Quali possibili danni per la salute dei lavoratori e quali comportamenti da adottaredi Marco ArezioI fumi, generati durante l'estrusione o l’iniezione delle materie plastiche da post consumo, possono contenere una varietà di sostanze chimiche e particelle solide, alcune delle quali possono essere tossiche o potenzialmente dannose per la salute umana.Tipologia di inquinanti nella fusione delle materie plasticheLa tossicità dei fumi dipende dalla composizione specifica delle materie plastiche da post consumo e dalle condizioni operative del processo di estrusione. Alcuni dei potenziali rischi per la salute associati ai fumi di estrusione includono: Particelle solide: durante l'estrusione, possono essere generati fumi che contengono particelle solide sospese nell'aria. Queste particelle possono includere residui di plastica non completamente fusi o frammenti di plastica, che possono essere inalati e causare irritazione delle vie respiratorie o problemi respiratori. Emissioni gassose: i fumi possono contenere emissioni gassose derivanti dalla decomposizione o combustione incompleta dei materiali plastici. Queste emissioni possono includere sostanze chimiche tossiche o irritanti come monomeri, polimeri degradati, agenti di stabilizzazione termica o additivi chimici presenti nelle materie plastiche da post consumo. Composti organici volatili (COV): alcuni fumi possono contenere composti organici volatili, come solventi o altre sostanze organiche che si vaporizzano a temperature elevate. L'esposizione a COV può causare irritazione delle vie respiratorie, mal di testa, nausea, vertigini o effetti a lungo termine sulla salute. Additivi chimici: le materie plastiche da post consumo possono contenere additivi chimici, come plastificanti, ritardanti di fiamma o additivi antistatici. Durante l'estrusione, questi additivi possono degradarsi o essere rilasciati nei fumi, potenzialmente causando rischi per la salute umana a seconda delle sostanze chimiche coinvolte. Polveri e particelle ultrafini: l'estrusione può generare polveri e particelle ultrafini che possono essere inalate e penetrare profondamente nei polmoni. Queste particelle possono causare irritazione polmonare, infiammazione o effetti a lungo termine sulla salute respiratoria. La valutazione specifica dei rischi per la salute dei fumi di estrusione delle materie plastiche da post consumo richiede una conoscenza dettagliata della composizione chimica dei materiali utilizzati e delle condizioni operative specifiche. Fattori di insorgenza degli inquinanti I principali fattori che influenzano la pericolosità dei fumi durante la fusione delle plastiche riciclate si raggruppano in questi fattori: Composizione dei materiali riciclatiLa composizione delle plastiche riciclate può variare notevolmente a seconda delle fonti di riciclo e dei processi di riciclaggio utilizzati. Alcuni materiali riciclati possono contenere sostanze chimiche nocive o additivi che possono essere rilasciati durante l'estrusione. Temperatura di estrusioneLa fusione delle plastiche richiede temperature elevate, e il riscaldamento dei materiali riciclati può causare la generazione di fumi e vapori. Alcune sostanze chimiche presenti nelle plastiche riciclate possono decomporsi a temperature elevate, producendo composti potenzialmente pericolosi. Durata dell'esposizioneLa durata dell'esposizione ai fumi durante la fusione delle plastiche riciclate può influenzare il potenziale impatto sulla salute dei lavoratori. Effetti sulla salute dei lavoratori Gli effetti sulla salute dei lavoratori possono dipendere dalla concentrazione e dalla durata dell'esposizione ai fumi nocivi.I fumi che scaturiscono dalla fusione delle materie plastiche possono rappresentare diversi rischi per la salute dei lavoratori, tra cui: Irritazione delle vie respiratorie I fumi possono irritare le vie respiratorie, causando tosse, difficoltà respiratorie, congestione e infiammazione delle mucose. Effetti sul sistema nervoso Alcune sostanze chimiche presenti nei fumi possono avere effetti sul sistema nervoso, come mal di testa, vertigini, affaticamento o disturbi neurologici. Effetti sul sistema cardiovascolare L'esposizione a fumi nocivi può influenzare il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Effetti sul fegato e sui reni Alcune sostanze chimiche presenti nei fumi possono essere tossiche per il fegato e i reni, se assorbite nel corpo. Effetti cancerogeni Alcuni composti chimici presenti nei fumi possono essere cancerogeni o aumentare il rischio di sviluppare malattie tumorali. Mitigazione dei rischi sanitari nelle produzioni di materie plastiche per fusione Per mitigare i rischi per la salute dei lavoratori durante l'estrusione delle plastiche riciclate, sono necessarie misure di prevenzione e sicurezza appropriate, tra cui: Ventilazione adeguata: è importante garantire una buona ventilazione nell'area di lavoro per diluire e rimuovere i fumi generati durante l'estrusione. Uso di dispositivi di protezione individuale (DPI): i lavoratori devono utilizzare DPI appropriati, come maschere respiratorie, occhiali di protezione e guanti, per ridurre le possibili esposizioni ai fumi nocivi. Monitoraggio dell'ambiente di lavoro: è consigliabile effettuare il monitoraggio regolare dell'ambiente di lavoro per valutare la presenza di sostanze nocive nei fumi e per garantire che i livelli di esposizione siano al di sotto dei limiti di sicurezza. Formazione e sensibilizzazione dei lavoratori: è importante fornire una formazione adeguata ai lavoratori riguardo ai rischi associati all'estrusione delle plastiche riciclate, inclusi i fumi generati, e alle misure di sicurezza da adottare per proteggere la propria salute. Buone pratiche di gestione e manipolazione: adottare buone pratiche di gestione e manipolazione dei materiali riciclati, tra cui l'uso di sistemi chiusi, la riduzione dell'esposizione alla polvere e l'adozione di procedure di pulizia adeguate. Monitoraggio medico: è consigliabile effettuare un monitoraggio medico regolare dei lavoratori esposti ai fumi per identificare eventuali effetti sulla salute e intervenire tempestivamente. Tecnologie per la riduzione degli inquinanti nei reparti di fusione delle plastiche Per la filtrazione dei fumi provenienti dall'estrusione delle materie plastiche da post consumo, vengono utilizzati sistemi di filtrazione industriale, appositamente progettati per catturare e rimuovere le particelle solide e le sostanze inquinanti presenti nei fumi. Alcune delle tipologie di filtrazione industriali comunemente impiegate includono: Filtrazione a cartucce Questo tipo di filtrazione prevede l'utilizzo di cartucce filtranti che catturano le particelle solide e altre sostanze inquinanti presenti nei fumi. Le cartucce filtranti possono essere realizzate con materiali diversi, come polipropilene, poliestere o fibra di vetro, a seconda delle esigenze specifiche dell'applicazione. Filtrazione a sacchi I sistemi di filtrazione a sacchi utilizzano sacchi filtranti per trattenere le particelle solide presenti nei fumi. I sacchi filtranti sono realizzati in materiali porosi che consentono il passaggio dell'aria mentre intrappolano le particelle. Filtrazione elettrostatica La filtrazione elettrostatica sfrutta la carica elettrostatica per attirare e trattenere le particelle presenti nei fumi. I sistemi di filtrazione elettrostatica utilizzano elettrodi carichi e filtri carichi elettrostaticamente per catturare le particelle. Filtrazione a secco La filtrazione a secco prevede l'utilizzo di dispositivi, come precipitatori elettrostatici a secco o filtri a gravità, per separare e trattenere le particelle solide presenti nei fumi. Questi dispositivi possono essere efficaci nella rimozione di particelle di grandi dimensioni. Filtrazione a umido La filtrazione a umido coinvolge l'utilizzo di sistemi di scrubbing o lavaggio che rimuovono le particelle solide e i gas inquinanti dai fumi attraverso l'utilizzo di acqua o altri liquidi. È importante valutare attentamente le esigenze specifiche del processo di estrusione delle materie plastiche da post consumo per determinare la tipologia di filtrazione industriale più adatta. Le scelte dipenderanno dalle caratteristiche dei fumi generati, dalla dimensione delle particelle da rimuovere e dagli obiettivi di purificazione dell'aria.
SCOPRI DI PIU'La storia dello stampaggio rotazionale con materiali diversidi Marco ArezioIl processo dello stampaggio tramite il processo rotazionale sembra una conquista recente, nata in concomitanza con l’esplosione dell’uso della plastica dopo la seconda guerra mondiale. In realtà, anche se con altri materiali, la costruzione di oggetti attraverso il processo di rotazione dello stampo, si può far salire al periodo egizio, greco e anche cinese, i cui artigiani realizzavano oggetti in ceramica per l’uso quotidiano ed artistico. Sono avvenuti, infatti, numerosi ritrovamenti di ceramiche sferiche o semisferiche che hanno fatto riflettere di quanto fosse stata diffusa questa tecnica costruttiva in quelle ere storiche. Un altro esempio documentato dell’uso di questo sistema produttivo è da far risalire intorno al 1600 d.C., periodo in cui i cioccolatieri svizzeri utilizzavano la tecnica rotazionale per creare uova di cioccolato cave, ma soprattutto dallo spessore uniforme. Bisogna aspettare però fino al 1855 quando l’inglese R. Peters introdusse lo stampaggio a rotazione biassiale per la produzione industriale di involucri cavi, tra i quali anche gli elementi di protezione dei pezzi di artiglieria. La dimestichezza con cui i produttori si avvicinarono al sistema di iniezione rotazionale, permise numerose esperienze applicative su prodotti come la cera, ad opera di F.A. Voelke nel 1905, come il gesso per mano di R.J. Powell nei primi anni 20 del secolo scorso. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso, con l’avvento delle materie plastiche, lo stampaggio rotazionale fu impiegato, per la prima volta, nella realizzazione delle teste delle bambole utilizzando il PVC in polvere e impiegando stampi di lega di nichel-rame. Fu davvero un colpo di fulmine per l’industria, infatti lo stampaggio rotazionale utilizzando le materie plastiche crebbe in maniera vertiginosa, creando sempre nuovi e più grandi prodotti nei settori commerciali più disparati. Se tra il 1950 e il 1960 l’applicazione di questo sistema riguardò prevalentemente i giocattoli o i piccoli accessori per la casa, ma nei periodi successivi, con la costruzione di nuovi e sempre più grandi stampi, si realizzarono prodotti industriali di grandi dimensioni, come i contenitori di sostanze chimiche, cisterne per fertilizzanti e diserbanti, serbatoi dell’acqua e di carburanti, serbatoi per auto, barriere stradali, barche, canoe, boe e molti altri prodotti. Categoria: notizie - tecnica - plastica - stampaggio rotazionale
SCOPRI DI PIU'Da quando l’elettronica sia civile che militare è diventata irrinunciabile, chi detiene le materie prime detta leggedi Marco ArezioLa nostra vita è dominata dall’elettronica, anche per le operazioni più banali che facciamo attraverso un telefonino, come inviare e ricevere documenti, pagare, mostrare titoli come biglietti o ricevute, prenotare vacanze, beni o servizi. Argomenti trattati nell’articolo: - Come si costruiscono i microchips - Quali sono le principali materie prime utilizzate - Cosa sono il Gallio e il Germanio - Produzione Mondiale di Gallio e Germanio Puoi accendere o spegnere il riscaldamento, l’aria condizionata, l’irrigazione del giardino, rinfrescare o scaldare la macchina, controllare dove l’hai parcheggiata, vedere il tempo ecc.. Ma tutta questa tecnologia, quella che possiamo vedere e quella che non conosciamo nel dettaglio, essendo parte di un prodotto, ha bisogno di materiali per poter vivere e, alcuni di questi, sono decisamente rari, costosi e non disponibili a tutti. Ci siamo accorti ancora di più, dallo scoppio della guerra Russo-Ucraina, che molta, se non tutta, della tecnologia militare fa largo uso dei semiconduttori, sia per la guerra attiva che per quella di controllo ed intercettazione. Missili e droni che colpiscono i bersagli, bombe teleguidate, guerra di disturbo elettronico, sono solo una parte dell’uso che gli eserciti fanno nel campo militare. Come si costruiscono i microchips La costruzione di un microchip, anche chiamato circuito integrato, è un processo complesso che coinvolge diverse fasi di fabbricazione. La prima fase, quella di progettazione, parte dall'ideazione e dalla progettazione del microchip. Gli ingegneri definiscono la funzionalità e la disposizione dei componenti all'interno del chip utilizzando software specializzati. Si passa poi alla fabbricazione dei wafer, realizzati utilizzando il silicio come materiale di base. Un wafer di silicio viene prodotto mediante un processo chiamato "crescita del cristallo". In questo processo, il silicio fuso viene fatto crescere su un seme di silicio fino a formare un grande cilindro di cristallo. Successivamente, il cilindro viene tagliato in sottili fette chiamate wafer. Successivamente i wafer di silicio vengono sottoposti a un processo di pulizia per rimuovere eventuali impurità superficiali e garantire la massima purezza del materiale. A questo punto avviene la creazione del circuito, attraverso l'utilizzo di una serie di maschere fotolitografiche per "stampare" il modello del circuito sul wafer. Le maschere sono realizzate con un materiale fotosensibile e vengono esposte a una luce ultravioletta attraverso il wafer. Questo processo trasferisce il modello del circuito sullo strato fotosensibile del wafer. Dopo la fotolitografia, il wafer viene sottoposto a un processo di incisione chimica o al plasma per rimuovere lo strato fotosensibile e i materiali non desiderati, lasciando solo le regioni desiderate del circuito. Vengono quindi aggiunti strati sottili di materiali, come metalli (solitamente alluminio o rame), ossidi e nitriti, mediante tecniche di deposizione chimica in fase di vapore (CVD) o sputtering. Questi strati servono a formare i contatti e isolare le varie parti del circuito. Un altro processo di fotolitografia viene eseguito per definire e incidere i dettagli delle strutture dei componenti sul chip, come transistor, condensatori e linee di interconnessione. Dopo la seconda fotolitografia, si depositano degli strati di metalli conduttivi e successivamente incisi per creare le linee di interconnessione che collegano i vari componenti sul chip. Dopo la fabbricazione del wafer, i chips vengono testati per assicurarsi che funzionino correttamente. Quindi, i chip funzionanti vengono tagliati dal wafer e vengono confezionati in involucri protettivi, spesso in plastica o ceramica, con piedini di contatto per collegarli ai circuiti esterni. Quali sono le principali materie prime utilizzate per produrre i semiconduttori I microchips contengono diversi materiali, inclusi alcuni che possono essere considerati "materie prime rare". I maggiori componenti utilizzati sono i seguenti: Il silicio è il materiale di base predominante utilizzato per la fabbricazione dei microchip. È abbondante nella crosta terrestre ed è ampiamente disponibile. L'oro viene utilizzato per i contatti e le interconnessioni all'interno dei microchip a causa della sua eccellente conducibilità e resistenza alla corrosione. Il rame viene impiegato nelle interconnessioni e nei circuiti stampati all'interno del microchip per la sua elevata conducibilità elettrica. Il rame è un materiale abbondante e ampiamente utilizzato in molti settori. L'alluminio viene spesso utilizzato per i contatti e gli strati di conduttori all'interno dei microchip. Ha una buona conducibilità elettrica ed è ampiamente disponibile. Il germanio è meno comune rispetto al silicio ma può essere utilizzato in alcune applicazioni specializzate come i transistor ad alta velocità. L'indio viene utilizzato per la produzione di transistor ad alta frequenza e display a cristalli liquidi (LCD). È un materiale relativamente raro e costoso. Il gallio viene utilizzato in alcuni dispositivi a semiconduttore ad alte prestazioni. È un materiale raro e costoso. Cosa sono il Gallio e il Germanio Il gallio è un elemento chimico che ha il simbolo Ga nella tavola periodica. È un metallo tenero, di colore argento chiaro e viene utilizzato in diverse applicazioni tecnologiche, inclusi i semiconduttori. Viene spesso impiegato per la produzione di dispositivi a semiconduttore ad alte prestazioni come transistor ad alta frequenza, LED, laser e celle solari a film sottile. Il gallio è relativamente abbondante nella crosta terrestre, ma di solito viene estratto come sottoprodotto dalla lavorazione del minerale di alluminio. Il germanio è un elemento chimico con il simbolo Ge nella tavola periodica. È un semimetallo grigio-argento ed è ampiamente utilizzato nella produzione di semiconduttori. Il germanio è stato uno dei primi materiali utilizzati per produrre transistor e diodi, ed è ancora utilizzato in dispositivi a semiconduttore ad alte prestazioni. È anche impiegato in fibre ottiche e lenti per la spettroscopia infrarossa. Il germanio si trova principalmente nel minerale di zinco, nella sfalerite e nell'argirodite, ed è estratto principalmente da miniere di zinco, rame e carbone. Produzione Mondiale di Gallio e Germanio Per quanto tutti conosciamo il valore dell’oro e la sua provenienza geografica, è bene ricordare da dove vengono estratti il gallio e il germanio e chi ne detiene il mercato. Vediamo chi sono i maggiori produttori di gallio aggiornati al 2021: La Cina è il principale produttore mondiale di gallio, con una quota significativa della produzione globale. Il Giappone è un altro importante produttore di gallio, con diverse aziende che si occupano della produzione di questo elemento. Gli Stati Uniti hanno anche una produzione significativa di gallio, con diverse società impegnate nella sua estrazione e produzione. La Russia è un produttore notevole di gallio, con diverse miniere e impianti di produzione. La Germania ha una produzione modesta di gallio. Maggiori produttori di Germanio aggiornati al 2021: La Cina è il principale produttore mondiale di germanio, con una quota significativa della produzione globale. La Russia è un importante produttore di germanio, con diverse miniere e impianti di lavorazione. Gli Stati Uniti hanno anche una produzione significativa di germanio, con miniere attive e aziende che si occupano della sua estrazione. Il Canada è un altro paese che contribuisce alla produzione mondiale di germanio. Il Belgio ospita alcune aziende che si occupano della lavorazione e produzione di germanio. Nell’ottica di uno spostamento degli assi politici-militari mondiali e la nascita di nuove coalizioni internazionali, la disponibilità delle materie prime e delle terre rare per le necessità civili ed industriali, diventa un’arma politica, un ricatto economico, un vantaggio strategico. Traduzione automatica. Ci scusiamo per eventuali inesattezze. Articolo originale in Italiano.
SCOPRI DI PIU'Un fermo produttivo di un impianto a ciclo continuo necessita di programmazione, competenza, velocità ed efficienzadi Marco ArezioI reparti di produzione a ciclo continuo utilizzano impianti che massimizzano i rendimenti produttivi, attraverso la riduzione al minimo di fermi, lavorando normalmente su tre turni giornalieri. Ma le macchine, pur efficienti, sono soggette ad usura, ed è per questo si rende necessario provvedere ad una corretta programmazione delle fermate per manutenzione. Nell’ambito del budget produttivo, la fermata per manutenzione ha due fattori importanti che devono essere attentamente calibrati: il tempo, che implica una mancanza di merce da vendere o da stoccare a magazzino, e i costi degli interventi, che coinvolgono l’organizzazione tecnica aziendale nel suo complesso. Quali regole adottare per programmare i fermi produttivi per la manutenzione Programmare i fermi produttivi per le manutenzioni, in un ambiente di produzione industriale a ciclo continuo, è fondamentale per mantenere l'efficienza delle apparecchiature e prevenire guasti. Ci sono alcune regole importanti da rispettare per non farsi trovare impreparati durante il fermo: - Prima di programmare un fermo produttivo, è essenziale condurre un'analisi delle condizioni degli impianti produttivi. Ciò aiuta a determinare la necessità e l'urgenza della manutenzione. - Pianificare i fermi produttivi con un buon anticipo in modo da avere tempo per coordinare tutte le risorse necessarie. - Cercare di programmare i fermi produttivi durante i periodi di bassa domanda o quando l'impatto sulla produzione sarà minimo. - Assicurarsi che tutti i dipendenti e le parti interessate siano informati dei tempi e delle durate previste dei fermi. - Prima del fermo, accertarsi di avere tutti i ricambi e gli strumenti necessari a portata di mano. - Assicurarsi che il personale incaricato delle manutenzioni sia adeguatamente formato e abbia le competenze necessarie. - Dopo ogni fermo produttivo, analizzare l'efficacia della manutenzione. Questo aiuta a migliorare i processi futuri. - Documentare ogni fermo produttivo, includendo le ragioni del fermo, le azioni intraprese e i risultati. Questo fornirà dati preziosi per la pianificazione futura. Come gestire il magazzino dei ricambi per gli impianti produttivi La gestione del magazzino dei ricambi, in un ambiente di produzione industriale a ciclo continuo, è essenziale per garantire che gli impianti stessi funzionino senza interruzioni non pianificate. Ci sono pezzi di ricambio che possono essere acquistati dai fornitori in poco tempo, mentre altri, specialmente quelli creati appositamente, hanno bisogno di settimane o mesi tra l’ordine e la consegna. Questo significa quanto sia importante saper pianificare la gestione del magazzino ricambi, sia per le manutenzioni programmate che per quelle straordinarie. Anche in questo caso sarebbe buona cosa tenere presente alcune semplici regole: - Classificare i ricambi in base alla loro importanza. Per esempio, ricambi critici che potrebbero causare fermi produttivi se non disponibili, ricambi regolarmente usati, e ricambi meno frequenti. - Stabilire livelli di scorta minimi e massimi per ogni componente. I ricambi critici potrebbero richiedere livelli di scorta più elevati. - Utilizzare un sistema informativo di gestione magazzino (come un ERP) che ti permetta di tracciare l'inventario in tempo reale, registrare le uscite e gli ingressi e prevedere le esigenze future. - Eseguire revisioni periodiche dell'inventario per assicurarsi che i livelli di scorta siano adeguati e per identificare eventuali ricambi obsoleti o in eccesso. - Assicurarsi che i ricambi siano di alta qualità e che vengano immagazzinati in condizioni adeguate per prevenire danni o deterioramenti. - Posizionare i ricambi più usati in luoghi facilmente accessibili. Utilizzare un’etichettatura chiara e sistemi di codifica per trovare rapidamente ciò di cui hai bisogno. - Stabilire relazioni con fornitori affidabili che possano fornire ricambi di qualità in tempi rapidi, se necessario. - Tenere traccia dei costi associati all'immagazzinamento dei ricambi, compresi i costi di acquisto, di immagazzinamento e di obsolescenza. - Considerare l'idea di avere un kit di emergenza per fermi imprevisti, contenente gli strumenti e i ricambi più critici. Quali differenze, tra costi e risultati, tra un servizio di manutenzione interna o esterna l’azienda L'opzione tra mantenere un servizio di manutenzione interna o esternalizzarla, in aziende con produzioni a ciclo continuo, può avere impatti sia sui costi che sui risultati. E’ difficile dare un suggerimento assoluto su quale tipo di organizzazione di manutenzione sia consigliabile per l’azienda, in quanto entrano in gioco la tipologia di produzione, la complessità degli impianti, la dimensione degli stessi, la diffusione commerciale o meno delle macchine produttive e molti altri fattori. Inoltre, molte aziende adottano un approccio ibrido, mantenendo un piccolo team interno per le esigenze quotidiane e collaborando con fornitori esterni per esigenze specializzate o progetti di grande scala. Possiamo, in via generale vedere i pro e i contro di una struttura di manutenzione interna all’azienda o di una a chiamata: Manutenzione Interna - Il personale interno comporta costi fissi come stipendi, benefici, formazione e strumentazione. - L'azienda potrebbe dover investire in attrezzature, strumenti e formazione specifica per il team di manutenzione. - Il personale interno ha una conoscenza approfondita degli impianti e delle loro specifiche esigenze. - In caso di guasto, il team interno può intervenire immediatamente, riducendo i tempi di fermo. - Il team interno è maggiormente allineato agli obiettivi e alle culture dell'azienda. Manutenzione Esterna - I costi sono variabili e si basano sul lavoro effettivamente svolto. Potrebbero non esserci costi fissi. - L'esternalizzazione può ridurre i costi complessivi, soprattutto se le esigenze di manutenzione sono sporadiche. - Le aziende esterne spesso hanno una vasta esperienza in specifici campi della manutenzione e possono fornire soluzioni innovative. - L'azienda può scegliere tra diversi fornitori e servizi, in base alle esigenze. - Potrebbe esserci un tempo di risposta più lungo in caso di guasti, a meno che non si abbia un accordo di servizio specifico. - L'azienda potrebbe avere meno controllo diretto sulla qualità e sui tempi del lavoro svolto. Come ammortizzare e imputare a bilancio i costi del servizio di manutenzione La contabilizzazione e l'ammortamento dei costi del servizio di manutenzione in un'azienda con produzione a ciclo continuo è un processo essenziale per garantire una corretta rappresentazione dei costi nel bilancio. Questo, inizia classificando i costi di manutenzione, che possono essere diretti (come pezzi di ricambio o ore lavorative dei tecnici) o indiretti (come l'amministrazione del servizio di manutenzione). I costi legati alle attività di manutenzione di routine, che mantengono l'attrezzatura in condizioni operative normali, sono spesso registrati come costi operativi. Vengono imputati al conto economico nell'anno in cui sono sostenuti. Se la manutenzione prolunga la vita utile dell'attrezzatura o ne aumenta il valore, questi costi possono essere capitalizzati come miglioramenti e ammortizzati nel tempo. Una volta capitalizzati, vengono ammortizzati sul conto economico nel corso della vita utile dell'attrezzatura o dell'asset migliorato. La durata e il metodo di ammortamento (ad esempio, lineare o decrescente) dovrebbero essere coerenti con le politiche contabili dell'azienda. Inoltre, registrare i costi di manutenzione nel sistema contabile, garantisce che vengano attribuiti ai periodi appropriati. Questo aiuta nell'analisi dei costi e nella pianificazione finanziaria. Periodicamente, è necessario analizzare le spese di manutenzione per identificare le tendenze, valutare l'efficacia delle attività di manutenzione e determinare se ci sono opportunità per migliorare l'efficienza. Assicurarsi che i responsabili di budget e altre funzioni interessate, siano informati sui costi di manutenzione e su come vengono contabilizzati. Ciò garantisce una pianificazione e una previsione finanziaria più precise.
SCOPRI DI PIU'Come cambiare la mentalità per creare un mondo senza sprechidi Marco ArezioStiamo andando oltre l’ostacolo parlando non di riciclo, tema non ancora assimilato da molti, ma di riuso dei prodotti plastici. Utopia? Forse, ma prima di fare il futuro bisogna progettarlo e allora vediamo come potremmo arrivare a non avere più rifiuti da riciclare. La situazione oggi, è ben lontana da quanto sopra esposto infatti, il consumo di materie prime vergini continua ad aumentare e si stima che nel 2030 ne utilizzeremo il 30% in più rispetto a dieci anni fa. Nonostante si continui a parlare di economia circolare e di riciclo, non siamo ancora riusciti a trovare soluzioni per invertire questa situazione e, passando il tempo, continuiamo a complicarci la vita. Sono solo pochi esempi che ci permettono di non generare nuovi rifiuti, di risparmiare energia per il riciclo e il trasporto, di evitare inquinamento se i materiali non venissero riciclati, di risparmiare materie prime vergini che causano l’estrazione e la lavorazione del petrolio. Ma il problema si può vedere anche per gli oggetti più complessi, come una lavatrice, un ferro da stiro, una macchina, il taglia erba, il tavolo dove mangiamo o il letto dove dormiamo. Come facciamo a rendere veramente circolare la gestione di un prodotto che da nuovo dovrebbe diventare rifiuto? Semplicemente non possederlo, ma usarlo per il tempo di cui abbiamo bisogno e poi restituendolo al fornitore che sarà tenuto a revisionarlo, ripararlo, aggiornarlo, integrarlo, garantirlo e, poi, rimettere sul mercato un prodotto adatto ai nostri bisogni. Ci sono delle aziende che hanno sposato questo linea, come la Apple, la Levi’s e altre che riprendendo l’oggetto usato, non creano ulteriori rifiuti, ma gestiscono elementi di cui possono disporre nuovamente nella produzione.La strada è ancora lontana? Francamente direi di si, in quanto se guardiamo il tasso di circolarità in Europa che è dell’11,7% contro un dato mondiale del 9%, riscontriamo valori bassi, ma comunque in lenta crescita, dovendo anche considerare che l’incremento del mercato della circolarità corrisponderebbe all’aumento dell’occupazione che, in base ai dati della Commissione Europea, potrebbero arrivare a 700.000 unità. L’Europa importa il 90% di petrolio, due terzi dei metalli che servono per le produzioni, il 70% del gas naturale impiegate per far funzionare le fabbriche. Se realmente incrementassimo la circolarità, troveremmo la via per dissociare la crescita e la produzione con l’estrazione dei metalli dei combustibili e di tutte le materie prime naturali che utilizziamo quotidianamente. Questo significa anche ridurre i rifiuti, le emissioni in atmosfera, l’utilizzo delle discariche, l’utilizzo di acqua e gli inquinanti legati a queste attività.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riuso - ricicloVedi maggiori informazioni sul riciclo
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