale o annuale, a seconda delle condizioni operative. Costi di manutenzione: Variabili, ma possono rappresentare il 10-20% dei costi operativi totali. Costi di Produzione Il costo per la produzione di energia da una turbina mareomotrice dipende da molti fattori, inclusi i costi iniziali di investimento, operativi, e di manutenzione. Costi Iniziali di Sviluppo e Installazione Progettazione e Sviluppo: I costi di progettazione possono variare da decine a centinaia di migliaia di euro, a seconda della complessità del progetto e delle specifiche tecniche. Costruzione e Materiali: Per una turbina di media grandezza (100 kW - 1 MW), i costi possono variare da 1.5 a 3 milioni di euro. La variazione dipende dalla scelta dei materiali, dalla complessità del design e dalle dimensioni della turbina. Installazione e Commissioning: L'installazione può aggiungere significativamente al costo totale, soprattutto se il sito richiede lavori sottomarini complessi. Questi costi possono variare da alcune centinaia di migliaia a oltre un milione di euro. Costi Operativi e di ManutenzioneOperazioni Regolari e Manutenzione (O&M): Tipicamente, i costi annuali di O&M possono rappresentare il 2-5% del costo iniziale dell'impianto. Questo include ispezioni, riparazioni, sostituzioni di componenti, e assicurazione. Durata Operativa: La durata prevista di una turbina mareomotrice è di 20-25 anni. I costi di O&M accumulati nel tempo possono quindi rappresentare una quota significativa dell'investimento totale.Costo Complessivo dell'Energia Prodotto (LCOE) Il LCOE è un indicatore chiave per valutare il costo complessivo dell'energia prodotta durante la vita operativa di un impianto, considerando tutti i costi iniziali e operativi. Per le turbine mareomotrici, il LCOE può variare significativamente a seconda della tecnologia, del sito, e della scala del progetto. Stime recenti suggeriscono un LCOE per l'energia mareomotrice che varia da 0,10 a 0,30 €/kWh, rendendola competitiva con altre forme di energia rinnovabile in determinate condizioni. Conclusioni Le turbine mareomotrici rappresentano un'interessante innovazione nel campo delle energie rinnovabili, offrendo una soluzione flessibile e sostenibile per la produzione di energia in diverse situazioni geografiche e contesti. Con la loro capacità di sfruttare le risorse marine in modo non invasivo e la facilità di installazione e manutenzione, hanno il potenziale per contribuire significativamente alla transizione energetica verso fonti più pulite e sostenibili.
SCOPRI DI PIU'Come trattare i prodotti della raccolta differenziata per evitare il contagio da Covid 19di Marco Arezio Che il virus, Covid 19 o Coronavirus, sia terribilmente contagioso per vie area lo abbiamo capito presto vedendo cosa è successo in Cina e cosa sta succedendo in Europa, ma dobbiamo anche considerare come trattare i prodotti che compriamo e i rifiuti che produciamo, per evitare eventuali contagi. Dopo La Cina, che abbiamo visto molto lontana per diverse settimane, in cui il virus aveva devastato l’equilibrio sociale di una parte del paese, ci siamo improvvisamente svegliati, non tutti in Europa direi, con il virus in casa. Sappiamo che la fonte di contagio primario rimane quella per via area, con gli sternuti e i colpi di tosse di chi è contagiato, attraverso i quali si espelle dal nostro corpo, vaporizzazioni e saliva, nei quali c’è il virus. Abbiamo imparato a capire come difenderci attraverso le mascherine, i guanti e l’allontanamento sociale. Ma cosa sappiamo della permanenza in vita del virus Covid-19 sulle superfici e sui prodotti che usiamo ogni giorno? Poco, secondo l’Istituto Superiore della Sanità Italiano, impegnato per gestire l’epidemia nel proprio paese, il virus si disattiva in un arco temporale variabile tra pochi minuti a 8-9 giorni, in base ai comportamenti di altri virus similari studiati in precedenza. Questa grande forchetta temporale dipende dal tipo di superficie con cui viene in contatto il virus, dalle condizioni quali l’umidità, il calore, la temperatura e molti atri fattori più tecnici. Non potendo sapere se gli imballi che tocchiamo posso trasportare un virus depositato in precedenza, dobbiamo stare molto attenti anche alla manipolazione dei prodotti che usiamo e che diventeranno rifiuti. Sarebbe auspicabile fare la spesa utilizzando guanti monouso e una volta che i prodotti acquistati entrano in casa, passarli, ove possibile, con liquidi a base di alcool. Ma anche i rifiuti domestici che gettiamo, sarebbe meglio seguissero strade diverse, se siete positivi al Covid-19 o se siete in quarantena, rispetto alla selezione tradizionale che normalmente facciamo in casa. Vediamo alcuni esempi: La plastica, il vetro, la carta, i residui di cibo, i fazzoletti le mascherine e i guanti (per fare alcuni esempi) sarebbe meglio metterli nel sacco del rifiuto indifferenziato, senza quindi separarli, per essere indirizzati agli impianti di termovalorizzazione. I sacchetti devono rappresentare un involucro robusto, che non si possa rompere nella movimentazione da parte dell’operatore che raccoglie i rifiuti. Se i sacchetti sono molto fini, usatene più di uno sovrapposti. La chiusura dei sacchetti deve essere ermetica, in modo che non ci sia la possibilità, rovesciandosi, che fuoriescano i rifiuti. Le legature vanno fatte con i guanti nonouso. Gettate poi i guanti in un altro sacchetto per la raccolta indifferenziata. Lavatevi sempre le mani al termine dell’operazione per almeno 30 secondi con acqua e sapone.
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