Scopri i Benefici Ambientali, Tecnici ed Economici delle Coperture in Tegole Bituminose Riciclate di Marco ArezioNel panorama dell'edilizia moderna, l'attenzione verso soluzioni sostenibili e rispettose dell'ambiente ha portato alla riscoperta e innovazione di materiali e tecnologie tradizionali, tra cui spiccano le tegole bituminose realizzate con materiali riciclati. Questo articolo si propone di esplorare, attraverso cinque punti dedicati, le diverse facce di questa soluzione di copertura: dalla sua natura e processo produttivo, passando per le tecniche di montaggio, ai vantaggi tecnici, economici e ambientali, fino alle strategie di riciclo e gestione a fine vita. L'obiettivo è fornire una panoramica completa che evidenzi non solo l'importanza delle tegole bituminose riciclate nell'edilizia sostenibile ma anche come queste si inseriscono in un più ampio contesto di economia circolare e rispetto ambientale. Cosa Sono le Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Le tegole bituminose ricavate da materiali riciclati costituiscono una soluzione innovativa nel panorama delle coperture edilizie, offrendo una risposta efficace alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale. Queste tegole mantengono le proprietà di resistenza e durabilità tipiche delle tegole bituminose tradizionali, ma si distinguono per l'impiego di materiali recuperati, contribuendo significativamente alla riduzione dei rifiuti e all'uso efficiente delle risorse.Composizione e Materiali Le tegole bituminose sono composte principalmente da bitume, un derivato del petrolio, rinforzato con fibre di vetro o cellulosa, e ricoperte da granuli minerali che forniscono colore e ulteriore protezione. Nella versione eco-sostenibile, parte dei componenti tradizionali viene sostituita con materiali riciclati: plastica, gomma da pneumatici fuori uso, scarti di asfalto, e vetro. Questi materiali, altrimenti destinati alla discarica, vengono trattati e riutilizzati, riducendo l'impatto ambientale associato alla produzione delle tegole.Vantaggi Ambientali L'utilizzo di materiali riciclati nelle tegole bituminose presenta diversi benefici ambientali: Riduzione dei Rifiuti: L'incorporazione di materiali riciclati contribuisce a diminuire la quantità di rifiuti inviati alle discariche. Conservazione delle Risorse: Diminuisce la necessità di estrarre e processare materie prime, preservando le risorse naturali. Riduzione delle Emissioni: Il processo produttivo delle tegole riciclate, in genere, richiede meno energia rispetto alla produzione di tegole tradizionali, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra.Processo di RicicloIl processo di riciclo per la produzione di tegole bituminose include diverse fasi: Raccolta e Selezione: I materiali destinati al riciclo, come pneumatici fuori uso e plastica, vengono raccolti e accuratamente selezionati per eliminare impurità. Trattamento: I materiali selezionati vengono poi triturati o fusi, a seconda della loro natura, per ottenere una forma utilizzabile nella produzione delle tegole. Integrazione nel Processo Produttivo: I materiali riciclati trattati vengono miscelati con bitume e altri componenti per formare la massa da cui saranno ricavate le tegole.Contributo alla Sostenibilità L'adozione di tegole bituminose realizzate con materiali riciclati rappresenta un importante passo avanti verso la sostenibilità nel settore delle coperture. Queste soluzioni non solo rispondono alle esigenze funzionali ed estetiche ma promuovono anche un modello di economia circolare, in cui i materiali mantengono il loro valore attraverso cicli successivi di uso e riutilizzo, riducendo l'impatto ambientale complessivo. In conclusione, le tegole bituminose ricavate da materiali riciclati incarnano un esempio emblematico di come le pratiche di sostenibilità possano essere integrate efficacemente nel settore dell'edilizia, offrendo prodotti che sono al contempo ecologici, funzionali, e duraturi. La loro diffusione rappresenta una strategia vincente per contribuire alla protezione dell'ambiente, promuovendo al contempo l'innovazione e la resilienza nel settore delle costruzioni. Processo Produttivo delle Tegole Bituminose con Materiali Riciclati Il processo produttivo delle tegole bituminose realizzate con materiali riciclati rappresenta un'eccellente dimostrazione di come l'innovazione tecnologica possa incontrare la sostenibilità. Questo processo non solo mira a produrre un materiale da costruzione resistente e affidabile ma si impegna anche a ridurre l'impatto ambientale attraverso l'uso efficiente di risorse riciclate.Selezione e Preparazione dei Materiali Riciclati Il punto di partenza è la selezione accurata dei materiali riciclati, che devono rispondere a criteri di qualità ben definiti per garantire la performance del prodotto finale. Materiali come plastica, gomma da pneumatici e scarti di asfalto vengono raccolti da centri di riciclaggio certificati. Plastica: Viene triturata in piccoli pezzi e pulita per rimuovere contaminanti. Gomma dagli Pneumatici: Dopo essere stata triturata, la gomma subisce un processo di liberazione dalle fibre metalliche e tessili. Scarti di Asfalto: Vengono macinati fino a raggiungere la granulometria desiderata.Miscelazione con Bitume I materiali preparati vengono quindi miscelati con il bitume. Questa fase richiede un controllo preciso della temperatura per assicurare che il bitume e i materiali riciclati si legano efficacemente, formando una miscela omogenea. La proporzione tra bitume e materiali riciclati varia a seconda delle specifiche tecniche desiderate per la tegola finale.Formazione della Tegola La miscela ottenuta viene poi trasferita su una linea di produzione dove avviene il processo di formazione della tegola: Impregnazione del Rinforzo: Un tappeto di fibre di vetro o cellulosa passa attraverso un bagno di miscela bituminosa, assorbendola e garantendo la struttura portante della tegola. Stratificazione: Vengono aggiunti strati successivi di miscela per aumentare lo spessore e le proprietà fisiche della tegola. Raffreddamento e Taglio: Dopo la stratificazione, la tegola viene raffreddata e tagliata nelle dimensioni desiderate.Aggiunta di Granuli Minerali Una volta formata la base della tegola, sulla superficie viene applicato uno strato di granuli minerali. Questi non solo conferiscono colore e estetica alla tegola ma migliorano anche la resistenza agli UV e alle intemperie. In alcune varianti, i granuli possono essere sostituiti o integrati con materiali riciclati finemente macinati.Controllo Qualità Ogni fase del processo produttivo è sottoposta a rigorosi controlli di qualità per assicurare che le tegole soddisfino gli standard richiesti in termini di resistenza, durabilità, e prestazioni. Vengono eseguiti test per verificare l'aderenza, la flessibilità, e la resistenza agli agenti atmosferici.Impatto Ambientale del Processo Produttivo Il processo produttivo delle tegole bituminose con materiali riciclati è progettato per minimizzare l'impatto ambientale. L'uso di materiali riciclati riduce la dipendenza dalle risorse naturali e diminuisce la quantità di rifiuti destinati alle discariche. Inoltre, l'ottimizzazione energetica delle fasi produttive contribuisce a ridurre le emissioni di CO2, rendendo il processo più sostenibile. Montaggio delle Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Il montaggio delle tegole bituminose riciclate rappresenta una fase critica che determina la funzionalità, l'estetica e la durabilità della copertura. Questo capitolo esplora le pratiche ottimali di installazione, integrando considerazioni architettoniche che influenzano la scelta e l'applicazione di questi materiali.Preparazione della Superficie Prima di procedere con il montaggio delle tegole, è essenziale preparare adeguatamente la superficie di copertura. Questo include: Pulizia: Rimozione di detriti, vecchie tegole, o altri materiali dalla superficie di copertura. Ispezione: Verifica dell'integrità della struttura portante e dell'eventuale presenza di aree danneggiate che necessitano di riparazione. Impermeabilizzazione: Applicazione di uno strato di sottocopertura impermeabile per proteggere ulteriormente l'edificio da infiltrazioni d'acqua.Linee Guida per il Montaggio Il montaggio delle tegole bituminose riciclate segue procedure specifiche che garantiscono la massima efficacia: Posizionamento Iniziale: Le tegole devono essere posizionate partendo dal bordo inferiore del tetto, procedendo verso l'alto. Questo assicura una sovrapposizione ottimale che favorisce il deflusso dell'acqua. Fissaggio: Le tegole vengono fissate alla superficie di copertura mediante chiodi o adesivi specifici. È importante seguire le indicazioni del produttore per il numero e la disposizione dei punti di fissaggio. Allineamento: Mantenere un allineamento preciso delle tegole è cruciale per l'aspetto estetico e la funzionalità del tetto. L'uso di linee guida o di strumenti di misurazione può aiutare a garantire l'uniformità dell'installazione.Considerazioni Architettoniche Durante il montaggio delle tegole bituminose riciclate, diverse considerazioni architettoniche devono essere prese in conto: Design del Tetto: La forma e la pendenza del tetto influenzano la scelta delle tegole e delle tecniche di installazione. Tetti con pendenze elevate o con molte interruzioni (camini, lucernari, ecc.) richiedono una pianificazione dettagliata per assicurare l'integrità della copertura. Estetica: La varietà di colori e texture disponibili permette di integrare le tegole con l'architettura dell'edificio, contribuendo all'armonia estetica complessiva. La selezione deve considerare il contesto ambientale e le normative locali, se presenti. Ventilazione del Tetto: Una corretta ventilazione sotto la superficie di copertura è fondamentale per prevenire l'accumulo di umidità e prolungare la vita delle tegole. La progettazione architettonica deve includere soluzioni per la ventilazione adeguata. Vantaggi delle Tegole Bituminose Riciclate Rispetto ad Altre Coperture Le tegole bituminose realizzate con materiali riciclati offrono numerosi vantaggi rispetto ad altre soluzioni di copertura, sia da un punto di vista tecnico ed economico che ambientale. La comparazione con altre tipologie di coperture impermeabili evidenzia l'efficacia di questa soluzione innovativa nel contesto dell'edilizia sostenibile. Vantaggi Tecnici Durabilità: Le tegole bituminose riciclate sono estremamente resistenti agli agenti atmosferici, tra cui pioggia, neve, e raggi UV, garantendo una lunga vita utile della copertura. Facilità di Installazione: La leggerezza e la flessibilità delle tegole bituminose facilitano il montaggio su una vasta gamma di strutture edilizie, riducendo i tempi e i costi di installazione. Versatilità Estetica: Disponibili in vari colori e texture, permettono una facile integrazione con l'architettura dell'edificio. Comparazione con Altre CopertureTegole in Ceramica o Cemento: Pur offrendo un'estetica tradizionale e una buona durabilità, sono generalmente più pesanti e costose, sia in termini di materiale che di installazione. Coperture Metalliche: Anche se resistenti e leggere, possono essere più costose e richiedere una manutenzione specifica per prevenire la corrosione. Membrane EPDM (Etilene Propilene Diene Monomero): Sebbene offrano una buona impermeabilizzazione, non forniscono la stessa varietà estetica delle tegole bituminose e possono essere più impegnative da installare su tetti con molte interruzioni. Vantaggi Economici Costo-Efficienza: Le tegole bituminose riciclate sono spesso più economiche rispetto ad altre soluzioni di copertura, grazie ai minori costi di materiale e alla facilità di installazione. Manutenzione: Richiedono una manutenzione limitata, contribuendo a ridurre i costi nel lungo termine. Vantaggi Ambientali Riduzione dei Rifiuti: L'uso di materiali riciclati nel loro processo produttivo contribuisce significativamente alla riduzione della quantità di rifiuti destinati alle discariche. Minore Impatto Ambientale: La produzione di tegole bituminose riciclate comporta, in genere, un consumo energetico inferiore e minori emissioni di CO2 rispetto alla produzione di tegole tradizionali o di altri materiali da copertura. Comparazione Ambientale Tegole in Ceramica o Cemento: Sebbene possano avere una lunga vita utile, il loro processo produttivo è energivoro e produce un'impronta di carbonio significativamente più alta. Coperture Metalliche: Possono essere riciclate al termine della loro vita utile, ma la loro produzione richiede grande quantità di energia e risorse. Membrane EPDM: Nonostante siano durevoli, la produzione di EPDM è basata su idrocarburi, e il materiale è meno facilmente riciclabile alla fine della vita utile rispetto alle tegole bituminose riciclate. Riciclo e Fine Vita delle Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Il ciclo di vita delle tegole bituminose non termina con la loro rimozione dal tetto. Queste possono essere riciclate e riutilizzate in vari modi, contribuendo significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale del settore delle costruzioni. Il processo di riciclo è articolato in diverse fasi, ciascuna delle quali svolge un ruolo cruciale nel trasformare le tegole usate in risorse preziose per nuovi utilizzi. Raccolta e Trasporto Il processo inizia con la raccolta delle tegole bituminose rimosse durante lavori di ristrutturazione o demolizione. Queste vengono quindi trasportate a impianti di riciclaggio specializzati. È importante che il trasporto sia organizzato in modo efficiente per minimizzare l'impatto ambientale e i costi associati. Selezione e Pulizia All'arrivo all'impianto di riciclaggio, le tegole sono soggette a un processo di selezione per separare eventuali materiali non riciclabili o contaminanti. Successivamente, vengono pulite per rimuovere chiodi, residui di adesivo e altri detriti. Triturazione Una volta pulite, le tegole vengono triturate in piccoli pezzi o granuli. Questo processo è fondamentale per facilitare la successiva fase di trasformazione. La dimensione dei frammenti è attentamente controllata per soddisfare i requisiti specifici dei vari utilizzi finali. Ulteriore Elaborazione I frammenti di tegola possono subire ulteriori processi di elaborazione, a seconda delle necessità. Questo può includere la separazione di ulteriori materiali, come la fibra di vetro dal bitume, o trattamenti per modificare le proprietà chimico-fisiche dei materiali riciclati. Riutilizzo I materiali riciclati trovano impiego in una varietà di applicazioni, che includono: Asfalto per le Strade: I granuli di tegola bituminosa riciclata possono essere integrati nell'asfalto utilizzato per la pavimentazione stradale, migliorando la resistenza e la durata del manto stradale. Nuove Coperture: Parte del materiale riciclato può essere riutilizzato nella produzione di nuove tegole bituminose, contribuendo a ridurre il consumo di risorse vergini. Sottofondi per Pavimentazioni: I frammenti di tegola possono essere usati come materiale per sottofondi in progetti di pavimentazione, offrendo una soluzione economica e sostenibile. Libri e Manuali Tecnici "Materiali da costruzione sostenibili" di Paolo Fumagalli. Questo testo, disponibile in italiano, offre una panoramica completa sui materiali da costruzione eco-compatibili, con un focus particolare sul riciclo e sul riutilizzo dei materiali nel settore edile, inclusa una sezione sulle tegole bituminose riciclate. "Sustainable Construction: Green Building Design and Delivery" di Charles J. Kibert. Benché in inglese, questo libro è una risorsa chiave per comprendere i principi della costruzione sostenibile, inclusi i materiali riciclati per le coperture e le loro implicazioni ambientali. "Recycling of Roofing Materials", articolo presente sul Journal of Green Building. Questo studio, sebbene in inglese, approfondisce il processo di riciclaggio delle tegole bituminose e il loro impatto ambientale, fornendo dati e analisi dettagliate. "L'impiego di materiali riciclati nell'edilizia: normative, prestazioni e casi studio" – Un articolo disponibile attraverso le risorse universitarie italiane, che esplora le normative italiane ed europee relative all'utilizzo di materiali riciclati in edilizia, inclusi i casi studio sulle tegole bituminose.
SCOPRI DI PIU'Quale è la situazione nel campo delle energie rinnovabili in Europa alla luce delle tensioni energetiche con la Russia?di Marco ArezioOramai è sotto gli occhi di tutti quale grave situazione si può creare quando uno stato, o un gruppo di essi come l’Europa per esempio, dipende a doppio filo da altre nazioni per un bene così assoluto come l’energia.La guerra tra Russia e Ucraina ha aperto gli occhi, improvvisamente, a chi dormiva tranquillamente e comodamente sui contratti del gas e del petrolio con la Russia, accorgendosi immediatamente che se un tuo fornitore strategico non vuole più fornirti o aumenta, con un gioco subdolo di domanda e offerta, il prezzo dell’energia, ti ritrovi come un re nudo. L’ Europa, paladina del verde e delle energie rinnovabili, ha perso molto tempo nel settore delle energie verdi, pensando che potesse impiegare molti più anni nella transizione energetica. Adesso è diventata una corsa ad ostacoli, stretti tra esigenze di avere a tutti i costi, è proprio il caso di dirlo, il gas e il petrolio e la necessità di spingere sull’incremento della produzione di energie rinnovabili. In questo articolo riportiamo con interesse l’intervista che Kyra Taylor ha fatto Sven Utermöhlen, presidente di WindEurope e CEO dell'eolico offshore presso RWE, che ci aiuta a capire la situazione europea delle rinnovabili. La Commissione europea punta ad almeno 60 gigawatt (GW) di produzione eolica offshore entro il 2030. Quali sono i piani di RWE per aumentare la capacità offshore in Europa? Quanti investimenti state facendo e quando vi aspettate che questi investimenti inizino a generare elettricità? Entro il 2030 investiremo 50 miliardi di euro lordi nel nostro core business, ovvero 50 miliardi di euro per la protezione del clima. L'eolico offshore è uno dei nostri punti focali nella nostra strategia di crescita: entro il 2030, intendiamo triplicare la nostra capacità eolica offshore pro-quota da 2,4 GW a 8 GW in tutto il mondo. Presto annunceremo il completamento del nostro parco eolico offshore Triton Knoll nel Regno Unito, inoltre abbiamo recentemente avviato i lavori di costruzione offshore per Kaskasi, al largo della costa tedesca. Questi parchi eolici offshore avranno una capacità installata totale di 1.200 MW e stiamo anche procedendo con il parco eolico offshore Sofia da 1,4 GW nel Regno Unito. Stiamo inoltre guidando un progetto di sviluppo eolico offshore di 10 GW con diritti offshore garantiti, ad esempio, il progetto da 1.000 MW Thor in Danimarca o FEW Baltic II in Polonia. Le nostre attività di sviluppo offshore sono concentrate nel Nord America, nella regione dell'Asia Pacifica e in mercati particolarmente interessanti in Europa. L'Unione Europea e gli Stati membri stanno aumentando i propri obiettivi nazionali, fornendo ulteriori opportunità di crescita. Paesi come Germania, Regno Unito e Paesi Bassi hanno aumentato i loro progetti offshore ed incrementeranno anche i volumi delle aste. Tutto ciò fornirà ulteriori opportunità di crescita e questo significa che amplieremo ulteriormente la nostra rete di energie rinnovabili e, in particolare, il nostro business eolico offshore. In totale, l'UE punta a far sì che il 40% del suo mix energetico sia fornito da fonti rinnovabili entro il 2030: il Parlamento europeo vuole addirittura puntare ancora più in alto, al 45%. Quale sostegno è necessario in termini di politica da parte dell'UE e dei governi nazionali per raggiungere questi obiettivi? Ciò che è di vitale importanza è che vengano messi in atto meccanismi che continuino a stimolare gli investimenti. Soprattutto nell'attuale situazione con la guerra in Ucraina, ci sono stress e tensioni sulla catena di approvvigionamento e sui prezzi delle materie prime. In generale è essenziale che, in primo luogo, le aste avvengano rapidamente perché i tempi di consegna sono relativamente lunghi nell'eolico offshore. Con le tempistiche nell'eolico offshore di solito comprese tra cinque e 10 anni, quei volumi aggiuntivi devono essere messi all'asta al più tardi nei prossimi due o tre anni, altrimenti nessuno di questi progetti aggiuntivi sarà operativo entro il 2030. Poi c'è un altro aspetto molto importante: i progetti e i regimi delle aste non dovrebbero essere basati solo su criteri finanziari o di prezzo, ma dovrebbero anche considerare criteri qualitativi, come la sostenibilità, la capacità dei partecipanti, la loro capacità di portare a termine questi progetti e il loro contributo all'economia europea. Questo è fondamentale per garantire che i progetti vengano realizzati. L'unica cosa che vediamo in una luce critica sarebbero le componenti di prezzo negative, soprattutto se non coperte, infatti questo comporterà aumenti di prezzo da parte dei consumatori. Diamo uno sguardo più approfondito agli ultimi sviluppi in Germania. Il cosiddetto “Pacchetto Pasquale” del governo tedesco è un altro passo verso una transizione energetica più rapida. Obiettivi di espansione significativamente più elevati per l'energia eolica onshore e offshore, nonché per il fotovoltaico, una maggiore velocità nell'espansione della rete e una nuova priorità assoluta per le energie rinnovabili. Ma ci devono essere miglioramenti quando si tratta delle condizioni di espansione offshore, in particolare, la componente di offerta negativa pianificata aumenterebbe semplicemente il costo dell'energia verde per i consumatori industriali, l'opposto di ciò di cui abbiamo bisogno. Inoltre, il percorso del “Contratto per differenza” per le aree pre-rilevate senza indicizzazione dell'inflazione e massimali di offerta restrittivi si scontrano con l'andamento dei costi attualmente imprevedibile nel settore delle materie prime. Inoltre, secondo lo stato attuale, l'elettricità verde proveniente da aree pre-rilevate per i parchi eolici offshore, non può essere commercializzata all'industria perché rimane intrappolata nel sistema del "Contratto per differenza". Grandi quantità di elettricità verde non sarebbero quindi affatto disponibili per l'industria. La decarbonizzazione del settore è una delle maggiori sfide sulla nostra strada per raggiungere gli obiettivi climatici europei e realizzare la transizione energetica. L'energia eolica offshore dovrebbe svolgere un ruolo centrale in questo. Durante questa conferenza, abbiamo sentito molte preoccupazioni sulla catena di approvvigionamento. Cosa state chiedendo all'Unione Europea e dai governi nazionali per risolvere questo problema? L'industria eolica è determinata a fornire risultati, anche in tempi difficili. Ma abbiamo più che mai bisogno delle giuste politiche di governo. I prezzi sono significativamente più alti al momento – in particolare i prezzi delle materie prime e il prezzo di alcuni componenti, come le parti in ghisa – e le previsioni sui prezzi sono diventate significativamente più incerte. In questo momento, è molto difficile per le aziende della catena di approvvigionamento prevedere dove andranno i prezzi, il che significa che se viene loro chiesto di fare offerte per la consegna tra quattro o cinque anni, è molto difficile prevederne i costi. Quindi i governi devono guardare a come questa incertezza, sul lato dei costi, può riflettersi nei sistemi di aste e potenzialmente sul lato delle entrate, perché anche semplicemente mettere il rischio sulle aziende che istallano e gestiscono gli impianti non funzionerà. Dobbiamo pensare a meccanismi che ci consentano di prendere decisioni di investimento, anche se queste incertezze sui costi sono ora molto più elevate e dobbiamo, assolutamente, considerare questo come un argomento a medio termine: non deve essere un problema a breve termine. Per quanto riguarda la filiera, questo bisogno di espandersi. Doveva farlo molto prima, anche senza la guerra in Ucraina e, probabilmente, ora ha bisogno di crescere ulteriormente a causa delle interruzioni dovute alla guerra. Ciò di cui la filiera ha bisogno sono investimenti e stimoli per espandere la base industriale in Europa. A parte queste preoccupazioni, quali sono le maggiori sfide che il suo settore deve affrontare in questo momento e quali soluzioni stai cercando? Garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e diversificare l'approvvigionamento energetico sono le massime priorità, in particolare attraverso l'espansione delle energie rinnovabili. Per accelerare la produzione di energia eolica, le decisioni chiave devono essere prese ora. Per l'eolico onshore, i problemi di autorizzazione sono molto difficili nella maggior parte dei paesi. Queste tempistiche devono essere notevolmente ridotte e i percorsi attuativi devono anche essere semplificati: il nuovo governo tedesco ha appena pubblicato proposte per semplificare le autorizzazioni per l'eolico onshore. Molte delle loro proposte sembrano promettenti, ma misure simili devono essere adottate in tutta Europa per semplificare i processi di autorizzazione per l'eolico onshore. Naturalmente, questo ha anche a che fare con l'aumento dell'accettazione della popolazione locale. Come settore, dobbiamo lavorare fianco a fianco con le comunità locali e i comuni in cui operiamo. Per l'eolico offshore, l'accettazione da parte delle persone che vivono sulle coste non è il problema. Ma abbiamo delle sfide da risolvere per quanto riguarda le autorizzazioni, così dobbiamo intensificare il dialogo con le parti interessate per le stesse aree offshore, questo include il tema della protezione della natura e della coesistenza tra l'eolico offshore e altri utilizzatori del mare, come la pesca o la navigazione. Dobbiamo inoltre chiarire e semplificare alcune regole e procedure per garantire tempi più brevi per le valutazioni di impatto ambientale e la consultazione con i vari soggetti interessati. Abbiamo anche bisogno di una migliore comunicazione sugli effetti positivi dell'eolico offshore sull'ambiente, ad esempio, alcuni studi dimostrano che, dove sono in funzione parchi eolici offshore, dopo pochissimi anni la popolazione di alcune specie marine aumenta. Qual è stato l'impatto della guerra in Ucraina sull'introduzione delle rinnovabili? C'è preoccupazione su come potrebbe avere un impatto sul settore, ma c'è anche una maggiore spinta per le energie rinnovabili. Qual è la tua opinione? C'è una richiesta ancora più forte per una partenza più rapida e più ampia delle rinnovabili, perché il tema della sicurezza dell'approvvigionamento energetico e dell'indipendenza ha assunto una priorità significativa. Ed è vero, infatti, che le energie rinnovabili e l'eolico possono svolgere un ruolo molto importante nel garantire la sicurezza energetica. Il problema è che, almeno nel breve e medio termine, la guerra ha portato a interruzioni nella catena di approvvigionamento e all'aumento dei prezzi delle materie prime. Tuttavia, l'industria eolica è determinata a fornire risultati e, noi di RWE, stiamo continuando ad espandere il nostro core business verde a pieno ritmo. Quanto è importante l'energia eolica come fonte di energia in Europa, vista la guerra in Ucraina? È di vitale importanza. Le energie rinnovabili, in generale, sono molto importanti per la sicurezza energetica e, l'energia eolica, è uno dei due grandi pilastri oltre al solare. Se si guarda al potenziale delle energie rinnovabili in tutta Europa, probabilmente l'energia eolica ha il ruolo più importante. Ovviamente, questo varia da paese a paese, infatti alcuni stati hanno una risorsa solare molto favorevole, ci sono poi altri paesi del nord e nord-ovest dell'Europa, per esempio, dove l'energia eolica gioca un ruolo ancora più importante. Così il Mare del Nord e il Mar Baltico in Europa sono i posti migliori per costruire l'eolico offshore rispetto ad altre aree del mondo. La combinazione di acque relativamente basse e un'eccezionale velocità del vento è unica. Questo è qualcosa che dobbiamo assolutamente utilizzare come Europa perché è un'opportunità unica. La Commissione Europea ha delineato il suo piano per ridurre la dipendenza dell'Europa dalla Russia, chiamato REPowerEU. Qual è il suo punto di vista? Pensa che sia buono? Pensa che serva di più? E quale può essere il vostro contributo come RWE? Accogliamo decisamente con favore l'iniziativa della Commissione europea e crediamo che sia la giusta direzione in cui andare. Quello che possiamo fare come RWE è realizzare la strategia Growing Green che abbiamo pubblicato l'anno scorso, con il nostro investimento di 50 miliardi di euro fino alla fine di questo decennio. La stragrande maggioranza di ciò andrà nelle energie rinnovabili, in particolare nell'energia eolica, sia in mare che in mare aperto. Un'altra pietra miliare importante per noi è l'avvio dei progetti sull'idrogeno il prima possibile. Portare avanti questa strategia è il nostro obbiettivo. Ovviamente, con l'aumento dei progetti per l'energia eolica e le energie rinnovabili nell'UE, cercheremo sicuramente di partecipare a queste ulteriori opportunità di crescita. Lei menziona il piano di RWE di investire nelle energie rinnovabili. Come saranno i prossimi dieci anni in termini di investimenti? Su quale tecnologia di energia rinnovabile vi state concentrando? L'attenzione alle energie rinnovabili è principalmente suddivisa in eolico offshore e onshore. C'è anche un elemento significativo sul solare fotovoltaico. Insieme, rappresentano il 90% degli investimenti complessivi nella strategia green. Il resto è sulla produzione di energia flessibile, idrogeno e stoccaggio. E qual è il rapporto tra progetti di combustibili fossili e rinnovabili nel portafoglio di RWE nel 2030? In RWE, stiamo guidando la transizione energetica più rapidamente rispetto alla maggior parte delle altre società, puntando allo zero netto entro il 2040. Abbiamo un percorso chiaro verso la neutralità climatica: stiamo gradualmente eliminando nucleare e carbone e continuiamo a investire in una crescita verde, che passerà all'idrogeno verde il prima possibile. Con la nostra vasta strategia di investimento e crescita, espanderemo la nostra capacità di generazione verde a 50 GW a livello internazionale entro il 2030. La nostra crescita è sostenibile: oltre il 90% dei nostri investimenti fino al 2030 confluirà in progetti sostenibili secondo la tassonomia dell'UE. Infine, lei è appena stato eletto presidente di WindEurope. Quali sono i tuoi obiettivi principali per questo? Sono onorato di essere stato eletto a rappresentare l'intera catena del valore dell'energia eolica in Europa, un'industria che contribuisce a costruire un futuro a basse emissioni di carbonio. Voglio aiutare l'industria eolica a superare questi tempi difficili, che sono infatti caratterizzati dall'enigma delle prospettive di crescita, forse i più grandi di sempre e probabilmente più grandi di quanto avessimo mai pensato. Allo stesso tempo, ci sono parti di questo settore e parti della catena di approvvigionamento la cui situazione, vista la guerra in Ucraina, è diventata ancora più complicata. WindEurope, in quanto associazione, ha bisogno di aiutare il settore a superare questa situazione instaurando il giusto dialogo con i responsabili politici, le parti interessate e la società, fornendo le giuste argomentazioni, le giuste informazioni, la giusta educazione nel nostro settore, in modo da raggiungere gli obiettivi che condividiamo con l'UE e i governi nazionali in tutta Europa.
SCOPRI DI PIU'Rivestimenti Polimerici per Imballi Alimentari in Metallodi Marco ArezioLe scatole in metallo per la conservazione degli alimenti hanno una lunga storia ma se nel passato, presentavano delle carenze dal punto igienico e tossicologico, specialmente a causa delle saldature che venivano fatte in lega Sn-Pb, attualmente la qualità dei prodotti costruiti sono decisamente elevate. Oggi la protezione degli alimenti è principalmente affidata allo strato polimerico di rivestimento interno, detto coating, che si frappone tra la parete di metallo e il cibo contenuto. La funzione primaria di questa barriera è quello di proteggere i prodotti alimentari dalla luce, l’ossigeno, gli enzimi, l’umidità, gli inquinanti e i microorganismi che ne comporterebbero la modificazione della struttura dell’alimento e la sua qualità. Lo scopo è anche quello di aumentare la vita utile dell’alimento o della bevanda che in condizioni normali, cioè non inscatolato, si deteriorerebbe con più velocità, in quanto le reazioni biochimiche, enzimatiche e l’attività dei microorganismi farebbero normalmente il loro corso. Quindi, per aumentare la vita degli alimenti, le confezioni in metallo vengono normalmente rivestite con film di resine sintetiche applicate sul foglio metallico ancora piano, film che assume spessori di pochi micron. La scelta del tipo di resina dipende dalle sue caratteristiche meccaniche, chimiche o termiche in base al contenuto che devono ospitare. Qui di seguito possiamo elencare le principali: • Colofonia è costituita principalmente da acido abietico, che viene normalmente additivata con ZnO per controllare le reazioni chimiche che si formano attraverso gli aminoacidi solforati delle proteine. • Resine Viniliche sono della famiglia delle resine termoplastiche, normalmente PVC, che hanno un’ottima resistenza agli acidi, ma hanno il difetto di assorbire i pigmenti degli alimenti. • Resine Fenoliche vengono composte attraverso la polimerizzazione della formaldeide e del fenolo che hanno un’ottima resistenza ai trattamenti termici, al PH e ai grassi. Attraverso il contenuto di formaldeide possiamo identificare due famiglie di resine fenoliche: Novolacche (termoplastiche) e Resoli (termoindurenti). • Resine Epossidiche sono resine termoindurenti costituite dal Bisfenolo A e dall’Epicloridrina che costituiscono il rivestimento più comune negli alimenti in scatola soprattutto nei cibi sott’olio a base di pesce. • Resine Poliestere sono resine termoindurenti ottenute da diversi monomeri come l’Anidride Ftalica, l’Anidride Maleica o l’Acido Fumarico, integrati con oli vegetali e pigmenti. Hanno la caratteristica della flessibilità dando allo strato della parete metallica questa caratteristica. • Resine Epossi-Fenoliche sono il risultato della polimerizzazione delle resine epossidiche con quelle fenoliche attraverso dei catalizzatori. Sono utilizzate come rivestimento trasparente di molte scatole metalliche in cui sono contenute conserve in olio, vegetali o cibi per animali. Per quanto riguarda le caratteristiche tossicologiche esistono norme di legge specifiche che pongono limiti sulla possibile migrazione delle sostanze del packaging negli alimenti, in cui si prendono in considerazione sia la migrazione specifica che la migrazione globale. Tuttavia la comunità scientifica ha dato nuovo impulso agli studi e alle ricerche sugli aspetti tossicologici relativi alle materie plastiche impiegate nell’industria alimentare, con particolare attenzione non più al singolo elemento che costituisce l’imballo, ma tiene in considerazione l’effetto cocktail che è dato da tutti gli elementi che vengono a contatto con il cibo, traslati nel tempo e con caratteristiche termiche differenti. Indubbiamente il cibo o la bevanda contenuti nel packaging al momento dell’imballo hanno determinate caratteristiche, ma a distanza di tempo e in condizioni climatiche differenti, la qualità del cibo che arriva sulla tavola potrebbe essere differente. Quindi sarebbe consigliabile una verificata attraverso un’analisi chimica, a campione, con uno strumento composto da un gascromatografo e uno spettrometro a mobilità ionica che, in modo semplice e rapido, daranno la fotografia, analitica, della qualità del cibo o delle bevande.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - metallo - imballi - packaging Vedi maggiori informazioni sulle materie plastiche
SCOPRI DI PIU'Una materia prima fantastica per molte applicazioni ma sottovalutata dal punto di vista ambientaledi Marco ArezioUn brillante Ingegnere chimico Statunitense, Roy J. Plunkett, dipendente dalla ditta Dupont, scoprì, per caso nel 1938, un nuovo composto chimico mentre era impegnato in un lavoro di sperimentazione su alcuni refrigeranti. Durante uno di questi test si verificò un incidente di laboratorio e Plunkett si accorse della formazione di una sostanza cerosa bianca che appariva estremamente scivolosa. Infatti, stava sperimentando la compressione di un clorofluorocarburo e, nel misurare la portata del gas contenuta in una bombola in cui c’era del tetrafluoroetene gassoso, si verificò un problema nella portata del gas. Plunkett decise di aprire la bombola e vi trovò dentro un rivestimento sulle pareti di consistenza ceroso e molto scivoloso che, attraverso successive verifiche, capì che si trattava di un fluorocarburo inerte, il politetrafluoroetilene (PTFE), che aveva ottime qualità antiaderenti, ben superiori ai prodotti fino ad allora utilizzati. Nel 1945 la Dupont depositò il brevetto per il composto chimico, a cui diede il nome di Teflon e iniziò la produzione nello stabilimento di Washington Works a Parkersburg, nel West Virginia, arrivando a produrre nel 1948 quasi 1000 tonnellate di Teflon. Il successo del prodotto fu folgorante, in quanto ogni casalinga preferiva acquistare una pentola con il rivestimento in teflon, in quanto i cibi non si appiccicavano nella padella durante la cottura. Un successo commerciale enorme per la Dupont, anche in virtù dei margini importanti che il prodotto aveva, in quanto coperto da brevetto, ma che ha creato un lato oscuro e minaccioso. Infatti, per anni l’azienda ha sversato gli scarichi della produzione del Teflon nei fiumi vicini alla sede di produzione nel West Virginia, immettendo nell’ambiente milioni di litri di acqua inquinata, attraverso i fiumi, in aree abitate e dedite anche all’allevamento. Circa 110 milioni di americani bevvero l’acqua inquinata da PFAS e la popolazione, dopo alcuni evidenti segnali di malattie collettive, con percentuali oltre la media nazionale, fece una causa alla Dupont in cui si iscrissero circa 70.000 persone. Vennero svolte minuziose analisi sia nelle acque, che sugli animali che sulla popolazione, coinvolgendo circa 69.000 persone in analisi cliniche specifiche, riuscendo a collegare l’inquinamento da PFAS ad una serie di malattie quali ipercolesterolemia, coliti ulcerose, malattie tiroidee, tumori del testicolo e del rene. Gli effetti tossici più frequentemente osservati erano: la restrizione della crescita fetalediabeteaumento del colesterolo e sue conseguenze (ictus cerebrale, infarto cardiaco)ipertensione arteriosaaumento dell'acido uricoriduzione degli spermatozoi nel maschioinfertilità maschile e femminile. Ci fu un danno diffuso anche tra il bestiame, allevato nelle adiacenze dei fiumi, in cui venivano scaricati gli scarti di produzione del teflon, infatti, si verificarono morie di animali che andavano ad abbeverarsi nei corsi d’acqua, trovando i loro organi interni di un colore fluorescente. Categoria: notizie - tecnica - plastica - teflon - storia
SCOPRI DI PIU'di Marco ArezioE’ sicuramente una provocazione dire che alcune tipologie di plastica, come le bottiglie in PET, i flaconi in HDPE e altre tipologie di imballi plastici, per via della loro densità, sono destinate a galleggiare e, quindi, ad attirarsi le ira, comprensibili se non si conosce il problema, di chi dà vita ai movimenti plastic free.E’ sempre una provocazione dire che se il peso specifico dei prodotti plastici fosse diverso e, come altri materiali da imballo, andassero a fondo, probabilmente ci illuderemmo che, non vedendoli galleggiare, non esista un reale problema ambientale. Non solo sono due provocazioni, ma un insulto all’intelligenza umana, pensare di fare come lo struzzo, mettendo la testa sotto la sabbia per nasconde il problema. Ma in realtà l’effetto emotivo delle isole di plastica che galleggiano nei mari ha fatto nascere un’avversione al prodotto, senza pensare cosa succede sotto il livello di galleggiamento dei mari e come ha fatto, tutta quella plastica, ad arrivare fino a li. Bidoni in metallo, bottiglie di vetro, carcasse di auto, lavatrici, telefonini, scarti di cavi, ruote, televisori, pneumatici, reti da pesca, elettrodomestici di scarto, tubi in metallo, raccordi, sedie, tavoli, divani, lampadari, ceramiche, calcinacci, rifiuti di cantiere e molti altri prodotti, sono regolarmente riversati in mare ogni anno. Li vediamo? No, a meno che ci immergiamo con un piccolo sommergibile di profondità e andiamo a vedere i disastri che fa l’uomo, la stupidità e l’ignoranza del genere umano. Dei milioni di tonnellate di rifiuti che entrano in mare ogni anno sembra che quelli visibili siano solo l’1%, in quanto galleggiano o vengono spiaggiati dalle correnti e maree, mentre il 99% è depositato nei fondali. Ma tornando ai movimenti plastic free, tutti questi prodotti che giacciono nelle discariche in fondo al mare non vengono normalmente citati, non viene fondato un movimento “bottiglie di vetro free” o un “pneumatico free” o un “televisori free”, ciò che non si vede non impatta emotivamente e non ha audience, non movimenta le folle. Ma se cambiassimo la densità dei materiali in modo da rendere affondabile tutta la plastica e galleggiabili tutti gli altri rifiuti, forse, i mari non sarebbero più navigabili e ci scaglieremmo non più contro la plastica, che non si vedrebbe, ma con tutti i prodotti fatti con diversi materiali, come il ferro, l’alluminio, il vetro, l’acciaio, la gomma, il rame…. Ma se i fondali sono pieni di rifiuti diversi dalla plastica e la superficie dei mari e le spiagge sono pieni di plastica, di chi è la colpa? Che senso ha prendersela con un singolo prodotto quando i fondali contengono molta più spazzatura di diversa natura di quella che si vede in superficie? Il problema è l’assurda inciviltà dell’uomo che utilizza i fiumi, i mari e gli oceani come discariche, pensando di risolvere un problema dei rifiuti in casa sua, per poi rimangiarseli attraverso le catene alimentari. Dove è l’intelligenza della razza superiore rispetto agli animali? Approfondisci l'argomento
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