Come i paesi si stanno convertendo alle energie rinnovabili spinti dalla crisi Russo-Ucraina.La corsa verso le energie rinnovabili è fortemente sostenuta dalla crisi energetica che si potrebbe verificare se, la Russia, dovesse ridurre ulteriormente o chiudere definitivamente la vendita di gas all'Europa. Ogni paese sta compiendo gli sforzi necessari per dotarsi di strutture di produzione di energie verdi, che siano attraverso il vento, il sole o altri sistemi rinnovabili. Tra questi sistemi ci sono anche quelli misti, tra cui l'idrogeno verde, che sposa la produzione di energia sostenibile per la produzione di idrogeno, il combustibile del futuro.L'idrogeno, ha infatti bisogno di molta energia per essere prodotto e, quindi, sarebbe un paradosso che questa venisse da fonti fossili, così la produzione di idrogeno attraverso l'energia rinnovabile permette di non creare impatti ambientali negativi.TotalEnergies e Ørsted hanno unito le forze per presentare congiuntamente offerte per le due gare eoliche offshore olandesi "Holland Coast West" con l'obiettivo di ottenere un impatto positivo netto sulla biodiversità e sul sistema energetico olandese. I parchi eolici di Holland Coast West si trovano a circa 53 km al largo della costa olandese e hanno una capacità combinata di quasi 1,5 gigawatt (GW). In qualità di leader mondiali nelle energie rinnovabili e nell'eolico offshore, Ørsted e TotalEnergies uniranno i loro punti di forza in queste gare al fine di contribuire all'obiettivo dei Paesi Bassi di sviluppare oltre 70 GW di capacità eolica offshore entro il 2050, per la produzione di energia associata a grandi produzioni di idrogeno. In qualità di più grande sviluppatore di parchi eolici offshore al mondo, Ørsted ha un'esperienza leader del settore nello sviluppo e nella costruzione di parchi eolici offshore, nel modo più sostenibile ed ecologico. Ørsted mira a un impatto netto positivo sulla biodiversità entro il 2030. Inoltre, Ørsted ha una significativa esperienza globale nella fornitura di energia verde su larga scala a comunità e industrie. La realizzazione di successo, nei tempi e nei limiti del budget durante una pandemia mondiale, del parco eolico Borssele 1&2 dimostra che Ørsted è un partner affidabile per la trasformazione verde dei Paesi Bassi. TotalEnergies, da parte sua, sfrutterà la sua comprovata esperienza nelle operazioni offshore e la sua posizione unica come società energetica integrata nei Paesi Bassi, attraverso un ambizioso programma di investimenti di energia verde e produzione di idrogeno per decarbonizzare le sue attività industriali nella provincia della Zelanda. TotalEnergies garantirà inoltre la stabilità della rete elettrica olandese, ponendo allo stesso tempo lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni al centro dei suoi progetti e delle sue operazioni per contribuire al benessere delle persone. Olivier Terneaud, VP Offshore Wind di TotalEnergies, afferma : “La transizione energetica porta nuove sfide, sia in termini di impatto ambientale che di integrazione dell'energia verde nel sistema elettrico. È proprio per affrontare queste sfide che partecipiamo a queste gare, insieme a Ørsted, per sostenere la transizione energetica nei Paesi Bassi, dove attingiamo a oltre mezzo secolo di esperienza operativa offshore olandese per essere un partner energetico affidabile. In qualità di azienda globale multi-energia, che pone lo sviluppo sostenibile al centro della sua strategia, saremmo lieti di realizzare questi progetti innovativi”. Rasmus Errboe, Head of Region Continental Europe di Ørsted, afferma: “Siamo molto soddisfatti della nostra partnership con TotalEnergies per le prossime gare d'appalto olandesi. Con le nostre offerte congiunte vogliamo garantire che i Paesi Bassi possano accelerare la costruzione di impianti eolici offshore verso il 2030 e oltre, in modo ecologico all'avanguardia e come parte di un sistema energetico integrato. Ørsted non vede l'ora di dare un contributo significativo alla transizione energetica nei Paesi Bassi, insieme a TotalEnergies". La Zelanda è il più grande cluster di idrogeno nei Paesi Bassi. Con 600 MW di capacità di elettrolisi, diventerà il più grande cluster di idrogeno verde al mondo entro il 2027, alimentato esclusivamente dal parco eolico Holland Coast West. Integrando, tra le altre cose, il trasporto elettrico, le batterie e l'elettrificazione diretta del settore, raggiungeremo la massima integrazione del sistema. I vincitori delle gare dovrebbero essere annunciati dal governo olandese nell'autunno 2022. Info: TotalEnergy
SCOPRI DI PIU'La colorazione di un polimero plastico riciclato, specialmente se il suo input è lo scarto post consumo, è soggetta a molti fattori che ne influenzano il risultato finale di Marco ArezioNon basta scegliere un masterbach del colore desiderato e seguire le schede tecniche, in cui può essere indicata la percentuale da aggiungere al fuso polimerico, per aspettarsi il colore desiderato. Specialmente se il polimero che stiamo per far nascere proviene dagli scarti plastici da post consumo, il colore desiderato ha bisogno di varie considerazioni a monte, ben prima di accendere l’estrusore, addirittura dal rifiuto plastico che dobbiamo ancora selezionare. Azzardato? Esagerato? No, in quanto ogni elemento plastico che verrà selezionato, porterà con sé la sua storia, in termini di qualità, di performances, di odore e anche di influenza sul colore finale. Rendere più brillante e più uniforme il colore di un polimero riciclato può essere una vera sfida, a causa delle impurità e delle degradazioni che possono verificarsi durante il ciclo di vita del polimero. Tuttavia, ci sono diverse strategie che possono essere utilizzate per migliorare la brillantezza del colore: Pulizia approfondita Una pulizia accurata del polimero riciclato, intesa come una buona selezione, un buon lavaggio e una buona filtrazione, può rimuovere una buona parte di impurità o residui che influenzano negativamente l'aspetto del polimero. Compatibilizzanti Utilizzare dei compatibilizzanti può migliorare la miscelazione di polimeri diversi o di additivi, conducendo a una migliore uniformità e brillantezza. Additivi ottici Gli brighteners ottici (OBAs) possono essere utilizzati per rendere i polimeri riciclati più bianchi o brillanti. Funzionano assorbendo la luce ultravioletta e rilasciandola come luce visibile blu, compensando così le tonalità giallastre indesiderate. Agenti nucleanti Sono additivi che possono influenzare il processo di cristallizzazione dei polimeri semicristallini, come il polipropilene. Una cristallizzazione controllata può portare a migliori proprietà ottiche e a una migliore brillantezza del colore. Additivi di miglioramento della dispersione Questi additivi aiutano nella dispersione uniforme di pigmenti e altri additivi nel polimero, garantendo un colore uniforme. Coloranti di alta qualità Utilizzare pigmenti e coloranti di alta qualità, specifici per i polimeri riciclati, può produrre colori più vividi e brillanti nel polimero riciclato. Processo di estrusione Ottimizzare le condizioni di estrusione, come temperatura e velocità, può migliorare la brillantezza del polimero finito, evitando di stressare termicamente il materiale con ricadute negative sulla qualità delle superfici. Tecniche di finitura Dopo la lavorazione, tecniche di finitura come lucidatura o rivestimento possono essere utilizzate per migliorare la brillantezza del prodotto finale. Stabilizzatori UV L'esposizione ai raggi UV può causare la degradazione del colore nel tempo. L'uso di stabilizzatori UV può aiutare a proteggere il colore dallo sbiadimento e mantenerlo brillante. Riduzione dell'ossidazione L'ossidazione può influire sulla brillantezza del colore. Utilizzare antiossidanti può aiutare a proteggere il polimero dall'ossidazione durante la lavorazione. Blending Miscelare il polimero riciclato con una piccola quantità di polimero vergine può, in certe condizioni, migliorare la brillantezza del colore. È importante sottolineare che la strategia o la combinazione di più strategie da adottare, dipendernno dalle specifiche esigenze e dalle condizioni del polimero riciclato in questione. Potrebbe essere necessario sperimentare diverse opzioni per ottenere i risultati desiderati. Come il caco3 (carbonato di calcio) influenza i colori nei polimeri riciclati Il carbonato di calcio (CaCO₃) ha un effetto significativo sui colori dei polimeri riciclati quando viene utilizzato come filler. Vediamo come può influenzare l'aspetto estetico dei polimeri: Opacità Il CaCO₃ ha una natura biancastra e può aumentare l'opacità del polimero. Ciò significa che, quando viene aggiunto a un polimero trasparente o semitrasparente, può ridurre la sua trasparenza. Inoltre ad un aumento delle quantità percentuali utilizzate possono verificarsi cambi di colore di base verso sfumature irregolari ed opache. Luminosità L'aggiunta di CaCO₃, può aumentare la luminosità di un polimero, da non confondere con la brillantezza, a causa della sua natura bianca. Se il polimero riciclato ha un colore scuro o grigio a causa di impurità o additivi precedenti, l'aggiunta di CaCO₃ può renderlo leggermente più chiaro. Interazioni con altri additivi Se nel polimero riciclato sono presenti altri additivi o coloranti, il carbonato di calcio può interagire con questi. Il che potrebbe influenzare l'aspetto finale del polimero in termini di colore e opacità. Diffusione della luce Il CaCO₃ ha la capacità di diffondere la luce, quindi questo comportamento può influenzare l'aspetto visivo del polimero, rendendolo meno brillante o meno trasparente. È importante sottolineare che l'effetto del CaCO₃ sul colore e sull'aspetto di un polimero riciclato può variare in base alla dimensione e alla distribuzione delle particelle di questa carica minerale, così come alla quantità di filler aggiunta e alle proprietà del polimero di base. Come il talco influisce sulla qualità dei colori nei polimeri riciclati Il talco, un minerale a base di silicato di magnesio, è comunemente utilizzato come filler nei composti di plastica. Nel contesto dei polimeri riciclati, il talco può influenzare la qualità dei colori in vari modi: Opacità Come il CaCO₃, anche il talco può aumentare l'opacità del polimero. Ciò significa che l'aggiunta di talco a un polimero trasparente o semitrasparente può ridurne la trasparenza. Tonalità di colore A causa della sua natura bianco-grigia, l'aggiunta di talco può influenzare la tonalità del colore del polimero riciclato, rendendolo potenzialmente più pallido o attenuando colori brillanti. Uniformità del colore Il talco può contribuire a fornire un aspetto più uniforme al polimero, specialmente se il materiale riciclato ha inizialmente un colore non uniforme a causa di impurità o di precedenti additivi. Diffusione della luce Le particelle di talco disperse nella matrice polimerica possono diffondere la luce, influenzando l'aspetto visivo del polimero e potenzialmente rendendolo meno brillante, come succede con il carbonato di calcio. Interazioni con altri additivi Se il polimero riciclato contiene altri additivi, coloranti o stabilizzatori, il talco può interagire con questi componenti, influenzando l'aspetto finale del materiale. Effetto sulla lavorabilità Anche se non si tratta direttamente di un effetto sul colore, la presenza di talco può alterare le proprietà di flusso del polimero durante la lavorazione. Questo può avere un impatto sulle finiture superficiali dei prodotti e, di conseguenza, sulla percezione del colore e sulla brillantezza. Per massimizzare la qualità del colore in un polimero riciclato con talco, è importante controllare la quantità e la dimensione delle particelle di talco, talvolta potrebbe essere necessario bilanciare l'utilizzo del talco con altri additivi o stabilizzatori. Come sempre, la formulazione ottimale dipenderà dalle esigenze specifiche dell'applicazione e dai risultati desiderati. Come intervenire sulle fasi di riciclo dei polimeri per aumentare la qualità del granulo colorato prodottoLa qualità del granulo colorato prodotto dai polimeri riciclati può essere influenzata da vari fattori durante le fasi di riciclo. Ecco alcune strategie e interventi che possono essere implementati per migliorare la qualità: Selezione e Separazione Questa è una delle fasi più critiche e più importanti è la selezione dei rifiuti plastici. Una separazione accurata dei diversi tipi di plastica può ridurre le contaminazioni e garantire che il materiale riciclato sia il più puro possibile. Lavaggio Approfondito Dopo la separazione, la plastica dovrebbe essere lavata accuratamente per rimuovere residui, sporco, etichette adesive e altri contaminanti. Degassaggio Durante l'estrusione, è essenziale avere un efficace impianto di degassaggio per rimuovere l'umidità, gli odori e le sostanze volatili che possono compromettere la qualità del granulo e la colorazione. Ottimizzazione del Processo di Estrusione La temperatura, la velocità e le condizioni di estrusione dovrebbero essere ottimizzate per evitare la degradazione del polimero e garantire una buona miscelazione del colore. Controllo della Dimensione delle Particelle La dimensione e la forma delle particelle di pigmento o colorante possono influenzare l'aspetto del granulo. Una buona dispersione è fondamentale per ottenere una colorazione uniforme. Test e Controllo Qualità Dopo la produzione, è essenziale testare i granuli per assicurarsi che rispettino le specifiche desiderate. Questo può includere test sulla colorazione, sulla resistenza e su altre proprietà rilevanti. Stoccaggio Corretto Conservare i granuli in condizioni ottimali (al riparo dalla luce, in un ambiente asciutto) per prevenire la degradazione o variazioni di colore prima dell'utilizzo. Con quali strumenti possiamo valutare la qualità e la corrispondenza RAL di un polimero riciclato Per valutare la qualità e la corrispondenza del colore (ad esempio con la scala RAL) di un polimero riciclato, si possono utilizzare vari strumenti e tecniche: Spettrofotometri Questi strumenti misurano la riflettanza o la trasmissione di un materiale a diverse lunghezze d'onda, permettendo una precisa quantificazione del colore. Possono essere utilizzati per confrontare il colore di un campione con una norma di riferimento, come una tinta RAL. Colorimetri Simili agli spettrofotometri, i colorimetri sono meno complessi e quantificano il colore in termini di coordinate di colore come Lab*, che possono essere confrontate con un valore di riferimento. Microscopia Sotto un microscopio, si può esaminare la dispersione del pigmento o del colorante nel polimero, garantendo che non ci siano aggregati o separazioni che potrebbero influire sulla qualità del colore. Tavole di confronto RAL Queste sono carte fisiche o set di campioni che mostrano le tonalità standardizzate RAL. Anche se non sono precisi come gli strumenti elettronici, possono offrire un rapido riferimento visivo per la corrispondenza dei colori. Test di invecchiamento acceleratoQuesti test espongono il polimero a condizioni estreme (come luce UV intensa o calore) per valutare quanto velocemente il colore cambierà nel tempo. Software di gestione del colore Questi programmi possono aiutare a tradurre e confrontare le misure del colore tra diverse scale, come RAL, Pantone, e altre. Possono anche aiutare a prevedere come i cambiamenti nella formulazione influenzeranno la corrispondenza del colore. Quando si utilizzano strumenti come spettrofotometri o colorimetri, è essenziale standardizzare le condizioni di misura (ad esempio, l'angolo di misura, il tipo di illuminante, ecc.) e calibrare regolarmente lo strumento per garantire misurazioni accurate e ripetibili. Infine, mentre questi strumenti possono fornire dati quantitativi sulla corrispondenza del colore, è sempre utile avere anche una valutazione visiva da parte di esperti, poiché la percezione umana del colore può variare in base a diversi fattori. Che differenza ci sono tra un colorante per i polimeri vergini e uno per quelli riciclati La colorazione di polimeri, sia vergini che riciclati, può essere influenzata da vari fattori. Mentre molti coloranti possono essere utilizzati per i polimeri vergini, ci sono alcune differenze e considerazioni specifiche quando si tratta di colorare i polimeri riciclati: I polimeri riciclati possono contenere impurità o residui da precedenti cicli di utilizzo. Questo può influenzare la capacità del colorante di disperdersi uniformemente e può alterare l'aspetto finale del colore. A causa delle impurità o dei cambiamenti nella struttura molecolare dei polimeri riciclati, alcuni coloranti, che funzionano bene con i polimeri vergini, potrebbero non essere altrettanto efficaci con i polimeri riciclati. Poiché i polimeri riciclati possono avere colori residui o indesiderati, potrebbe essere necessario utilizzare coloranti più forti o in quantità maggiori per ottenere la tonalità desiderata. Inoltre, i polimeri riciclati potrebbero aver subito una degradazione termica in precedenti cicli di lavorazione. Questo significa che potrebbero essere più sensibili al calore durante la successiva lavorazione. I coloranti scelti per questi materiali dovrebbero avere una buona stabilità termica.
SCOPRI DI PIU'Nonostante i pannelli siano composti da legno riciclato la loro etichetta green stride con le difficoltà del riciclodi Marco ArezioNonostante il pannello laminato sia un prodotto composto da legno di scarto, quindi annoverabile tra i prodotti con una valenza green, in quanto questo processo può contribuire alla riduzione della deforestazione e allo sfruttamento delle risorse naturali, la loro circolarità comporta delle difficoltà molto importanti. Riciclare un pannello in legno laminato è, ancora ad oggi, abbastanza complicato in virtù dei componenti chimici che vengono aggiunti al legno per dare struttura al pannello.Vediamo come vengono prodotti i pannelli in legno laminato La prima fase consiste nella raccolta e nella selezione del legno riciclato. Questo può includere il recupero di legname proveniente da imballaggi, pallet, mobili usati o altre fonti di legno da riciclare. Il legno riciclato viene poi sottoposto a un processo di sgranatura e tritatura, per ridurlo in particelle di dimensioni adeguate. Questo può essere fatto utilizzando attrezzature specializzate, come trituratori o sgranatrici. Successivamente le particelle di legno riciclato vengono combinate con un legante, come resine o adesivi a base di legno, per formare un materiale compatto. Questo miscuglio viene quindi sottoposto a pressatura per formare un pannello laminato di legno. Infine, il pannello laminato di legno viene sottoposto ad un processo di laminazione. Questo implica l'applicazione di uno strato decorativo sulla superficie del pannello, che può essere una finitura in legno, una carta stampata o una pellicola di laminazione. Questo strato conferisce al pannello un aspetto estetico e può fornire protezione aggiuntiva. Per concludere la produzione, il pannello laminato viene tagliato nelle dimensioni desiderate e sottoposto a una fase di rifinitura, che può includere la levigatura, l'applicazione di rivestimenti protettivi o altre operazioni di finitura per migliorarne l'aspetto e la durabilità. Quali sostanze chimiche utilizzate per la produzione Nella produzione di pannelli in legno laminato, vengono utilizzate diverse sostanze chimiche che svolgono ruoli specifici durante il processo di fabbricazione. Le principali sono: Le resine o gli adesivi a base di legno sono essenziali per unire le particelle di legno e formare un pannello compatto. Alcuni esempi di resine comunemente utilizzate sono le resine ureiche, fenoliche o a base di melamina. Queste resine forniscono una forte adesione e contribuiscono alla stabilità e alla durabilità del pannello. I catalizzatori sono utilizzati per accelerare o controllare il processo di indurimento delle resine utilizzate nella laminazione del legno. I catalizzatori possono essere utilizzati in piccole quantità e possono includere sostanze chimiche come l'acetato di ammonio o l'acetato di calcio. Per ottenere l'aspetto desiderato dei pannelli laminati di legno, possono essere aggiunti coloranti o pigmenti alla resina. Questi coloranti possono essere sia organici che inorganici e vengono utilizzati per ottenere una vasta gamma di colori e finiture. In alcuni casi, possono essere aggiunti additivi antifiamma per migliorare la resistenza al fuoco dei pannelli in legno laminato. Gli additivi antifiamma possono ridurre la combustibilità del materiale e proteggere i pannelli da potenziali rischi di incendio. Durante il processo di produzione, possono essere utilizzati lubrificanti o agenti di rilascio per facilitare la lavorazione del legno e la rimozione dei pannelli dalle attrezzature. Questi agenti riducono l'attrito e consentono una migliore manipolazione del materiale. Che impatto ha sull’ambiente la produzione dei pannelli laminati Durante il processo di produzione dei pannelli laminati in legno, l'uso di alcune sostanze chimiche può potenzialmente contribuire all'emissione di inquinanti nell'ambiente. Gli inquinanti prodotti dipendono dalla specifica sostanza chimica utilizzata e dalle pratiche di gestione adottate. Alcuni possibili impatti ambientali associati all'uso di sostanze chimiche nella produzione dei pannelli laminati in legno includono: Emissione di composti organici volatili (COV) Alcune resine utilizzate nella laminazione del legno possono contenere COV che possono essere rilasciati nell'aria durante il processo di produzione. Questi COV possono contribuire all'inquinamento atmosferico e alla formazione di inquinanti atmosferici secondari come l'ozono troposferico. Rifiuti chimici Durante il processo di produzione, possono essere generati rifiuti chimici come scarti di resine, catalizzatori o additivi. La gestione inadeguata di questi rifiuti chimici potrebbe comportare l'inquinamento del suolo o delle acque superficiali se non vengono trattati o smaltiti correttamente. Impatti sull'ecosistema acquatico Se le acque di scarico contenenti sostanze chimiche non vengono trattate adeguatamente, possono essere rilasciate nell'ambiente acquatico, potenzialmente causando impatti negativi sugli organismi acquatici e sull'ecosistema. Alcune sostanze chimiche possono essere tossiche per i pesci, gli organismi acquatici o gli ecosistemi in generale. Consumo di risorse naturali La produzione di sostanze chimiche utilizzate nella produzione dei pannelli laminati in legno può richiedere l'utilizzo di risorse naturali come acqua, energia e materie prime. Il consumo eccessivo di queste risorse può avere un impatto ambientale significativo, inclusa la degradazione delle risorse idriche e l'emissione di gas serra derivante dalla produzione di energia.È importante sottolineare che l'impatto ambientale dipende da vari fattori, tra cui la gestione degli impianti, l'uso di tecnologie di controllo delle emissioni, le pratiche di smaltimento dei rifiuti e l'aderenza alle norme e ai regolamenti ambientali. Le aziende che producono pannelli laminati in legno devono adottare misure per minimizzare gli impatti ambientali, come l'adozione di tecnologie a basso impatto ambientale, il riciclo dei rifiuti e il trattamento adeguato delle acque di scarico. Inoltre, l'implementazione di sistemi di gestione ambientale e il rispetto delle normative ambientali sono fondamentali per ridurre gli impatti negativi sulla salute umana e sull'ambiente.Come si riciclano i pannelli di legno laminato Il riciclo dei pannelli di legno laminato può essere un processo complesso a causa della loro struttura composta da diversi strati di legno e resine. Tuttavia, ci sono alcune possibilità per il riciclaggio dei pannelli di legno laminato. Vediamone alcune: Recupero energeticoI pannelli possono essere utilizzati come combustibile per la produzione di energia termica o elettrica attraverso l'incenerimento controllato in impianti specializzati. Questo processo può contribuire alla produzione di energia rinnovabile. Triturazione e produzione di trucioli I pannelli di legno laminato possono essere triturati per ottenere trucioli di legno che possono essere utilizzati come materia prima per altre industrie, come la produzione di pannelli truciolari o di pannelli di fibra di legno. Rigenerazione dei materiali Alcuni pannelli di legno laminato possono essere sottoposti a processi di separazione e rigenerazione dei materiali. Questo può coinvolgere il recupero delle particelle di legno e il recupero delle resine per essere riutilizzate come materia prima in nuovi processi di produzione. Riutilizzo e riparazione I pannelli di legno laminato possono essere riutilizzati in altri progetti o possono essere riparati e riadattati per un utilizzo continuato. Questo può aiutare a prolungare la vita utile dei pannelli e ridurre la quantità di rifiuti prodotti. Riciclo dei componentiAlcuni componenti dei pannelli di legno laminato, come i rivestimenti di carta o i film di laminazione, possono essere riciclati separatamente. Questi materiali possono essere separati dai pannelli e sottoposti a processi di riciclaggio appropriati. Tuttavia il riciclo dei pannelli di legno laminato può richiedere un processo di smontaggio e separazione dei componenti, che potrebbe essere complesso e richiedere attrezzature specializzate. Inoltre, la disponibilità di impianti di riciclaggio specifici può variare a seconda delle regioni e delle infrastrutture locali. Produzione mondiale di pannelli in legno laminato Attualmente, diverse nazioni producono pannelli in legno laminato, e la produzione può variare nel corso del tempo. La Cina è uno dei principali produttori di pannelli in legno laminato a livello mondiale. Il paese ha una vasta industria del legno e dispone di impianti di produzione ben sviluppati per la produzione di pannelli laminati. Gli Stati Uniti sono una delle principali nazioni produttrici di pannelli in legno laminato. La produzione è concentrata in diverse regioni, tra cui la West Coast e il Sud-est degli Stati Uniti. La Germania è nota per la sua industria del legno altamente sviluppata e ha una significativa produzione di pannelli in legno laminato. Il paese ha una lunga tradizione nella produzione di materiali da costruzione a base di legno. Il Giappone è un altro importante produttore di pannelli in legno laminato. L'industria del legno giapponese è rinomata per la sua attenzione ai dettagli e alla qualità. Il Canada ha una vasta industria forestale e una produzione significativa di pannelli in legno laminato. Il paese è ricco di risorse forestali e ha una lunga tradizione nel settore del legno.
SCOPRI DI PIU'Quanto rappresenta in Europa l'industria del packaging? Molto, i numeri sono davvero consistenti se si considera che nel 2019 l'Unione Europea ha fatturato 139 miliardi di euro e che in testa troviamo la Germania, seguita dall'Italia e in terza posizione la Francia. Come ci racconta Tiziano Polito, il mercato Francese degli imballaggi è uno tra i più importanti d'Europa.Secondo INSEE, che pubblica questi dati, la Francia è il terzo produttore europeo dietro Germania e Italia. 18,3 miliardi di euro: questo è il giro d'affari rappresentato dall'industria del packaging in Francia nel 2019 secondo un rapporto INSEE. L'Istituto Nazionale di Statistica e Studi Economici ha misurato la fatturazione dei prodotti fabbricati sul territorio Francese, proveniente da 1.460 unità collegate a questo settore di attività e rappresentano il 3,8% delle vendite nell'industria manifatturiera. Come ci si potrebbe aspettare, la plastica e il cartone hanno la quota maggiore. Nel dettaglio, le vendite generate dagli imballaggi in plastica sono state pari a 6,9 miliardi di euro, pari al 38% del totale, mentre la carta-cartone rappresenta 5,3 miliardi (29%) e il metallo, il vetro e il legno 2 miliardi ciascuno (11%). I dati sull'occupazione si riferiscono all'anno finanziario 2017. INSEE aveva 79.450 dipendenti nel settore, ovvero il 4,7% dei posti di lavoro nell'industria manifatturiera non alimentare. La Normandia e la Bourgogne-Franche-Comté sono le regioni con il maggior numero di posti di lavoro nel settore degli imballaggi, rispettivamente con il 7,9% e il 7,6% del totale. Piccole aziende nel settore del legno e della plastica La struttura delle aziende è piuttosto frammentata. Nel legno, il 70% degli stabilimenti ha meno di 20 dipendenti. Negli imballaggi in plastica e carta-cartone questo rapporto sale al 39% e al 37%. Al contrario, nel vetro e nel metallo, dove le lavorazioni sono caratterizzate da una maggiore intensità di capitale, le aziende con meno di 20 dipendenti rappresentano solo il 25% e il 5% del totale. La Francia è al terzo posto in Europa per la produzione di imballaggi. Il fatturato del settore è stato di 138,1 miliardi di euro nell'Unione Europea nel 2019, la Francia contribuisce per il 13% a questo totale dietro Germania (20%) e Italia (15%). La Francia detiene il primo posto europeo nella produzione di imballaggi in legno con il 20% del fatturato e il secondo per gli imballaggi in plastica (15%). Più modesto il suo contributo per gli imballaggi carta-cartone: 10%, cioè la metà in meno della Germania con il 21%. In questo caso, se a livello nazionale domina la plastica, altrove in Europa sono gli imballaggi carta-cartone a rappresentare la quota maggiore di fatturato: 55,5 miliardi di euro, ovvero il 40% delle vendite del settore. Sul fronte del commercio internazionale, la bilancia commerciale ha mostrato un deficit di 1,7 miliardi di euro nel 2019. Le importazioni francesi sono ammontate a 7,3 miliardi di euro. L'82% di loro proviene da paesi dell'UE. Con 603 milioni di euro di importazioni, la Cina è il quarto fornitore. Altrove in Europa, gli imballaggi in carta-cartone rappresentano la quota maggiore di fatture: 55,5 miliardi di euro, ovvero il 40% delle vendite della filiera.Vedi il manuale del packaging
SCOPRI DI PIU'Pratiche di marketing per costruire informazioni ingannevoli od omissive sui prodotti di Marco ArezioIl Greenwashing è il marketing mirato alla costruzione di un’immagine vicino alle aspettative del cliente, in fatto di ambiente, sostenibilità e riciclabilità, che attribuisce al prodotto o al servizio, valori che in realtà non ha. La storia di questa parola, Greenwashing, nasce negli Stati negli anni 60 del secolo scorso quando iniziò il dibattito pubblico in merito all’ecologia e ad una vita più in sintonia con la natura. In quel periodo alcune aziende, cavalcando l’onda ecologista, si diedero in modo artefatto, un’immagine green senza comunque modificare processi e prodotti. L’espero pubblicitario Jerry Mander definì questa pratica come “ecopornografia” in quanto riteneva esserci una similitudine di comportamenti, nei confronti delle persone, tra ciò che si proponeva rispetto a ciò che in realtà veniva offerto. Ma fu a partire dagli anni novanta che, all’interno delle politiche e delle strategie di marketing, si affermò l’uso di una comunicazione che, talvolta, era meno veritiera ed esaustiva sul al prodotto o servizio stesso, ma più mirata a far apparire ciò che si voleva offrire vicino a ciò che la gente si sarebbe aspettata di ricevere. Il greenwashing non è stato applicato solo all’industria o al commercio, ma se ne è impossessato anche la politica, attraverso slogan e marchi che, per esempio, raffigurassero la tutela dell’ambiente, del lavoro, della sicurezza o di altri messaggi. A partire dal 2012 la FederalTrade Commission ha emanato negli Stati Uniti precise norme a tutela dei consumatori, nel tentativo di prevenire queste pratiche di marketing scorrette. In Italia, per esempio, l’antitrust ha sanzionato l’Eni con una multa di 5 milioni per la promozione pubblicitaria, ritenuta ingannevole ed omissiva, sulle qualità bio, presunte, del proprio carburante EniDiesel+. Le pratiche di greenwashing sono numerose e rivolte a canali differenti, acquisendo appellativi differenti: Greenwashing: indica una strategia di alcune imprese, organizzazioni o istituzioni politiche che mirano a costruire un’immagine diversa da quella che è in realtà, incline alla tutela per l’ambiente, seguendo le esigenze della gente a cui si rivolge. Pinkwashing: indica una comunicazione che tende ad ammaliare un pubblico femminile lanciando un messaggio quale l’emancipazione femminile, distogliendo l’attenzione del consumatore sulle qualità dei prodotti stressi. Genderwashing: indica una comunicazione che tende a coinvolgere il pubblico maschile con chiari riferimenti all’abbattimento di differenze di genere, allontanando il consumatore sul giudizio del prodotto stesso. Raibowwashing: indica una comunicazione che tende a proporre prodotti sostanzialmente simili alla concorrenza sui quali vengono esercitati messaggi forti che mettono in secondo piano il prodotto stesso. Nel campo del packaging un esempio lo possiamo vedere sul marketing dei flaconi del detersivo, molti ancora fatti con HDPE vergine, negli ultimi tempi abbiamo visto comparire sulle etichette parole come “riciclabile” o “green” quando il flacone è sempre fatto con materie prime da fonti fossili e non usando materiali riciclati. Ovviamente il flacone è riciclabile, ma lo era anche prima, quindi il messaggio è un greenwashing. Tuttavia, queste pratiche, in generale, non sono applicabili solo a ai prodotti o ai messaggi politici, ma trova largo impiego anche nelle comunicazioni societarie, in cui i numeri, i valori e l’immagine dell’azienda, per esempio, di carattere ambientale, potrebbe incidere sul valore della società stessa. Crearsi un’immagine “green” in modo artificioso, vicino a ciò che il cliente richiede, ha grandi impatti sui consumatori, sugli azionisti e sul mercato.Vedi maggiori informazioni sul greenwashing
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