Molti fattori stanno alla base di questo trend rialzista: l’elettrificazione, il coronavirus e i nuovi mercatidi Marco ArezioSembra incredibile poter immaginare, in un mondo che sta annegando nei rifiuti plastici, che ci siano società industriali che spingono ancora oggi sull’aumento della produzione di plastica vergine. Eppure, secondo i dati forniti da Wood Mackenzie, nei prossimi 5 anni, nel mondo, si realizzeranno 176 nuovi impianti petrolchimici, di cui 80% sarà in Asia. Inoltre, se vediamo cosa succede negli Stati Uniti, dal 2010 ad oggi sono stati investiti 200 miliardi di dollari in progetti legati alla plastica vergine e ai prodotti chimici derivati secondo i dati dell’ACC. Nel frattempo i rifiuti mondiali aumentano, spinti anche dal ritorno alle produzioni di oggetti in plastica monouso per l’ambito ospedaliero, come le mascherine, le visiere i camici e tutti gli accessori, usa e getta, che si usano in ambito medico. Ma, se da una parte questi rifiuti non sono riciclabili per questioni igieniche, dall’altra parte ci troviamo di fronte ad una grave crisi nel campo del riciclo in quanto in molte aree del mondo i riciclatori hanno visto una riduzione sostanziale della domanda di polimeri riciclati a causa dell’impossibilità di competere con i prezzi dei polimeri vergini. Questo crea due fattori destabilizzanti:• L’aumento dei rifiuti riciclabili che non vengono riutilizzati • La crisi del comparto del riciclo delle materie plastiche Ma quale è il motivo che spinge i petrolchimici ad aumentare la produzione di plastica vergine? Le previsioni mondiali di consumo di carburanti fossili per l’autotrazione è vista dagli esperti del settore in forte calo, con previsioni di pesanti ribassi percentuali fino al 2050, cosa che ha già messo in allarme il comparto petrolchimico. Inoltre queste temono le preoccupazioni ambientali della popolazione mondiale che ha spinto molti governi al divieto di utilizzo di alcuni prodotti monouso, come i sacchetti di plastica, che sta comportando, secondo alcuni studi, una riduzione di domanda petrolifera di 2 milioni di barili al giorno. In questo scenario di forte riduzione del mercato, le compagnie petrolifere hanno adottato strategie che permettessero loro di ridurre le perdite in termini quantitativi, cercare nuovi mercati e assecondare la popolazione con un’immagine più verde delle loro aziende. Queste strategie le possiamo riassumere: • Acquisizione del mercato dei polimeri riciclati attraverso la guerra sul prezzo delle materie prime • Sostegno alle campagne di utilizzo della plastica come materia prima che possa rendere più igienica la nostra vita • Capillarizzazione della produzione e distribuzione delle materie prime vergini in aree in via di sviluppo, abituando la popolazione all’uso dei prodotti plastici per praticità ed economia • Creazione di un’immagine più green attraverso la costante informazione del mercato circa le donazioni economiche fatte al consorzio tra le aziende chiamato “Alliance to End of Plasitc Waste”. In realtà la guerra, mai dichiarata, tra i petrolchimici e il mondo del riciclo, con quest’ultimo ormai in ginocchio, ha portato grandi nomi come la Coca Cola, a dichiarare, come riportato da Reuters, che non riuscirà a rispettare l’impegno di produrre le bottiglie con il 50% di plastica riciclata entro il 2020 nel Regno Unito, per svariate ragioni, una di queste è l’impossibilità di reperire sul mercato una quota sempre maggiore di rifiuto plastico riciclato. Se i petrolchimici stanno facendo la corsa ad incrementare le produzioni mondiali di plastica, vorrei ricordare che dal 1950 abbiamo prodotto e utilizzato circa 6,3 miliardi di tonnellate di plastica e che il 91% di questi quantitativi, ormai rifiuti, non è mai stato riciclato e giace nell’ambiente, inquinando le nostre vita, secondo uno studio pubblicato su Science del 2017. Questo non ci fa riflettere?Categoria: notizie - plastica - economia circolare Vedi maggiori informazioni sull'argomento
SCOPRI DI PIU'Riduzione dell’inquinamento, mitigazione delle ondate di calore, obbiettivi socialidi Marco ArezioChe le aree metropolitane stiano diventando sempre più un aggregato di popolazione crescente, nei numeri e nelle esigenze, è evidente in molti paesi del modo dove non si arresta l’incremento delle migrazioni interne verso le grandi città. I motivi che spingono le persone a muoversi sono principalmente economici, essendo la città un ambiente in cui le occasioni di trovare lavoro sono sicuramente più alte rispetto alle aree rurali. L’incremento massiccio della popolazione ha portato negli scorsi decenni ad una cementificazione “urgente” e smodata, sia dal punto di vista architettonico, che ambientale, che sociale, creando interi quartieri senza identità e senza un’anima, attraverso un’edilizia economica e con una spiccata essenzialità urbanistica. Questo modo di creare quartieri “dormitorio” ha creato disgregazione sociale, generazionale e una mancanza di integrazione tra il costruito e la natura. I bambini nati in questi contesti faticano a riconoscere un’alternativa ambientale ai palazzi, le strade asfaltate e ad ambiti diversi dai piccoli parchi di quartiere, se esistono. Inoltre, l’inquinamento crescente causato dal traffico veicolare, dal riscaldamento delle abitazioni e dalle conseguenze delle ondate di calore estivo, creano delle condizioni di vita non salubri e stressanti per la popolazione. Molte amministrazioni cittadine si sono convinte che il verde sia la chiave per lenire alcune problematiche legate all’inquinamento e, attraverso l’incremento della forestazione cittadina, la possibilità di creare condizioni di vita e una socialità più umana. Milano ha fatto suo questo obbiettivo, con il proposito di piantare tre milioni di alberi entro il 2030 e, attraverso questa operazione, riqualificare alcune aree per incrementare l’aggregazione sociale. La piantumazione ha anche lo scopo di inserire nel bilancio ambientale della città un elemento mitigatore degli inquinanti e del calore insistente, durante l’estate, sugli edifici meno preposti a difendere gli utenti da questo fenomeno in crescita. Parliamo soprattutto di edilizia scolastica, ospedali e centri per anziani, che riceveranno i primi interventi volti a rendere più vivibile l’ambiente cittadino. Il problema climatico nelle città tende ad acuire le disuguaglianze sociali, economiche e sanitarie, specialmente nelle periferie, dove la qualità delle costruzioni dal punto di vista dell’isolamento temo-acustico crea situazioni di disagio evidente. Inoltre gli alberi portano un aiuto nella lotta alle polveri sottili, al riscaldamento degli edifici con un risparmio nell’uso dei condizionatori. Milano ha messo in campo anche iniziative “green” attraverso la realizzazione di edifici, in cui il verde è parte integrante della loro struttura e attraverso l’organizzazione di eventi aperti a tutta la popolazione da vivere in nuove aree destinate ad un nuovo rapporto tra la popolazione cittadina e la natura. Approfondisci l'argomento
SCOPRI DI PIU'Hanno contrastato e cercato di controllare il mercato del riciclo ed ora sembrano i professori dell’ambiente di Marco ArezioIl gruppo di società attive nella chimica derivante dal petrolio si sono riunite in un gruppo di lavoro e stanno utilizzando i canali di comunicazione attraverso i social e internet per divulgare il loro verbo. Come si sa, queste società, sono pesantemente contestate in tutto il mondo dagli ecologisti che le reputano le maggiori responsabili dello stato di profondo inquinamento in cui versa il pianeta e le principali devastatrici delle risorse naturali disponibili sulla terra. Sicuramente il punto di non ritorno che ha costretto l’Alleanza a darsi un’immagine diversa da quella che gli ecologisti gli hanno sempre attribuito è stato la nascita del movimento, diffuso in tutto il mondo, che ha sollevato il problema della situazione in cui versano gli oceani, i mari, i fiumi. Un inquinamento visibile alla popolazione a cui in qualche modo devono dare risposta essendo loro la fonte da cui parte il ciclo della plastica. Non tutti la pensano ovviamente come gli ecologisti e non tutti vedono le società che compongono l’Alleanza come il diavolo sulla terra. In realtà per dirla con un motto “non si può colpevolizzare la pianta del tabacco se ti è venuto un tumore ai polmoni fumando”. I produttori di polimero vergine hanno sicuramente creato una domanda sul mercato e hanno offerto prodotti che i consumatori hanno, per cinquant’anni, comprato volentieri in quanto la plastica dava degli indubbi vantaggi rispetto ad altri prodotti in circolazione. Restando a considerare il problema in un’area molto ampia possiamo dire che vi sono altri prodotti, considerati inquinanti o potenzialmente mortali, che conosciamo tutti, ai quali non stiamo facendo, a livello di opinione pubblica, una guerra senza quartiere. Mi riferisco, per esempio, ai carburanti fossili per la circolazione, o per la produzione di energia, che giorno dopo giorno uccidono a causa delle loro emissioni. La differenza sta che l’inquinamento dell’aria è molto meno visibile e comunicativo rispetto alle isole di plastica nei mari o agli animali che muoiono per la plastica ingerita. Probabilmente l’Alleanza vede questa operazione come una normale attività di marketing che porterà consenso o eviterà di non perderne troppo, al fine di consolidare i fatturati delle loro attività. Che ci sia da parte dell’Alleanza, interesse vero sulle conseguenze della plastica nei mari, sarà da vedere nel tempo. Quello che è certo che le aziende fanno business e non beneficenza, quindi, l’opinione pubblica si deve rendere conto che, con i propri comportamenti commerciali, può incidere sul fatturato delle stesse prima che ci impongano una linea sui consumi. Questo non è solo applicabile alle società dell’Alleanza ma a tutte quelle che possono incidere negativamente sull’ambiente, anche se in regola con le normative governative in fatto di inquinamento. Ghandi predicava la non violenza, ma con questo non si può dire che non sia stato un uomo determinato e testardo, infatti ha creato un movimento pacifista mondiale che aveva una capacità di pressione molto elevata. Se prendiamo spunto, con tutto il rispetto che si deve a Ghandi, dalla sua attività, provate a pensate se la popolazione mondiale un giorno si svegliasse e decidesse che un tale modello di auto, un bicchiere per il caffè, o la deforestazione per aumentare la produzione di carne, per fare solo alcuni esempi, non siano più onestamente in linea con i principi della conservazione del pianeta e della sopravvivenza naturale della vita. Cosa pensate che possa succedere se si dovessero sospendere i consumi di un prodotto o di un altro? Nessun politico può imporvi di bere il caffè in un bicchiere che non vi piace più, nessuna società può influenzare gli acquisti se la popolazione non vuole farlo. Siamo sicuramente noi padroni del nostro destino, quindi non serve fare la guerra a chi produce prodotti o servizi che comportano un danno alla salute di tutti, quindi anche alla tua, basta non comprate o non usare più quel prodotto/servizio. Senza estremizzare basterebbe ridurre i consumi in modo convincente per portare alla ragione chi non vuole ascoltare. Il problema dell’inquinamento, oggi, non è solo la plastica, quindi bisogna ripensare il nostro modello di vita e investire sicuramente in cultura ed istruzione per rendere autonome le menti delle persone che, per il loro stato culturale, sono gli elementi più influenzabili ai quali imporre scelte attraverso la persuasione o la bugia. Vedi maggiori informazioni sulla comunicazione green
SCOPRI DI PIU'La società Arezio Marco è specializzata nella fornitura di servizi e consulenze sulle materie prime nel campo delle plastiche riciclate da post consumo e post industrialiIn particolare, offre ai clienti che producono tubi in plastica, un servizio di fornitura di polimeri riciclati per la maggior parte delle tipologie prodotte, siano essi tubi corrugati o lisci. Pienamente integrata nel percorso dell’economia circolare, la società affianca i produttori di tubi in LDPE, HDPE, PP e PVC nella fornitura dei polimeri riciclati più idonei alle singole produzioni, tenendo conto delle tipologie dei tubi da estrudere, delle caratteristiche meccaniche richieste, dai colori attesi, del livello qualitativo atteso dal cliente, del mercato nel corretto rapporto tra qualità e prezzo. La scelta della correttezza del materiale da impiegare nella produzione dei tubi parte dall’analisi della produzione del polimero riciclato, dalla sua selezione, dalla tipologia dello scarto plastico usato, dalle tipologie di lavaggio e dai sistemi di estrusione e filtratura. Questo comporta lo scambio con il produttore di tubi di una serie di informazioni per definire, all’origine della fornitura, la tipologia di famiglia di riciclo più idonea, cioè se il materiale deve provenire dagli scarti post industriali o da post consumo. Successivamente si analizzeranno le tipologie di tubi da produrre, corrugati o lisci, i diametri, gli spessori delle pareti, se sono mono strato o doppio strato, se la doppia parete necessita di polimeri diversi, quali pressioni di esercizio, le resistenze meccaniche richieste, il gradiente di odore dei polimeri, o la sua totale assenza ed infine i colori. Attraverso la raccolta di queste informazioni la società Arezio Marco può fornire le giuste risposte, condivise con il cliente, sulle tipologie di granuli da fornire. Vediamo la gamma prodotti offerti: Granuli riciclati per tubi e raccordi in PVC Rigido La fornitura può riguardare la materia prima riciclata adatta alla produzione di tubi lisci, non a pressione, di spessori compresi tra 1,8 mm. fino a 7 mm. con tonalità a richiesta del cliente. Il polimero normalmente è impiegato in macchina al 100% senza bisogno di correzioni. Si può optare per ricette standard oppure per compounds con ricette studiate appositamente per il cliente. Anche nella scelta dei colori si possono raggiungere i RAL dei colori richiesti dal cliente. Con lo stesso principio forniamo granuli per lo stampaggio di raccordi per i tubi che abbiano le stesse caratteristiche dei tubi sopra esposti.Granuli riciclati per tubi corrugati e lisci flessibili in PVC Soft Nell’ambito del PVC flessibile riciclato forniamo granuli provenienti dalla lavorazione di scarti post industriali adatti all’estrusione di tubi corrugati, specialmente per il settore elettrico e per l’estrusione di tubi lisci per l’acqua, nel settore del giardinaggio o piccoli tubi elastici per il settore dell’agricoltura. Granuli riciclati per tubi corrugati in HDPE e raccordi Il comparto dei tubi corrugati in HDPE contempla il settore della fognatura, dei tubi che accolgono i cavi per le telecomunicazioni o elettrici e quello dei sistemi drenanti. I tubi, in base alla loro destinazione, hanno diametri e spessori diversi, possono essere mono o doppia parete, di colori scuri o chiari o entrambe le soluzioni. A tutte queste variabili corrispondono soluzioni di polimeri riciclati differenti, con MFI più o meno bassi, filtrazioni di estrusione differenti in base agli spessori dei tubi da realizzare, basi colori chiare, scure o neutre a seconda della tonalità finale da ottenere ed eventualmente le cariche minerali, talco o carbonato di calcio se richiesti. Anche per i raccordi si suggeriscono le giuste ricette in funzione dei tubi da abbinare. Granuli riciclati per tubi lisci e raccordi in HDPEIl tubo liscio in HDPE viene usato sia nel campo dell’edilizia civile sia in quello agricolo per il trasporto dell’acqua. Le ricette dipendono dal grado di pressione che il tubo deve sopportare, dall’assenza di odori richiesta o dal livello di tolleranza ammessa, dal tipo di tubo, se in barre o in rotolo, dal colore e dalla resistenza agli UV richiesta. Così come il tubo, anche i raccordi seguiranno le ricette corrette, tenendo in considerazione le caratteristiche tecniche generali. Granuli riciclati per tubi corrugati e lisci in Polipropilene La materia prima riciclata è scelta in base alla tipologia di tubo da realizzare. Normalmente per l’uso nel settore fognario, dove gli spessori del tubo crescono in funzione dell’aumento dei diametri, si può impiegare un granulo in PP proveniente dal riciclo degli imballi di rafia, mentre per i tubi lisci, anche di diametri piccoli, si predilige uno scarto di produzione neutro che permette di non avere nessun tipo di odore legato al riciclo post consumo e di realizzare colorazioni a RAL. Granuli riciclati per tubi lisci in LDPE e per interno dei tubi corrugati per i cavi Nel campo dei tubi in LDPE, in base ai diametri e agli spessori, spesso vengono usati granuli che derivano dalla raccolta differenziata. Tecnicamente è possibile estrudere un tubo con il post consumo da scarti domestici, ma l’incostanza della qualità, che dipende dalla presenza del polipropilene, da inquinanti di altre plastiche e dalla possibile degradazione del materiale in estrusione, ne sconsiglia l’uso se si vuole realizzare un tubo tecnicamente ed esteticamente qualitativo. Sia nel campo dei tubi in LDPE rigidi che in quelli flessibili, per realizzare una superficie liscia, senza micro bolle, elastica e senza fessurazioni o piccoli fori, forniamo un granulo in LDPE che proviene dagli scarti del packaging industriale o commerciale. Questa filiera di raccolta non viene in contatto con altre plastiche e quindi, essendo un mono prodotto, ne garantisce la qualità dell’input. Per quanto riguarda i tubi di piccolo o piccolissimo diametro si valuta l’uso di un granulo in LDPE, post industriale che deriva dalla lavorazione dei blocchi petrolchimici riciclati. Il prodotto è composto da un LDPE 100%, neutro, senza odori o contaminazioni ed è adatto all’estrusione di spessori piccoli. Inoltre si presta a compound con l’HDPE per ricette particolari. Un’altra applicazione del granulo in LDPE è quella della parete interna dei tubi corrugati in cui passano i cavi. La solidarizzazione tra lo strato in HDPE della parte corrugata e lo strato liscio in LDPE interno richiede una qualità elevata del granulo. Questo deve essere elastico e, per esserlo, non deve contenere polipropilene che possa irrigidire la pelle posata, non deve contenere parti rigide non fuse, composte da residui di estrusione o da inquinanti nell’input. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - polimeri - tubi - ricicloVedi maggiori informazioni sui sistemi fognari
SCOPRI DI PIU'Scopri i Benefici Ambientali, Tecnici ed Economici delle Coperture in Tegole Bituminose Riciclate di Marco ArezioNel panorama dell'edilizia moderna, l'attenzione verso soluzioni sostenibili e rispettose dell'ambiente ha portato alla riscoperta e innovazione di materiali e tecnologie tradizionali, tra cui spiccano le tegole bituminose realizzate con materiali riciclati. Questo articolo si propone di esplorare, attraverso cinque punti dedicati, le diverse facce di questa soluzione di copertura: dalla sua natura e processo produttivo, passando per le tecniche di montaggio, ai vantaggi tecnici, economici e ambientali, fino alle strategie di riciclo e gestione a fine vita. L'obiettivo è fornire una panoramica completa che evidenzi non solo l'importanza delle tegole bituminose riciclate nell'edilizia sostenibile ma anche come queste si inseriscono in un più ampio contesto di economia circolare e rispetto ambientale. Cosa Sono le Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Le tegole bituminose ricavate da materiali riciclati costituiscono una soluzione innovativa nel panorama delle coperture edilizie, offrendo una risposta efficace alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale. Queste tegole mantengono le proprietà di resistenza e durabilità tipiche delle tegole bituminose tradizionali, ma si distinguono per l'impiego di materiali recuperati, contribuendo significativamente alla riduzione dei rifiuti e all'uso efficiente delle risorse.Composizione e Materiali Le tegole bituminose sono composte principalmente da bitume, un derivato del petrolio, rinforzato con fibre di vetro o cellulosa, e ricoperte da granuli minerali che forniscono colore e ulteriore protezione. Nella versione eco-sostenibile, parte dei componenti tradizionali viene sostituita con materiali riciclati: plastica, gomma da pneumatici fuori uso, scarti di asfalto, e vetro. Questi materiali, altrimenti destinati alla discarica, vengono trattati e riutilizzati, riducendo l'impatto ambientale associato alla produzione delle tegole.Vantaggi Ambientali L'utilizzo di materiali riciclati nelle tegole bituminose presenta diversi benefici ambientali: Riduzione dei Rifiuti: L'incorporazione di materiali riciclati contribuisce a diminuire la quantità di rifiuti inviati alle discariche. Conservazione delle Risorse: Diminuisce la necessità di estrarre e processare materie prime, preservando le risorse naturali. Riduzione delle Emissioni: Il processo produttivo delle tegole riciclate, in genere, richiede meno energia rispetto alla produzione di tegole tradizionali, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra.Processo di RicicloIl processo di riciclo per la produzione di tegole bituminose include diverse fasi: Raccolta e Selezione: I materiali destinati al riciclo, come pneumatici fuori uso e plastica, vengono raccolti e accuratamente selezionati per eliminare impurità. Trattamento: I materiali selezionati vengono poi triturati o fusi, a seconda della loro natura, per ottenere una forma utilizzabile nella produzione delle tegole. Integrazione nel Processo Produttivo: I materiali riciclati trattati vengono miscelati con bitume e altri componenti per formare la massa da cui saranno ricavate le tegole.Contributo alla Sostenibilità L'adozione di tegole bituminose realizzate con materiali riciclati rappresenta un importante passo avanti verso la sostenibilità nel settore delle coperture. Queste soluzioni non solo rispondono alle esigenze funzionali ed estetiche ma promuovono anche un modello di economia circolare, in cui i materiali mantengono il loro valore attraverso cicli successivi di uso e riutilizzo, riducendo l'impatto ambientale complessivo. In conclusione, le tegole bituminose ricavate da materiali riciclati incarnano un esempio emblematico di come le pratiche di sostenibilità possano essere integrate efficacemente nel settore dell'edilizia, offrendo prodotti che sono al contempo ecologici, funzionali, e duraturi. La loro diffusione rappresenta una strategia vincente per contribuire alla protezione dell'ambiente, promuovendo al contempo l'innovazione e la resilienza nel settore delle costruzioni. Processo Produttivo delle Tegole Bituminose con Materiali Riciclati Il processo produttivo delle tegole bituminose realizzate con materiali riciclati rappresenta un'eccellente dimostrazione di come l'innovazione tecnologica possa incontrare la sostenibilità. Questo processo non solo mira a produrre un materiale da costruzione resistente e affidabile ma si impegna anche a ridurre l'impatto ambientale attraverso l'uso efficiente di risorse riciclate.Selezione e Preparazione dei Materiali Riciclati Il punto di partenza è la selezione accurata dei materiali riciclati, che devono rispondere a criteri di qualità ben definiti per garantire la performance del prodotto finale. Materiali come plastica, gomma da pneumatici e scarti di asfalto vengono raccolti da centri di riciclaggio certificati. Plastica: Viene triturata in piccoli pezzi e pulita per rimuovere contaminanti. Gomma dagli Pneumatici: Dopo essere stata triturata, la gomma subisce un processo di liberazione dalle fibre metalliche e tessili. Scarti di Asfalto: Vengono macinati fino a raggiungere la granulometria desiderata.Miscelazione con Bitume I materiali preparati vengono quindi miscelati con il bitume. Questa fase richiede un controllo preciso della temperatura per assicurare che il bitume e i materiali riciclati si legano efficacemente, formando una miscela omogenea. La proporzione tra bitume e materiali riciclati varia a seconda delle specifiche tecniche desiderate per la tegola finale.Formazione della Tegola La miscela ottenuta viene poi trasferita su una linea di produzione dove avviene il processo di formazione della tegola: Impregnazione del Rinforzo: Un tappeto di fibre di vetro o cellulosa passa attraverso un bagno di miscela bituminosa, assorbendola e garantendo la struttura portante della tegola. Stratificazione: Vengono aggiunti strati successivi di miscela per aumentare lo spessore e le proprietà fisiche della tegola. Raffreddamento e Taglio: Dopo la stratificazione, la tegola viene raffreddata e tagliata nelle dimensioni desiderate.Aggiunta di Granuli Minerali Una volta formata la base della tegola, sulla superficie viene applicato uno strato di granuli minerali. Questi non solo conferiscono colore e estetica alla tegola ma migliorano anche la resistenza agli UV e alle intemperie. In alcune varianti, i granuli possono essere sostituiti o integrati con materiali riciclati finemente macinati.Controllo Qualità Ogni fase del processo produttivo è sottoposta a rigorosi controlli di qualità per assicurare che le tegole soddisfino gli standard richiesti in termini di resistenza, durabilità, e prestazioni. Vengono eseguiti test per verificare l'aderenza, la flessibilità, e la resistenza agli agenti atmosferici.Impatto Ambientale del Processo Produttivo Il processo produttivo delle tegole bituminose con materiali riciclati è progettato per minimizzare l'impatto ambientale. L'uso di materiali riciclati riduce la dipendenza dalle risorse naturali e diminuisce la quantità di rifiuti destinati alle discariche. Inoltre, l'ottimizzazione energetica delle fasi produttive contribuisce a ridurre le emissioni di CO2, rendendo il processo più sostenibile. Montaggio delle Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Il montaggio delle tegole bituminose riciclate rappresenta una fase critica che determina la funzionalità, l'estetica e la durabilità della copertura. Questo capitolo esplora le pratiche ottimali di installazione, integrando considerazioni architettoniche che influenzano la scelta e l'applicazione di questi materiali.Preparazione della Superficie Prima di procedere con il montaggio delle tegole, è essenziale preparare adeguatamente la superficie di copertura. Questo include: Pulizia: Rimozione di detriti, vecchie tegole, o altri materiali dalla superficie di copertura. Ispezione: Verifica dell'integrità della struttura portante e dell'eventuale presenza di aree danneggiate che necessitano di riparazione. Impermeabilizzazione: Applicazione di uno strato di sottocopertura impermeabile per proteggere ulteriormente l'edificio da infiltrazioni d'acqua.Linee Guida per il Montaggio Il montaggio delle tegole bituminose riciclate segue procedure specifiche che garantiscono la massima efficacia: Posizionamento Iniziale: Le tegole devono essere posizionate partendo dal bordo inferiore del tetto, procedendo verso l'alto. Questo assicura una sovrapposizione ottimale che favorisce il deflusso dell'acqua. Fissaggio: Le tegole vengono fissate alla superficie di copertura mediante chiodi o adesivi specifici. È importante seguire le indicazioni del produttore per il numero e la disposizione dei punti di fissaggio. Allineamento: Mantenere un allineamento preciso delle tegole è cruciale per l'aspetto estetico e la funzionalità del tetto. L'uso di linee guida o di strumenti di misurazione può aiutare a garantire l'uniformità dell'installazione.Considerazioni Architettoniche Durante il montaggio delle tegole bituminose riciclate, diverse considerazioni architettoniche devono essere prese in conto: Design del Tetto: La forma e la pendenza del tetto influenzano la scelta delle tegole e delle tecniche di installazione. Tetti con pendenze elevate o con molte interruzioni (camini, lucernari, ecc.) richiedono una pianificazione dettagliata per assicurare l'integrità della copertura. Estetica: La varietà di colori e texture disponibili permette di integrare le tegole con l'architettura dell'edificio, contribuendo all'armonia estetica complessiva. La selezione deve considerare il contesto ambientale e le normative locali, se presenti. Ventilazione del Tetto: Una corretta ventilazione sotto la superficie di copertura è fondamentale per prevenire l'accumulo di umidità e prolungare la vita delle tegole. La progettazione architettonica deve includere soluzioni per la ventilazione adeguata. Vantaggi delle Tegole Bituminose Riciclate Rispetto ad Altre Coperture Le tegole bituminose realizzate con materiali riciclati offrono numerosi vantaggi rispetto ad altre soluzioni di copertura, sia da un punto di vista tecnico ed economico che ambientale. La comparazione con altre tipologie di coperture impermeabili evidenzia l'efficacia di questa soluzione innovativa nel contesto dell'edilizia sostenibile. Vantaggi Tecnici Durabilità: Le tegole bituminose riciclate sono estremamente resistenti agli agenti atmosferici, tra cui pioggia, neve, e raggi UV, garantendo una lunga vita utile della copertura. Facilità di Installazione: La leggerezza e la flessibilità delle tegole bituminose facilitano il montaggio su una vasta gamma di strutture edilizie, riducendo i tempi e i costi di installazione. Versatilità Estetica: Disponibili in vari colori e texture, permettono una facile integrazione con l'architettura dell'edificio. Comparazione con Altre CopertureTegole in Ceramica o Cemento: Pur offrendo un'estetica tradizionale e una buona durabilità, sono generalmente più pesanti e costose, sia in termini di materiale che di installazione. Coperture Metalliche: Anche se resistenti e leggere, possono essere più costose e richiedere una manutenzione specifica per prevenire la corrosione. Membrane EPDM (Etilene Propilene Diene Monomero): Sebbene offrano una buona impermeabilizzazione, non forniscono la stessa varietà estetica delle tegole bituminose e possono essere più impegnative da installare su tetti con molte interruzioni. Vantaggi Economici Costo-Efficienza: Le tegole bituminose riciclate sono spesso più economiche rispetto ad altre soluzioni di copertura, grazie ai minori costi di materiale e alla facilità di installazione. Manutenzione: Richiedono una manutenzione limitata, contribuendo a ridurre i costi nel lungo termine. Vantaggi Ambientali Riduzione dei Rifiuti: L'uso di materiali riciclati nel loro processo produttivo contribuisce significativamente alla riduzione della quantità di rifiuti destinati alle discariche. Minore Impatto Ambientale: La produzione di tegole bituminose riciclate comporta, in genere, un consumo energetico inferiore e minori emissioni di CO2 rispetto alla produzione di tegole tradizionali o di altri materiali da copertura. Comparazione Ambientale Tegole in Ceramica o Cemento: Sebbene possano avere una lunga vita utile, il loro processo produttivo è energivoro e produce un'impronta di carbonio significativamente più alta. Coperture Metalliche: Possono essere riciclate al termine della loro vita utile, ma la loro produzione richiede grande quantità di energia e risorse. Membrane EPDM: Nonostante siano durevoli, la produzione di EPDM è basata su idrocarburi, e il materiale è meno facilmente riciclabile alla fine della vita utile rispetto alle tegole bituminose riciclate. Riciclo e Fine Vita delle Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Il ciclo di vita delle tegole bituminose non termina con la loro rimozione dal tetto. Queste possono essere riciclate e riutilizzate in vari modi, contribuendo significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale del settore delle costruzioni. Il processo di riciclo è articolato in diverse fasi, ciascuna delle quali svolge un ruolo cruciale nel trasformare le tegole usate in risorse preziose per nuovi utilizzi. Raccolta e Trasporto Il processo inizia con la raccolta delle tegole bituminose rimosse durante lavori di ristrutturazione o demolizione. Queste vengono quindi trasportate a impianti di riciclaggio specializzati. È importante che il trasporto sia organizzato in modo efficiente per minimizzare l'impatto ambientale e i costi associati. Selezione e Pulizia All'arrivo all'impianto di riciclaggio, le tegole sono soggette a un processo di selezione per separare eventuali materiali non riciclabili o contaminanti. Successivamente, vengono pulite per rimuovere chiodi, residui di adesivo e altri detriti. Triturazione Una volta pulite, le tegole vengono triturate in piccoli pezzi o granuli. Questo processo è fondamentale per facilitare la successiva fase di trasformazione. La dimensione dei frammenti è attentamente controllata per soddisfare i requisiti specifici dei vari utilizzi finali. Ulteriore Elaborazione I frammenti di tegola possono subire ulteriori processi di elaborazione, a seconda delle necessità. Questo può includere la separazione di ulteriori materiali, come la fibra di vetro dal bitume, o trattamenti per modificare le proprietà chimico-fisiche dei materiali riciclati. Riutilizzo I materiali riciclati trovano impiego in una varietà di applicazioni, che includono: Asfalto per le Strade: I granuli di tegola bituminosa riciclata possono essere integrati nell'asfalto utilizzato per la pavimentazione stradale, migliorando la resistenza e la durata del manto stradale. Nuove Coperture: Parte del materiale riciclato può essere riutilizzato nella produzione di nuove tegole bituminose, contribuendo a ridurre il consumo di risorse vergini. Sottofondi per Pavimentazioni: I frammenti di tegola possono essere usati come materiale per sottofondi in progetti di pavimentazione, offrendo una soluzione economica e sostenibile. Libri e Manuali Tecnici "Materiali da costruzione sostenibili" di Paolo Fumagalli. Questo testo, disponibile in italiano, offre una panoramica completa sui materiali da costruzione eco-compatibili, con un focus particolare sul riciclo e sul riutilizzo dei materiali nel settore edile, inclusa una sezione sulle tegole bituminose riciclate. "Sustainable Construction: Green Building Design and Delivery" di Charles J. Kibert. Benché in inglese, questo libro è una risorsa chiave per comprendere i principi della costruzione sostenibile, inclusi i materiali riciclati per le coperture e le loro implicazioni ambientali. "Recycling of Roofing Materials", articolo presente sul Journal of Green Building. Questo studio, sebbene in inglese, approfondisce il processo di riciclaggio delle tegole bituminose e il loro impatto ambientale, fornendo dati e analisi dettagliate. "L'impiego di materiali riciclati nell'edilizia: normative, prestazioni e casi studio" – Un articolo disponibile attraverso le risorse universitarie italiane, che esplora le normative italiane ed europee relative all'utilizzo di materiali riciclati in edilizia, inclusi i casi studio sulle tegole bituminose.
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