Il problema dell'inquinamento prodotto dal traffico veicolare leggero e ancora di più da quello pesante, è sempre molto attuale per chi ha responsabilità politiche per trovare efficaci soluzione per ridurre le emissioni nocive e garantire la mobilitò civile e commerciale.Sul banco degli imputati è salito il carburante diesel che, nonostante i recenti sistemi di intercettazione del particolato emesso nelle marmitte e i nuovi motori meno inquinanti, continua a destare molta preoccupazione.Con l'avvento del biogas si è aperto un nuovo scenario sulla mobilità verde, con un doppio vantaggio che consiste nella riduzioni delle emissioni nell'ambiente e l'utilizzo dei residui umidi dei rifiuti domestici.Total ha inaugurato la più grande stazione di rifornimento francese dedicata esclusivamente al gas naturale per veicoli (NGV) e bioNGV, con la presenza in loco di Jean-Baptiste Djebbari, ministro delegato per i trasporti francese. Situata nel cuore della piattaforma logistica di Gennevilliers, il secondo porto fluviale più grande d'Europa, questa stazione è ora aperta 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ai professionisti (B2B) e ai clienti B2C. Sarà gestito da Total per i prossimi 10 anni.Tale concessione è stata attribuita a Total da Sigeif Mobilités (società semipubblicata fondata da Sigeif e dalla Caisse des Dépôts) tramite gara. Sosterrà lo sviluppo di nuove mobilità nella regione dell'Île-de-France e diventerà un luogo strategico per la fornitura di NGV e bioNGV per l'area Grand Paris (che comprende la città di Parigi e le sue 130 città circostanti) e oltre. Questa stazione a marchio Total distribuirà NGV come gas naturale compresso (CNG) e sarà fornita al sito da GRTgaz, per la prima volta in Francia attraverso la sua rete di fornitura di gas ad alta pressione. La stazione sarà in grado di distribuire fino al 100% di bioNGV, in quanto gli utenti hanno la possibilità di scegliere e regolare, direttamente alla pompa e contrattualmente per i clienti B2B, tra diversi tassi di incorporazione di biometano. " Questa apertura della più grande stazione di rifornimento di NGV e bioNGV della Francia è motivo di orgoglio per i nostri team " , afferma Guillaume Larroque, Presidente di Total Marketing France . “ La nostra ambizione è chiara: diventare leader nella distribuzione di NGV e bioNGV in Europa, con 450 stazioni gestite Total entro il 2025, di cui 110 in Francia. Questa stazione è anche un modello per i nostri futuri sviluppi in Europa, dove Total si impegna a raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050 o prima, per i prodotti utilizzati dai nostri clienti. Il nostro obiettivo di un tasso del 50% di incorporazione di biometano contribuirà direttamente ad esso . " Jean-Jacques Guillet, presidente di Sem Sigeif Mobilités , si rallegra del lancio di questa stazione, un nuovo mattone nella rete di stazioni di rifornimento di NGV / bioNGV che Sigeif ha avviato e avviato nel 2014. " Questa stazione all'interno del porto di Gennevilliers è una infrastrutture essenziale, che si inseriscono nel piano in corso per migliorare la qualità dell'aria nella regione dell'Île-de-France. Le società situate nel porto hanno ora la possibilità di utilizzare un carburante pulito per le loro consegne urbane a Parigi e nelle città vicine occidentali, il tutto coperto da una zona a basse emissioni attualmente in fase di implementazione ". Jean-Baptiste Djebbari, Ministro delegato per i trasporti, dichiara : “ Saluto l'apertura della più grande stazione di rifornimento per autocarri di NGV e bioNGV della Francia. Le aziende dedite al trasporto su strada di merci e persone sono alla continua ricerca di soluzioni alternative al diesel per il proprio mix energetico. Al di là della forte riduzione delle emissioni di CO2, il vantaggio delle tecnologie NGV e bioNGV è la loro disponibilità immediata, diffusa in tutti i segmenti. Abbiamo rinnovato le politiche di supporto per questi veicoli fino alla fine del 2024, al fine di fornire alle aziende visibilità e consentire loro di impegnarsi in questa transizione ". Valérie Pécresse, Presidente della Regione Île-de-France, Presidente dell'Île-de-France Mobilités, dichiara : "La riduzione dell'inquinamento causato dal traffico stradale è un problema di salute pubblica per la protezione dell'ambiente e per il clima. Sono orgoglioso che la regione Ile-de-France ne abbia fatto una delle sue priorità e abbia contribuito alla creazione della stazione di servizio Total - Sigeif Mobilités nel porto di Gennevilliers, la più grande mai costruita in Francia. Il suo collegamento alla rete del gas e la sua vicinanza sia ai propri clienti nel business della logistica che alla futura unità di metanizzazione dei rifiuti organici - che sosteniamo - ne fa un caso esemplare di economia circolare. Il governo regionale accelera lo sviluppo dell'utilizzo di NGV e bioNGV per autocarri e veicoli commerciali in Île-de-France, attraverso la sua partecipazione al Sem Sigeif Mobilités, ma anche attraverso un'ambiziosa politica di sussidi a sostegno dell'acquisizione di veicoli compatibili con il metano da parte di piccole e medie imprese. Tuttavia, la regione è anche leader con la transizione energetica della flotta di autobus Île-de-France Mobilités. " Lo sviluppo di questa stazione e la sua apertura al pubblico che già utilizza NGV completerà la rete Total esistente in Francia e consentirà a un numero crescente di professionisti del trasporto e della logistica dell'area della Grande Parigi di convertirsi a GNV in condizioni ottimizzate. Total li aiuterà quindi a cambiare le loro flotte di veicoli (autocarri pesanti, autobus, camion della nettezza urbana, veicoli commerciali ...) a NGV e bioNGV.Total info
SCOPRI DI PIU'Un’esperienza di immersione nella naturadi Marco ArezioNata negli anni 80 in Giappone, lo Shinrin-yoku è la pratica del “bagno nella foresta” una forma di terapia che prevede l’immersione nei boschi per coinvolgere i 5 sensi di cui disponiamo. Non c’è bisogno di andare in Giappone per sentirsi coinvolti nella sensazione di benessere che i boschi danno, infatti è sufficiente passeggiare per un paio d’ore, a ritmo lento, sui sentieri tracciati per poter trarne beneficio. E’ stato scientificamente provato che l’immersione nella natura migliora il sistema immunitario ed influisce positivamente sugli stati di stress, abbassando i livelli di cortisolo, e ansia leggera. Il positivo effetto sembra venga dalle sostanze che rilasciano gli alberi, i monoterpeni, che sono idrocarburi alifatici e i fitoncidi, oli essenziali rilasciati dalle cortecce degli alberi, tanto che in Giappone hanno istituito un settore di medicina forestale.
SCOPRI DI PIU'Dal 1945 ad Oggi: Esaminando l'Eredità e le Ripercussioni degli Esperimenti Nucleari nel Mondodi Marco ArezioIl ventesimo secolo ha segnato l'ingresso dell'umanità nell'era nucleare, un periodo definito non solo da un'accelerazione tecnologica senza precedenti ma anche da una crescente consapevolezza dei rischi associati all'energia nucleare. Gli esperimenti nucleari condotti in diverse parti del mondo hanno avuto conseguenze di vasta portata, incidendo profondamente sull'ambiente e sulla salute delle popolazioni vicine. Questo articolo scientifico si propone di esaminare in dettaglio tali esperimenti, le loro ripercussioni e le lotte delle comunità esposte alle radiazioni. Lo Sviluppo delle Armi Nucleari e la Sperimentazione Globale La corsa al nucleare iniziò con il Progetto Manhattan Americano e culminò con il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Questi eventi non solo posero fine alla Seconda Guerra Mondiale ma aprirono anche la strada a un'era di sperimentazione nucleare da parte di varie nazioni. Questi test variavano dalla detonazione di bombe atomiche a fissione alle più potenti bombe all'idrogeno, testate in atmosfera, sott'acqua e sottoterra. Contaminazione Radioattiva e gli Effetti sulla Salute La contaminazione radioattiva deriva dal rilascio non controllato di materiali radioattivi nell'ambiente a seguito di esplosioni nucleari. Questi materiali possono avere un'emivita che varia da pochi giorni a migliaia di anni, il che significa che la loro presenza nell'ambiente può essere prolungata e potenzialmente pericolosa per lungo tempo. Dispersione di Isotopi Radioattivi: Durante un'esplosione nucleare, isotopi come il cesio-137, lo iodio-131 e lo stronzio-90 vengono rilasciati nell'atmosfera. Essi possono depositarsi sul suolo e nell'acqua, entrando nelle catene alimentari. Il cesio-137, ad esempio, può essere assorbito dalle piante e, successivamente, dai vegetali e dagli animali che le consumano, raggiungendo infine gli esseri umani. Impatto Ambientale: La contaminazione del suolo e dell'acqua compromette gli ecosistemi, riducendo la biodiversità e alterando gli equilibri ecologici. Inoltre, la contaminazione di grandi estensioni di terra può rendere inabitabili vaste aree, con effetti devastanti per le comunità umane e animali che in quelle aree vivono. Effetti sulla Salute Umana L'esposizione alle radiazioni può avere un ampio spettro di effetti sulla salute, la cui gravità dipende dalla dose di radiazione assorbita, dal tipo di radiazione e dalla durata dell'esposizione. Cancro e Leucemia: L'effetto più noto dell'esposizione alle radiazioni è l'aumento del rischio di sviluppare cancro, in particolare leucemia e tumori solidi. Le radiazioni danneggiano il DNA delle cellule, aumentando la probabilità di mutazioni genetiche che possono portare allo sviluppo di tumori. Effetti Genetici: Esiste anche il rischio di effetti genetici, dove le radiazioni possono causare danni al DNA delle cellule riproduttive, portando a mutazioni che possono essere trasmesse alla prole. Questo può risultare in un aumento delle malformazioni congenite e di altri problemi genetici nelle generazioni future. Malattie Non Maligne: Oltre al cancro, l'esposizione alle radiazioni può portare a una varietà di condizioni non maligne, come malattie cardiovascolari, cataratte, e disfunzioni del sistema immunitario. Questi effetti possono manifestarsi anni dopo l'esposizione, complicando l'attribuzione diretta delle cause. Gli Esperimenti Nucleari all'Atollo di Bikini (USA)L'Atollo di Bikini, parte delle Isole Marshall nell'Oceano Pacifico, è diventato tristemente noto per gli esperimenti nucleari condotti dagli Stati Uniti tra il 1946 e il 1958. Questa serie di test ha avuto profonde ripercussioni sull'ambiente, sulla salute degli abitanti locali e sulla percezione globale dell'energia nucleare. Preparazione e Spostamento della Popolazione Nel 1946, gli Stati Uniti scelsero l'Atollo di Bikini come sito per testare gli effetti delle armi nucleari sull'equipaggiamento navale e sull'ambiente marino. La scelta dell'atollo fu motivata dalla sua posizione remota e dalla presenza di una laguna che poteva contenere una flotta navale destinata ad essere bersaglio delle esplosioni. Gli abitanti di Bikini, circa 167 persone all'epoca, furono costretti a trasferirsi per far posto agli esperimenti, dopo che il commodoro Ben H. Wyatt li persuase, promettendo che il sacrificio del loro atollo avrebbe contribuito al benessere dell'umanità intera. L'Operazione Crossroads e Altri Test L'operazione Crossroads fu la prima serie di test nucleari sull'atollo, iniziando nel 1946 con due detonazioni, Able e Baker, che coinvolsero l'uso di bombe atomiche sganciate da aerei e detonate sott'acqua. Questi test furono seguiti da numerosi altri, culminando nell'Operazione Castle nel 1954, che includeva la detonazione della bomba all'idrogeno Castle Bravo. Con una potenza molto superiore alle aspettative, questa esplosione fu la più potente bomba nucleare mai testata dagli Stati Uniti, causando significative contaminazioni radioattive. Conseguenze Ambientali e Umane Le conseguenze degli esperimenti nucleari a Bikini furono devastanti. La contaminazione radioattiva dell'atollo e delle acque circostanti ha avuto effetti duraturi sull'ambiente marino e terrestre. La fauna marina e i coralli subirono danni significativi, mentre la terra divenne inabitabile per decenni a causa della radioattività residua. Per le popolazioni locali, le conseguenze furono altrettanto gravi. Gli abitanti originari di Bikini e le popolazioni di atolli vicini furono esposti a livelli pericolosi di radiazioni, che hanno causato malattie, tra cui il cancro, e hanno avuto un impatto sulle generazioni successive a causa degli effetti genetici delle radiazioni. Nonostante le promesse di un ritorno sicuro, l'atollo di Bikini rimane largamente inabitabile, e molti Bikiniani vivono ancora in esilio, dispersi nelle Isole Marshall o negli Stati Uniti. Riparazioni e Riconoscimenti Negli anni, gli abitanti delle Isole Marshall hanno lottato per ottenere riconoscimento e giustizia per le sofferenze subite. Sebbene gli Stati Uniti abbiano fornito alcuni compensi e assistenza per la ricollocazione, molti ritengono che questi sforzi non siano sufficienti per affrontare l'entità del danno subito. Il dibattito sulle riparazioni e sul sostegno continua, con richieste di ulteriori studi sulla salute, pulizia ambientale e compensi finanziari adeguati. Gli Esperimenti Nucleari nel Nevada Test Site (USA)Il Nevada Test Site (NTS), noto oggi come Nevada National Security Site (NNSS), è stato uno dei principali teatri per gli esperimenti nucleari degli Stati Uniti. Situato a circa 105 chilometri a nord-ovest di Las Vegas, il sito è stato utilizzato dal 1951 al 1992 per testare armi nucleari, sia atmosferiche che sotterranee. La storia degli esperimenti nel NTS riflette l'era della Guerra Fredda, la corsa agli armamenti nucleari e le sue conseguenze sulla salute pubblica e sull'ambiente. Inizio degli Esperimenti L'NTS fu scelto per la sua relativa vicinanza a Los Alamos, Nuovo Messico, dove le prime bombe atomiche furono sviluppate durante il Progetto Manhattan. Il primo test nucleare nell'area, denominato "Able", avvenne il 27 gennaio 1951, segnando l'inizio di una serie di oltre mille test nucleari che si sarebbero svolti nel corso dei successivi quattro decenni. Test Atmosferici e Sotterranei La maggior parte degli esperimenti nucleari all'NTS fino al 1963 fu condotta in atmosfera, portando alla liberazione di significative quantità di materiale radioattivo nell'ambiente. Questi test atmosferici furono poi vietati dal Trattato di messa al bando parziale dei test nucleari del 1963, che costrinse gli Stati Uniti e altre potenze nucleari a spostare i test sottoterra. Nonostante ciò, la contaminazione radioattiva e le fughe accidentali continuarono a rappresentare una seria preoccupazione. Impatti sulla Salute e sull'Ambiente Le conseguenze degli esperimenti nucleari nell'NTS sono state ampie e durature. Le popolazioni residenti "a valle del vento" (downwinders) in Nevada, Utah, Arizona e altri stati limitrofi furono esposte a nubi radioattive, con un aumento documentato di casi di cancro e altre malattie legate alle radiazioni. L'ambiente circostante l'NTS ha subito contaminazioni del suolo e dell'acqua sotterranea, con impatti negativi sulla flora e sulla fauna locali. La Lotta per il Riconoscimento e la Giustizia Negli anni, le comunità colpite dalla contaminazione radioattiva legata ai test nucleari hanno cercato riconoscimento, risarcimento e assistenza sanitaria dal governo degli Stati Uniti. La Radiation Exposure Compensation Act (RECA) del 1990 ha rappresentato un passo importante verso il riconoscimento dei diritti delle vittime delle radiazioni, offrendo compensi economici agli individui qualificati esposti alla radiazione a seguito dei test nucleari o del lavoro nell'industria dell'uranio. Tuttavia, molti sostengono che le misure adottate siano insufficienti e che numerosi individui colpiti rimangano esclusi dai benefici. Sforzi di Bonifica e la Situazione Attuale Negli anni successivi alla cessazione dei test nucleari, l'NTS è stato oggetto di sforzi di bonifica e monitoraggio ambientale. Il sito è utilizzato ora per la ricerca sulla sicurezza nazionale, lo smantellamento di armi nucleari, e come deposito per rifiuti radioattivi a basso livello. Il dibattito sull'eredità degli esperimenti nucleari e sul loro impatto continua, con nuove ricerche e testimonianze che emergono regolarmente. La storia degli esperimenti nucleari nel Nevada Test Site è una testimonianza vivente delle complesse questioni etiche, ambientali e sanitarie legate allo sviluppo e al test delle armi nucleari. Riflette la tensione tra progresso tecnologico e responsabilità umana, sollevando interrogativi fondamentali su come le società gestiscono tecnologie potenzialmente devastanti. Gli Esperimenti Nucleari a Semipalatinsk (ex URSS)Il Poligono di Semipalatinsk, situato nell'attuale Kazakistan, è stato uno dei principali siti di test nucleari dell'Unione Sovietica. Dal 1949 al 1989, l'area ha ospitato oltre 450 test nucleari, inclusi esplosioni atmosferiche, sotterranee e sopra il suolo. Questi esperimenti hanno lasciato un'eredità di contaminazione radioattiva e gravi problemi di salute pubblica che persistono fino ad oggi, influenzando la vita di generazioni di abitanti della regione. Stabilimento del Poligono di Semipalatinsk La decisione di localizzare il poligono di test nucleari in Kazakhstan fu presa nel 1947, sotto la direzione di Josef Stalin, come parte dello sforzo sovietico di sviluppare armamenti nucleari in risposta al programma nucleare statunitense. Il primo test nucleare sovietico, noto come "First Lightning", fu condotto nel sito il 29 agosto 1949, segnando l'inizio di una lunga serie di esperimenti nucleari che si sarebbero svolti nell'area per i successivi quaranta anni. Gli Esperimenti e le Loro Conseguenze I test condotti a Semipalatinsk variavano in potenza e tipo, con alcuni dei più significativi e potenti test nucleari della storia, inclusi quelli di bombe all'idrogeno. Molti di questi test furono condotti senza adeguate misure di sicurezza per la popolazione locale o per l'ambiente, risultando in una vasta contaminazione radioattiva dell'aria, del suolo e dell'acqua. Le comunità nelle vicinanze del poligono, molte delle quali erano villaggi rurali con poca informazione sulle attività svolte nel sito o sui rischi associati, furono esposte a livelli elevati di radiazioni. Ciò ha causato un aumento significativo di malattie legate alle radiazioni, tra cui vari tipi di cancro, malattie della tiroide, difetti congeniti e altre gravi condizioni di salute. La Lotta per il Riconoscimento e la Chiusura del Sito Nonostante le evidenti implicazioni per la salute pubblica, il governo sovietico continuò i test fino alla fine degli anni '80. La crescente consapevolezza pubblica e il dissenso interno, uniti al movimento anti-nucleare globale, portarono alla formazione del movimento "Nevada-Semipalatinsk", che giocò un ruolo cruciale nella sensibilizzazione sui pericoli dei test nucleari e nella lotta per la chiusura del sito. La campagna ebbe successo e contribuì a portare alla chiusura definitiva del poligono di Semipalatinsk il 29 agosto 1991, poco prima del collasso dell'Unione Sovietica. Questa data è ora commemorata come il Giorno Internazionale contro i Test Nucleari, istituito dalle Nazioni Unite per promuovere la consapevolezza e la prevenzione degli esperimenti nucleari. Eredità e Sforzi di Bonifica La chiusura del poligono non ha segnato la fine delle sfide per la regione. La contaminazione radioattiva rimane un problema grave, con ampie aree ancora fortemente contaminate. Gli sforzi di bonifica e di assistenza sanitaria per le vittime delle radiazioni sono in corso, ma la scala del disastro ha reso difficile un'efficace mitigazione del danno. Il governo kazako, con il supporto della comunità internazionale, ha lavorato per migliorare la situazione sanitaria e ambientale della regione, ma le conseguenze degli esperimenti condotti decenni fa continueranno a influenzare la vita degli abitanti di Semipalatinsk per molte generazioni a venire. Gli Esperimenti Nucleari della FranciaLa Francia, come molte altre potenze mondiali nel periodo post-seconda guerra mondiale, ha intrapreso un ampio programma di test nucleari per sviluppare e perfezionare il proprio arsenale nucleare. Questi esperimenti si sono svolti in diverse località, sia nel territorio metropolitano francese che in alcune delle sue colonie o territori d'oltremare, con conseguenze significative sul piano ambientale e sanitario.Sahara AlgerinoIl programma di test nucleari francese ebbe inizio nel Sahara algerino, presso Reggane e poi a In Ekker, durante gli ultimi anni del colonialismo francese in Algeria. Il primo test, denominato "Gerboise Bleue", fu condotto il 13 febbraio 1960, e segnò l'ingresso della Francia nel club delle potenze nucleari. Questo e i successivi test atmosferici e sotterranei hanno lasciato un'eredità di contaminazione radioattiva, con conseguenze ancora oggi evidenti per l'ambiente e la salute delle popolazioni locali.Polinesia Francese: Moruroa e Fangataufa Con l'indipendenza dell'Algeria nel 1962 e la crescente opposizione internazionale ai test atmosferici, la Francia spostò il suo programma nucleare nella Polinesia Francese, su due atolli remoti dell'Oceano Pacifico: Moruroa e Fangataufa. Questi siti furono teatro di numerosi test, sia atmosferici che sotterranei, dall'inizio degli anni '60 fino alla cessazione dei test nucleari francesi nel 1996.I test atmosferici, condotti fino al 1974, hanno rilasciato significative quantità di fallout radioattivo nell'ambiente, esponendo le popolazioni locali e i lavoratori del sito a rischi per la salute. Dopo il 1974, i test proseguirono sotto forma di detonazioni sotterranee, che, pur riducendo l'esposizione immediata alle radiazioni, hanno sollevato preoccupazioni per la stabilità geologica degli atolli e per la contaminazione delle acque sotterranee.Conseguenze Ambientali e Umane Le conseguenze degli esperimenti nucleari francesi sono state ampie. In Algeria, le zone intorno ai siti di test rimangono fortemente contaminate, con un impatto significativo sulla salute delle comunità beduine locali. In Polinesia Francese, oltre ai problemi di salute, gli esperimenti hanno provocato profonde fratture sociali e politiche, con un forte movimento indipendentista che in parte trae origine dalla rabbia per gli effetti dei test.Verso la Fine dei Test e il Dibattito Attuale La Francia cessò i suoi test nucleari nel 1996, poco dopo l'ultimo ciclo di test a Moruroa e Fangataufa, in risposta alle pressioni internazionali e all'evoluzione del contesto geopolitico. Tuttavia, il dibattito sugli esperimenti nucleari e le loro conseguenze continua, con richieste di maggiori compensazioni per le vittime, di bonifica dei siti contaminati e di trasparenza sui dati relativi all'esposizione alle radiazioni.La storia degli esperimenti nucleari francesi rappresenta un capitolo significativo nella storia del nucleare, mettendo in luce le complesse questioni etiche, ambientali, sanitarie e politiche legate allo sviluppo degli arsenali nucleari nazionali.Gli Esperimenti Nucleari del Regno UnitoIl Regno Unito intraprese il suo viaggio nell'era nucleare poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, diventando la terza nazione a testare un'arma nucleare nel 1952. Questa decisione segnò l'inizio di un programma di sperimentazione che avrebbe avuto luoghi dispersi in tutto il mondo e conseguenze a lungo termine.La Corsa al Nucleare Nel contesto della Guerra Fredda e della corsa agli armamenti nucleari, il Regno Unito cercava di affermare la sua sovranità e la sua posizione come potenza mondiale. Il successo degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica nel testare bombe atomiche spinse il Regno Unito a sviluppare il proprio arsenale nucleare.Primi Test: Monte Bello, Australia Il primo test nucleare britannico, denominato "Operation Hurricane", fu condotto il 3 ottobre 1952 nelle Isole Monte Bello, al largo della costa dell'Australia Occidentale. Questo test mirava a dimostrare che il Regno Unito poteva costruire una bomba atomica e integrarla sui suoi velivoli. Le Isole Monte Bello furono scelte per il loro isolamento, ma le conseguenze della radiazione furono comunque motivo di preoccupazione per l'ambiente circostante e la salute pubblica.Espansione in Oceania: Christmas Island e Malden Island Dopo i test a Monte Bello, il Regno Unito spostò le sue attività di sperimentazione nell'area dell'Oceano Pacifico, in particolare su Christmas Island (Kiritimati) e Malden Island. Tra il 1957 e il 1958, furono condotte serie di test atmosferici, che culminarono nell'esplosione di bombe all'idrogeno. Questi test atmosferici rilasciarono significative quantità di fallout radioattivo, influenzando negativamente l'ambiente marino e la salute delle persone che vivevano nelle isole circostanti e dei militari e del personale coinvolti.Trasferimento a Nevada, USA A seguito di un accordo con gli Stati Uniti, il Regno Unito iniziò a condurre alcuni dei suoi test nucleari presso il Nevada Test Site negli anni '60. Questa collaborazione era parte di un accordo più ampio che vedeva gli Stati Uniti fornire al Regno Unito tecnologie e materiali nucleari in cambio di test e ricerche condivise.Conseguenze a Lungo Termine Le conseguenze degli esperimenti nucleari britannici furono vaste. I test atmosferici, in particolare, hanno lasciato un'eredità di contaminazione radioattiva che ha influenzato non solo l'ambiente immediato ma anche aree più vaste a causa del fallout trasportato dai venti. I veterani coinvolti nei test e le popolazioni locali delle aree di test hanno riportato tassi più elevati di certe malattie, sollevando questioni sulla responsabilità del governo e sui risarcimenti.Gli Esperimenti Nucleari dell'India L'India ha segnato il suo ingresso nel club delle nazioni dotate di tecnologia nucleare con una serie di test che hanno attirato l'attenzione mondiale per le loro implicazioni politiche, ambientali e di sicurezza. La prima dimostrazione di questa capacità si è verificata il 18 maggio 1974 con il test "Smiling Buddha", condotto nel sito di Pokhran, nel deserto del Rajasthan. Questo test sotterraneo, presentato come un'esplosione nucleare pacifica, ha inaugurato un'era di capacità nucleare per l'India, sollevando al contempo preoccupazioni internazionali sulla diffusione delle armi nucleari.Dopo un lungo intervallo, l'India ha riaffermato la sua potenza nucleare con l'Operazione Shakti, una serie di cinque esplosioni condotte tra l'11 e il 13 maggio 1998, nello stesso sito di Pokhran. Questa serie, che includeva test di dispositivi termonucleari e atomici, ha non solo rafforzato la posizione internazionale dell'India ma ha anche scatenato una corsa agli armamenti nucleare nel subcontinente, specialmente con il Pakistan, che ha risposto poco dopo con i propri test nucleari.Questi esperimenti hanno avuto conseguenze significative, innescando tensioni geopolitiche, preoccupazioni ambientali per la possibile contaminazione radioattiva e una serie di sanzioni economiche internazionali, che sono state in seguito allentate in riconoscimento del ruolo dell'India nella stabilità regionale. L'India, dal canto suo, ha continuato a sostenere una politica di "No First Use", impegnandosi a mantenere il suo arsenale nucleare esclusivamente come misura di deterrenza. La storia nucleare dell'India illustra così la delicata bilancia tra aspirazioni di difesa nazionale e responsabilità internazionale.Gli Esperimenti Nucleari della Cina La Cina ha iniziato il suo percorso verso lo sviluppo delle armi nucleari nel contesto della Guerra Fredda, con l'obiettivo di affermare la sua sovranità e posizione geopolitica a livello globale. Questo viaggio ha avuto profonde implicazioni non solo per la sicurezza regionale ma anche per le questioni di salute pubblica e ambientale.Primi Passi e Sviluppo Il primo test nucleare della Cina si è verificato il 16 ottobre 1964, nel sito di test di Lop Nur, nella regione del Xinjiang, nord-ovest del paese. Questo test, denominato "596", ha segnato l'ingresso della Cina nel ristretto gruppo di nazioni dotate di armi nucleari. Il sito di Lop Nur è stato scelto per la sua remota ubicazione, il che riduceva il rischio di esposizione immediata per la popolazione generale, ma non senza conseguenze a lungo termine.Espansione dell'Arsenale e Serie di Test Dopo il suo primo successo, la Cina ha condotto una serie di test nucleari che si sono estesi fino al 1996, anno in cui ha aderito al Comprehensive Test Ban Treaty (CTBT), impegnandosi a cessare tutti i test nucleari. In totale, la Cina ha condotto 45 test nucleari, tra cui esplosioni atmosferiche, sotterranee e aeree, che hanno significativamente avanzato il suo programma di armamenti nucleari.Conseguenze dei Test Nucleari Le conseguenze dei test nucleari della Cina sono molteplici, riguardando tanto la geopolitica quanto l'ambiente e la salute pubblica.Implicazioni Geopolitiche: I test nucleari hanno rafforzato la posizione della Cina come potenza mondiale, accrescendo la sua capacità di deterrenza militare ma anche aumentando le tensioni regionali, specialmente con India e Russia.Impatti Ambientali e sulla Salute: La contaminazione umana e del suolo e delle acque sotterranee con materiali radioattivi rappresenta un'eredità tossica che continua a rappresentare un rischio per l'ecosistema e le comunità locali.Sanzioni e Isolamento Internazionale: Analogamente ad altre nazioni che hanno condotto test nucleari, la Cina ha affrontato critiche e preoccupazioni internazionali che hanno portato a periodi di isolamento diplomatico e sanzioni, sebbene tali misure non abbiano avuto un impatto significativo sulla determinazione della Cina di sviluppare il suo arsenale nucleare.La Cina nel Contesto del Non-Proliferazione Nucleare Con la sua adesione al CTBT nel 1996 e il crescente impegno in iniziative di non-proliferazione, la Cina ha cercato di riorientare la sua immagine da stato di test nucleari a promotore della sicurezza e stabilità regionale. Tuttavia, l'eredità dei suoi test nucleari e le sfide relative alla sicurezza nucleare rimangono questioni aperte che la Cina e la comunità internazionale continuano ad affrontare.La potenza Nucleare Israeliana La questione dei test nucleari e dello sviluppo delle armi nucleari da parte di Israele è avvolta in una notevole segretezza e non ci sono conferme ufficiali o dettagli pubblici disponibili sui test nucleari condotti dal paese. Israele non ha mai confermato né negato pubblicamente di possedere armi nucleari, adottando una politica di ambiguità deliberata in merito al suo arsenale nucleare, una strategia nota come "ambiguità nucleare".Origini dell'Ambiguità Nucleare di Israele Le origini del programma nucleare israeliano possono essere fatte risalire agli anni '50, con lo sviluppo iniziato sotto il primo ministro David Ben-Gurion. L'obiettivo era quello di fornire a Israele un deterrente contro le minacce circostanti alla sua sicurezza in un Medio Oriente estremamente volatile. La costruzione del reattore nucleare di Dimona, nel deserto del Negev, iniziata nel tardo anni '50 e all'inizio degli anni '60 con l'assistenza della Francia, è stata la pietra angolare di questo sforzo.Assenza di Test Confermati A differenza di altre potenze nucleari, non ci sono registrazioni pubbliche o conferme internazionali che Israele abbia mai condotto un test nucleare esplosivo. Tuttavia, nel 1979, un evento noto come l'"incidente del Vela" ha suscitato speculazioni internazionali. Un satellite statunitense di rilevamento di test nucleari ha rilevato quello che sembrava essere un lampo di luce associato a un'esplosione nucleare nell'Oceano Indiano meridionale. Alcune speculazioni suggeriscono che questo potrebbe essere stato un test nucleare congiunto israelo-sudafricano, ma nessuna prova conclusiva è stata mai presentata, e sia Israele che il Sudafrica hanno negato il coinvolgimento.Implicazioni e Speculazioni L'approccio di ambiguità nucleare adottato da Israele ha avuto un impatto significativo sulla politica di non proliferazione e sulla stabilità regionale. Mentre ha fornito a Israele un deterrente credibile senza dichiarare apertamente il suo arsenale, ha anche sollevato questioni sul controllo delle armi nucleari e sulla trasparenza nel Medio Oriente.Israele non ha firmato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT), e le sue installazioni nucleari, come il reattore di Dimona, non sono soggette a ispezioni dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). Questa posizione ha contribuito a mantenere il programma nucleare israeliano al di fuori del quadro formale di controllo delle armi nucleari internazionali, generando dibattiti sulla parità di trattamento e sulla non proliferazione nucleare.Conclusione In assenza di conferme ufficiali o dettagli pubblici, la storia dei test nucleari di Israele rimane un argomento di speculazione e analisi piuttosto che di record storico documentato. La politica di ambiguità nucleare di Israele continua a essere una componente centrale della sua strategia di sicurezza nazionale, influenzando le dinamiche regionali e le discussioni internazionali sulla non proliferazione e sulla sicurezza nel Medio Oriente.Esperimenti Nucleari del PakistanIl Pakistan è una delle nazioni che nel corso degli anni ha sviluppato e testato armi nucleari, diventando un attore chiave nella dinamica della proliferazione nucleare nel Sud Asia. La storia del programma nucleare pakistano è strettamente legata alla sua rivalità con l'India, con la questione della sicurezza nazionale e del deterrente nucleare al centro delle sue politiche di difesa.Sviluppo del Programma Nucleare Il programma nucleare del Pakistan ha avuto inizio dopo la perdita contro l'India nella guerra del 1971, che ha portato alla creazione del Bangladesh. Questa sconfitta ha motivato il Pakistan a cercare un deterrente nucleare per prevenire future umiliazioni militari. Il primo ministro Zulfikar Ali Bhutto è stato un promotore chiave del programma nucleare pakistano, con la famosa dichiarazione che i pakistani avrebbero mangiato erba pur di sviluppare l'arma nucleare.Il Padre della Bomba Atomica Pakistana Il dottor Abdul Qadeer Khan, uno scienziato formatosi in Europa, è spesso citato come il "padre della bomba atomica pakistana". Khan ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle capacità di arricchimento dell'uranio del Pakistan, portando alla realizzazione della bomba atomica.Test Nucleari: Chagai-I e Chagai-II Il Pakistan ha condotto i suoi primi test nucleari il 28 maggio 1998, nel sito di test di Ras Koh Hills, nella regione di Chagai, in Balochistan, in risposta ai test nucleari condotti dall'India solo due settimane prima. Questa serie di test, denominata Chagai-I, è stata seguita il 30 maggio 1998 da un altro test, Chagai-II, consolidando il status di potenza nucleare del Pakistan.Conseguenze Internazionali I test nucleari del Pakistan hanno portato a una condanna internazionale e all'imposizione di sanzioni economiche da parte di numerosi paesi, inclusi gli Stati Uniti. Tuttavia, queste sanzioni sono state in gran parte allentate negli anni successivi, in parte a causa della posizione strategica del Pakistan nella lotta contro il terrorismo.Impatti e Preoccupazioni L'ingresso del Pakistan nel club nucleare ha avuto un impatto significativo sulla sicurezza regionale, intensificando la corsa agli armamenti nucleari nel Sud Asia. La rivalità tra India e Pakistan, entrambi paesi dotati di armi nucleari, continua a essere fonte di preoccupazione globale per il rischio di un potenziale conflitto nucleare. Inoltre, ci sono state preoccupazioni internazionali riguardo alla sicurezza delle armi nucleari pakistane, date le sfide interne del paese, tra cui il terrorismo e l'instabilità politica..Gli Esperimenti Nucleari della Corea del Nord La Repubblica Popolare Democratica di Corea, comunemente nota come Corea del Nord, è entrata nella storia come una delle nazioni più isolate e militarizzate del mondo, specialmente per quanto riguarda lo sviluppo e il test sulle armi nucleari. Il programma nucleare nordcoreano, avvolto in segretezza ma segnato da momenti di spettacolare manifestazione pubblica, rappresenta una dei pericoli più significativi alla non proliferazione nucleare del XXI secolo.Gli Inizi del Programma NucleareLa Corea del Nord ha iniziato lo sviluppo del suo programma nucleare nei primi anni '60, ricevendo inizialmente l'assistenza dell'Unione Sovietica per costruire un reattore nucleare a ricerca presso Yongbyon. Negli anni '80, è diventato evidente che Pyongyang stava perseguendo la capacità di produrre armi nucleari, nonostante le sue assicurazioni internazionali del contrario.L'Escalation del Programma e i Test NucleariPrimo Test (2006): La Corea del Nord ha condotto il suo primo test nucleare il 9 ottobre 2006, dichiarando di aver fatto detonare con successo un'arma nucleare sotterranea. Questo evento ha segnato la fine definitiva dell'ambiguità sulle capacità nucleari nordcoreane, suscitando condanne internazionali e l'imposizione di sanzioni da parte delle Nazioni Unite.Test Successivi: Dopo il primo test, la Corea del Nord ha effettuato altri cinque test nucleari: nel 2009, nel 2013, due nel 2016 e l'ultimo nel settembre 2017. Ogni test è stato più potente del precedente, con il regime che ha sostenuto di aver testato con successo bombe all'idrogeno e dispositivi miniaturizzati adatti per missili balistici.Conseguenze e Reazioni InternazionaliLa serie di test nucleari e missilistici della Corea del Nord ha provocato una grave tensione nelle relazioni internazionali, specialmente con i paesi vicini e gli Stati Uniti. Le azioni di Pyongyang sono state ampiamente condannate come violazioni dei trattati internazionali, inclusi il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT) e vari accordi precedenti mirati a mantenere la penisola coreana libera da armi nucleari.Le Nazioni Unite hanno risposto con una serie di sanzioni economiche sempre più rigorose, volte a costringere la Corea del Nord a negoziare la denuclearizzazione. Tuttavia, il regime ha continuato a sviluppare il suo programma nucleare e missilistico, sostenendo di necessitare di deterrenza contro l'ostilità percepita, in particolare da parte degli Stati Uniti.Sfide e Preoccupazioni AttualiLa persistenza della Corea del Nord nel suo programma nucleare solleva serie preoccupazioni per la stabilità regionale e globale, compresa la possibilità di una corsa agli armamenti in Asia orientale e di una potenziale proliferazione nucleare. Inoltre, ci sono preoccupazioni sul benessere della popolazione nordcoreana, dato che le risorse significative vengono deviate al programma nucleare in un paese già afflitto da carenze alimentari e isolamento economico. Il Caso Nucleare Iraniano: Depistaggi, Spionaggio e SanzioniIl programma nucleare dell'Iran è stato al centro di controversie internazionali per decenni, tra sospetti di depistaggi, operazioni di spionaggio e l'imposizione di sanzioni. Questa vicenda si colloca in un contesto di tensioni geopolitiche, sforzi diplomatici e preoccupazioni per la non proliferazione nucleare.Le Origini e lo Sviluppo del Programma NucleareIl programma nucleare iraniano ha le sue radici negli anni '50 e '60, sotto la dinastia Pahlavi, con il sostegno degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali nell'ambito del programma "Atomi per la Pace". Tuttavia, dopo la Rivoluzione Islamica del 1979, le relazioni tra l'Iran e l'Occidente si sono deteriorate, e il programma nucleare è diventato motivo di crescente preoccupazione internazionale.Negli anni '90 e all'inizio degli anni 2000, l'Iran ha ampliato il suo programma nucleare, includendo l'arricchimento dell'uranio e la costruzione di reattori. Questi sviluppi hanno suscitato il sospetto che l'Iran potesse cercare di sviluppare armi nucleari, nonostante le sue affermazioni di perseguire solo scopi pacifici, come la produzione di energia e la ricerca medica.Depistaggi e SpionaggioIl caso nucleare iraniano è stato segnato da una serie di depistaggi e operazioni di spionaggio. Informazioni cruciali sul programma nucleare iraniano sono state scoperte tramite agenzie di spionaggio internazionali e dissidenti iraniani, rivelando strutture non dichiarate e attività sospette. Queste rivelazioni hanno portato a intense ispezioni da parte dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) e a richieste internazionali per una maggiore trasparenza e cooperazione da parte dell'Iran.Sanzioni e Tensioni InternazionaliIn risposta alle preoccupazioni sul suo programma nucleare, l'Iran è stato soggetto a una serie di sanzioni economiche e diplomatiche da parte delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e di altri paesi. Queste sanzioni hanno avuto un impatto significativo sull'economia iraniana, mirando a costringere l'Iran a negoziare sul suo programma nucleare.Il JCPOA e gli Sviluppi RecentiIl punto di svolta nelle controversie sul programma nucleare iraniano è stato l'accordo del 2015, noto come Piano d'Azione Congiunto Globale (JCPOA), tra l'Iran e il gruppo P5+1 (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania). L'accordo prevedeva la riduzione dell'arricchimento dell'uranio da parte dell'Iran e un regime di ispezioni rigoroso in cambio dell'allentamento delle sanzioni.Tuttavia, nel 2018, gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall'accordo, reimponendo sanzioni sull'Iran e intensificando le tensioni. Da allora, l'Iran ha ripreso alcune delle sue attività nucleari e ha ridotto la cooperazione con l'AIEA, sollevando nuove preoccupazioni sulla possibile direzione del suo programma nucleare.ConclusioneLa storia del nucleare iraniano è una narrazione complessa di aspirazioni nazionali, sospetti internazionali e giochi di potere geopolitico. Tra depistaggi, operazioni di spionaggio, sanzioni e tentativi di diplomazia, il caso nucleare iraniano rimane una questione aperta nel panorama internazionale, con implicazioni significative per la sicurezza regionale e globale.Quantità di Tests Nucleari eseguiti dal 1945 ad OggiDalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino all'ultimo periodo documentato nel 2023, si stima che siano stati condotti oltre 2.000 test nucleari da parte delle nazioni dotate di armi nucleari. Questi test sono stati eseguiti da un ristretto gruppo di paesi: Stati Uniti, Unione Sovietica (e successivamente la Russia), Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, e Corea del Nord. Ogni paese ha condotto test in diverse località, sia nel proprio territorio sia in aree remote o colonie.La maggior parte di questi test è stata effettuata durante la Guerra Fredda, periodo in cui la corsa agli armamenti nucleari tra Stati Uniti e Unione Sovietica ha raggiunto il suo apice. Dopo la fine della Guerra Fredda, il numero di test è diminuito significativamente, grazie anche a trattati internazionali come il Trattato di messa al bando parziale dei test nucleari (Limited Test Ban Treaty, LTBT) del 1963, che proibiva i test nucleari nell'atmosfera, nello spazio e sott'acqua, e il Trattato di divieto completo dei test nucleari (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty, CTBT) del 1996, che mirava a proibire tutti i test nucleari, ma che non è ancora entrato in vigore poiché non è stato ratificato da tutti i paesi necessari.Casi di Studio di Incidenti Civili: Chernobyl e Fukushima Gli incidenti nucleari di Chernobyl e Fukushima offrono esempi concreti delle conseguenze a lungo termine della contaminazione radioattiva. Chernobyl (1986): La catastrofe di Chernobyl ha rilasciato grandi quantità di isotopi radioattivi nell'ambiente, con un impatto sanitario che ha interessato migliaia di persone, tra cui un aumento significativo di casi di cancro alla tiroide tra i bambini esposti alle radiazioni. Fukushima (2011): L'incidente di Fukushima ha portato alla contaminazione dell'acqua e del suolo con cesio-137 e iodio-131. Sebbene le misure preventive abbiano limitato l'esposizione della popolazione, la paura della contaminazione alimentare e le conseguenze psicologiche dell'evacuazione hanno avuto un impatto duraturo sulle comunità colpite.
SCOPRI DI PIU'La scelta di chi presidierà una zona commerciale dipende da molti fattori interni ed esterni l’aziendadi Marco ArezioCreare una presenza commerciale in una zona, o migliorare quella esistente, che possa seguire una serie di clienti o da una determinata un’area geografica, più o meno ampia, comporta affidarsi, in alcuni casi, a venditori o distributori che possano presentare, vendere e gestire localmente la vendita e il post vendita. Prendiamo in considerazione, tra i molti esempi che potremmo citare, un’azienda che produce beni rappresentati da materie prime o prodotti finiti, come per il settore dell’edilizia, dell’idraulica, del giardinaggio ecc.. Un’area nuova deve essere preventivamente analizzata nel complesso, cioè capire la presenza e l’incidenza della concorrenza, i prodotti che vengono maggiormente richiesti, la dimensione dei clienti, il possibile fatturato, il taglio economico degli acquisti medi, le problematiche e i costi per la logistica, i canali distributivi e la solvibilità media della zona. Una prima macro selezione la possiamo fare sapendo se il nostro prodotto, che necessita di un trasporto dalla nostra sede al cliente finale, può essere venduto direttamente e nei tempi che si aspetta il cliente ad un prezzo favorevole per entrambi. Se vendiamo prodotti che non necessitano di un magazzino locale, in quanto il valore e la quantità di merce trasportata giustifica il costo del viaggio, possiamo pensare ad una vendita azienda – cliente finale. Se, viceversa, le quantità, l’assortimento alto o la tempistica di approvvigionamento collide con i costi e le tempistiche di consegne dirette, potrebbe essere necessario aprire depositi locali per la distribuzione. Queste due ipotesi possono già dar un’indicazione se, localmente, può essere necessario un agente di vendita o se si deve optare per un distributore che possa acquistare e rivendere, nelle quantità e nei tempi che il cliente finale chiede. La scelta di avere un distributore locale comporta una certa perdita di marginalità sui prodotti, in quanto bisogna assicurare all’azienda che fa il servizio, un guadagno sulle operazioni di logistica e di vendita. In caso non ci fossero queste marginalità, si può optare per l’apertura di un magazzino decentrato presso un corriere o un trasportatore, che terrà a deposito le nostre merci e ci assicurerà le consegne locali a prezzi inferiori rispetto all’attività di un distributore. Un altro aspetto da considerare è l’importanza della presenza del marchio dell’azienda produttrice nell’area di riferimento, in quanto attraverso l’azione di vendita di un agente, libero professionista o dipendente, l’interlocuzione tra cliente finale e produttore è sempre diretta, nel caso ci si appoggiasse ad un distributore la presenza del marchio e dei contatti diretti verrebbero meno. C’è poi da considerare, in linea generale, la differenza di gestione del parco clienti tra una vendita diretta tramite un agente o tramite un distributore. Il fatturato che risulta nell’area di competenza del distributore, è la somma di attività di più clienti, senza distinzioni tra uno o l’altro, senza informazioni sul grado di fiducia del cliente, sulle sue potenzialità e sulle sue necessità. Diciamo che questo approccio alla vendita potrebbe essere un modo più semplice per l’azienda produttrice, perché può evitare un maggior lavoro di gestione commerciale dei singoli clienti, con le problematiche che ne possono scaturire se moltiplichiamo l’impegno per un certo numero di aree in cui opera l’azienda. Dall’altro lato, il non avere un contatto diretto con il cliente può essere un deficit nell’imposizione del proprio marchio, per avere informazioni di come si muove la concorrenza, di quali politiche di prezzo applicano, delle campagne di incentivazione che vengono proposte, e molte altre cose. Dal punto di vista prettamente finanziario, invece, esiste un rischio che riguarda l’esposizione sulle vendite, infatti, considerando una dilazione tra acquisto e pagamento delle merci, il distributore lavora con esposizioni finanziarie più alte rispetto al singolo cliente, quindi con un maggior rischio per il produttore, e quando dovessero esserci dei problemi legati agli incassi, diventerebbe difficile non continuare a fornirlo, in quanto i clienti del distributore potrebbero essere ignari dei motivi per cui il produttore potrebbe fermare le forniture. In questo caso si creerebbe un danno diretto al produttore in quanto, non essendo in contatto diretto con il cliente, potrebbe rischiare di perderlo, o peggio, il distributore potrebbe continuare a servire i clienti finali attraverso un altro produttore. La scelta se affidare un’area a un agente diretto o ad un distributore passa quindi dall’analisi delle problematiche logistiche, commerciali, finanziarie e di marketing, riuscendo a prendere una decisione soppesando i pro e i contro delle strade che si prospettano. Infatti, ci sono prodotti che non possono essere venduti senza un distributore locale, altri che permettono maggiore flessione lasciando aperte varie ipotesi, scegliendo la migliore per quell’area, e, infine, merci che possono essere vendute direttamente senza necessità del distributore locale. Non è una scelta sbagliata farsi anche un’idea del sistema di vendita che applica in zona la concorrenza, la quale probabilmente, partita prima a vendere in zona, può avere, a parità di prodotti, già analizzato le problematiche. Infine c’è un aspetto prettamente tecnico, in quanto se il prodotto per la sua collocazione ha bisogno di un supporto tecnico sostanziale, la presenza di un agente diretto che può aiutare i clienti in situazioni di difficoltà a risolvere i problemi, può anche essere una discriminante.
SCOPRI DI PIU'Per molti decenni, a partire dall’epoca dello schiavismo fino ad arrivare ai tempi moderni, l’Africa è stata troppe volte vista come una cassa bancomat dalla quale si prelevava a piacimento e senza spese, la forza lavoro, le materie prime del sottosuolo, i prodotti delle foreste e il commercio degli animali.Inoltre si lasciavano nel paese rifiuti non riciclabili o poco convenienti dei paesi più avanzati, commerci poco trasparenti di armi e produzioni industriali inquinanti non più accettate in altri paesi. Oggi anche in Africa, qualche passo verso una diversa considerazione del continente si sta facendo, senza però illuderci che i problemi legati al denaro e, quindi, e alle sue distorsioni continua a portare.Dal punto di vista ambientale Total ci racconta un’iniziativa di forestazione nella Repubblica Democratica del Congo che ha lo scopo di compensare l’impronta carbonica che le sue attività estrattive imprimono all’ambiente del continente. Infatti, Total e Forêt Ressources Management hanno firmato un accordo di partnership con la Repubblica del Congo per piantare una foresta di 40.000 ettari sull'altopiano di Batéké. La nuova foresta creerà un serbatoio di carbonio che sequestrerà oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 in 20 anni, per essere certificato in conformità con gli standard Verified Carbon Standard (VCS) e Climate, Community & Biodiversity (CCB). Il progetto, finanziato da Total, include pratiche agroforestali sviluppate con le comunità locali per la produzione agricola e l'energia del legno sostenibile. Entro il 2040, una gestione responsabile attraverso il taglio selettivo promuoverà la naturale rigenerazione delle specie locali e fornirà a Brazzaville e Kinshasa legname e compensato. “Con questo progetto sugli altopiani di Batéké, Total si sta impegnando nello sviluppo di pozzi di assorbimento naturali del carbonio in Africa. Queste attività si basano sulle iniziative prioritarie intraprese dal Gruppo per evitare e ridurre le emissioni, in linea con la sua ambizione di arrivare alla compensazione totale delle emissioni di carbonio entro il 2050. Contribuiranno inoltre a mostrare il potenziale naturale del Congo e ad estendere la nostra partnership a lungo termine con il paese, dove siamo presenti da cinquant'anni ", ha affermato Nicolas Terraz, Senior Vice President Africa, Exploration & Production di Total. "Vogliamo sviluppare questi progetti con partner riconosciuti, come FRM, che hanno molto da insegnarci, concentrandoci sulle regioni pertinenti per sviluppare il nostro impegno a lungo termine e contribuire allo sviluppo locale", ha aggiunto Adrien Henry, Vicepresidente Soluzioni basate sulla natura a Total. Il progetto è concepito per produrre molteplici vantaggi sociali, economici e ambientali. La piantumazione di alberi di Acacia mangium e auriculiformis sugli altopiani sabbiosi esposti a incendi ricorrenti creerà un ambiente forestale che, alla fine, aiuterà ad ampliare la biodiversità degli ecosistemi. Il progetto creerà opportunità di lavoro, con un impatto positivo su diverse migliaia di persone. Inoltre, un fondo di sviluppo locale sosterrà iniziative sanitarie, nutrizionali ed educative a beneficio dei villaggi vicini. "Gli oltre 10 milioni di ettari di riserve sugli altopiani di Batéké in Congo offrono un modo fantastico per combattere il cambiamento climatico a livello globale e un'opportunità unica per uno sviluppo socio-economico sostenibile nelle regioni isolate del paese", ha osservato Bernard Cassagne, Presidente e CEO di Forêt Ressources Management. "Questo progetto ambizioso ed esemplare fa parte di PRONAR, il programma nazionale di imboschimento / riforestazione lanciato nel 2011 per espandere la copertura forestale del paese e aumentare la capacità di stoccaggio del carbonio, creare nuove imprese basate sul legno per diversificare l'economia nazionale e favorire l'emergere di una economia verde nella Repubblica del Congo”, ha concluso Rosalie Matondo, Ministro dell'Economia forestale della Repubblica del Congo. Informazioni sulla gestione delle risorse forestali Il Forêt Ressources Management Group (FRM) è uno dei principali attori nel settore del legno, della silvicoltura e delle piantagioni agroforestali in Africa. FRM ha più di 30 anni di esperienza nella silvicoltura, foreste tropicali e servizi di consulenza per l'industria del legno. L'amministratore delegato e il suo team di ingegneri hanno stretto forti legami con le aziende forestali, i prodotti forestali e le industrie del legno, le autorità locali, la società civile e istituti di credito internazionali in numerosi paesi con grandi sfide forestali per gestire le risorse esistenti o sviluppare nuove risorse attraverso programmi di piantumazione di alberi. Informazioni su Total Nature Based Solutions In linea con la sua ambizione di arrivare alle emissioni zero entro il 2050 e parallelamente alle sue iniziative per evitare e ridurre le emissioni, Total ha annunciato la creazione della sua nuova unità Nature Based Solutions (NBS) a giugno 2019 per sviluppare pozzi di carbonio naturali per intercettare le tonnellate rimanenti di CO 2 dalle sue attività industriali. Sostenuto da un budget annuale di $ 100 milioni, l'obiettivo di Total è quello di partecipare allo sviluppo di una capacità di sequestro cattura di almeno 5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno a partire dal 2030, contribuendo al tempo steso alla conservazione della biodiversità e allo sviluppo sostenibile delle comunità locali. Approfondisci l'argomentoInfo Total
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